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Autore: marcella92    22/10/2014    1 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si erano divertiti tantissimo al compleanno della piccola Leilani, la figlia di Kono e Adam. Dopo la chiusura del caso della trafficante Paloma Hayez, conclusasi con l'arresto suo e di gran parte del cartello, i Five-0 avevano festeggiato con tutta la famiglia di Kono e Chin, numerosissima, e con gli amici più cari. Uno dei momenti più belli era stato quando Adam aveva fatto un discorso sulla famiglia e sulla figlia, che era la cosa che più amava al mondo, (mentre diceva questo, Kono gli aveva rifilato una gomitata, che aveva fatto ridere tutti), e che si dispiaceva solo di una cosa, che il padre non fosse lì, ma che sicuramente avrebbe approvato e avrebbe protetto la bambina in qualunque posto si trovasse. Aveva poi letto un haiku, dedicato alla figlia, dove la paragonava ad un piccolo bocciolo, che, con il tempo, sarebbe diventato una rosa bellissima, facendo commuovere tutti quanti. Fu interrotto proprio dall'urlo del piccolo bocciolo, che reclamava la sua cena, così Kono, da mamma premurosa quale era diventata, si assentò per un po', mentre tutti gli ospiti festeggiavano felici.

Steve, notando che Danny non era molto entusiasta dei festeggiamenti, gli si avvicinò.

“Ehi, Danno, non mi pare che ti stia divertendo molto.”

“Hai ragione, ma stasera Grace andava a mangiare la pizza e al cinema con le sue amiche, e sono preoccupatissimo.” rispose l'uomo, sbirciando il cellulare.

“Danny, Grace è una ragazza con la testa sulle spalle, ha un padre poliziotto, non farebbe mai niente di sbagliato.” lo rassicurò l'amico.

“Allora, prima di tutto Grace è ancora una bambina, e poi, ti sei dimenticato quella volta che aveva riempito il mio giardino di carta igienica?”

“Ragazzate...io facevo di peggio!”

“Non stento a crederci, guarda. Scommetto che la tua serata tipo era arrampicarsi fino in cima a una montagna, uccidere un cinghiale a mani nude, mangiarlo e poi tornare a casa saltellando su un piede solo.”

“Ah ah, simpatico. Fidati di lei.”

“Di chi si dovrebbe fidare Danny?” chiese Lori, che arrivava in quel momento. Entrambi gli uomini si fermarono a guardarla: indossava un leggero vestito bianco che le arrivava appena al di sopra delle ginocchia, abbinato a dei sandali con zeppa neri; con i capelli sciolti e mossi dal vento, sembrava un'apparizione mistica.

“Lori, sei bellissima!” disse d'impeto Steve.

“Grazie comandante, anche tu non sei niente male.” rispose Lori, sorridendo.

“Comunque Danny deve fidarsi di Grace. È uscita per la prima volta da sola con le amiche, quindi...”

“Mi ricordo la prima volta che sono andata al cinema con le mie amiche. Abbiamo perso metà film perchè facevamo troppa confusione e ci hanno sbattute fuori, così abbiamo girovagato per un po' nel centro commerciale finchè non sono venuti a prenderci i nostri genitori, rimproverandoci per non averli aspettati al cinema: due settimane di punizione, ma ne è valsa la pena.” disse Lori ridendo.

“Perchè?” chiese Danny.

“Perchè ho dato il mio primo bacio quella sera, a Tommy Gilbert.”

“Grazie Lori, grazie davvero, sei veramente un'amica!” disse Danny, digitando furiosamente il numero di Grace sul cellulare. In quel momento arrivò Chin, per mano con i gemelli.

“Perchè Danny è sfrecciato via?”

“Perchè Lori gli ha detto che alla sua prima uscita ha baciato un ragazzo, e questa sera c'è stata la prima uscita di Grace da sola.” disse Steve divertito.

