Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Sisya    16/10/2008    8 recensioni
Ma in fondo non era poi così strano, a pensarci bene.
Doveva aspettarsela una reazione simile da Winry. Dopotutto, si trattava di Edward.
- Piccolo ennesimo esperimento della sottoscritta *O* -
{Edward/Winry, Ling/Lan Fan, RoyAi}
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Lan Fan, Ling Yao, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultimo capitolo,
tutto dedicato alla mia shore Suzu
Perché lo aspetta da ... da non so quanto XD
Ti voglio bene shore !




- Devo andare a parlargli. Devo devo sentirmelo dire -
Riza seguì con gli occhi i movimenti frenetici della sorella, che si allacciava il nastro del cappello sotto al mento, ostentando un’aria risoluta sebbene le mani tremanti la tradissero. Annuì, passandole il soprabito dal finestrino.
- Riportaci Edward a casa, sorellina - Winry distolse lo sguardo con un sospiro.
- Vedrò quel che posso fare -


Lan Fan si fece largo a spintoni tra la folla, infischiandosene se era o non era consono alle buone maniere. Ling se ne stava spaparanzato come suo solito sulla portantina reale, ma quando se la vide comparire davanti a testa alta, si raddrizzò all’istante, incespicando nel tentativo di riassumere una posizione più composta. Si mise a gambe e braccia incrociate, e i due rimasero così, a fissarsi in silenzio per qualche infinito minuto.
- Vostra Altezza …! - proruppe lei.
- Lan Fan - fece lui in risposta, suonando più sorpreso che arrabbiato.
I dignitari della corte, Foo compreso, si scambiarono tra loro sguardi perplessi.
- Sono qui per chiedere udienza con Vostra Altezza -
- Ah. Beh ehm, permesso accordato -
- Con tutto il rispetto, Vostra Altezza, voi siete davvero un-
- Un …? -
- Un completo imbecille! No, aspettate, lasciatemi finire! Ma ma credete davvero di poter trovare una moglie così? In questo modo? Una donna da amare? E che vi ami, soprattutto? La regina di Xing dovrebbe essere in grado di sostenervi e starvi accanto in ogni occasione! Non passare tutto il suo tempo a incipriarsi il naso o che ne so. Io .. Vostra Altezza, sono dispiaciuta di avervi offeso davvero, non è mai stata mia intenzione, volevo soltanto mettere in fuga quella orribile donna che -
- Quindi stai dicendo - la interruppe lui, inarcando un sopracciglio - che mi servirebbe sì una moglie, ma una come come te -
Lan Fan strinse i pugni lungo i fianchi, inspirando, e scosse con decisione la testa.
- No, Vostra Altezza, non come me -
Ling si sporse dalla portantina, stupito.
- E come, allora? - domandò.
- Non come me - ripeté lei - Me, Vostra Altezza, d-dovreste sposare .. me - la voce le si ridusse a un debole sussurro - Io vi amo così tanto - Il volto di Ling si contrasse in un’espressione sbalordita, mentre i presenti cominciavano a borbottare tra loro.
Lan Fan non si era mai sentita tanto stupida e inadeguata in vita sua. Indietreggiò di qualche passo, tenendo lo sguardo incollato a terra. Avrebbe tanto voluto voltarsi e scappare via per mettere più distanza possibile tra lei e lo sguardo incredulo di Ling, ma non si sentiva più le gambe. - Oh, allora è così che stanno le cose - Sul volto del giovane principe comparve pian piano un sorriso serafico.
- Beh, a me sta bene -
Lan Fan rialzò la testa di scatto.
- Vi vi sta bene? - ripeté, incredula.
- Sì, più che bene -
Un attimo dopo i borbottii della folla esplosero, stordendola ma durò solo per un istante, perché quello successivo Lan Fan si ritrovò senza preavviso ad affondare il viso nella casacca di Ling, a stringere i pugni su di essa, seduta di traverso sul suo grembo, entrambi al riparo delle pesanti tende della portantina. Lui le scostò una ciocca di capelli dal volto arrossato, sorridendo.
- Questo viaggio in Inghilterra non è stato poi così inutile come pensavo in fin dei conti è servito alla mia Lan Fan per uscire allo scoperto - commentò sornione - E ora, ci attende un lungo viaggio di ritorno -
Lei lo guardò, stupefatta, per poi scoppiare a ridere e gettargli le braccia al collo.
- Solo se mi prometti di non cadere dalla nave -
- Oh, non c’è pericolo. Tanto ho intenzione di passare tutto il viaggio chiuso in cabina insieme a te - Questa volta non c’erano maschere a nascondere il rossore improvviso sul viso di lei, e lui rise, sprofondando all’indietro con la schiena nei cuscini dorati e trascinandola con sé.


