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Autore: mlegasy    20/10/2014    2 recensioni
Storia interrotta fino a nuovo ordine.
Eustass Kidd, Scratchman Apoo, Basil Hawkins, tre fra i più terribili nomi della Peggior Generazione, formano un’alleanza che metterà a ferro e fuoco il mondo, ribaltando i precari equilibri tra gli imperatori formati dopo la battaglia di Marineford. La loro formula? Sangue, clamore e, suggerisce Killer, un minimo di razionalità.
E la Marina? Dai bozzetti inutilizzati del Maestro Oda il Viceammiraglio Momousagi, donna di spirito e di polso, ha un piano in mente, ma ha bisogno di portare fra le due file alleati del calibro di Smoker, Hina, Magellan, vecchie e nuove conoscenze; i piani alti forse non approveranno, ma in fondo basta informarli a cose fatte.
La vera guerra sta per cominciare…
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Basil Hawkins, Eustass Kidd, Killer, Smoker, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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Smoke on the Water
 
Nonostante il nome eccessivamente altisonante l’Ammiraglia – come ad Apoo piaceva chiamarla – era una nave dalle proporzioni imponenti.

Primo elemento di una flotta di uno, la nave possedeva un’architettura bizzarra richiesta espressamente dal proprietario. La struttura aveva costretto a molte notti insonni una moltitudine di mastri carpentieri: tutti gli oblò erano stati realizzati per richiamare le figure di note musicali, chiavi di spartito o semplici stilizzazioni di qualche strumento. Nemmeno le porte interne erano sopravvissute alle bizzarrie di Scratchmen, men che meno le vele che figuravano un caratteristico sparito. Apoo ne aveva sottocoperta almeno una decina di scorta, tutte recanti spartiti diversi. Era capitato alcune volte che costringesse l’equipaggio al cambio di vele nuovissime solo perché lo spartito segnatovi sopra non era incline all’umore che aveva in quel preciso momento.

Scratchmen era un tipo esageratamente bizzarro ma, per quanto tale, nessuno osava mettere in discussione le sue capacità di pirata.

Nei tre giorni successivi all’incontro con la stravagante alleanza, il filibustiere aveva dato prova d’instancabile efficienza. Ogni nave di Kaido o Big Mom che incrociavano lungo il tragitto appositamente studiato da Killer veniva soggiogata dal potere della musica e marchiata a fuoco con i segni della guerra.

Non aveva notizie delle altre due ciurme e poco gli importava, aveva a cuore soltanto i profitti che questo piano gli avrebbe portato, quelli più alcuni bonus d’efficienza come un carico di frutti del diavolo artificiali recuperati direttamente dall’isola di Kaido.

«Signore»

Nel deposito di stoccaggio posto nei piani inferiori, sottocoperta, Apoo era fermo a contemplare per l’ennesima volta il diabolico carico.

«Signore!» ripeté una voce alle sue spalle.

Il capitano, sempre incorniciato nel suo abito color salmone scuro decorato nella base con un motivo ad onde dai toni rosa confetto, veniva a rintanarsi in quel luogo praticamente ad ogni sprazzo di tempo libero. Avrebbe potuto sfruttare quella frutta per il suo equipaggio così da incrementare il potenziale bellico della sua ciurma ma il suo istinto gli diceva che c’era qualcosa di strano in quei frutti anche se, tutt’ora, non riusciva a comprendere cosa.

«Ladies and Gentlemen»  la voce cambiò tattica e dopo essersi schiarita la gola con un colpo di tosse iniziò la presentazione. «Sono orgoglioso di presentarvi l’unica e inimitabile Voce dell’Oceano. Il maestro. Il mito. La leggenda. Scratchmen “Ruggito del Mare” Apoo!» 

Il richiamo, seguito da un applauso crescente, riportò il capitano dell’Ammiraglia alla realtà. Questi immediatamente, come colto da un istinto primordiale, prese a suonare un pezzo movimentato sfruttando una chitarra componibile i cui pezzi erano strati un attimo prima estratti dalle voluminose maniche del vestito.

