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Autore: Haku    16/10/2008    4 recensioni
Lo vide muoversi pigro tra le lenzuola sfatte, il viso completamente rapito dagli spiriti del sonno e i capelli scompigliati come una macchia d’inchiostro su un foglio bianco. L’osservò a lungo, osservò a lungo quei lineamenti fini non ancora del tutto adulti e quel corpo nudo semicoperto dalle lenzuola muoversi piano nel sonno con movimenti istintivi, intrisi di una sensualità spiazzante quanto inconsapevole. .....SmokerxAce ovviamente!XXD Enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You be mine

 

Note: Scritto e dedicato solo per Selenegatto, questa ficcy e solo per te…consideralo anche una sorta di regalo extra per il tuo compleanno…ihih ^.-

 

Note2: tutto ciò che è scritto in corsivo si riferisce come sempre al PV di Ace.

 

Note 3: tutto ciò che è scritto in corsivo-grassetto si riferisce ad un flash back !

 

Enjoy!

 

 

 

Si passò una mano sugli occhi stanchi, prima di appoggiare la testa divenuta troppo pesante sul palmo aperto, mentre palpebre sempre più pesanti gravavano sulla lettura ormai non più tanto scorrevole del capitano della marina intento a svolgere, o meglio, a mettere in pari tutti i documenti burocratici che aveva lasciato in arretrato. Una seccatura senza alcun dubbio, ma era anche vero che purtroppo anche quello faceva pur sempre parte del suo lavoro.

Sbatté le palpebre un paio di volte cercando in qualche modo di ingannare il sonno ancora per un po’, ma non ebbe molto successo…

Lettere divennero sempre più sfuocate fino a fondersi con altre lettere in un guazzabuglio di inchiostro incomprensibile, intanto che la luce necessaria per la sua lettura gli veniva sottratta gradatamente fino a ché tutto non fu inghiottito dal buio.

 

Si svegliò infastidito dalla posizione scomoda che aveva assunto addormentandosi sulla propria scrivania, riaprendo gli occhi alla flebile luce della candela posta davanti a lui per poi alzarsi, sentendo tutte le dovute proteste della sua schiena indolenzita.

Si mosse verso gli oblò chiusi aprendoli con la speranza che la brezza notturna lo aiutasse a non soccombere addormentato sui suoi documenti, che tra l’altro doveva assolutamente finire.

Si accese un sigaro prima di tornare alla sua scrivania e il suo lavoro, afferrando poi il foglio davanti a se con energia rinnovata proprio quando l’unica fonte di luce venne a mancare.

 Sbuffò sonoramente, soffocando una lunga serie di imprecazioni.

 “Oggi non è proprio giornata” sibilò sbattendo esasperato il foglio sul tavolo.

 
“Qualcosa non và taisa?”

 
Si girò sorpreso verso gli oblò al suono di quella voce che riconobbe come riconobbe il proprietario appollaiato sul davanzale con quel ghigno sempre presente, seminascosto dalle falde del suo cappello arancione.

 “Ace, cosa ci fai qui?”

 Il pirata sorrise entrando con agilità nella stanza illuminata solo da un debolissimo raggio lunare.

 Lo vide tranquillamente avanzare tra le ombre con movenze fluide, appena illuminato dalla luce della luna che a stento illuminava quei lineamenti sensuali e quello sguardo felino alimentato da lingue di fuoco incandescenti.

 Lo vide fermarsi ad un passo da lui, scrutandolo nell’oscurità dove già sapeva che nell’ombra di quel volto a malapena illuminato si nascondeva quel ghigno che aveva sempre quando si intrufolava di nascosto nella sua cabina, in barba alle sentinelle di ronda.

Rimase immobile a fissarlo in silenzio fino a quando la luce della candela riaccesasi non attirò nuovamente la sua attenzione.

 “ciao”

 Lo salutò semplicemente esibendo a piena potenza il proprio ghigno che si stagliava nella luce soffusa nella stanza in penombra.

 “stavi lavorando?” chiese rivolgendo la sua attenzione ai cumoli di fogli impilati in 3 alte fila, prima di appoggiarsi nell’angolo libero del tavolo senza abbandonare il sorriso sulle labbra ricevendo in risposta un grugnito da parte del capitano accompagnato da un occhiata annoiata.

 “e tu? Che diavolo sei venuto a fare?”

 Il solito tono brusco accompagnata da  un occhiata di sbieco, ormai era abituato ai suoi modi non propriamente gentili e come era possibilissimo immaginare il ghigno sulla sua faccia non scomparve, anzi, si accentuò mentre posava lo zaino a terra accanto al tavolo di lavoro del capitano.

 “mhà,nulla di speciale, passavo di qui e quindi ho pensato di farti un saluto”

 Disse semplicemente prima di andare ad accomodarsi sulle gambe del marine, ripensando agli ultimi tre mesi in cui non si erano più visti sfiorando soprapensiero la linea dello zigomo seguendo poi il percorso fino alla mascella. D’altra parte Smoker non gli aveva né detto né fatto nulla, lasciando che quelle dita continuassero ad accarezzarlo così come lo aveva lasciato seduto sulle sue gambe.

