You be mine
Note: Scritto e dedicato solo per Selenegatto, questa ficcy
e solo per te…consideralo anche una
sorta di regalo extra per il tuo compleanno…ihih ^.-
Note2: tutto ciò che
è scritto in corsivo si riferisce
come sempre al PV di Ace.
Note 3: tutto ciò che
è scritto in corsivo-grassetto si
riferisce ad un flash back !
Enjoy!
Si
passò una mano sugli
occhi stanchi, prima di appoggiare la testa divenuta troppo pesante sul
palmo
aperto, mentre palpebre sempre più pesanti gravavano sulla
lettura ormai non
più tanto scorrevole del capitano della marina intento a
svolgere, o meglio, a
mettere in pari tutti i documenti burocratici che aveva lasciato in
arretrato.
Una seccatura senza alcun dubbio, ma era anche vero che purtroppo anche
quello
faceva pur sempre parte del suo lavoro.
Sbatté
le palpebre un
paio di volte cercando in qualche modo di ingannare il sonno ancora per
un po’,
ma non ebbe molto successo…
Lettere
divennero sempre
più sfuocate fino a fondersi con altre lettere in un
guazzabuglio di inchiostro
incomprensibile, intanto che la luce necessaria per la sua lettura gli
veniva
sottratta gradatamente fino a ché tutto non fu inghiottito
dal buio.
Si
svegliò infastidito
dalla posizione scomoda che aveva assunto addormentandosi sulla propria
scrivania,
riaprendo gli occhi alla flebile luce della candela posta davanti a lui
per poi
alzarsi, sentendo tutte le dovute proteste della sua schiena
indolenzita.
Si mosse
verso gli oblò
chiusi aprendoli con la speranza che la brezza notturna lo aiutasse a
non
soccombere addormentato sui suoi documenti, che tra l’altro
doveva
assolutamente finire.
Si accese
un sigaro prima
di tornare alla sua scrivania e il suo lavoro, afferrando poi il foglio
davanti
a se con energia rinnovata proprio quando l’unica fonte di
luce venne a
mancare.
Sbuffò
sonoramente,
soffocando una lunga serie di imprecazioni.
“Oggi
non è proprio
giornata” sibilò sbattendo esasperato il foglio
sul tavolo.
“Qualcosa non và taisa?”
Si girò sorpreso verso
gli oblò al suono di quella voce che riconobbe come
riconobbe il proprietario
appollaiato sul davanzale con quel ghigno sempre presente, seminascosto
dalle
falde del suo cappello arancione.
“Ace,
cosa ci fai qui?”
Il
pirata sorrise
entrando con agilità nella stanza illuminata solo da un
debolissimo raggio
lunare.
Lo
vide tranquillamente
avanzare tra le ombre con movenze fluide, appena illuminato dalla luce
della
luna che a stento illuminava quei lineamenti sensuali e quello sguardo
felino
alimentato da lingue di fuoco incandescenti.
Lo
vide fermarsi ad un
passo da lui, scrutandolo nell’oscurità dove
già sapeva che nell’ombra di quel
volto a malapena illuminato si nascondeva quel ghigno che aveva sempre
quando
si intrufolava di nascosto nella sua cabina, in barba alle sentinelle
di ronda.
Rimase
immobile a
fissarlo in silenzio fino a quando la luce della candela riaccesasi non
attirò
nuovamente la sua attenzione.
“ciao”
Lo salutò
semplicemente esibendo a piena potenza
il proprio ghigno che si stagliava nella luce soffusa nella stanza in
penombra.
“stavi
lavorando?” chiese rivolgendo la sua
attenzione ai cumoli di fogli impilati in 3 alte fila, prima di
appoggiarsi
nell’angolo libero del tavolo senza abbandonare il sorriso
sulle labbra
ricevendo in risposta un grugnito da parte del capitano accompagnato da
un
occhiata annoiata.
“e
tu? Che diavolo sei
venuto a fare?”
Il solito tono brusco
accompagnata da un
occhiata di sbieco, ormai era abituato ai
suoi modi non propriamente gentili e come era possibilissimo immaginare
il
ghigno sulla sua faccia non scomparve, anzi, si accentuò
mentre posava lo zaino
a terra accanto al tavolo di lavoro del capitano.
“mhà,nulla
di speciale,
passavo di qui e quindi ho pensato di farti un saluto”
Disse semplicemente
prima di andare ad accomodarsi
sulle gambe del marine, ripensando agli ultimi tre mesi in cui non si
erano più
visti sfiorando soprapensiero la linea dello zigomo seguendo poi il
percorso
fino alla mascella. D’altra parte Smoker non gli aveva
né detto né fatto nulla,
lasciando che quelle dita continuassero ad accarezzarlo così
come lo aveva
lasciato seduto sulle sue gambe.
Chiuse
gli occhi
lasciandolo fare, sentendo il suo profumo farsi largo nella sua mente,
così
come quelle mani nella sua giacca.
“Ti
sono mancato?”