Toc. Toc.
Edward si alzò stancamente dalla sua branda, sbuffando.
L’Accademia era un bel posto, anche se ci stava un po’ stretto. Tutte quelle regole, alle volte gli davano decisamente alla testa. Lanciò un’occhiata di sbieco al suo cuscino; era senza federa, perché l’aveva gettata via il giorno stesso che aveva fatto ritorno, eludendo con una scrollata di spalle tutte le domande stupite di Al. Aveva troppi merletti per i suoi gusti, tutto qui. Toc. Toc. Toc.
- Entra pure, è aperto. Cosa c’è Alphonse, cos’ hai dimentica - Due occhi azzurri lo fissarono timidi dalla soglia, le dita che intanto stritolavano nervosamente il pizzo della gonna, e le guance tinte di rosso. E troppi, davvero troppi merletti, in definitiva.
- Cosa cosa diavolo ci fai tu qui? C-cosa sei venuta a fare?! -
- Proprio niente di niente! - rispose in fretta lei - C-cioè - si corresse poi, arrossendo - Ho ho solo fatto un salto a salutarti -
- Hai fatto un salto fino a Londra per salutarmi? - ripeté lui, scettico.
Winry annuì cercando di assumere un’aria convincente - Ma certo -
- Ah-ah - fece lui, venendole incontro con un sopracciglio inarcato - E pretenderesti pure che me la beva? Avanti, dimmi che vuoi. Cosa è successo? -
- Edward, tu quella volta, dicevi sul serio - sussurrò allora lei senza guardarlo, tendendo il pugno chiuso verso di lui. Entrambi sapevano benissimo a cosa si stesse riferendo. Lui tese la mano a sua volta, e riconobbe sul palmo la consistenza familiare del suo anellino. Il cuore gli si strinse in una morsa dolorosa. Che strano. Si era convinto di averlo perso per sempre quel dannato pomeriggio. O che giacesse ancora in frantumi sul prato, in riva al lago. Eppure adesso sembrava tornato a battergli nel petto, tre volte più veloce, come rinato. - Sì, è vero Win, dicevo sul serio. Ma ormai non ha più alcuna importanza -
- Non non ha più importanza? - ripeté lei, incredula - Mi hai chiesto di sposarti, Edo. Hai detto che mi ami. Come può non avere più importanza? -
- Forse non lo sai, ma per certe cose di solito bisogna essere in due altrimenti non funziona un granché bene - fece lui con un sorrisetto mesto.
- Ma sono qui - balbettò lei - Sono qui, adesso! No, aspetta, devo assolutamente leggerti una cosa - tirò fuori da una tasca dell’abito un foglietto scritto con cura, si schiarì la gola e cominciò a elencare, le guance imporporate - Vorrei che tu mi regalassi dei fiori o anche dei cioccolatini, come preferisci. E che tu mi portassi di nuovo al lago, per poter rimanere lì accanto a te per ore e ore. E vorrei beh, in pratica, ecco, questo significa che-
- Winry, adesso basta, smettila. Ti stai comportando da stupida. Io ti ho chiesto di sposarmi e tu mi hai riso in faccia. Questo come risposta mi basta e avanza. E ora scusami, ma sono molto occupato con gli studi e e tutto il resto -
- Ma - fece per replicare lei.
- Tornatene a casa, Win. Non hai più niente da fare qui -
E le richiuse la porta in faccia, senza aggiungere altro.

