Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: BecauseOfMusic_    20/10/2014    1 recensioni
Elisa ha fatto domanda per un corso trimestrale di canto in una rinomata scuola americana durante l'estate, aspetta la telefonata che le confermi che è stata accettata, invece viene contatta dal manager di un famosissimo gruppo musicale, che le propone un lavoro da corista per il tour estivo.
Quando arriva in america con il suo ragazzo tutto sembra perfetto, fino all'incontro con le star, con Joe Jonas in particolare...
Può bastare un'estate per farle cambiare idea sull'amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RULLO DI TAMBURI!!
Sono stata puntuale nel pubblicare il capitolo! (segnatevi la data sul calendario perchè questo evento mistico potrebbe non ripetersi mai più ;)
Allora, allora, ci eravamo fermati ai dubbi che Elisa comincia ad avere su quel simpaticone del suo fidanzato, moolto geloso: cosa succederà questa volta?
Leggete e lo saprete! xP
come sempre vi ricordo che le recensioni sono gradite, anche negative, si può sempre migliorare! :D

un bacio enorme per tutti voi che leggete la fic :*
                BecauseOfMusic_






La sera successiva, dopo le prove Kevin mi prese in disparte e mi disse che gli avevano chiesto di comunicarmi il licenziamento di Paul.
-Lo immaginavo- dissi sconsolata -mi vergogno tanto per quello che ha fatto-
-Non dovresti essere tu a vergognarti, ma lui.-
Vidi che esitava : -Qualcosa non va?-
Sospirò: -Non vorrei sembrare indiscreto, ma pare che il tuo fidanzato abbia un problema con le bottiglie di birra...faresti meglio a portarlo in un centro di recupero, o a tenerlo lontano dal mobile bar.-
-Si, ammesso che mi dia ascolto-
-Onestamente credo che ti farebbe bene staccare un po’ da lui: stiamo andando tutti in un locale a un isolato da qui, fanno il karaoke e il cibo è commestibile. Ti unisci a noi?-
Non avevo alcuna voglia di tornare in hotel, così accettai.
Fuori dal bar ci aspettavano Nick e le altre coriste, ma Joe non c’era.
Al mio sguardo interrogativo Sophia mi rispose: -E’ fuori a cena con Anne, la biondina svampita.-
Mi sembrò di sentire lo stomaco che andava in fiamme, ma decisi di scacciare immediatamente quella sensazione: che diritto avevo di essere gelosa?
La serata fu divertente: Kevin e Nick erano un duo fantastico, credo che se non avessero scelto la carriera musicale avrebbero comunque sfondato nel mondo dei comici; le canzoni del karaoke erano piuttosto datate, ma comunque orecchiabili. Ne cantai qualcuna anche io insieme a Sophia e Lacy, un’altra corista.
Qualche minuto dopo che io e le altre ragazze ci eravamo lanciate in un remake di “Hot Stuff” Joe comparve al nostro tavolo, con la faccia più corrucciata di questo universo; cercai di parlargli all’inizio, poi vidi che non era dell’umore e si era rifugiato in un angolo a parlare con Sophia.
La mia gelosia ricomparve immediatamente, spingendomi a strappare tutti i capelli alla mia amica e cacciarla fuori a calci, ma decisi che non avevo alcun diritto di interferire, così continuai a chiacchierare con Nick e Kevin.
Il maggiore dei fratelli si era bevuto un bel boccale di birra, e andava in giro abbracciando tutti i presenti, un po’ alticcio; abbracciò anche me, ridendo, ma quando si accorse dello sguardo assassino negli occhi di suo fratello mi lasciò andare, facendo una battuta.
-Oh, scusa Elisa, tu sei proprietà privata!-
-A quanto pare.- sibilai afferrando Joe per un braccio e trascinandolo in un angolo.
-Chiariamoci- dissi, prima che potesse protestare –le cose tra me e il mio fidanzato non vanno bene, ma questo non significa che ci siamo lasciati, né che lui abbia un motivo fondato per essere geloso: io e te siamo solo amici, quindi io posso trascorrere la serata con chi voglio e abbracciare chi mi pare e piace senza che tu abbia da lamentarti, chiaro?-
-Non sembrava importarti così tanto di Paul quando mi hai baciato fuori dalla discoteca.- rispose con aria di sfida.
-Santo cielo, ero ubriaca! E oltretutto ero incazzata con lui!- protestai.
-Mi hai baciato, comunque, e se tu ed io fossimo solo amici non ti importerebbe delle occhiatacce che lancio a  mio fratello.- proseguì lui imperterrito.
-Sei stato lontano tutta la sera, hai parlato solo con Sophia ignorandomi completamente..-
Lui mi interruppe: -Allora è questo il problema, non ti ho dato abbastanza attenzione, scusa.-
Rimasi in silenzio per un attimo e decisi che era troppo.
-Sai che ti dico? Litigo già abbastanza con Paul, senza che ti ci metta anche tu.- raccolsi le mie cose, mentre sentivo le lacrime salire agli occhi –grazie per avermi rovinato la serata.-
-Dovere.- mi rispose, tagliente, con un inchino.
Me ne andai sbattendo la porta
 