Chiese sfiorandogli lo
zigomo con la punta del
naso, inspirando il suo odore inconfondibile di sigari mista a
l’aria salmastra
che sentiva provenire dalla finestra, un misto mix
irresistibile…
Saggiò
la linea dura della mascella con le labbra,
facendole scivolare poi su quella bocca perennemente imbronciata;
Sfiorò quelle
labbra con una carezza morbida, prima di sprofondare e farsi
strascinare in un
bacio umido ed impaziente, impregnato di passione ed urgenza.
Sorrise appena,
percependo le mani del marine
vagare per la sua schiena, sfiorando la pelle in prossimità
del proprio
tatuaggio; sentì quelle dita
sfiorare la
pelle calda e tutte le vertebre con cura, prima di tuffarsi in quella
massa
nera che erano i suoi capelli.
Dio,come gli era mancato.
Accarezzò quei filamenti
neri come le notti di plenilunio ormai del tutto dimentico del proprio
lavoro.
Scese alla nuca accarezzando la pelle sensibile prima di esercitare una
leggera
pressione, per poi impadronirsi di quelle calde labbra, anche se non lo
avrebbe
mai ammesso, che in tutto quel tempo, così come il suo
profumo gli era
terribilmente mancato.
Si accomodò
meglio stringendosi maggiormente in
quell’abbraccio come preso da un irrefrenabile impulso di
sentire quelle mani
scorrere sul suo corpo, così come sentiva scorrere, veloce,
il proprio sangue
nelle vene.
Desiderio,
Urgenza,
Passione.
Mentre
il
suo respiro si confondeva con il suo, così come il suo
profumo.
“Smoker..”
Un
flebile suono,
Un
sussurro
E la
sensazione familiare
di quel corpo caldo stretto al suo,
La sua
voce,
Il suo
profumo
E quel
calore quasi
intossicante che lo rendeva suo prigioniero;
e il
sapore di quelle
labbra suo schiavo.
Sì, gli era mancato.
Si alzò presto dalla
sedia sentendo la presa delle gambe di lui farsi più salda.
Portò
entrambi sul letto
prima di ricominciare da dove si erano interrotti.
Non
esisteva più nulla,
solo
il suo profumo
d’angelo e quegli occhi di brace.
***
Lo vide muoversi pigro
tra le lenzuola sfatte, il viso completamente rapito dagli spiriti del
sonno e
i capelli scompigliati come una macchia d’inchiostro su un
foglio bianco.
L’osservò
a lungo,
osservò a lungo quei lineamenti fini non ancora del tutto
adulti e quel corpo
nudo semicoperto dalle lenzuola muoversi piano nel sonno con movimenti
istintivi, intrisi di una sensualità spiazzante quanto
inconsapevole.
Ne
fu rapito, come
sempre, in ogni notte in cui restava sveglio ad osservarlo, a vegliare
su di
lui e a sperare che tutto quello non fosse solo il frutto della sua
immaginazione.
Un marine
ed un Pirata.
Si
sentiva come il
personaggio di una storia incredibile, come quelle che gli venivano
raccontate
da piccolo, una storia non eroica, ma tragica.
Sapeva
benissimo come
probabilmente sarebbe andata a finire continuando così,
non ci saranno lieti fine.
Lo
sapeva, sin dal primo
giorno.
Non vi
era futuro, ma non
importava, andava bene così.
Finché
poteva stringerlo
a se oppure quando l’osservava dormire beato assaporando il
suo profumo, non
gli importava di nulla.
Eppure lo
sapeva
benissimo che quello che stava facendo era sbagliato.
Terribilmente
sbagliato.
Aveva
commesso un errore,
lui si era affezionato, si era affezionato a quell’uragano
con quel sorriso
candido e gli occhi ardenti, come il fuoco che sentiva bruciarlo ogni
notte in
cui lo aveva tra le braccia.
Sorrise
nella penombra
quando lo vide strusciarsi teneramente contro il cuscino, avanzando poi
pigro
nel poco spazio di quel letto troppo piccolo per entrambi,mentre ad
ogni
movimento scopriva languidamente quella pelle leggermente abbronzata
esponendola alla fioca luce della luna e al suo sguardo attento immerso
nella
penombra.
Gli
sfiorò delicatamente
una ciocca di capelli sopra pensiero prima di sentire il contatto di
quella
pelle morbida contro la propria, per poi
vedere quegli occhi ancora annebbiati dal sonno
socchiudersi e quelle
labbra salutarlo con il più dolce dei sorrisi.
“Buon
giorno”
Lo salutò,
dovevano essere si e no le tre del
mattino, ancora un paio d’ore, massimo tre…
…Quel profumo, quel profumo che avrebbe
riconosciuto tra mille, Acqua di mare con un leggero aroma di tabacco
forte…
Ricordo di quando,
facendo i capricci, volli
restare con lui un intera giornata, un intera giornata con il suo
profumo
addosso…
“Vattene”
“No”
“E
invece io dico che te ne vai!”
“E
invece io dico che resterò!”
“non
puoi restare qui!”
“E
invece sì!”
“E
invece no!”