“Capito. Ragazzi, devo andare a casa, Wili e Keilani non si reggono più in piedi e Malia deve andare al lavoro presto. Ci vediamo domani mattina in ufficio. Ah, Steve, ricordati che domani tu e Danny avete appuntamento con la madre della ragazza scomparsa all' Hilton, ok?”

“Si, me lo ricordo, grazie. Buonanotte ragazzi.” disse salutando i gemelli, a cui Lori diede un bacio a testa.

Danny tornò trafelato:

“Grace non mi risponde, io vado a controllare cosa sta facendo.”

“Danny, Danny, fermo, dai. Sarà sicuramente con qualcuno, che so, la mamma di un'amica, o sono ancora al cinema, o magari non sente il telefono.” provò a rassicurarlo Steve.

“No, vado a vedere. Ricordatevi, è tutta colpa vostra, io volevo godermi questa bella festa, ma voi, con i vostri commenti da manici mi avete rovinato tutto!” Lorie e Steve si guardarono e scoppiarono a ridere come pazzi, beccandosi un'occhiata omicida da Danny, che si allontanava velocemente in direzione della Camaro. Vedendo che tutti gli ospiti stavano salutando i padroni di casa, anche Steve e Lori si avviarono.

“Kono, Adam, è stata una festa meravigliosa, grazie di tutto. Kono, ci vediamo domani in ufficio, ok?” disse Steve, mentre Lori baciava entrambi sulle guance per ringraziarli.

“Ragazzi, grazie per i regali, sono davvero bellissimi e originali, soprattutto il tuo Steve, davvero...particolare!” disse Adam.

“Beh, che c'è? Anche a me hanno regalato una mostrina militare per il compleanno, può essere molto utile.” disse Steve, mostrandola.

“Sì, solo se Leilani andrà a combattere in Vietnam!” disse ridendo Lori “Ragazzi, lo porto via, così vi lasciamo andare a dormire. Buonanotte.”

Steve e Lori attraversarono il giardino, diretti alle loro macchine, barcollando leggermente a causa dei drink e della birra.

“Beh, buonanotte capo.”

“Ciao, a domani.”

Lori provò ad accendere la macchina una, due, tre volte, ma quella proprio non ne voleva sapere di ripartire, quindi la donna stava per chiamare il carro attrezzi, quando sentì battere sul finestrino.

“Ha bisogno di un passaggio, agente Weston?” chiese Steve

“Decisamente, la mia macchina è in sciopero.”

“Forza allora, salta su.” Lori ebbe qualche difficoltà a salire sul pick up con i sandali alti e l'alcol in corpo, ma, con un aiuto di Steve, ci riuscì.

L'uomo guidò fino a casa sua, e, vista l'ora tarda, in pochi minuti arrivarono.

“Comandante, questa è casa tua o sbaglio?”

“Sì, ma non me la sento di guidare con il traffico, credo di essere un po' ubriaco, quindi facciamo che tu dormi qui stanotte, che ne dici?”

“D'accordo, ma stavolta dormo io sul divano.”

I due scesero dall'auto, dirigendosi verso la porta d'entrata, e, mentre Steve infilava la chiave nella toppa, Lori lo chiamò, e lui si voltò.

“Fai l'amore con me Steve.” non era una richiesta, era un'affermazione.

“Cosa? Lori, sei ubriaca, io...”

“Non sono mai stata più lucida di adesso.” disse lei avvicinandosi, e lo baciò appassionatamente.

Steve rispose al bacio stringendola a sé, con forza e tenerezza. I due, senza staccarsi, entrarono in casa e imboccarono le scale, dividendosi solo pochi attimi per levarsi un indumento a vicenda, indumenti che formarono una scia disordinata dietro di loro.

Arrivati in camera, solo pochi strati di tessuto li separavano: Lori era rimasta in intimo, e Steve indossava ancora i pantaloni, che la donna si preoccupò di far sparire subito.