«Signore!» l’ennesimo tentativo si completò con un successo.

«EH?!» Apoo si voltò solo per rendersi conto che non si stava esibendo in un concerto. «Castagna, come osi illudermi in questo modo?»

Castaña Rilago, soprannominato Castagna per via della corporatura che tendeva a richiamare la forma dell’omonimo frutto, era uno dei sottoposti più fidati di Apoo. Panciuto, dalla giacchetta perennemente sbottonata ed uno sguardo talmente sottile che spesso ti spingeva a chiederti se tenesse realmente gli occhi.

«Dovete proprio chiamarmi tutti in quel modo?» borbottò affranto l’omone dalla testa piccola lisciandosi nervosamente i lunghi baffoni che quasi gli circondavano completamente il volto.

«Taglia corto Rilago, che succede?»

«Oh, abbiamo avvistato l’ultima nave della lista; procediamo come da programma?»

«Oh» lo imitò il capitano alimentato da una rinnovata ondata d’entusiasmo «Preparate i SUBwoofer» ghignò mettendo in mostra la sua particolare dentatura a pianola «Voglio chiudere col botto!»

«Ma così non distruggeremo la nave?»

«E che importa? Un piccolo inconveniente non può rovinare un concerto fantastico»

I SUBwoofer rappresentavano proprio quello che il nome andava rappresentando letteralmente. Nonostante nella terminologia musicale si trattasse di un amplificatore acustico dedicato ai suoi bassi, per i pirati One Air rappresentava un’arma colossale. Delle enormi casse idrorepellenti installate sullo scafo inferiore montate lateralmente su ognuno dei due lati della nave. Con la loro colossale presenza erano in grado di diffondere onde sonore lungo tutto l’oceano; perfetti per organizzare concerti mozzafiato ma ancora migliori quando la tua intenzione è creare tsunami o geyser localizzati.

Applicando una giusta tonalità ad una nota precisa, il SUBwoofer era in grado di causare un’onda localizzata con l’effetto di colpire una nave con una violenza tale da, nel migliore dei casi, capovolgerla.

La ciurma si attivò rapida mentre Apoo ed il proprio sottoposto tornavano sul ponte. Gli ordini erano chiari e i desideri dell’artista andavano assecondati in ogni caso.

Una truppa specifica iniziò la calibrazione di uno dei due SUBwoofer tramite una console di comando montata sulla poppa alle spalle del timone.

Senza troppi preamboli le due navi iniziarono lo scontro a fuoco: i sottoposti di Kaido, forti del combattimento fisico e meno su quello navale, stavano facendo di tutto per tentare un abbordaggio con degli spostamenti che, tuttavia, li mettevano perfettamente in traiettoria con il colpo del SUBwoofer di babordo.

«Good Morning Little Beasts!» urlò Apoo salito con un balzo sulla vedetta centrale, pronto a godersi lo spettacolo dal punto migliore. «It’s Showtime» concluse con una risata dando il segnale.

Gli sgherri dell’imperatore lanciarono le cime e si prepararono al salto quando una nota profonda si attivò proprio sotto di loro innalzando un geyser d’acqua schiumosa. Il boato fu talmente violento che addirittura le nuvole parvero traballare. La nave dei pirati One Air tremò rimanendo tuttavia stabile, infatti l’altro SUBwoofer, quello di tribordo, aveva attivato una scarica di contraccolpo mantenendo la nave in un punto di fermo. La nave di Kaido venne completamente sbalzata in aria da un fenomeno identico ad un Knock Up Stream ma senza una Skypea sulla quale atterrare dolcemente.

«Ready. Steady» Apoo entusiasta allungò le braccia al cielo prima di fermare il suo dire. Un attimo di silenzio, una paralisi momentanea perfettamente studiata. «Down» facendo il gesto del pollice verso il basso Scratchmen si lasciò scappare un sorriso mentre condannava a morte quella nave. Sparita nell’azzurro del cielo per un istante, la colossale imbarcazione si schiantò contro il mare ora piatto trovando una resistenza pari a quella del cemento armato.

