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Autore: Lady Stark    21/10/2014    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inganno che si cela dietro un sorriso ~ Chapter V

 

-Fammi capire bene.- la voce del mago si affievolì, coperta dalle riecheggianti risate delle persone che sedevano nell'osteria in cui si erano rifugiati per parlare in pace. Kaito teneva le mani chiuse attorno ad un boccale colmo di densa birra ambrata; la schiuma era ormai colata lungo tutto il bicchiere, disegnandovi scie umide ed appiccicose. Len si era accontentato di un semplice idromele, molto meno alcolico e pesante rispetto alla bevanda artigianale che aveva scelto l'uomo.

-Hanno rapito tua sorella quando era una bambina e tu hai scoperto della sua esistenza solo da qualche giorno.- Le dita del mago disegnavano tanti piccoli cerchi sul piano del tavolo, macchiato da anni ed anni di passaggi di bicchieri e boccali umidi.

Il giovane sbuffò infastidito quel costante movimento, immergendo il proprio sguardo nelle sfumature ocra della sua bevanda.
-Sì.- bisbigliò il ragazzo sentendo la presa della fretta e dell'ansia stringergli le viscere.
-Non sei proprio l'emblema del fratello modello, scusa se te lo dico.-.

L'uomo scoppfragorosamente a ridere quando lo sguardo furibondo del suo interlocutore gli si appuntò addosso.

-Sto scherzando, non prendertela.- si discolpò Kaito prendendo un lungo e rumoroso sorso di birra.

Len corrugò le sopracciglia, preoccupato.

Analizzando il rossore diffuso sulle gote dell'uomo, il ragazzo era sempre più convinto del fatto che il suo compagno fosse ormai ubriaco e, di conseguenza, di scarsa utilità.
-Ascoltami bene, scherza un'altra volta su questa storia e giuro che ti farò pentire d'essere nato.- ringhiò sbattendo un pugno contro al tavolo; l'idromele fuoriuscì, tracciando il vetro di piccole lacrime ambrate. Un uomo ubriaco passò dietro alla sua sedia inciampando maldestramente nella gamba della sedia. Len traballò reggendo con una mano lo schienale mentre, in un grosso fracasso di sedie e tavoli rovesciati, l'uomo si accasciava a terra accompagnato dal coro di roche risate.

-Ma dove diamine mi hai portato?- abbaiò il ragazzo massaggiandosi con delicatezza la fronte pulsante. -Calma, ragazzo. Non risolveremo niente sbraitando come vecchiette. Rilassati.- disse Kaito appoggiandogli una mano sulla spalla con fare conciliante.

Len la colpi con decisione incrociando le braccia sul petto come se, improvvisamente, fosse tornato bambino.
-Facciamo il punto della situazione. Tua sorella è stata rapita e tu credi che la famiglia reale sia in qualche modo invischiata in questa brutta faccenda.- Kaito si accarezzò il mento allentando il drappo che gli avvolgeva le spalle ed il collo. Gli occhi azzurri del mago si erano congelati in un'espressione tanto seria da sbalordire lo sfiduciato ragazzo.
-Ti rendi conto da solo di quanto queste accuse siano infondate vero?- riprese imperterrito senza fare troppo caso allo stupore del suo interlocutore.

-Perché la corona dovrebbe interessarsi ad una..- il mago esitò sulla parola quasi avesse paura di pronunciarla.

Len sbuffò, facendo un gesto innervosito con la mano per svincolare l'uomo dal suo impaccio.

-popolana? Perlopiù infante? Len, mi dispiace dirtelo, ma credo che il tuo ciondolo ti abbia ingannato.- disse indicando con il pollice il cordino di cuoio che gravava sul suo collo, incidendogli la pelle.
-Impossibile.- rispose d'un fiato.
-Devi considerare questa possibilità, amico. Se entri nel palazzo reale senza essere invitato, rischi la decapitazione. Ne sei consapevole, vero?-

Le sue mani si erano arrestate; la birra sembrava non destare più il suo interesse. Len prese un bel respiro ravviandosi i capelli sudati all'indietro, i suoi occhi azzurri bruciavano di determinazione.
-La mia vita non ha più molta importanza ora che so che lei è da qualche parte, qui fuori.- un nodo alla gola rischiò di soffocarlo; si schiarì la voce alla ricerca del controllo necessario per continuare la frase. -Lei è sempre stata sola. Non ha mai conosciuto l'amore di nostra madre, né ha mai sentito la carezza della sua mano sulla guancia. La sua infanzia è stata distrutta ancor prima che cominciasse..-.