“Lori, sei bellissima.” disse Steve, ammirandola seminuda nel suo letto. Lei sorrise e aprì le braccia, come ad invitarlo, e il comandante ci si tuffò volentieri, riattaccandosi alla bocca di Lori, come un assetato che trova una fonte dopo giorni nel deserto. Velocemente, i due fecero scivolare via anche le ultime sottili barriere che li separavano, e poi fu l'oblio: Steve, partendo dalla gola, lasciò una scia di baci infuocati lungo il corpo della donna, che gemeva di piacere; Lori ricambiava passando le dita nei folti capelli di Steve, baciandolo prima sul viso e poi sull'ampio petto.

“Steve...guardami.” l'uomo la guardò, e la vide, bellissima, selvaggia, sensuale, e la baciò con enorme piacere. Poi, finalmente, i due corpi si fusero, e si amarono per tutta la notte, dolcemente, con tenerezza; ogni tanto i due si fermavano, guardandosi negli occhi, comprendendo che, da quel momento in poi, sarebbero stati legati indissolubilmente, per sempre. Poi, si addormentarono abbracciati, Lori con la testa sul possente petto di Steve, che, prima di addormentarsi, la guardò a lungo: era bellissima dopo l'amore, dolce, perdeva quasi il cipiglio severo che aveva quando lavoravano e i capelli, sparsi sul cuscino e sul suo petto, formavano una cortina di raggi di luna. Perso in questi pensieri, Steve si addormentò con il sorriso sulle labbra.

Era quasi giorno quando l'uomo si riscosse.

“Lori, accidenti, mi fai sempre fare tardi.” disse, sorridendo, voltandosi verso la parte del letto occupata dalla donna, ma che trovò inesorabilmente vuota. Pensando che fosse già scesa, Steve infilò un paio di pantaloncini e arrivò in cucina, dove non trovò il profumo dei pancake, ma solo un biglietto attaccato al frigo.

Steve, posso dire senza ombra di dubbio che questa è stata la migliore notte della mia vita, non pensavo di poter provare emozioni così forti con una persona. Purtroppo però è stato uno sbaglio, eravamo entrambi ubriachi, e ci siamo lasciati prendere. Me ne vado per un po', non so per quanto, considerami in aspettativa. Approfitto per tornare a Washington dai miei genitori, così concludo anche con il divorzio, visto che ho l'udienza tra una settimana. Un giorno spero di poter tornare qui, alle Hawaii, ma soprattutto da te. Credo di aver sempre provato qualcosa per te, da quella volta nell'ufficio del governatore, ma ti prego, non mi cercare. Mi farò viva io quando sarò pronta. Sempre tua, Lori”

Dopo aver letto il biglietto due volte, Steve batté forte il pugno sul tavolo, facendo saltare tutto quello che c'era sopra, poi prese il telefono e la chiamò subito.

“Steve, ti avevo detto di non chiamarmi.”

“Potevi non rispondere. Perchè te ne sei andata?”

“Non possiamo. Lavoriamo insieme, sto cercando di uscire per sempre da un divorzio orribile, come faccio a fidarmi di nuovo di qualcuno, dopo tutto quello che mi ha fatto Brian?”

“Vuoi dire che non ti fidi di me? Lori, è stata una notte magnifica, speravo di svegliarmi vicino a te ma tu eri sparita, come pensi che mi senta adesso?”

“Lo so, mi dispiace, non puoi immaginare quanto, ma sono nella tua stessa situazione. E non dire così, io ti affiderei la mia vita.”

“Allora perchè te ne sei andata?”

“Non so dirtelo, davvero, forse ho avuto paura. Una parte di me sarebbe rimasta con te, avrebbe rifatto l'amore, ti avrebbe preparato la colazione, ma l'altra parte pensava di aver fatto uno sbaglio, e, purtroppo, è la parte che ha prevalso sempre in me.”

“Dimmi dove sei, che ti raggiungo e ne parliamo con calma.”

“No, non è possibile. Sono già in aereo.”

“Perchè Lori?”

“Addio Steve. Ricorda cosa ti ho scritto.” e la donna chiuse la chiamata. Steve provò a richiamarla invano, e, proprio in quel momento, squillò il cellulare.

“Lori?”