 

Chiuse gli occhi lasciandolo fare, sentendo il suo profumo farsi largo nella sua mente, così come quelle mani nella sua giacca.

 “Ti sono mancato?”

 Chiese sfiorandogli lo zigomo con la punta del naso, inspirando il suo odore inconfondibile di sigari mista a l’aria salmastra che sentiva provenire dalla finestra, un misto mix irresistibile…

 Saggiò la linea dura della mascella con le labbra, facendole scivolare poi su quella bocca perennemente imbronciata; Sfiorò quelle labbra con una carezza morbida, prima di sprofondare e farsi strascinare in un bacio umido ed impaziente, impregnato di passione ed urgenza.

 Sorrise appena, percependo le mani del marine vagare per la sua schiena, sfiorando la pelle in prossimità del proprio tatuaggio; sentì quelle dita  sfiorare la pelle calda e tutte le vertebre con cura, prima di tuffarsi in quella massa nera che erano i suoi capelli.

 
Dio,come gli era mancato.


Accarezzò quei filamenti neri come le notti di plenilunio ormai del tutto dimentico del proprio lavoro. Scese alla nuca accarezzando la pelle sensibile prima di esercitare una leggera pressione, per poi impadronirsi di quelle calde labbra, anche se non lo avrebbe mai ammesso, che in tutto quel tempo, così come il suo profumo gli era terribilmente mancato.

 Si accomodò meglio stringendosi maggiormente in quell’abbraccio come preso da un irrefrenabile impulso di sentire quelle mani scorrere sul suo corpo, così come sentiva scorrere, veloce, il proprio sangue nelle vene.

 Desiderio,

Urgenza,

Passione.

 Mentre  il suo respiro si confondeva con il suo, così come il suo profumo.

 “Smoker..”

 Un flebile suono,

Un sussurro

E la sensazione familiare di quel corpo caldo stretto al suo,

 

La sua voce,

Il suo profumo

E quel calore quasi intossicante che lo rendeva suo prigioniero;

e il sapore di quelle labbra suo schiavo.

 

Sì, gli era mancato.

 
Si alzò presto dalla sedia sentendo la presa delle gambe di lui farsi più salda.

Portò entrambi sul letto prima di ricominciare da dove si erano interrotti.

 Non esisteva più nulla,

 solo il suo profumo d’angelo e quegli occhi di brace.

***

Lo vide muoversi pigro tra le lenzuola sfatte, il viso completamente rapito dagli spiriti del sonno e i capelli scompigliati come una macchia d’inchiostro su un foglio bianco.

 L’osservò a lungo, osservò a lungo quei lineamenti fini non ancora del tutto adulti e quel corpo nudo semicoperto dalle lenzuola muoversi piano nel sonno con movimenti istintivi, intrisi di una sensualità spiazzante quanto inconsapevole.

 Ne fu rapito, come sempre, in ogni notte in cui restava sveglio ad osservarlo, a vegliare su di lui e a sperare che tutto quello non fosse solo il frutto della sua immaginazione.

Un marine ed un Pirata.

Si sentiva come il personaggio di una storia incredibile, come quelle che gli venivano raccontate da piccolo, una storia non eroica, ma tragica.

Sapeva benissimo come probabilmente sarebbe andata a finire continuando così,

non ci saranno lieti fine.

Lo sapeva, sin dal primo giorno.

Non vi era futuro, ma non importava, andava bene così.

Finché poteva stringerlo a se oppure quando l’osservava dormire beato assaporando il suo profumo, non gli importava di nulla.

Eppure lo sapeva benissimo che quello che stava facendo era sbagliato.

Terribilmente sbagliato.

Aveva commesso un errore, lui si era affezionato, si era affezionato a quell’uragano con quel sorriso candido e gli occhi ardenti, come il fuoco che sentiva bruciarlo ogni notte in cui lo aveva tra le braccia.

 Sorrise nella penombra quando lo vide strusciarsi teneramente contro il cuscino, avanzando poi pigro nel poco spazio di quel letto troppo piccolo per entrambi,mentre ad ogni movimento scopriva languidamente quella pelle leggermente abbronzata esponendola alla fioca luce della luna e al suo sguardo attento immerso nella penombra.

 Gli sfiorò delicatamente una ciocca di capelli sopra pensiero prima di sentire il contatto di quella pelle morbida contro la propria, per poi  vedere quegli occhi ancora annebbiati dal sonno socchiudersi e quelle labbra salutarlo con il più dolce dei sorrisi.

 “Buon giorno”

 Lo salutò, dovevano essere si e no le tre del mattino, ancora un paio d’ore, massimo tre…

…Quel profumo, quel profumo che avrebbe riconosciuto tra mille, Acqua di mare con un leggero aroma di tabacco forte…

 Ricordo di quando, facendo i capricci, volli restare con lui un intera giornata, un intera giornata con il suo profumo addosso…

 

“Vattene”

 “No”

 “E invece io dico che te ne vai!”

 “E invece io dico che resterò!”

 “non puoi restare qui!”

 “E invece sì!”

