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Autore: x_Dana    20/10/2014    2 recensioni
Dal capitolo 8.He licked my lips:
Si morse il labbro di nuovo, sentendo un vago sapore ferroso, non poteva pensare ancora a Draco Malfoy.
Draco Malfoy che si era allontanato per andare da Astoria Greengrass.
Draco Malfoy che le aveva leccato le labbra.
Draco Malfoy che le aveva accarezzato i capelli.
Draco Malfoy che la fissava con occhi grigi...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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8.
He licked my lips


Le labbra di Draco erano calde e sottili.
Come in una lotta si intrecciavano alla scoperta dei loro segreti ed emozioni, mentre la pioggia scivolava tra di loro tingendo il bacio di amara malinconia.
Nascosta nel mantello nero, Hermione Granger era schiacciata sul petto del ragazzo e a malapena si ricordava di respirare.
Ogni cosa aveva l'odore di Draco Malfoy e pioggia.
Sentiva una mano affondare tra i capelli ricci, mentre l'altra le sfiorava delicatamente la schiena come per impedirle di allontanarsi.
Era come se il mondo stesse per spaccarsi a metà e l'unica cosa in grado di tenerlo insieme fosse lui, ed Hermione gli si era aggrappata disperatamente.
Di colpo l'aria fredda tornò a sferzarle il viso, e la ragazza si ritrovò a dover riaprire gli occhi.
Coi capelli appiccicati al viso pallido e le labbra schiuse, Draco la guardava attentamente; come se fosse pronta ad esplodere.
Lentamente abbassò le braccia, sfiorandole appena le spalle, esponendola nuovamente a quella Diagon Alley che scorreva nonostante il mondo si fosse appena spezzato.
"Ci avranno visto tutti..."
Con gli occhi di nuovo pieni di lacrime, Hermione prese a guardarsi attorno febbrilmente: i maghi e le streghe scorrevano loro attorno senza degnarli di uno sguardo.
Hermione Granger, l'eroina della Guerra Magica, aveva baciato Draco Malfoy, ex Mangiamorte, nel pieno scorrere della vita notturna del più grande quartiere magico.
E nessuno li stava guardando.
"Sembrerebbe di no."
Il tono del ragazzo era tranquillo, ma la Gryffindor riuscì a percepirne il sollievo.
Indietreggiò di un passo, cercando di liberarsi dalla morsa stritolante del suo profumo; il pugno dello Slytherin si serrò con un lieve fremito.
"Mi dispiace, io...davvero non so cosa mi stia succedendo"
Gli occhi di Draco, resi ancora più scuri dalla pioggia, si posarono nuovamente su di lei.
"E' un problema comune a quanto pare"
Arrossì; non riusciva ad evitare di guardare quelle labbra che pochi secondi prima parevano pronte a divorarla.
"Granger, devo andare. Astoria mi aspetta qui vicino"
Come fulminata, la riccia si scostò per farlo passare, abbassando lo sguardo per non dover incrociare i suoi occhi.
"Certo, naturalmente. Anche io devo tornare da Ron."
Si morse il labbro, l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era pronunciare il nome del fidanzato davanti all'uomo che aveva appena baciato.
Colpevole, si chiese cosa sarebbe successo se non si fossero trovati in mezzo alla strada.
Draco, il viso pallido e teso, sembrava sul punto di dire qualcosa, ma dopo quello che le parve un sospiro serrò nuovamente le labbra.
"Ci vediamo Granger"
Senza rispondere e senza seguirlo con lo sguardo, Hermione lo lasciò passare e rimase immobile. La pioggia aveva smesso di cadere e la luce dei lampioni si rifletteva nelle pozzanghere traballanti.
Sapeva che se avesse alzato lo sguardo per seguire la schiena di Draco tra la folla, non lo avrebbe visto girarsi.
Una mano le afferrò con forza il braccio facendola sobbalzare.
"Cos'era quello che ho appena visto?"
La voce di Ginny la colpì come uno schiaffo in pieno volto.
Si girò quanto più lentamente riuscì, preparandosi ad affrontare l'ira dell'amica.
Lei la osservava con gli occhi castani spalancati, ma sul suo viso non vi erano tracce di rabbia o stupore...solo qualcosa a cui non riusciva a dare un nome.
"Era Malfoy, non è vero?"
Decidendo che era inutile negare l'evidenza, Hermione annuì mestamente, sentendosi colta in flagrante per la prima volta in vita sua.
Avrebbe preferito farsi scoprire da Piton con le mani nei barattoli della sua dispensa privata.
"Sì Ginny...non so davvero come potertelo spiegare."
"Da quanto va avanti questa cosa?"
"Non c'è nessuna cosa, mi ha baciata lui giorni fa e fino ad ora non era successo nient'altro" 
Le labbra di Ginny erano strette in una linea sottile, Hermione prese a torcersi le dita con ancora più vigore.
"Domani saremo su tutti i giornali...qualcuno ci avrà visto di sicuro. Oh Ginny..."
Riprese a piangere sommessamente, chinando il viso per nascondere le lacrime ai passanti che ora la scrutavano curiosi.
"Vi ho nascosti con un incantesimo. Però ora non piangere, ti possono vedere. Andiamo a prenderci una tazza di thè, così mi spieghi tutto"
Annuendo e strofinandosi il viso con le maniche del maglione, Hermione si lasciò guidare per qualche minuto tra la folla che ormai andava diradandosi.
Malgrado tutti i suoi sforzi per distrarsi e pensare all'imminente dramma che l'aspettava, la sua mente le riproponeva ad intermittenza la sensazione delle mani di Draco sul suo corpo, del suo respiro caldo...la sua lingua che le accarezzava le labbra.
Non riuscì a trattenere un brivido e si strinse nelle spalle, cercando di ripararsi col maglione zuppo.