“No, sono decisamente meno biondo, meno bello e più alto, comunque, grazie del complimento.”

“Danny, che c'è?”

“Ricordi cosa dobbiamo fare stamattina, esattamente tra mezz'ora?”

“Sì, sì, ora arrivo, dammi dieci minuti e sono lì.”

“D'accordo, ti aspetto. Ehi, va tutto bene?”

“No, niente va bene.” disse Steve, chiudendo la chiamata.

Poco dopo Steve era in ufficio, con l'espressione più scura che i colleghi avessero mai visto.

“Capo, che succede? Stai male?” chiese Kono, vedendolo.

“No, tutto bene, forse ho esagerato un po' ieri sera.”

“Ma Lori? Non dovevi passare a prenderla tu?”

Quella frase lo raggiunse come una coltellata al petto.

“Lei...lei mi ha chiamato questa mattina presto, ha avuto un contrattempo a Washington ed è ripartita subito, e sinceramente non so neanche se e quando tornerà.” rispose l'uomo, concludendo con più rabbia di quanto avesse voluto.

“Strano, l'udienza del divorzio è la settimana prossima...ora la chiamo.” disse Kono.

“Tanto non risolverai niente.” disse Steve a bassa voce, più rivolto a sé stesso che alla donna.

“Ehi Steve, sei pronto? Forza, quella donna ci sta aspettando!”

“Arrivo, arrivo. Senti, guida tu, io non mi sento molto bene.” Danny, a quell'affermazione, si bloccò di colpo.

“Sicuro? Posso davvero guidare la mia macchina?”

“Certo che si, muoviamoci.”

Uscendo, incrociarono Kono che rientrava, guardando Steve in modo strano, come se gli dispiacesse per lui ma nel frattempo fosse arrabbiata.

“Ehm, mi sono perso qualcosa ieri sera? Hai per caso vomitato in un vaso di fiori a casa di Kono?”

“No, perchè?”

“Ti ha guardato abbastanza di traverso...”

“Forse è perchè le ho detto che Lori è partita senza avvisare nessuno e che non sa se e quando tornerà.”

“Cosa? E come mai? E comunque non è colpa tua, vero? Vero?” chiese Danny, sospettoso.

“Perchè dovrebbe essere colpa mia? Ieri sera l'ho portata a casa e stamattina se n'è andata senza avvisare nessuno, mi ha chiamato mentre era già in aereo.”

“E' strano però. Aveva preso la casa, sembrava volesse rimanere qui in pianta stabile...chissà cosa è successo.”

Nel frattempo erano arrivati alla villa dei Morris, genitori della ragazza scomparsa, e videro che molta gente era arrivata per confortare i padroni di casa.

“Non lo so. Senti, possiamo smettere di parlarne? Abbiamo ben altro a cui pensare. Ehi, quale è la madre della ragazza?”

“Credo sia quella con gli occhiali scuri, laggiù.”

“Signora Morris?”

“Si, sono io. Siete i Five-0?”

“Si signora, ci dispiace molto per sua figlia. Ci dica qualcosa in più.”

“Ormai non so più cosa dire, ho parlato con tutti i poliziotti dell'isola, con l'assistente del governatore, con l'FBI... vi dirò quello che ho detto a tutti: eravamo andati a cena all'Hilton, poi Rebecca aveva appuntamento con un'amica per andare al cinema, solo che non ci è mai arrivata. La sua amica ci ha chiamati, chiedendoci se Beca stava male, ma...” e la donna cominciò a singhiozzare. Nel frattempo era arrivato il marito.

“Scusatemi, sono Grant Morris, ero al telefono. Avete notizie di Beca?”

“No, signore, mi dispiace, ma vorremo sapere qualcosa in più su vostra figlia, abitudini, amici, conoscenze, scuola...tutto il possibile che potrebbe aiutarci a ritrovarla.”

“Beca è una ragazza normale, va a scuola, ha buoni risultati, frequenta qualche sua compagna di classe e il gruppo della squadra di pallavolo...è una ragazza abitudinaria, non ha mai fatto colpi di testa.”