Kaito ascoltava in silenzio mentre il giovane si accendeva di rabbia, tristezza e volontà di salvare un sorriso che aveva visto solo in una labile visione.

Il mago non poté che provare rispetto per la strabiliante forza d'animo di quel ragazzo.

-Non credi sia giusto provare? A costo di rischiare la vita, io la riporterò indietro.. L'ho promesso.- bisbigliò piano, tanto che la sua ultima frase si perse nell'eco del tintinnio dei boccali e delle chiacchiere sconce che saturavano l'ambiente. Kaito finì d'un sorso la sua bibita ambrata per poi sbattere il fondo del bicchiere contro al tavolo.
-Mettiamola così, se io ti aiutassi ad entrare nel castello...-
-Ti darò qualsiasi cosa.- disse Len afferrandogli il polso, la speranza pulsava nel suo cuore con la stessa forza di un tamburo.
-Devo insegnarti tutto, ragazzo? Le parole vanno utilizzato con molta attenzione. Possono legarci, tagliarci e, a volte, persino distruggerci.- lo rimproverò schiudendo le dita forti del ragazzo, di modo che lui potesse muoversi di nuovo in totale libertà.
Len corrugò le sopracciglia senza appieno comprendere le parole enigmatiche del mago.
-Stavo dicendo: se ti aiutassi ad entrare a palazzo e a cercare informazioni su tua sorella, mi porterai con te?-
-Che intendi dire?-
-Voglio visitare il mondo, studiare l'alchimia che i vostri stregoni creano artificialmente qui nelle terre dell'Ovest. Ho sentito dire da uno dei miei maestri che la cittadella di Yué è fornita di una delle scuole più rinomate in tutto il mondo conosciuto!!-
Len si mordicchiò le labbra pensierosamente cercando di valutare bene le parole dello sconosciuto.

Il mago appoggiò il mento contro al palmo della mano arricciando le labbra in un espressione di pura e totale innocenza, la catena del suo ordine catturò una scintilla di luce che rimbalzò contro al vetro trasparente del bicchiere. Len era più o meno convinto del fatto che quell'uomo non potesse davvero desiderare così poco per un servizio pericoloso come quello che gli stava chiedendo.

Se fosse stato tutto un inganno? Se Kaito fosse stato in qualche modo legato con le guardie del castello? Lui non conosceva quel misterioso mago dal sorriso pericoloso, non sapeva cosa si celava nei suoi pensieri..
-Se pensi che ci sia un tranello, ti stai sbagliando. In alcuni casi la conoscenza è più importante di qualsiasi somma di denaro.- Kaito sollevò lo sguardo ed il ragazzo frugò tra quelle sfumature color oceano alla ricerca della benché minima traccia di bugia. Ovviamente però non trovò nulla di significativo, le iridi di quell'uomo erano accese solo dalla bruciante fiamma della curiosità.
-Okay. Cosa vuoi di preciso?-
-Un alloggio sicuro, cibo per il tempo che trascorrerò a Yué.- affermò l'uomo allungando le dita verso Len; il prezioso anello di acquamarina che brillava sul suo indice non sembrava attendere altro che suggellare quel patto.
-D'accordo, accetto.- disse d'un fiato stringendo la sua mano.

Un rapido lampo di luce azzurra baluginò tra le dita di Kaito, serpeggiando poi su quelle di Len. Il ragazzo tirò bruscamente indietro la mano, ma il serpente di luce non vi badò arrotolandosi attorno al polso del ragazzo. Un'impalpabile traccia incise il dorso delle sue dita, disegnandovi una complessa ragnatela di ghirigori rotondeggianti.