Dopo qualche minuto erano sedute di fronte ad un thè caldo, in una famosa catena di fastfood in un quartiere babbano.
La tazza di carta le scottava quasi le dita.
"Non succederà più Gin...ti prego, non dire nulla a tuo fratello.Non sopporterei di vederlo ferito in quel modo..."
L'amica le aveva asciugato i vestiti con un colpo di bacchetta e non aveva aggiunto altro durante il loro breve tragitto.
"Hermione, in tutta la vita non hai mai commesso uno sbaglio...vorrei poter dire di essere delusa da te, ma la verità è che hai resistito anche troppo a lungo."
La riccia alzò gli occhi sull'amica, stupita.
"Ho sempre pensato che alla vostra relazione mancasse qualcosa, Harry ovviamente non è d'accordo, ma io ti conosco...e ti vedo. Qualcosa ti turba da molto tempo"
Ingollò un sorso di thè rovente per evitare di tormentarsi nuovamente il labbro ormai gonfio.
"Io vorrei solo che lo cose andassero come ho sempre voluto, essere una famiglia...era il nostro sogno ai tempi della guerra."
Ginny annuì, poi le sorrise.
"Tu sarai sempre parte della famiglia, solo...magari non con Ron"
Quelle parole la fecero boccheggiare. Non si era mai immaginata una vita senza di lui al suo fianco.
"E sicuramente non con Malfoy, per Merlino, cos'ho fatto?"
Le due avvicinarono le sedie e Ginny prese ad accarezzarle distrattamente i capelli.
"Non devi decidere ora, prenditi il tempo che ti serve, io non dirò nulla.Cerca solo di limitare i danni e non spezzarti il cuore."
Hermione annuì tristemente, sicura che ormai per quello fosse troppo tardi.
"E' stato Ron a chiederti di cercarmi?Mi dispiace...avevi la tua serata da festeggiare"
Dopo aver posato la tazza di thè ormai vuota, Ginny si appoggiò le mani in grembo con fare protettivo.
"Non è un problema, ho davanti molti mesi per essere incinta e godermi le vostre attenzioni."
Calò un silenzio pieno di emozioni inespresse, Hermione guardava i fondi del proprio thè mentre ragazzi babbani ubriachi barcollavano per il locale.
"Malfoy eh."
Ginny stava sorridendo anche se nei suoi occhi nocciola, quasi identici a quelli del fratello, era ancora visibile l'apprensione.
Qualcosa nel suo tono ricordò ad Hermione il momento in cui le aveva detto che Krum l'aveva invitata al ballo, molti anni prima.
"Se avessi saputo che ci stavi guardando, mi sarei aspettata una Fattura"
"Non vorrai certo che gli rovini quel bel faccino proprio ora, dopo tutti questi anni."
Risero qualche secondo, l'atmosfera parve allentarsi ulteriormente.
"Quindi ora siete amanti?Lui è fidanzato con Astoria se non ricordo male"
Hermione arrossì violentemente: non avrebbe mai immaginato che una conversazione come quella sarebbe potuta accadere a lei.
"Non...io non lo so, non so come funzionano queste cose."
Sapeva che Draco era impegnato, e il pensiero di lui che sfiorava la sua fidanzata bionda e perfetta le faceva stringere il cuore.
"Non ho il diritto nemmeno di pensarci, ad Astoria, Gin... non posso nemmeno immaginare questo genere di cose."
"Quello che stai facendo è brutto 'Mione, ma non hai bisogno di me per farti la morale."
Una luce vispa di accese negli occhi di Ginny, facendo presagire alla riccia che il peggio doveva ancora venire.
"Per cui farò finta che Ron non sia mio fratello e ti chiederò i dettagli, poi me ne dimenticherò e non ne parleremo più fino a che non avrai risolto la questione. Com'è stato?"
Con le gote ormai in fiamme, Hermione sorrise timidamente e con la spada del senso di colpa infilata nel torace.
"Lui, oh..."