“Dobbiamo sapere il nome della scuola e della squadra di pallavolo, in modo da parlare con i compagni, i professori e l'allenatore...vostra figlia aveva una macchina?”

“Sì, un maggiolino rosso cabriolet, glielo avevamo regalato per i sedici anni.”

“Perfetto, cercheremo di localizzarlo, forse il rapitore lo ha usato per trasportare vostra figlia. Danny, torniamo al Five-0, controlliamo tutti i contatti di Rebecca, tutta la sua vita. Signori Morris, in giornata manderò un'agente, Kono Kalakaua, per controllare la camera di vostra figlia e per mettere sotto controllo i vostri telefoni, in modo che se il rapitore chiamasse, sapremo cosa vuole. Siete già stati contattati da qualcuno?”

“No, ancora niente.” rispose il marito.

“Bene. In caso vi chiamassero, avvisateci subito, e non rispondete assolutamente al ricatto. Ci penseremo noi, voi dovete solo chiamarci, d'accordo?” concluse Steve, dando la mano ai coniugi.

 

 

Al Five-0, Steve chiese subito a Kono di controllare il numero di cellulare della ragazza, per vedere se era stato acceso nelle ultime ore, e di cercare la macchina con il GPS. Nel frattempo, Chin e Danny erano andati a parlare con i professori e i compagni di Rebecca, mentre Steve aveva convocato l'allenatore della ragazza, che però non aveva risposto. Un'ora dopo Chin e Danny erano di ritorno.

“Allora, secondo i professori Rebecca era una ragazza normalissima, studiosa, educata...sempre le solite cose. Ci hanno detto che la sua migliore amica è una certa...” Chin controllò gli appunti “ Danielle, ma oggi non era a scuola perchè ha la febbre, abbiamo controllato.”

“Sì, con gli altri compagni non aveva legato molto, perchè era abbastanza timida, ma ci hanno fatto capire che era innamorata del quarterback della squadra, Dean Harris, e che anche lui era interessato.”

“Sembra proprio di tornare al liceo, eh?” disse Kono in quel momento, arrivando con i risultati della ricerca “Allora, la batteria del cellulare è staccata, ma è stata ricollegata per pochi minuti questa mattina alle tre e quaranta, invece il GPS della macchina segnala che si trova in una strada molto isolata, guardate qui.” disse, mostrando la posizione sul computer.

“Perfetto. Io e Danny andremo a controllare la macchina, tu Kono, vai dai Morris, controlla la camera di Rebecca e metti sotto sorveglianza i loro telefoni, e tu, Chin, cerca di contattare l'allenatore, vai a cercarlo se serve. Ci vediamo più tardi.”

I due amici arrivarono su una strada completamente nascosta dalla folta vegetazione, e trovarono la macchina con ancora le chiavi inserite nel quadro. I due cominciarono a guardarsi intorno alla ricerca di prove, finchè Danny non richiamò Steve.

“Ehi, guarda qua.” disse, indicando delle tracce di pneumatici sull'asfalto.

“Non sembrano di frenata, la macchina è sul ciglio della strada, non avrebbero potuto urtarla. Forse è una sgommata, e punta verso la città.”

“Ma non ha senso. Rebecca doveva andare al cinema, non perdersi nei boschi.”

“Magari aveva un appuntamento segreto.”

“Non credo, non era il tipo. Diamo un'occhiata all'interno della macchina.” disse Danny, aprendo la portiera dalla parte del conducente, cominciando ad esaminare il sedile, mentre Steve controllava il bagagliaio.

“Ehi, Danno, ho trovato un capello.”

“Anche io.”

“Sembrerebbero entrambi femminili, guarda come sono lunghi. Però è strano, perchè il capello rosso, che dovrebbe essere di Rebecca, è nel bagagliaio, e quello biondo è al posto di guida?”

“Te l'ho detto, l'hanno rapita con la sua macchina, poi per sviare le indagini hanno lasciato qui a macchina e sono andati via con un'altra, spiegando così le tracce.”

