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Autore: metaldolphin    20/10/2014    2 recensioni
Rivisitazione dell'omonimo telefilm di recente produzione, con i personaggi della nostra Ciurma preferita.
Perché non sempre ciò che appare ai nostri occhi è la verità.
Perché non sempre tutto è necessariamente bianco o nero.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Nami... Chopper.... ti ha detto...- chiese lui e Nami lo fermò per non farlo stancare ulteriormente.
-Si, Zoro, mi ha raccontato tutto. Ma adesso non preoccupartene e pensiamo soltanto a farti uscire di qui e a farti recuperare le forze.
Lui scosse la testa e continuò, doveva dirle ciò che sentiva, chiarire perché fosse lì.
-E non hai ....paura? Ora che sai ....di cosa sono capace...
Nami iniziò ad essere nervosa: -Smettila, Zoro. Non ho mai avuto davvero paura di te e mai ne avrò. Qualsiasi cosa possa dirmi chiunque, io so soltanto che ti devo la vita.- lo strinse più forte e lui sentì la fronte umida.
Lacrime.
Seppe in quel momento che Nami stava ricordando la sera in cui la madre era morta: lui non era arrivato in tempo per salvarle entrambe.
-Mi spiace- le disse -Non sono arrivato... in tempo... per tua madre...
-Lo so, lo so, non è stata colpa tua- lo rassicurò -Adesso non affaticarti.
Lo baciò sulla parte del viso meno contusa e Zoro non avrebbe mai potuto desiderare di più, nonostante le misere condizioni in cui si trovava. Scivolò in un sonno profondo, misericordioso e senza sogni, ma nemmeno incubi.


Si risvegliò con la sensazione di fresche lenzuola sulla pelle ed un morbido materasso che cedeva sotto il suo non indifferente peso.
Sentiva la testa e gli arti leggeri, grazie alla mancanza di quelle assurde costrizioni che gli avevano lasciato segni ai polsi e, certamente, anche a collo e caviglie. Una benda gli copriva mezzo volto, a protezione dell'occhio leso. La mora aveva ottenuto quanto richiesto.

La porta della piccola stanza candida si aprì, lasciando entrare una sorridente Nami.
-Ti sei svegliato!- disse, avvicinandosi per posargli un bacio sulla fronte.
-Nami...- disse con una nota nuova nella voce e lei lo guardò.
-Grazie!- esclamò con un sincero sorriso ad illuminargli il viso.
Lo abbracciò con slancio e Zoro poté ricambiare liberamente, anche se non era abituato ancora a quel contatto e si sentiva un poco impacciato nel sentire contro le sue mani grandi quel corpo femminile che gli appariva così fragile e minuto.
-Dove siamo?- chiese una volta che si staccarono, qualche istante dopo.
-In un ospedale militare della base vicina alla città. Ma non preoccuparti, è notte fonda ed anche il poveretto che ti piantona si è assopito seduto sulla panca in corridoio. Mi hai fatto preoccupare, sai?- gli confessò -Non ti sei svegliato nemmeno quando ti hanno tolto quelle assurde catene e ti hanno portato qui...
-Sei sempre stata con me?-  chiese con stupore e la vide annuire.

Gli venne spontaneo rischiare allora, avvicinarsi alle labbra di lei, azzardando un tentativo di bacio.
E Nami lo guidò in quel contatto cosi eccitante, in cui poteva sentire la forza dei muscoli di Zoro che guizzavano sotto la pelle, permeati da un'energia imbrigliata a fatica.
Sapeva che era l'adrenalina in circolo ad umentare le sue capacita: Chopper era stato chiaro, nella sua spiegazione, che comprendeva la grande incognita delle possibili reazioni di Zoro allo stimolo sessuale.
Decise di fidarsi del proprio istinto e di lui, assecondando il sentimento forte che provava e che sapeva ricambiato.
E quando senti quelle mani calde e ruvide insinursi sotto la camicia ormai senza maniche, strappata e malamente sfilacciata, non lo fermò, ma continuò a ricambiare i suoi baci.
Era nervoso, Zoro, comprensibilmente, e quando lei approfondi il contatto, i suoi sensi si acuirono, se possibile, ancor di piu, donandogli una sensazione di benessere mai provata prima. Era come se si aprisse una nuova valvola di sfogo, improvvisamente, e che fosse irruenta e quasi dolorosa, ma di un dolore diverso, che sconfinava in un piacere inatteso. Trovò la forza di dare delle parole ad un sentimento nuovo, mai provato prima, denso e vischioso e dolce come il miele.

-Nami, io... io credo di amarti- le disse serio, quasi timoroso per una possibile reazione negativa della ragazza.
Ma lei sorrise e lo abbraccio di nuovo, per soffiargli all'orecchio un sentito: -Ti amo anch'io...
Rimasero allacciati ancora un po', a baciarsi e ad esplorarsi con fame crescente, con curiosità e con l'impossibile desiderio di non volersi staccare dall'altro; poi Nami si allontanò un poco, seppur a malincuore, sorrise con le guance in fiamme e si diede una sistemata agli abiti in disordine, dato il luogo non proprio a tenuta di privacy e, quando spuntò il sole di un nuovo giorno, la luce che brillava nei loro occhi era forse strana, ma meravigliosamente brillante.