Frantumata in migliaia di frammenti, l’equipaggio sopravvissuto si sparse alla deriva cercando disperatamente di raccogliere i pezzi e sopravvivere alla terribile quanto inattesa situazione.

«And now … una dolce elegia d’organo per i caduti» con un ghigno malefico, Apoo fece comparire due piatti d’ottone e facendoli sbattere tra di loro provocò un sordo suono che la nave parve riconoscere. Lungo ognuno dei cinque alberi della stravagante nave spuntarono numerose cannule forate mentre, sulla postazione della vedetta dove di trovava, apparve una tastiera a più livelli.

«Perché il mare non spreca niente» sussurrò a se stesso stiracchiandosi le dita prima d’intonare un’accesa e funerea melodia. Non un canto per allietare gli animi, ma un richiamo per le bestie del mare, un richiamo verso un pasto gratuito.
 
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Erano passati tre giorni dalla partenza dal quartier generale della Marina. Tre giorni di navigazione silenziosa.

A parte qualche sporadico ordine, Smoker non aveva fiatato per tutto il viaggio e Tashigi era tremendamente preoccupata. In passato le era già successo di navigare senza conoscere la meta eppure questa volta si respirava un aria diversa.

Momousagi, secondo Tashigi, aveva una presa fin troppo influente su Smoker, presa che lei non sapeva come gestire.

Nel suo piccolo era convinta che il viceammiraglio avesse poche donne nella sua vita; già ogni tanto finiva per preoccuparsi della possibilità che ci fosse del tenero tra lui e Hina ma quando lo vedeva riusciva in un qualche modo ad arginare questi pensieri. Con Momousagi però proprio non la spuntava.

Quella presenza era comparsa dal nulla; Smoker non le aveva mai accennato a questa conoscenza e, nonostante il suo nome fosse ben conosciuto tra i ranghi, Tashigi non aveva idea del tipo di rapporto che costei avesse con Smoker.

«Non si preoccupi, capitanuccia» le dicevano i Marine del G-5, sottoposti di Smoker e membri di quella sgangherata ciurma di reietti «…il viceammiraglio Smoker ha occhi solo per lei» scherzavano prima di venir spediti in cambusa dalla ragazza a pelare quintali di patate.

Qualcuno azzardava anche qualche commento più esplicito ma, in quel caso, veniva spedito a pulire le incrostazioni della ciglia.

Nonostante questi intermezzi la facessero in un qualche modo distrarre, la giovane spadaccina non riusciva a nascondere una discreta tensione. Erano giorni che Smoker si manteneva in un cupo silenzio come se fosse in attesa di un qualcosa. Anche provando a chiedere spiegazioni il viceammiraglio negava la presenza di problemi.
La situazione si stava facendo troppo pesante, urgeva prendere dei provvedimenti.

Con improvviso coraggio la ragazza percorse la nave a testa alta raggiungendo la cabina del proprio capitano. Si prese un attimo. Ispirò pesantemente, allungò la destra verso la porta e arrivò a sfiorarla.

Un impressionante boato la spinse in avanti fino a schiantarsi di petto sul battente ancora chiuso. Si mantenne a stento in piedi, e forse ci sarebbe anche riuscita, se a seguito di un urlo della vedetta Smoker non avesse spalancato con forza la soglia facendola capitombolare in terra.

«Tashigi!» ringhiò Cacciatore Bianco «Che diamine ci fai lì a terra? Muoviti, su!»

La ragazza ancora intontita venne raccolta dal superiore che subito dopo svanì in una nube che l’avvolse completamente per poi dirigersi verso la vedetta.

«VICEAMMIRAGLIO!» la sentinella, un vecchio dalla barba malfatta e privo di uno degli arti inferiori, si reggeva ad una gruccia fissata alla sua postazione.

«Sono qui!» ruggì il viceammiraglio comparando di fianco al sottoposto.