“Potrebbe essere. Ma perchè parli al plurale?”

“Perchè dovevano essere almeno in due per fare una cosa del genere. Per esempio, se Rebecca si fosse risvegliata, qualcuno avrebbe dovuto controllarla, e l'altro doveva guidare. E poi qui ci doveva essere qualcuno ad aspettare con un'altra macchina.”

“Giusto, giusto. Senti, repertiamo e fotografiamo tutto, poi portiamo tutto a Fong. Ehilà, Steve...ci sei?”

“Sì, scusa, ero sovrappensiero. Senti, chiamiamo anche il carro attrezzi, così porta la macchina in laboratorio.”

I due conclusero i rilievi, portarono le prove a Fong e tornarono in centrale, dove incontrarono Kono.

“Capo, sono stata dai Morris. Ho controllato la stanza di Rebecca, ma non c'è niente di strano, è la classica stanza di una sedicenne. Ho trovato il suo diario, e dice che lei e il quarterback uscivano insieme da circa tre mesi, ma che non lo aveva detto a nessuno, tranne che a Danielle. Ancora nessuna richiesta di riscatto, comunque, ma i loro telefoni sono sotto controllo.”

“Ottimo, Kono, grazie. Ehi, Chin, hai novità?”

“Sì. L'allenatore non era reperibile perchè gli hanno rubato la macchina ieri sera, dopo le dieci, e aveva lasciato cellulare e documenti all'interno, quindi ha passato la mattinata in centrale, me lo ha detto Lukela. L'ho interrogato, e mi ha detto che Rebecca andava d'accordo con tutte le sue compagne, e che era molto brava come giocatrice. Ha detto che da tre mesi aveva notato che ogni volta che finivano l'allenamento, Rebecca non andava via con la sua macchina, ma saliva su un pick up blu.”

“Sai Steve, i segni che abbiamo visto vicino alla macchina di Rebecca sembrano di una macchina molto grande, forse proprio di un pick up...” disse Danny.

“Stai pensando che sia stato il suo fidanzato a rapirla? Ma e il capello lungo e biondo?”

“Magari lui aspettava in macchina la sua complice.”

“Ma scusa, perchè avrebbe dovuto rapirla? Stavano insieme!”

“Per i soldi. Rebecca proviene da una famiglia molto ricca, magari Dean voleva approfittarne. E poi i ragazzi a quell'età sono completamento fuori di testa, ne so qualcosa”

“Non credo. Ma andiamo a controllare comunque. Kono, vieni con me?”

“Certo capo, arrivo.”

I due agenti si misero in viaggio, e, mentre erano fermi ad un semaforo, Kono parlò.

“Capo, ho sentito Lori. Mi ha raccontato quello che è successo, e...volevo chiederti scusa per l'occhiataccia di stamattina.” disse la donna, tutto d'un fiato.

“Non ti si può proprio nascondere nulla, eh?”

“Mi dispiace, voglio bene a Lori e ne voglio molto anche a te, non mi piace vedervi tristi.”

“Senti Kono, non prenderla male, ma...preferirei non parlarne, almeno per ora.”

“Scusami, hai ragione. Ma sai che io sono qui, se hai bisogno.”

“Lo so.” i due scesero dall'auto “Ehi, Kono...grazie.” la donna sorrise, comprensiva.

“Beh, non credo che Dean abbia rapito Rebecca per i soldi...questa casa è ancora più grande di quella dei Morris.” disse la donna, guardando l'enorme villa, prima di suonare il campanello. Una domestica aprì la porta e li accolse con un sorriso, poi corse a chiamare la signora Harris.

“Finalmente siete qui, avete notizie della macchina di mio figlio?” chiese la donna, arrivando di corsa.

“Veramente noi vorremo parlare con suo figlio, signora. Comandante Mcgarrett e agente Kalakaua, dei Five-0, indaghiamo sul rapimento di Rebecca Morris, una compagna di suo figlio.”