Sottolineò
quelle parole con un
ghigno prima di vederlo avvicinarsi a lui con fare minaccioso, ma non
era
affatto intimorito. Era determinato, voleva restare, anche solo per una
volta…
Comunque,
non passò molto tempo
prima che si sentisse sollevare di parecchi centimetri da terra
sentendosi poi
trascinare fuori dagli oblò aperti rimanendo sospeso sopra
le acque.
“Se
non te ne vai ti butto a mare”
Lo
sentì asserire serio, non stava
scherzando, ma non gli importava.
Si attaccò
maggiormente a
quell’unico braccio che lo teneva sospeso sul mare,
“Ho
detto che resterò qui e qui
resterò”
Lo
disse con decisione, cocciuto,
senza il minimo ripensamento, determinato.
“come
vuoi”
Fu
tutto ciò che ottenne prima di
osservare quel braccio trasformarsi in candido fumo bianco perdendo
corporeità
e con essa la sua presa su di lui, facendolo cadere in acqua.
“stronzo!”
Ebbe
il tempo di dire soltanto,
poiché dopo la sua bocca era occupata dall’acqua e
le sue energie volte alla
sopravvivenza e al raggiungimento della fiancata della nave cercando
qualcosa
su cui aggrapparsi. Pochi secondi ancora agitandosi forsennatamente nel
mare
prima di venire ripescato bagnato fradicio e rimesso con i piedi sulle
assi di
legno.
“non
lo ripeterò una seconda
volta:vattene”
Il
tono con cui sentì il commodoro
pronunciare quelle parole, gli mandò lunghi ed intensi
brividi su tutta la
schiena. Stava dicendo sul serio, ma non voleva restare da solo, non
voleva
andare via stavolta.
“Ho
detto di no”
Continuò
imperterrito incrociando
gambe e braccia gocciolando sul legno, trattenendo uno starnuto prima
di
tornare a guardare il marine con fare di sfida.
A quel punto Smoker non
poteva far
altro che arrendersi, mai e poi mai lo avrebbe lasciato solo la
giornata di
natale.
Lo vide sbuffare come
una locomotiva
prima di dirigersi verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle, ma
ovviamente ciò non sarebbe bastato per fermarlo.
Infatti
lo seguì poco dopo rimanendo
immobile, sorpreso, osservando il volto del capitano dal riflesso dello
specchio in cui si stava specchiando con il viso cosparso di schiuma.
Si
stava facendo la barba.
Sorrise
al ricordo di quel giorno in
cui era riuscito ad avere per una volta la meglio sulle abitudini
dell’uomo, prima
di appoggiare la propria schiena contro il legno della porta che aveva
richiuso
alle sue spalle restando lì, stranamente in silenzio,
continuando ad osservarlo
attraverso lo specchio.
Restarono
così in silenzio, godendo
della reciproca compagnia fino a ché il capitano non
finì il suo lavoro
decidendo poi di farsi una doccia.
L’osservò
attentamente mentre il
capitano si spogliava con noncuranza per poi girarsi verso di lui
accigliato
“Hai intenzione di rimanere ancora
per molto lì imbambolato?”
La
solita voce dura, ma senza
nessuna traccia di rabbia. Aveva smesso di essere arrabbiato.
Rinvigorito
da quelle parole scattò
su in piedi come una molla, il ghigno nuovamente comparso sulle sue
labbra, per
poi iniziare a spogliarsi a sua volta; e giurò di sentire lo
sguardo di Smoker
scivolare sulla sua pelle così come i propri vestiti prima
di cadere al suolo…
Venne distratto da quei ricordi al contatto di
quelle labbra sulle sue e da quel profumo che mai avrebbe voluto si
staccasse
da lui.
“Ti eri incantato?”
“uhn.”
“A
cosa stavi pensando?”
Mani pigre gli
accarezzarono i capelli e labbra
scorrevano sulla sua pelle…
“mhà, nulla di
speciale..”
Biascicò
distratto prima di guidare nuovamente
quelle labbra sulle proprie divorandole.
“Non sperare di sfuggirmi
stanotte capitano, ho appena iniziato…”
Un sorriso furbo
mascherato da uno sguardo
incandescente…
“ma
davvero?”
“certo!
Tu sei mio, non
dimenticarlo”
Una risposta piccata,
ma estremamente decisa,
seguita da una leggera risata
a stento
trattenuta.
“Cercherò di tenerlo a
mente..”
Sussurrò, prima
di attirarlo nuovamente a se in quella notte di fuoco che presto li
avrebbe
fatti ardere di una passione incontrollabile…
[End]
Yeah!
finito anche
questa!Cavolo, non mi aspettavo di rimettermi a scrivere tanto presto!
ihihih
E come
sempre ringrazio:
Midnight_erin , Yusaki, Shirlyn Majere, nina-nobodyxiii, kei87, Stateira , Darcy, Ladyhellsing (Crow) ,rosina87,
koorime,
Selenegatto
ed Ale_2 per tutto, ma soprattutto Crow per avermi aiutata tanto per il
forum
che sto costruendo, e già che ci sono faccio un
po’ di pubblicità:
Veniteci
a trovare
prestooo!!^.^
http://yaoifun.forumfree.net/
ciao!!