Winry rimase lì ferma, impietrita, stritolando il foglietto tra le dita esili, stringendolo talmente forte che le nocche divennero quasi bianche. A poco a poco, cominciò a piangere. Non avrebbe voluto, davvero, quella era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma le lacrime erano troppe e i suoi occhi non riuscivano più a contenerle. E il cuore pulsava, pulsava e faceva troppo male.
Batté un paio di colpi sulla porta, la vista lucida e annebbiata.
- Senti Edo, almeno ascoltami, per favore. Hai hai ogni diritto di avercela con me, lo so. Ma solo perché sono una stupida che non aveva capito niente, questo non significa che io non ti ami. Edward, andiamo, non essere ridicolo, è ovvio che ti amo! L’ho capito persino io, che non sono un genio come te. E voglio sposarti, certo che voglio sposarti! Sono innamorata di te. E se ho rovinato davvero tutto quanto va bene, non mi vedrai mai più, te lo prometto, ma almeno almeno non - si interruppe per riprendere fiato, asciugandosi il viso arrossato con una manica - Ti sto chiedendo scusa, Edo. Mi dispiace tanto, non avrei mai voluto farti soffrire -

Lui riaprì lentamente la porta, appoggiandosi allo stipite con la schiena e incrociando le braccia sul petto. Non sembrò turbato dal vederla in lacrime, rimase impassibile, squadrandola con un’espressione quasi strafottente. Winry si disse che l’influenza di Roy Mustang su di lui non doveva avergli fatto troppo bene, in fin dei conti.
- Dillo di nuovo -
Winry arrossì terribilmente, ma ingoiò l’orgoglio per l’ennesima volta in quelle poche ore e si costrinse a ripetere, la voce tremante.
- Sono sono solo una stupida che non aveva capito niente e -
- No, non questo. Quello dopo -
- Che che ti amo, Edo - pigolò lei.
- Non ho sentito -
- Ti amo - ripeté, a voce un po’ più alta. Stava cominciando a innervosirsi. Va bene tutto, d’accordo che era arrabbiato, ma trattarla così non era per niente da gentiluomo. Non si poteva obbligare una ragazza perbene a dire certe cose in pubblico solo per ripicca!
- Non ci siamo proprio. Dillo più forte - Stavolta Winry si arrabbiò sul serio. Strinse i pugni lungo i fianchi, arrossendo di rabbia e vergogna nello stesso tempo e passandosi una mano tremante sulle guance umide di pianto. Poi sollevò di scatto la testa, risoluta, e lo afferrò per i baveri della camicia con uno strattone, spiazzandolo. - Dannazione, Edo, ho detto che ti amo! - gli urlò praticamente in faccia - Ti amo! E mi dispiace di essere stata così stupida da non accorgermene prima. Sei soddisfatto adesso? -
- Uhm, beh quasi - replicò lui, reclinando la testa da un lato e sorridendo appena. Winry gli restituì l’occhiata a occhi sgranati.
- Ah, no, ti avverto, prova a farmelo ripetere solo un’altra volta e giuro che, dichiarazione o no, ti smonto pezzo per -
Ma le sue labbra, impertinenti, inattese, giunsero a bloccare ogni protesta sul nascere, posandosi con decisione sulle quelle di lei, già semidischiuse. Le sue mani calde le incorniciarono il viso, attirandola più vicino, asciugando con la punta delle dita gli ultimi rimasugli di lacrime rimaste sotto le ciglia.
- Ti perdono solo perché sei una sciocchina. Ah, e anche perché sì, per la cronaca, purtroppo per me ti amo anch’ io -
- Oh - sussurrò lei ridendo imbarazzata, e allacciando le braccia dietro al suo collo con un ampio sorriso - Beh, buono a sapersi -
- Questo ehm, questo allora significa che mi sposerai? -
- Vuoi mettere, dopo tutta questa fatica? Ovvio che ti sposo, Edo -
- Bene - sussurrò lui, appoggiando la fronte contro la sua e sorridendo - Bene -
- Ma, ma aspetta, aspetta - esclamò lei, allontanandosi bruscamente dal suo petto per poterlo guardare in faccia, ed era elettrizzata - Prima di tutto dobbiamo discutere del mio abito da sposa! Sai, mentre venivo qui sono passata davanti a un paio di boutique assolutamente favolose, e ci sono dei modelli da togliere il fiato, lo sapevi? E poi, voglio che i merletti escano da tutte le parti, dovrà essere un abito perfetto, e così, ho pensato …! -
- Ehi, ehi, frena un attimo, hai idea di quanto mi costerà? Non se ne parla pro -
Ma questa volta fu lei a baciarlo, cogliendolo di sorpresa.
- Uhm. Ecco, già ora questa discussione comincia a piacermi di più -
Lei rise, alzandosi in punta di piedi, sfiorandogli il naso col suo.
- E lo sai, lo sai dove mi piacerebbe davvero tanto sposarmi, Edo? -
- Sì. Credo proprio di saperlo -