-Che cosa mi hai fatto?- chiese Len mentre, alzando la mano, la rimirava scioccato di fronte agli occhi.
-Un piccolo promemoria del nostro patto. Andrà via quando avrò ricevuto ciò che voglio. Se ciò non avverrà, rimarrai segnato ed io potrò trovarti in ogni singolo momento.-
-Sei più scaltro di una volpe, mago. Ma non c'era bisogno di questo guinzaglio, io mantengo le mie promesse.- Len alzò il mento con fierezza nascondendo quell'inquietante memorandum sotto al lungo guanto da viaggio. Kaito lasciò un paio di monete sul tavolo prima di fare un cenno d'intesa all'oste e uscire tanto discretamente come erano prima entrati, qualcuno li seguì brevemente con lo sguardo prima di tornare ad affogare i propri pensieri nelle bevande alcoliche a poco prezzo.

Quando i due uscirono, la luce del primo pomeriggio li abbagliò costringendoli a ripararsi gli occhi; Len corrugò le sopracciglia osservando la sfera bollente sospesa nel cielo. Un altro giorno stava volgendo al termine e le sue ricerche erano ancora sterili ed infruttuose; la frustrazione gli morse la pelle ma cercò di mantenere il proprio autocontrollo.

Accelerare le cose sarebbe stata una sciocchezza, era assolutamente necessario pianificare tutto nei minimi dettagli prima di agire.

Non poteva rischiare di mandare in malora tutto lo sforzo che sino a quel momento aveva fatto, né tanto meno si poteva permettere di bruciare un'occasione d'oro come quella che quell'individuo gli stava offrendo.

-Spiegami cosa devo fare.- disse il ragazzo mentre il mago lo conduceva lungo un ripido viottolo contornato dalle rovine annerite di quelle che un tempo erano state case popolari.

-Intanto avviamoci verso il castello. Il resto verrà da sé, mio caro garzone.- esclamò l'uomo ridacchiando sommessamente prima di sollevare l'orlo morbido della sua lunga veste per superare una pozza di fango.

-Non dirmi che..- Len inorridì quando sentì il compagno ghignare ironicamente.

-Hai capito benissimo, mio piccolo servo.-

-Non crederai davvero che io mi metta al tuo servizio!-

Kaito alzò le sopracciglia appoggiando le mani contro ai fianchi fasciati da un'esile cintura di cuoio intrecciato.

-Presumo sia così, mi dispiace deluderti.-

Len stava per replicare furiosamente ma il mago sgranò gli occhi lanciandosi verso di lui; la sua mano si chiuse attorno al suo polso strattonandolo in basso mentre un lungo stiletto appariva nella mano destra dell'uomo. Len rotolò a terra sbattendo dolorosamente le ginocchia contro al pavimento lastricato di pietre scivolose; veloce come il vento, tornò in piedi per aiutare il mago nel confronto.

Kaito socchiuse gli occhi mentre il bandito bestemmiava sputando un grumo di catarro contro al muro vicino.

-Bei riflessi.-

-Devo forse ringraziarti, buon uomo?- chiese di rimando flettendo appena le ginocchia per meglio stabilizzarsi in posizione d'attacco. L'energumeno scoprì i denti rivelando così una serie di monconi storti ed scuriti dal fumo e dalla continua assunzione di alcool a basso prezzo.

-Nessuno è mai sfuggito alla mia daga prima di te.- disse con macabra fierezza passando il piatto della lama contro alla lingua, coperta di una viscida patina verdastra.

-Potresti chiudere la bocca? Non è esattamente un bello spettacolo a cui assistere.-

Il bruto sputò ancora roteando a velocità fulminea la daga tra le dita esperte, solcate da cicatrici di vecchie punizioni e battaglie; l'anulare della mano sinistra non era che ridotto ad un moncone bitorzoluto.

-Ti consiglierei di toglierti dalla nostra strada. Sai, io ed il mio amico qui presente abbiamo una certa fretta.- disse ancora Kaito con ironica cordialità; il suo tono di voce era assolutamente privo di qualsiasi calura, le sue iridi erano gelide come le nevi perenni che incappucciavano la cima delle montagne.

-Datemi i vostri soldi e vi lascerò andare in pace.-

-Sei un pessimo bugiardo, te l'hanno mai detto?- chiese il mago in un sorriso mentre il vento mugghiava sopra di loro sollevando le vesti sporche e strappate del criminale.