Mentre entravo in camera Sophia mi chiamò, alzai la cornetta infuriata:
-Scusa, non ho voglia di parlare adesso Soph, pensa a quel simpaticone del tuo migliore amico adesso. Dopotutto sembra che abbia molta voglia di parlare con te.-
Non le permisi di rispondere e chiusi la comunicazione.
Mi abbandonai sul letto, coccolando Cheesecake, cercando di impedire al groppo che avevo in gola di sopraffarmi; mi stavo rendendo conto che potevo sopportare l’idea di litigare con Paul ma non con Joe, e questo mi faceva sentire uno schifo. Non volevo avere quei dubbi, non potevo mentire al mio ragazzo, non potevo essere gelosa di Joe perché preferiva stare con Sophia piuttosto che con me: ecco che sentivo la rabbia montare dentro di nuovo.
Decisi che per cercare di calmarmi ci voleva una bella doccia; quando mi diressi in bagno il telefono squillò ancora.
Risposi senza nemmeno guardare chi fosse: -Ti ho già detto di lasciarmi in pace!- urlai irritata in inglese.
-Scusa, tesoro, è un brutto momento? Ti posso richiamare più tardi?-
Rimasi paralizzata.
-Mamma.-
-Si, Elisa, sono la mamma. Se sei occupata ti richiamo dopo.-
-No, no scusami, credevo che tu fossi un’altra persona. Per te ho tutto il tempo del mondo.- le risposi sedendomi su una poltrona.
-Come sta andando li?-
-Bene.- mentii.
-Paul è lì con te? C’è qui sua madre che vorrebbe salutarlo.-
Aggrottai la fronte: -Mi spiace, non è in camera. Non avevano parlato già ieri?-
-No, tesoro, Serena dice che non lo sente da quando siete partiti all’inizio di giugno.-
Feci mentalmente i conti: com’era possibile che Paul non chiamasse sua madre da più di due mesi?
Con chi faceva allora tutte quelle chiamate intercontinentali?
-Elisa, sei ancora li?- la voce di mamma mi riportò al presente.
-Si, mamma. Tu come stai?-
-Bene, tesoro. Sono stata a parlare con i medici in ospedale…-
Il mio cuore accelerò i battiti: quello era il momento in cui si sarebbe deciso il resto della mia estate.
-Il tumore non si è diffuso, per fortuna, ed è operabile! Lo rimuoveranno qui al policlinico e poi mi trasporteranno a Pavia per delle trasfusioni. Ti ho chiamata proprio per questo.-
Il peso che avevo nel petto da quando era cominciato il tour finalmente si dissolse: mamma avrebbe subito un’altra operazione, tutto sarebbe andato per il meglio.
-Quando ti operano?- chiesi piangendo per la felicità.
-La lista d’attesa non è lunga, sarò di nuovo in sesto per quando verrai a Roma a cantare.- mi disse lei. La immaginavo raggiante, e in quel momento avrei voluto stringerla forte a me: mi mancava quasi come l’aria.
Parlammo ancora per qualche minuto, poi la salutai e mi segnai la data ipotetica dell’operazione sull’agenda.
Guardando l’orologio mi accorsi che erano solo le dieci, credevo di aver trascorso molto più tempo in quel locale con Kevin e Nick.
Il mio telefono vibrò e mi accorsi di aver ricevuto un messaggio da Sophia:
*Ti prego, devo assolutamente parlarti e chiarire questa situazione imbarazzante. Ti aspetto nella hall*
Pensai che avesse ragione, ero stata stupida a prendermela con lei.
 Mi feci la doccia, mi cambiai e prima di uscire lasciai un biglietto a Paul:
 ~ sono fuori con Sophia, quando torno dobbiamo parlare ~
Ero stufa delle sue scuse: doveva raccontarmi tutta la verità.