Hermione era davanti alla porta di casa e il freddo che la sferzava le sembrava un piacevole compromesso rispetto a quello che l'aspettava dentro.
Facendosi coraggio mosse i primi passi nell'ingresso, cercando di fare meno rumore possibile; nell'aria si sentiva ancora il profumo dell'Acquaviola e della cena.
Ron dormiva scompostamente sul divano, con la testa a penzoloni.
Sopprimendo un singhiozzo, Hermione gli si sedette di fianco e gli prese una mano tra le sue. Qualsiasi cosa in lui le era famigliare: le ciglia sfumate di rosso, le lentiggini, il naso a patata e le mani calde e ruvide di chi non si tira indietro davanti al lavoro manuale.
Reagendo al contatto, il ragazzo si svegliò aprendo lentamente le palpebre.
Il sollievo si diffuse sul viso lentigginoso, facendogli brillare gli occhi castani.
"Sei tornata, 'Mione."
Lottando per non scoppiare in lacrime, la ragazza annuì e gli prese il viso tra le mani.
"Perdonami, Ron"
Tutte le sembrava sbagliato, niente di lontanamente simile era stato previsto nella sua vita.
"Sei la strega più brillante della nostra età, se pensi che non sia questo il momento per fare una famiglia allora rispetterò la tua scelta."
Il sorriso che le rivolse servì solo a causarle un'altra fitta di dolore al petto. "Andrà tutto bene, è solo questo momento che non va bene."

Insieme andarono in camera da letto dove Hermione, togliendosi i vestiti, fu sicura di sentire una traccia del profumo di Draco resistere sul suo maglione rosso. Lo gettò con rabbia nella cesta e si infilò di fretta il pigiama.
Si infilò sotto le coperte fredde seguita da Ron che le cinse le spalle e le diede un bacio umido sulla guancia.
Il sonno non arrivava e la sensazione che qualcosa le stesse sfuggendo si faceva sempre più asfisiante: Perchè Ginny non si era infuriata? Aveva avuto diverse relazioni ai tempi della scuola, ma con Harry era sempre stata una fidanzata perfetta.
Hermione cominciò a chiedersi cosa avrebbe fatto a ruoli inversi; Harry era come suo fratello, ma Ginny era la sua migliore amica. Arrabbiarsi sarebbe stata la soluzione migliore?Probabilmente no, ma sul volto dell'amica non aveva colto nemmeno un'ombra di stupore.
Eppure Malfoy era l'ultimo uomo sulla terra a cui tutti loro avrebbero pensato in una situazione del genere.
Si morse il labbro di nuovo, sentendo un vago sapore ferroso, non poteva pensare ancora a Draco Malfoy.
Draco Malfoy che si era allontanato per andare da Astoria Greengrass.
Draco Malfoy che le aveva leccato le labbra.
Draco Malfoy che le aveva accarezzato i capelli.
Draco Malfoy che la fissava con occhi grigi...
Un guizzo di luce lattea illuminò appena la stanza, talmente veloce che Hermione pensò di averlo solo immaginato.
Come era successo poco prima di smaterializzarsi a Diagon Alley, la ragazza sentì il cristallo appeso al collo scaldarsi sulla pelle.
Un profondo senso di mancanza e di perdita si fece largo tra le sue sensazioni, togliendole il fiato, ma era lontano e non riusciva ad afferrarlo.
Come quando, guardando negli occhi una persona cara, tutto ciò che riesci a vedere è sofferenza e non puoi fare nulla per alleviarla. Premendo la schiena sul petto di Ron, Hermione cercò di togliersi di dosso quella sensazione, fredda quanto la pioggia che le aveva inzuppato i capelli e le era colata sul viso.
Quando poco dopo sognò la sala buia e il candido globo fluattuante, sentiva ancora nel petto quel dolore non suo.














  
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