Niente di pretenzioso, solo una piccola raccolta di flashfic, drabble e one-shot sui miei due capitani preferiti. Eustass e Trafalgar, ovviamente.
La sfida è riuscire a scriverne 100. Una per ogni giorno. E, difatti, una al giorno ne pubblicherò. Sperando di non saltarne neache uno.
Vi avviso infine che il rating potrebbe variare, nel caso di rating rosso (oneshot) ne sarete avvisati a inizio capitolo
Aggiungo qui solo qualche piccola anticipazione:
> Nemici - Entrambi di spalle l’uno a pochi passi dall’altro. Due nemici.Potrebbero sorprendersi a vicenda, mentre si allontanano.
> Post-it - Non aveva risparmiato un solo angolo della cabina ma, nulla. Almeno finchè, l’occhio cadde su un foglietto giallo attaccato alla sua pelliccia poggiata sullo scrittoio.
> Perdere - Che umiliazione morire per mano di quello squallido essere. Che umiliazione morire con il cuore trafitto da quell’uomo, per la seconda volta.
> Lunghe notti 2 - “Manda giù rompipalle! Se ne sputi anche solo una goccia te lo faccio leccare dal pavimento”
> Perdere 2 - In quel mondo, per essere davvero invincibili, un cuore non era affatto richiesto. Non che lui fosse mai stato intenzionato ad usare il suo. Ma, semplicemente, se anche avesse voluto, ormai non gli era più possibile.
> Arresa - Aveva creduto, allora, che allo stesso modo delle sue braccia, anche il suo cuore potesse essere avvolto e protetto da una coltre di pezzi metallici.
> Speciale Halloween - "Piaciuto il dolce, Eustass-ya?" La voce era indubbiamente affannata e sussurrata. Voleva mantenere la sua spavalderia, Law, e lo voleva anche Kidd certo, ma, in quella situazione ormai erano troppo oltre per darsi a giochetti simili.
> Quanto prendi? - “Ti ammazzo, Trafalgar! Non osa-“ Le parole gli morirono in gola anzi, sarebbe più corretto dire che furono bloccate da qualcosa che invece, in gola, vi si introdusse.
AGGIORNAMENTI : Drabble (13) Flashfic (35) Oneshot (21)
AVVISO: aggiornamento occasionale fino a data indeterminata XD

Rimane a guardare il suo assassino avvicinarsi, il lupo, lottando contro la vista che si appanna. L'ultima cosa che vede sono gli occhi dell'altro proprio sopra di sé - sa, inconsciamente, che deve esserci anche un viso ed un corpo, ma ormai vede solo quelli e pensa che siano davvero molto belli. Simili al cielo che può ammirare dalla vallata, vicino al ghiacciaio, quando la notte è più buia e non ci sono nuvole.
Sorride, rincuorato almeno in parte di poter vedere ancora un'ultima volta un pezzo di cielo, anche se così.
Poi tutto si fa buio.
[AoKi]

La mia era la solita storia così usata da non far nemmeno più pena.
Mio padre era un ubriacone che tentava di pestare mia madre e spendeva tutti i soldi che lei guadagnava, nell'alcool e nel gioco d'azzardo.
Io ero cresciuto praticamente per strada, ma tu mi hai salvato.
(aokaga)

[AoKaga - Aomine/Kagami]
"La prima volta che il professore aveva consegnato loro i libri aveva richiesto che, in qualche modo, ci lasciassero sopra il loro nome o un segno di riconoscimento – nella maniera più discreta possibile. Aomine aveva aperto la copertina, con tutta l'intenzione di scribacchiare da qualche parte sulla prima pagina il suo cognome, ed era stato sorpreso dal fatto che qualcuno avesse già segnato il libro come proprio."