“Lo chiamo subito.”

In quel momento, Dean arrivò nel salotto, ma si bloccò all'improvviso.

“Dean Harris giusto? Vorremmo parlarti di Rebecca, se non ti spiace.”

“Che è successo a Rebecca?” chiese il ragazzo, sbiancando.

“Non eri a scuola stamattina?”

“Io...”

“Dean! Hai ricominciato a non andare a scuola?” si intromise la madre.

“Non ci sono andato solo oggi, sono andato a cercare Beca.”

“Cosa? E come sapevi che era sparita?” chiese Steve.

“Danielle. Mi ha detto che la polizia l'aveva chiamata, così sono partito con la macchina di mio padre, perchè la mia l'ho prestata ad un amico, che doveva portarmela stamattina, ma non l'ho trovata.”

“Hai un pick up, vero?”

“Sì, un Chevrolet blu. Perchè?”

“Perchè abbiamo trovato la macchina di Rebecca in una strada isolata, con vicino segni di sgommata proprio di un pick up. Scommettiamo che è proprio il tuo?”

“Non è possibile, non ho fatto niente a Beca...io l'amo!”

“Mi scusi comandante, quando è sparita la ragazza?” chiese la signora Harris.

“Dalle dieci di ieri sera non si hanno più sue notizie.”

“Allora non può essere stato Dean. Ieri sera eravamo qui a cena con mia sorella e suo marito, e se ne sono andati a mezzanotte e mezza, e Dean è andato subito a dormire.”

“Potrebbe essere scappato senza farsi vedere.”

“Non è possibile. Vedete, abbiamo installato un allarme che registra ogni volta che la porta o il cancello vengono aperti, e questa notte non è registrato nessun movimento. Controllate pure, è qui.” disse la donna, conducendoli verso un quadro, dietro cui era nascosto un sofisticato sistema d'allarme. Kono lo controllò minuziosamente, poi riferì che non c'erano segni di manomissione.

“Va bene. Dean, hai qualche idea del perchè abbiano rapito Rebecca.”

“No, assolutamente no...Beca è buona, gentile, non farebbe male a nessuno...oh mio dio!” disse poi, sconvolto.

“Dean, che c'è? Che succede?” chiese Steve.

“Molly. La capo cheerleader. Stavamo insieme, poi l'ho lasciata e mi ha detto che me l'avrebbe fatta pagare. Però non sapeva che uscivo con Beca...”

“Magari l'ha scoperto. Senti, di che colore ha i capelli Molly?”

“E' bionda, ma sono tinti.”

“E sai dove abita?”

“Non sono mai stato a casa sua, ma dovrebbe abitare vicino alla scuola.”

“Qual'è il suo cognome?”

“Grant. Molly Grant.”

“Grazie Dean, sei stato di grande aiuto. Appena avremo notizie, ti chiameremo.”

“Grazie agenti, arrivederci.”

 

“Kono, chiedi a Danny di cercare i genitori di Molly e l'indirizzo di casa. Chiama Fong e chiedigli se il capello che ha trovato Danny è tinto. Forza, sento che siamo molto vicini.” il pick up partì sgommando, senza accorgersi che una macchina seguiva ogni sua mossa.

“Pronto? Danny, dimmi. Perfetto, Hoio Street è proprio vicino alla scuola di Rebecca. Senti, avvisa Chin e raggiungeteci lì. Va bene, a tra poco.”

“Capo, Charlie ha confermato, il capello è tinto.”

“Perfetto. Ora speriamo che Molly sia in casa.”

I due arrivarono alla via, mantenendosi un po' distanti dalla casa dei Grant. Avevano preferito non chiamare la polizia, per non allarmare nessuno, così scesero dalle macchine e si avvicinarono tutti.

“Dunque, a casa dovrebbe esserci Molly con la madre, il padre è un architetto, torna sempre tardi. Davanti alla casa ci sono due macchine, forse quella della madre e quella della ragazza, ma qualche casa più indietro c'è un pick up Chevrolet blu, e la targa corrisponde a quella di Dean.” spiegò Chin ai colleghi.