Qualche ora dopo, un medico basso e canuto passò a visitarlo, accertandone la repentina ripresa ed annunciandone la prossima dimissione.
Purtroppo, per la lesione all'occhio non c'era stato nulla da fare: aveva perso la capacità di vedere senza la possibilita di una guarigione.
Apprendendo la notizia, Zoro cercò con tutte le sue forze di mantenere la calma; respirò profondamente, ma la rabbia per aver subito quella ingiusta menomazione non riusci a domarla completamente, anche se grazie alla presenza di Nami, riusci a deviarla verso il letto, che fu scaraventato, con le attrezzature mediche e tutto, contro la parete. Si impose di rasserenarsi grazie alla implorante richiesta di lei, mentre il medico fuggiva a gambe levate. 

Impressionata da quello scatto d'ira cosi violento, anche Nami si era ritratta un poco, cosi lui si impose di calmarsi del tutto: non voleva che lei cambiasse idea sulla sua effettiva pericolosità...adesso che l'aveva trovata, non poteva permettersi di spaventarla al punto di farla fuggire. 
Si concentrò quindi sulle tecniche di respirazione che gli aveva insegnato Chopper e pian piano anche i battiti del suo cuore tumultuoso tornarono normali.
Lei gli si fece vicino, seppur con un certo timore, di fronte a quella dimostrazione di forza sovrumana.
-Capisco il tuo dolore... Quello che ti hanno fatto è orribile, ma adesso dobbiamo pensare al futuro.- gli disse piano.
Zoro comprese che la donna non si riferiva soltanto all'ignobile trattamento che gli avevano riservato in quella lurida cella dove aveva perso l'occhio, ma anche al suo rapimento ed alla sperimentazione disumana a cui era stato sottoposto.
E le fu grato; perche era riuscita a fargli pensare al domani e ...sì, anche perchè aveva parlato al plurale.
Significava solo una cosa: che non lo avrebbe abbandonato, che non sarebbe piu stato solo.

Furono trasferiti ad un'altra struttura su di un pulmino dai vetri oscurati, la distanza era piuttosto breve e non tardarono a giungere alla meta.
Anche se ripulito, medicato e vestito con una certa classe, l'aura animalesca di Zoro metteva a disagio impiegati ed attendenti che si ritraevano, istintivamente, al suo passaggio.
Attraverso un tortuoso percorso, arrivarono presso uffici dall'aspetto anonimo che sicuramente avevano a che vedere con i Servizi Segreti o qualcosa di simile.
Nonostante avesse mantenuto un aspetto il più normale possibile per non innervosire il compagno, Nami era tesa, anche se sapeva bene che, in quel frangente, poteva soltanto stare ad aspettare che gli eventi facessero il loro corso.
Furono fatti accomodare in un ampio ufficio luminoso, arredato in modo quasi asettico, poi furono lasciati soli.
Ripresero solo allora l'uno le mani dell'altro, bisognosi di un vero e proprio contatto fisico che si erano imposti di evitare in compagnia altrui.

Non si sorpresero più di tanto, quando la porta si apri ed incontrarono il freddo sguardo di Nico Robin.
Lo sostennero entrambi, scambiarono un muto cenno del capo come saluto, poi la coppia tornò a guardare dall'ampia vetrata che si apriva sulla parete, quella che sembrava una piazza d'armi, delimitata sul lato opposto al quale si trovavano loro, da edifici bassi e squadrati, mentre in lontananza, nella sterminata distesa piana, sorgeva quello che sembrava un aeroporto militare, con tanto di vari hangar ed un'alta torre di controllo.
Osservarono il riflesso della mora che scostava una delle sedie disposte attorno al lungo tavolo da riunione, per poi accomodarsi ed iniziare a sfogliare un corposo fascicolo che si era portata appresso.

Dieci minuti dopo, durante il quale nessuno apri bocca, ma in cui Nami e Zoro non avevano sciolto il loro contatto, fecero ingresso un uomo alto ed allampanato, cosi magro da far concorrenza ad uno scheletro, ed una arrabbiatissima Bibi, che urlava contro il povero attendente che la scortava scuro in volto.
Appena vide Nami la donna si rasserenò di colpo e le corse incontro sorridendo.
-Nami! Cosa ci fai qui? Non ho tue notizie da quasi trentasei ore!
Le teneva affettuosamente una mano, mentre si volgeva verso l'imponente mole dell'uomo che stava vicino all'amica e sgranò gli occhi.
-Bibi, lui è Zoro...- li presentò e quello la squadrò con diffidenza, porgendole però la mano, senza dire nulla.
-Zoro, credo tu abbia già visto la mia partner- disse Nami e lui le rispose con un lieve e rapido cenno di assenso con il capo, mentre Bibi, ancora senza parole, stava battendo il suo personale record di raro mutismo.
Anche se malmenato e con mezzo viso bendato, Zoro rimaneva di una rara bellezza mascolina ed emanava una forza magnetica ed animale che attirava d'istinto l'altro sesso; Nami ne era consapevole e provo una punta di gelosia, non solo verso l'amica, ma soprattutto verso tutte coloro che avrebbero avuto a che fare con lui. Come se avesse fiutato il fastidio che Nami provava, Zoro abbassò lo sguardo su lei e sorrise, poi si sporse vicino al suo orecchio e le sussurrò: -Lo sapevi che i lupi hanno una sola compagna per la vita? 
Mentre Bibi li osservava curiosa, credendo che la conversazione segreta la riguardasse, la diretta interessata sgranò gli occhi, capendo l'allusione: in un modo neanche troppo velato, aveva definito il suo punto di vista sul loro legame...
Significava che per Zoro sarebbe stato semplicemente esclusivo e duraturo, rassicurandola con una semplice domanda sul fatto che soltanto lei sarebbe stata la sua compagna.
Gli rispose con in sorriso caldo e sincero e prese tra le sue la mano grande di lui per stringerla forte.
   
 
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