 “E invece no!”

 Sottolineò quelle parole con un ghigno prima di vederlo avvicinarsi a lui con fare minaccioso, ma non era affatto intimorito. Era determinato, voleva restare, anche solo per una volta…

 Comunque, non passò molto tempo prima che si sentisse sollevare di parecchi centimetri da terra sentendosi poi trascinare fuori dagli oblò aperti rimanendo sospeso sopra le acque.

 “Se non te ne vai ti butto a mare”

 Lo sentì asserire serio, non stava scherzando, ma non gli importava.

Si attaccò maggiormente a quell’unico braccio che lo teneva sospeso sul mare,

 “Ho detto che resterò qui e qui resterò”

 Lo disse con decisione, cocciuto, senza il minimo ripensamento, determinato.

 “come vuoi”

 Fu tutto ciò che ottenne prima di osservare quel braccio trasformarsi in candido fumo bianco perdendo corporeità e con essa la sua presa su di lui, facendolo cadere in acqua.

 “stronzo!”

 Ebbe il tempo di dire soltanto, poiché dopo la sua bocca era occupata dall’acqua e le sue energie volte alla sopravvivenza e al raggiungimento della fiancata della nave cercando qualcosa su cui aggrapparsi. Pochi secondi ancora agitandosi forsennatamente nel mare prima di venire ripescato bagnato fradicio e rimesso con i piedi sulle assi di legno.

 “non lo ripeterò una seconda volta:vattene”

 Il tono con cui sentì il commodoro pronunciare quelle parole, gli mandò lunghi ed intensi brividi su tutta la schiena. Stava dicendo sul serio, ma non voleva restare da solo, non voleva andare via stavolta.

 “Ho detto di no”

 Continuò imperterrito incrociando gambe e braccia gocciolando sul legno, trattenendo uno starnuto prima di tornare a guardare il marine con fare di sfida.

A quel punto Smoker non poteva far altro che arrendersi, mai e poi mai lo avrebbe lasciato solo la giornata di natale.

Lo vide sbuffare come una locomotiva prima di dirigersi verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle, ma ovviamente ciò non sarebbe bastato per fermarlo.

 Infatti lo seguì poco dopo rimanendo immobile, sorpreso, osservando il volto del capitano dal riflesso dello specchio in cui si stava specchiando con il viso cosparso di schiuma.

 Si stava facendo la barba.

 Sorrise al ricordo di quel giorno in cui era riuscito ad avere per una volta la meglio sulle abitudini dell’uomo, prima di appoggiare la propria schiena contro il legno della porta che aveva richiuso alle sue spalle restando lì, stranamente in silenzio, continuando ad osservarlo attraverso lo specchio.

 Restarono così in silenzio, godendo della reciproca compagnia fino a ché il capitano non finì il suo lavoro decidendo poi di farsi una doccia.

 L’osservò attentamente mentre il capitano si spogliava con noncuranza per poi girarsi verso di lui accigliato

 
“Hai intenzione di rimanere ancora per molto lì imbambolato?”

 La solita voce dura, ma senza nessuna traccia di rabbia. Aveva smesso di essere arrabbiato.

 Rinvigorito da quelle parole scattò su in piedi come una molla, il ghigno nuovamente comparso sulle sue labbra, per poi iniziare a spogliarsi a sua volta; e giurò di sentire lo sguardo di Smoker scivolare sulla sua pelle così come i propri vestiti prima di cadere al suolo…

 

Venne distratto da quei ricordi al contatto di quelle labbra sulle sue e da quel profumo che mai avrebbe voluto si staccasse da lui.

 “Ti eri incantato?”

 “uhn.”

 “A cosa stavi pensando?”

 Mani pigre gli accarezzarono i capelli e labbra scorrevano sulla sua pelle…

 “mhà, nulla di speciale..”

 Biascicò distratto prima di guidare nuovamente quelle labbra sulle proprie divorandole.

 “Non sperare di sfuggirmi stanotte capitano, ho appena iniziato…”

 Un sorriso furbo mascherato da uno sguardo incandescente…

 “ma davvero?”

 “certo! Tu sei mio, non dimenticarlo”

 Una risposta piccata, ma estremamente decisa, seguita da una leggera  risata a stento trattenuta.

 “Cercherò di tenerlo a mente..”

 
Sussurrò, prima di attirarlo nuovamente a se in quella notte di fuoco che presto li avrebbe fatti ardere di una passione incontrollabile…

 
[End]

 

Yeah! finito anche questa!Cavolo, non mi aspettavo di rimettermi a scrivere tanto presto! ihihih

 

E come sempre ringrazio: Midnight_erin , Yusaki, Shirlyn Majere, nina-nobodyxiii, kei87, Stateira , Darcy, Ladyhellsing (Crow) ,rosina87, koorime, Selenegatto ed Ale_2 per tutto, ma soprattutto Crow per avermi aiutata tanto per il forum che sto costruendo, e già che ci sono faccio un po’ di pubblicità:

 

Veniteci a trovare prestooo!!^.^

 

http://yaoifun.forumfree.net/

 

ciao!!

 

 

 

  
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