Len mise mano all'elsa della spada ma Kaito lo bloccò con un gesto della mano.

-Lascia stare, ragazzo. Permettimi di dimostrarti che puoi fidarti di me e della mia magia.- L'uomo spalancò le braccia di scatto, i suoi vestiti presero ad ondeggiare assieme al ruggito crescente del vento.

Una pulsante luce azzurrognola avvolse la sua pelle.

-Ti sei messo contro l'uomo sbagliato, verme che non sei altro.- sibilò Kaito roteando lo stiletto tra le dita; Len guardò con reverenziale timore ed ammirazione la potenza strabiliante del suo nuovo compagno d'avventura.

Il vento turbinò ai suoi piedi prendendo la forma di una grossa, ringhiante pantera; la pelliccia d'aria ondeggiava mormorando luttuose parole incomprensibili.

L'energumeno, che prima si era dimostrato così spavaldo e sicuro di sé, arretrò di un passo spalancando terrorizzato la bocca guastata; il rozzo pugnale con cui aveva cercato di tagliare la gola di Len cadde a terra tintinnando sommessamente.

-Ma chi diavolo sei?- chiese arretrando ancora quando la bestia conquistò terreno, spostandosi in avanti senza neanche toccare il terreno.

Kaito sorrise.

Len non si sarebbe mai dimenticato la brutale ferocia che adornò il viso dell'uomo; in quel brevissimo istante, comprese quante cose si potessero celare dietro l'innocente curva di un paio di labbra.

La pantera avanzò ancora mettendo ben in mostra i lunghi canini ricurvi, apparentemente innocui perché fatti d'aria, ma in realtà affilati come la più letale delle armi.

L'uomo non ebbe neanche il tempo di urlare o chiedere pietà, l'animale balzò avanti ad una velocità inconcepibile; Kaito restò a guardare apatico la sua creatura che dilaniava senza clemenza le carni dell'energumeno, Len invece, dovette dare le spalle a quel macabro spettacolo.
Eppure, malgrado non avesse il diretto contatto visivo su ciò che stava accadendo, i rumori erano sufficienti per dipingere tutto in maniera più che realistica nella sua mente.

Vide sangue, carne lacerata e la vita che sempre più velocemente gocciolava via dagli occhi del tale, lasciandolo vuoto come un guscio di noce.

Quando fu tutto finito ed il lezzo del sangue fu tanto intenso da rivoltargli lo stomaco, Kaito appoggiò una mano sulla schiena del ragazzo, spingendolo a camminare per allontanarsi da lì.

Il suo viso era disteso, imperturbabile come l'acqua di un lago; sembrava quasi che quell'omicidio non l'avesse minimamente scosso.

-Ti senti bene?- chiese dopo qualche minuto di silenzio fermandosi al centro della ricca piazza dei mercanti; il piacevole rumore della vita riportò nel cuore del giovane un po' di conforto.

-Non proprio.- ammise premendo una mano sul suo povero, provato stomaco.

-Sono cose a cui prima o poi ci si abitua.-

Len si prese la testa tra le mani mordendosi le labbra. Sin da quando aveva messo il primo piede fuori dalla soglia materna, aveva saputo che quella sarebbe stata un'avventura violenta e pericolosa che inevitabilmente, l'avrebbe portato ad assistere a questi spettacoli.

Ciononostante, sentire il soffio mortifero della morte sulla pelle, non aveva fatto altro che incrementare la montagna di dubbi e paure che gravava sulla sua schiena.

-Lo stai facendo per tua sorella.- disse il mago appoggiandogli fraternamente una mano sulla spalla.

Len avrebbe voluto colpirlo, strillargli contro e piangere fino a che la paura non fosse scivolata via assieme alle lacrime.

Eppure, non fece niente di tutto questo; si limitò ad annuire erigendo attorno al proprio cuore una barriera di impenetrabili rocce.

-Sì, lo sto facendo per Rin.- ripeté ad alta voce infondendo in quelle parole la sicurezza che, disperatamente, sperava di trovare nel suo cuore.

   
 
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