“Quale sarebbe la notizia, dottore?”
“Beh, i ricercatori hanno studiato a lungo un rimedio per la tua malattia, e non solo. Perciò quello che ti sto per dire forse ti stupirà.”
“Dottore, su, non mi tenga sulle spine!” disse Gus, quasi spazientito.
“Ci sarebbe un modo per rallentare, se non fermare del tutto, la tua malattia. E quella di molte altre persone.”
“Fantastico! Voglio farlo subito!”
“Gus, ehm…è una cosa sperimentale e non so se sia il caso di correre il rischio…”
“E allora? Cosa me ne importa?”
“Gus!” lo rimproverarono Hazel e la signora Waters.
“Magari potrò reagire bene a questa nuova cura, no? Voglio provarla e non accetterò un no come risposta. Mi ha sentito dottore?”
Il dottore esitò per un istante e poi sorrise al ragazzo.
“Non ti arrendi mai eh?”
“Mai.”
“E va bene. Vedrò cosa posso fare. Ora riposa. Signora Waters, signorina Lancaster. A più tardi.”
Quando il dottore se ne fu andato, Hazel parlò.
“Gus, non puoi fare una cosa del genere. Hai sentito il dottore? Ha detto che è tutto in fase sperimentale. E se qualcosa andasse storto? Non te lo perdonerei mai!”
Gus iniziò a ridere.
“Ah, ridi? Non so cosa ci sia di tanto divertente.”
“Tu sei divertente, Hazel Grace. È per questo che ti adoro. E che ti amo.”
Lei sorrise e arrossì un poco.
La signora Waters uscì, lasciando i piccioncini da soli.
***
I giorni passarono.
Hazel e Gus passavano sempre del tempo insieme, fra chiacchiere e racconti.
In un giorno qualunque, il dottore tornò per dire al ragazzo che la mattina successiva avrebbero provato la nuova cura. Gus non stava nella pelle.
***
L’operazione durò qualche ora.
“Buongiorno, Gus.”
“Buongiorno, Hazel Grace.”
“Come ti senti?”
“Come se mi avessero sballottato su un auto scontro.”
E risero entrambi di gusto.
***
Passavano i mesi, e poi gli anni.
Gus sembrava reagire bene alla cura. E il suo medico non poteva essere più felice.
Il ragazzo sapeva, però, che tutto questo non sarebbe durato per sempre. E anche Hazel lo sapeva.
Ma non ci badavano.
Vivevano il presente. Non come gli altri, sempre a correre a destra e a manca per cose inutili. No, non era per loro. Non potevano permettersi di correre in questo modo.
***
“Hazel Grace, vuoi concedermi l’onore di sposarmi?”
“…stai scherzando vero?”
“Ti pare che io stia scherzando? Sono qui, quasi in ginocchio davanti a te, con un anello e tu mi dici se sto scherzando?”
Silenzio.
Quello che si udì dopo fu un sussurro.
Il sussurro di Hazel che diceva…sì.
***
“Lo voglio.”
“Lo voglio.”
“Con il poter conferitomi, io ora vi dichiaro marito e moglie. Gus, puoi baciare la sposa.”
E lo fece. Altrochè se lo fece.
Le famiglie scoppiarono in un applauso entusiasmante, mentre loro si sussurravano parole dolci.
“Sai, con questo abito sei davvero sexy.”
“Signor Waters, non aspetti neanche che siamo soli soletti per questo genere di comlimenti.”
“Te li meriti tutti, signora Waters-Lancaster.”
Poi Hazel sorrise fra sé e sé.
“Che c’è? Ti burli di tuo marito adesso?”
“Non mi permetterei mai – disse, con una smorfia – Stavo solo pensando che tutte le favole hanno un lieto fine.”
“Beh, anche la nostra può essere una favola. E anche noi, in qualche modo, possiamo avere un lieto fine, non credi?”
“Sì. Sì, credo proprio che sia così.”
“Okay, Hazel Grace.”
“Okay.”