Seduti in riva al lago, guardavano fisso l’orizzonte luccicante.
Lei stavolta però gli era seduta accanto, la testa reclinata sulla spalla di lui.
Il bianco del suo abito creava uno strano contrasto con l’erba tutt’attorno e il bouquet di lillà che teneva in grembo.
- Perché una sposa senza merletti non è una sposa - commentò Winry.
- Mi sembra giusto - fece lui, ridacchiando.
La giovane si rialzò e gli tese una mano, sorridendo. Sempre un po’ di più, quando lui le era accanto. Riza aveva ragione, come su tante altre cose. Sarebbe stata una brava mamma, ne era sicura, e anche lei, un giorno non troppo lontano.
- Torniamo a casa, Edo? - Lui guardò la sua mano tesa, poi guardò di nuovo lei.
Sorrise, in risposta, facendo scivolare palmo contro palmo, e intrecciando le dita nelle sue.
Avrebbe dovuto dare un bel po’ di spiegazioni ad Alphonse, ma ci avrebbe pensato poi. E si disse che sì, era esattamente così che sarebbe dovuta andare. Con qualche intoppo, d’accordo, ma alla fine quello che importava era il risultato.
Il sole era un corpo celeste. Il mare era un composto di acqua e sali. Ed Edward Elric era innamorato da sempre della sua migliore amica. E, stando agli ultimi aggiornamenti, ne era persino ricambiato. Wow. In fondo erano soltanto piccole grandi verità quotidiane, da tenere bene a mente, per vivere felici. Perché se la meritavano un po’ di felicità, dopotutto.
- Sì. Torniamo a casa, Win -


- Hai visto? Eh? Cosa ti avevo detto? Ah, ma io lo sapevo! - esclamò Roy sbuffando, per poi decidersi finalmente a scostarsi dalla finestra che dava sul giardino, dove Ed e Winry stavano teneramente passeggiando mano nella mano.
- E poi dava a me del melenso! Ma dai, guardalo, mi fa venire l’orticaria solo a guardarlo! Vero o no che quella mezza calzetta di tuo zio gronda melassa da tutti i pori, mmh? - commentò con risata, mentre il fagottino che reggeva in braccio gli mostrava un sorrisetto sdentato e appoggiava entrambe le manine paffutelle sul suo mento proteso - Ma tutto è bene quel che finisce bene …! Anche se a pensarci meglio, forse è stato un finale persino un po’ troppo scontato, non ti pare? Insomma, nessun colpo di scena, nessun inseguimento mozzafiato, nessuna battaglia all’ultimo sangue, nessun vascello pirata che appare all’orizzonte, nessun -
- Sì, va bene, però adesso smettila di spiare quei due poveretti e vieni a darmi una mano coi piatti -
Riza rimase qualche minuto in attesa della risposta, senza risultato.
Entrò in salotto con le mani sui fianchi, indispettita, ma la sua espressione si rilassò all’istante, distendendosi in un sorriso intenerito.
Roy boccheggiava nel sonno, spaparanzato sul divanetto di pelle; la fronte coperta dai capelli scompigliati e la testa reclinata all’indietro, mentre Maes dormiva accoccolato sulla sua pancia, la manina aggrappata alla stoffa della camicia di lino e la bocca semiaperta.
Che accoppiata vincente. Facendo attenzione a non svegliarli, Riza gattonò molto poco elegantemente accanto al marito, sollevandogli il braccio libero e rannicchiandosi contro il suo collo. Lo vide mugugnare qualcosa, e sorridere nel sonno. I piatti, decise allora, reclinando il capo sulla sua spalla e chiudendo gli occhi, potevano benissimo aspettare.
- Sarà anche scontato - sussurrò, nel suo orecchio - Ma funziona sempre -

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Sisya