«Finalmente» borbottò per nulla sconvolto il vecchio. Il Marine rispondeva al nome di Peter Glove – Pete per gli amici o per i pigri – ed apparteneva alla generazione del leggendario Garp. Aveva perso una gamba in azione e per non lasciare il proprio posto nella Marina, che reputava la sua unica ragione di vita, si era fatto impiantare come protesi un cannocchiale rimuovibile che usava durante il suo turno di vedetta. «Guardi a tribordo» aggiunse porgendo la gamba cannocchiale a Smoker.

Il Cacciatore Bianco seguì le indicazioni del sottoposto finendo con lo scorgere una nave a poche miglia di distanza. Restando fisso per qualche istante si rese conto di una seconda imbarcazione che stava letteralmente cadendo dal cielo. Confuso aggrottò le sopracciglia per un istante.

«È comparso una specie di geyser enorme che li ha spediti in alto» Peter spiegò cos’aveva visto un attimo prima. «La nave ancora integra corrisponde a quella della descrizione»
«Perfetto» ringhiò il Marine prendendo il volo nella sua forma gassosa «TUTTI AI PROPRI POSTI!» urlò all’equipaggio seguito a ruota dall’imprecazione del sottoposto che richiedeva indietro la gamba.
 
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«Signore!» esclamò a gran voce Rilago cercando di sovrastare le note dell’elegia. «SIGNORE!» urlò con un megafono apparso apparentemente dal nulla rompendo il ritmo.
Apoo odiava interrompere le proprie melodie ma ormai il richiamo era partito ed era solo questione di tempo prima che i figli dell’oceano facessero pulizia tra i sottoposti di Kaido. Tutti con frutti del diavolo animali, tutti con la stessa stupida debolezza.

«Che vuoi Castagna?!» domandò seccato affacciandosi al parapetto di legno della vedetta. «Sono ALQUANTO impegnato al momento»

«Una nave della Marina signore! Dritta a tribordo!» gli fece cenno lo sfortunato sottoposto.

Curiosamente Apoo si voltò ma quello che vide fu solo una cappa di nebbia che gl’impediva di scorgere alcunché «Non vedo un t-» non riuscì a completare la frase che sentì una pesantissima pressione in pieno volto talmente dolorosa e improvvisa che perse un dente, sfondò il parapetto e cadde di peso sul ponte superiore dell’ammiraglia.

Attorno alla sua figura, i suoi sottoposti crearono un ventaglio di persone tutte con il desiderio di sincerarsi delle condizioni del proprio capitano; capitano che immediatamente si alzò in piedi, come se nulla fosse successo, sbraitando come un pazzo per la perdita di uno dei preziosissimi tasti della sua dentatura a pianola.

«TROVATE IL DENTE!» urlò a gran voce, visibilmente preoccupato.

«E del Marine che ne facciamo?» domandò uno spilungone vestito con una maglia a righe arcobaleno.

«Quale Marin-»

«White Launcher!»

Ancora una vota non riuscì a terminare la frase, Smoker saltò giù dalla vedetta prendendo sempre più forma umana che gassosa. Allungò il piede destro mirando con precisione e atterrando sul capo di Apoo con una tale violenza da scaraventarlo sottocoperta, privato di un altro dente.

«SIGNOR-» l’uomo dalla divisa arcobaleno e praticamente tutto il ventaglio di persone che circondava Scratchmen si alzò in un urlo di preoccupazione prima di venire sbalzati lontano da uno sbuffo di fumo solido.

«Tutto qui?» si domandò il viceammiraglio della Marina. Senza nemmeno subire un singolo colpo aveva già praticamente messo al tappeto capitano e buona parte della ciurma dei pirati One Air, o almeno così pensava.

«Tutto qui, viceammiraglio Smoker?» la voce di Apoo lo sorprese come un’eco. Istintivamente il Cacciatore Bianco si voltò colpendo alle sue spalle con il Jitte solo per trapassare nient’altro che aria.