[AoKise in occasione del compleanno di Ki-chan]
Dal testo:
"Kise Ryouta quel giorno compiva diciotto anni e nessuno, NESSUNO si era ricordato del suo compleanno all'infuori della sua famiglia"

Il giorno dopo Ryota si presentò con cinque minuti abbondanti di anticipo. Le labbra si incurvarono nel sorriso più ampio che gli riuscì quando vide Daiki.
“Lo sapevo che saresti venuto!” esclamò, cogliendo l’altro alla sprovvista.
“Non dire fesserie, non sono venuto apposta per te. Sono qui già da un bel po’.”
“Però sei rimasto fino a quest’ora. Se davvero non volevi giocare con me, te ne saresti potuto andare.”
Daiki rifletté parecchio su quelle parole. Non voleva certo lasciare intendere a Ryota che avere un compagno di giochi non gli dispiaceva, ma le circostanze sembravano volgere a suo sfavore. Poi, ebbe l’illuminazione su cosa rispondere. “Non sto certo a guardare l’ora quando gioco. Non mi ero accorto che fossero arrivate le cinque. A saperlo me ne sarei andato prima.” Si voltò, sogghignando per la spiegazione salace appena partorita, ma l’altro sembrò non curarsene minimamente.
Gli si parò davanti con la solita espressione gioconda. “Allora, cosa mi insegni come prima lezione?”

Nessuno dei due parla per secondi che sembrano infiniti; a Kuroko sembra che le voci degli altri studenti, fuori dalla sua stanza, stiano andando a rilento. Apre la bocca, la richiude, e quando la voce decide di venire fuori protesta per essere usata controvoglia, pungendogli la gola.
“O-Ogiwara-kun…”
OgiwaraKuroko

[ Kiyoshi x Hyuuga, AU. ]
Dal testo: Sono le sette e un quarto e Hyuuga Junpei è sdraiato sul suo morbido materasso, con la testa appoggiata al cuscino, gli occhiali ancora sul naso e le mani appoggiate sul suo petto che stringono il suo cellulare.
Sono le sette e un quarto e Hyuuga Junpei non riesce a riposare. Non ha chiuso occhio per tutta la serata. La sua mente è ancora affollata dagli intensi ragionamenti che l'hanno tenuto sveglio tutta la notte.
Sono le sette e un quarto e Hyuuga Junpei trema. Trema dalla paura, non dal freddo. Ha paura di aver fatto la scelta sbagliata nel dire sì alla proposta di Kiyoshi Teppei.
«Vuoi venire a vivere con me?»
Non ha resistito e semplicemente ha detto sì. Sì, voglio venire a vivere con te.
Partecipante al contest "Ispirandovi alle immagini" indetto da AoKise92 e Sara.1994.

«Esattamente come avrebbe potuto fare una sirena con il povero pescatore ingenuo, Kise gli afferrò il viso fra le mani e gli sfiorò le labbra con le proprie, e Aomine, già assuefatto dal calore di quelle dita e dalla morbidezza di quella bocca, si lasciò trascinare dentro la doccia senza opporre resistenza e senza proferire parola.»
[Happy AoKise day~]

Avrei cucinato per te per sempre.
Ti odio perché mi hai confuso. No. Non è vero. Sei stata l’unica certezza della mia vita, e io ti ho lasciato andare.
Vorrei sentire il mio nome pronunciato dalle tue labbra.
Se tornassi adesso, ti troverei?
Kagami decide di tornare a Los angeles dopo il liceo senza essersi mai confessato. Kuroko dopo due anni si fa trovare davanti a casa sua con un valigione e una marea di cose da dirgli.

[Ace!AoKaga - Asexual!Aomine/Kagami]
"Il campo in cui si trovavano era vecchio e malandato. Erba spuntava dalle crepe nell'asfalto e la rete di confine stava in piedi probabilmente per miracolo, ma i canestri riuscivano a reggere la forza delle loro schiacciate senza particolari problemi, e a loro tanto bastava. Che il campo fosse vecchio, alla fine, non era altro se non una garanzia quasi totale di trovarlo libero in qualsiasi momento della giornata.
Quel pomeriggio nello specifico, comunque, faceva talmente caldo che solo due folli come loro si sarebbero messi a fare sport volontariamente, quindi la scelta del campo era stata dettata più dall'abitudine che altro."

Quella mattina – era mattina? Era abbastanza certo ormai fosse mattina – Aomine si svegliò con un mal di testa opprimente quanto un anello stretto con troppa forza attorno al cranio, un rumore decisamente fastidioso ad esagerarlo ulteriormente e la sensazione di un paio di mani infilate nei pantaloni.
[Per la cara ice, che mi ha fatto finire una fic dopo due anni di vuoto]

Le cinque volte in cui Momoi casualmente riuscì a dare un’occhiata a più di quanto si fosse aspettata (e la volta in cui invece non ci riuscì). Momoi e i Birilli; crackfic ambientata durante il periodo alla Teikou.