Nella hall Sophia mi aspettava in compagnia di Joe.
-Non credevo che avremmo avuto compagnia.- le dissi avvicinandomi.
-Non ne avrete infatti.- mi rispose lei con un sorriso.
Scossi la testa decisa: - Non voglio assolutamente parlare con lui, mi ha già detto più che chiaramente quello che pensa.-
Girai sui tacchi e mi diressi verso l’ascensore per tornare nella mia camera, ma lei mi inseguì, fermandomi a metà del corridoio.
-Oggi si è comportato male, ma ha davvero bisogno di parlare con te.- cercò di convincermi.
-Allora perché ti ha usato come tramite? Non poteva chiedermi lui direttamente di parlare?- protestai.
-Saresti venuta lo stesso? Sii sincera.-
-No.- ammisi con un sospiro.
Lei mi diede un rapido bacio sulla guancia e mi spinse di nuovo nella hall:
-Buona serata.-
Raggiunsi Joe, poi ci dirigemmo in silenzio alla sua macchina, parcheggiata fuori.
Per un po’ nessuno dei due parlò, mentre lui guidava io mi limitavo a guardare fuori dal finestrino.
-Mi dispiace per quello che ho detto prima.- disse, rompendo il silenzio nell’abitacolo –ero nervoso per via di una cosa che avevo fatto prima di raggiungervi e dopo la tua reazione non…. ho detto cose che non penso davvero. Scusami.-
-Qualunque cosa fosse successa prima non avevi alcun diritto di comportarti in quel modo.- risposi cercando di rimanere calma.
-Io avevo bisogno di parlare con te di persona, da soli.-
Avevo paura di quello che avrebbe detto, così cercai di fermarlo, ma non me ne diede il tempo.
-Ho lasciato Anne stasera, a cena, perché mi sono innamorato di te e non volevo più mentire, né a lei né a me stesso.
Non so se tu senti la stessa cosa, non ti sto chiedendo di rispondermi adesso, ma se sei certa che non ti interesso in quel modo, ti prego devi dirmelo. Non prenderti gioco di me.-
Rimasi in silenzio per due minuti buoni, durante i quali lui accostò al ciglio della strada.
-Joe, mi dispiace, ma non so cosa risponderti. Io sono troppo confusa in questo momento…-
Mi afferrò una mano e la strinse forte: -Quando capirai quello che provi dovrai essere sincera, ti chiedo solo questo.-
Annuii, mentre cercavo di rallentare i battiti del cuore dopo quel contatto improvviso.
-Beh, è inutile buttare via la serata, vuoi mangiare ancora qualcosa?-
Sorrisi: -Perché no?-
Parcheggiò davanti ad un piccolo locale nelle vie del centro e mi aiutò a scendere dall’auto, poi entrammo e il mondo mi crollò addosso.


* lo so, lo so che sono una personcina cattiva che vi vuole far soffrire fino all'ultimo. (muahahah) ci vediamo settimana prossima :3

 
  
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