L’istinto l’aveva stranamente ingannato, ma non poteva abbassare la guardia.

Il Marine sentì uno strano scricchiolio sotto di se, alcuni brusii alle sue spalle e un’orribile quanto gracchiante suono proveniente dall’alto. Numerosi bocchettoni circondarono il ponte superiore iniziando a sbuffare fumi colorati.

«Sai, Smoker» la voce di Apoo era ovunque e da nessuna parte, sembrava impossibile stabilire dove si trovasse anche tramite l’utilizzo dell’Ambizione «Il fumo si usa anche nei concerti»  

La scelta più razionale sarebbe stata quella di scostarsi di lato, però questa volta il suo sesto senso gli comunicava che non c’erano pericoli. La logica gli gridava di spostarsi ma quando finalmente decise di andare contro l’istinto primordiale per seguire la pura ragione era ormai troppo tardi.

«Smoke on the Water» seguita da una risata, la gelida voce di Apoo riecheggiò sulla nave ora isolata dal mondo da uno schermo di fumo.
 
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La meta del viceammiraglio Momousagi era una piccola abitazione in stile orientale distante dalla confusione del centro del quartier generale della nuova Marineford.

Passeggiava tranquilla, incurante di cosa attraversare quel posto rappresentasse realmente. Stava seguendo un sentiero di lastroni di pietra bianca immerso in un elegante scorcio di natura. Quel luogo stonava molto con l’ambiente caotico della Marina, eppure era proprio per la sua caratteristica tranquillità che il proprietario l’aveva scelto come punto dove edificare il suo alloggio privato.

Nel maestoso giardino dominava una veranda in legno dalle caratteristiche zen; nonostante fosse coperta da un tetto la struttura era per due quarti priva di pareti. Vi erano molti vasi con piante tropicali ed era possibile scorgere, a poca distanza, un piccolo ruscello popolato da esuberanti fenicotteri.

Al centro del terrazzato vi era un uomo muscoloso dall’aspetto rude, a torso nudo e con semplicemente un pantalone scuro che, seduto in terra a gambe incrociate, si dilettava nella potatura di un bonsai.

La figura esibiva, oltre ad una muscolatura pressoché erculea, un tatuaggio floreale che gli copriva la spalla sinistra disperdendosi lungo parte del petto e del braccio allungandosi fino a superare, anche se di poco, il gomito. Aveva una capigliatura molto corta e curata, di carattere militare, ed un’espressione talmente rigida da sembrare scolpita nella pietra.

«Non credevo fossi un amante dei bonsai» affermò spensierata Momousagi abbandonando lo sterrato per salire sul pavimento di parquet della veranda. «Alla luce di questo direi di aver risolto il problema dei regali di Natale, almeno per quest’anno» il carattere dolce e il magnetismo caratteristico della sua risata avrebbe steso molte persone tra Marine, pirati e ufficiali del governo ma l’uomo che aveva difronte non si scompose minimamente né alle sue parole né alla sua presenza.

«Ed io non credevo fossi una che sfrutta il nome degli altri per chissà cosa» gelido, il Grandammiraglio Sakazuki le concesse una rapida occhiata prima di tornare ad occuparsi della pianta.

«Chissà cosa?» domandò sorpresa Momousagi meravigliandosi di quella reazione. «Accidenti, Akainu. Mi hai convocato urgentemente quindi pensavo che fossi venuto a conoscenza di tutta la storia» tranquilla si sistemò una ciocca di capelli.

Pochi all’interno del Governo si sarebbero permessi di stuzzicare una figura così potente e pericolosa come quella del neo Grandammiraglio. Momousagi era una delle poche persone che, per nulla intimorite dalla sua presenza, non modificavano i propri atteggiamenti restando coerenti con loro stesse.