“Perfetto. Allora, possiamo fare così: tu, Chin, e Danny, andate alla porta, chiedete della ragazza, spiegate che è stata rapita una sua compagna, mentre io e Kono andiamo sul retro, se prova a scappare la blocchiamo. Tutti d'accordo?” Steve ricevette vari cenni d'assenso, così il gruppetto si incamminò. Steve e Kono erano già sul retro quando sentirono Danny che parlava con la signora Grant. All'improvviso, i due sentirono una serratura che scattava, e guardando in altro, videro un ragazzo saltare dalla terrazza nella piscina. Aspettarono che uscisse, poi Kono lo atterrò con un pugno, ammanettandolo. Richiamati dal rumore, si diressero tutti sul retro, e videro anche Molly che cercava di scappare.

“Molly, dov'è Rebecca?” chiese Steve.

“Non so niente, non sapevo neanche che fosse sparita prima che arrivaste voi.”

“Il tuo capello trovato nella sua auto dice tutto il contrario, vero? E tu” disse poi, rivolgendosi al ragazzo fradicio “Hai chiesto il pick up a Dean per poi far incolpare lui, vero? Vero?” il ragazzo, spaventato, assentì silenziosamente.

“John, sei un idiota! Sapevo che dovevo arrangiarmi da sola, sei proprio un cretino!” urlò Molly, raggiunta nel frattempo da Kono, che l'aveva ammanettata davanti agli occhi increduli della madre.

“Allora? Dove l'avete nascosta?” chiese Danny, irritato, senza ottenere risposta. Uno schiaffo fulmineo da parte della madre sciolse la lingua alla ragazza.

“E' nel capanno per gli attrezzi. Volevo spaventarla, farle capire che Dean era mio, che non doveva mettersi in mezzo.” In quel momento gli agenti della pattuglia chiamata da Chin arrivarono in giardino, prendendo in consegna i due ragazzi, ma, mentre Venivano portati via, Dean, rimasto nascosto per tutto il tempo, uscì e diede un pugno al ragazzo, così forte da farlo finire a terra, poi si rivolse a Molly.

“Ringrazia il cielo di essere una ragazza, altrimenti non ti avrebbero portata via in piedi.” disse, con disgusto” Poi si rivolse ai Five-0 “Perdonatemi, ho sbagliato. Volevo solo sapere chi era stato. Dov'è Beca?”

“Dean? Sei tu?” il ragazzo si voltò, e corse verso Rebecca che, pallida, lo guardava con immenso affetto. Le corse incontro e la strinse a sé, reggendola perchè non cadesse per la debolezza.

I Five-0, dopo aver spiegato tutto alla madre di Molly, tornarono in centrale, dopo aver spedito Rebecca e Dean in ospedale, dove i genitori li avrebbero raggiunti.

“Beh, credo sia la prima volta che una ragazza viene rapita da un'altra ragazza per il fidanzato...spero che Grace sia un po' più intelligente di quella Molly.” disse Danny, entrando in ufficio.

“Ricorda, l'inferno non conosce furia peggiore di una donna respinta!” disse Chin.

“Quanto è vero!” rispose Danny, ridendo.

“ragazzi, vi va una birra da Kamekona?” chiese Kono.

“Io passo. Devo andare a casa, devo finire di fare una cosa. A domani.” rispose Steve.

“Che c'è, hai paura di dover pagare?” chiese Danny, ironico, senza ricevere risposta “Ehi, che cos'ha Steve?” chiese.

“Non saprei, ma è da stamattina che è strano.” rispose Chin.

“Ragazzi, non posso dirvi altro che lasciatelo stare. Se vorrà, parlerà lui con noi.” concluse Kono, mentre vedevano il pick up di Steve sfrecciare via.



Lo so, lo so, sono in ritardo. Scusatemi! Comunque, capitolo nuovo e un pò più lungo del solito...spero vi piaccia! Grazie a tutti, come sempre!

  
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