«Hai firmato a mio nome l’autorizzazione per utilizzare i Pacifisti. Hai richiamato, sempre a mio nome, Magellan dal suo posto ad Impel Down scoprendo la prigione da gran parte dei Blugori» la figura del Marine terminò la potatura e abbandonò al suo fianco le piccole cesoie che stava utilizzando «Viceammiraglio Momousagi, dammi una buona motivazione per non aprirti un foro nel petto»

«Ti scaldi sempre troppo» l’ammonì Momousagi sospirando. «Non volevo comunque mancarti di rispetto, hai detto tu che dobbiamo essere più aggressivi con le minacce che popolano questi mari, non è forse vero?»

Il Grandammiraglio Sakazuki si alzò lentamente e prese posizione dinanzi a Momousagi. La sua figura era talmente imponente da mettere in ombra quella della ragazza.

«Diciamo che se avessi seguito le vie canoniche avrei solo perso tempo. Mi servivano delle collaborazioni con alcuni membri selezionati della Marina. Hai parlato di Magellan del Blugori e dei Pacifisti ma ho integrato in questo gruppo anche i viceammiraglio Smoker, Hina e addirittura Momonga. Tutti posseggono delle caratteristiche utili per la cattura»

«Dove vuoi arrivare Momousagi?» ringhiò il grandammiraglio seguendo con lo sguardo la ragazza che intanto si era allontanata da lui dirigendosi verso una delle pareti della veranda. Su di un attaccapanni vicino all’ingresso vi era una camicia rossa con motivi hawaiani, la ragazza la prese delicatamente e la portò al proprio superiore.

«Copriti, non vorrai far imbarazzare una signora» ammiccante gli porse la propria camicia lasciandolo momentaneamente interdetto. «Comunque, tornando a noi. Ho ragione di credere che presto ci sarà una guerra nel Nuovo Mondo, una guerra tra due imperatori. Si tratterà di uno scontro che vedrà fronteggiarsi non solo le ciurme ma anche i due leader in persona»

Akainu sembrò stranito da quelle informazioni e, mentre si rivestiva, continuava a fissare la ragazza.

«Per farla breve, sono a conoscenza del luogo e del giorno in cui avverrà lo scontro. Mi sto preparando per far passare alla storia quel momento come la più grande vittoria della Marina sulla pirateria» sorridendo Momousagi recuperò il cappellino con la scritta “Marine” che Akainu si era portato nella sua scalata militare fin da quando era una semplice recluta.
«Avrei voluto avvisarti solo a lavoro finito, sai, per fare un po’ di bella figura con il nostro caro Grandammiraglio» alzandosi appena sulle punte gli calcò il cappello sulla testa.
L’uomo stava ancora riflettendo alle parole di Momousagi quindi non fece quasi caso a quel gesto.

«Sarà la nostra più grande vittoria, dopo Marineford» ghignando sensualmente Momousagi si piantò dinanzi ad Akainu cercandone lo sguardo con il suo. «Una vittoria che avevo intenzione di dedicare a te, ti va di venire ad assistere?»

Una scintilla nell’espressione di Sakazuki fece intendere al viceammiraglio che, per questa volta, la sua leggera insubordinazione e i suoi stravaganti modi di fare le erano stati perdonati.
 
  
Il relitto abbandonato – L’angolo dell’autore.
 
Qui voglio sapere cosa ne pensate. Finalmente Smoker scende in campo contro il più sottovalutato del trio pirata. Scratchmen Apoo e la sua stravaganza mi hanno rapito, fin dalla sua prima apparizione non avevo idea di come muovere la sua figura eppure eccomi qui, soddisfatto del suo comportamento.
 
Secondo voi chi uscirà vittorioso dallo scontro? Si aprono le scommesse.
 
La presenza di Momousagi spero sia stata gradita, sinceramente amo sempre di più questo personaggio e scrivere questa scena con Akainu mi ha riempito di inattese soddisfazioni.
 
Si, direi che soddisfatto sia il termine adatto per descrivere l’ultimo capitolo.
 
Grazie a tutti voi che mi state tutt’ora seguendo e, mi raccomando, non abbiate paura di lasciare un commento.
 
Ricordate: I commenti fanno felice l’autore.

mlegasy
  
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