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Autore: anhotpenguin    22/10/2014    1 recensioni
Credo che quando tutto finisce ogni cosa torna alla mente come dei flash. Avete presente, no? È come un caleidoscopio di ricordi; tutto torna indietro. Ma non davvero. Penso che una parte di me sapesse che sarebbe accaduto già nell’istante in cui l’ho visto. Non è qualcosa che ha detto o che ha fatto - è stata una sensazione che è arrivata in quel momento. La cosa folle è che non so se mi sentirò mai di nuovo così. Ma non so se dovrei. Sapevo che il suo mondo si muoveva troppo velocemente e bruciava troppo luminoso, ma ho pensato: ‘quanto può essere diabolico essere attratti da qualcuno che sembra così angelico quando ti sorride?’ Forse ne era consapevole quando mi ha vista. Mi chiedo se ho semplicemente perso il mio equilibrio.
Credo che la parte peggiore di tutto questo non sia stata perdere lui, ma perdere me stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“Il passato è bello: un ricordo, un sogno.

Ma non è la realtà.

L'unica via d'uscita è andare verso l'alto.

Non è un mondo perfetto, ma è un mondo nuovo.

Il futuro è oro.”

>><<

"Perché non vuoi dirmi nulla? Cazzo, sono o no il tuo migliore amico?" Entra scatenato urlando.

"Michael, certo che ti dico tutto." Mi faccio piccola nelle mie spalle.

"Non sembra!"

"Ti prego," mi alzo mettendo i fogli nel mio cassettino "non sgridarmi" dico poi andandogli incontro. I suoi lineamenti si addolciscono lentamente e mentre mi abbraccia sentiamo il trillo della campanella. Sciogliamo l'abbraccio, e dopo un ultimo sguardo, andiamo verso le nostre classi. Vedo in lontananza Jess che ripone degli oggetti nel suo armadietto, così decido di salutarla.

"Hey, ben trovata coinquilina." Mi avvicino, forse troppo velocemente facendola spaventare.

"Oh, hum, hey Faith!" Sposta lo sguardo sul mio amico. "Ciao Michael..." Arrossisce nominandolo.

"Vi conoscete?" Chiedo io naturalmente sorpresa.

"Oh non proprio, ci siamo scontrati ieri pomeriggio sulle scale."

"Oh okay...bhe, ora vado a vedere quale lezione ho. Ci vediamo in mensa." Credo sia più una domanda che non avrà risposta, più che un'affermazione. Ugualmente mi dirigo con lo zaino in spalla, verso la segreteria con la tristezza in viso.

***

Seconda ora di lezione: storia. Sono all'ultimo banco emarginata dalla classe che parla nonostante il professore stia spiegando, da ben cinquantacinque minuti. Mancano solo cinque minuti e vedrò Luke, e mi sto chiaramente agitando. Sono abbastanza brava in educazione fisica, ma non sono il tipo da pantaloncini stretti che si mostra. Semplicemente non ce la faccio. Il suono della campanella rimbomba nelle mura della scuola, e quando tutti sono usciti, io sono ancora qui a disegnare. Ripongo delicatamente le matite nell'astuccio, e quest'ultimo nello zaino, mettendolo in una spalla sola e camminando verso l'uscita con dei libri tra le mani. Nei corridoi credo di esser l'unica a non avere qualcuno con cui parlare, ma mi ci abituerò. Improvvisamente mi ritrovo a terra insieme ai miei libri, colpita dall'unica persona che mi vorrebbe morta.

"Oh, quanto mi dispiace" dice pestando le cose cadute a terra, tra cui il ritratto che avevo fatto il giorno prima a Michael. Con la pressione delle scarpe si strappa, e in quel momento mi accorgo degli sguardi su di me e le risate che si sono create tra gli studenti. Raccolgo tutto alzandomi lentamente e osservandolo con odio. Prima che possa pensare, la mia mano finisce sulla sua guancia morbida e bianca, trasformandosi in un colore rosato per la forza messa nella mia azione. Il suo sorrisetto sghembo si trasforma in un cipiglio sorpreso e arrabbiato. I suoi occhi diventano scuri, e due piccole rughe si formano sulla sua fronte. Gli studenti hanno alzato un coro di "ooh" chiaramente stupiti. Credo che nessuno lo abbia mai sfidato. Senza parlare cammino frettolosamente verso la palestra, mostratami da Ashton. Un gruppo di cheerleader sfoggia il suo vestito bianco e giallo, sculettando e parlando. Quando mi guardano, una delle ragazze -suppongo la capo cheerleader- mi lancia un'occhiatina disgustata. Io abbasso lo sguardo e continuo a camminare. Quando arrivo all'entrata degli spogliatoi, sento una leggera pressione sul mio polso, e mi giro.

"Hey Calum!" Sorrido, o almeno ci provo.

"Ciao Faith! Tutto bene?"

"Abbastanza-" vengo bloccata dalla sua voce roca. Ogni volta che lo vedo, mi duole il cuore. Non solo perché gli assomiglia tremendamente, ma perché è semplicemente uno dei ragazzi più belli che abbia visto. Ma...come si dice? Bello ma stupido? Questo è il suo caso, e io non devo intromettermi, non devo aggiustarlo. Perché lui in fin dei conti non ha intenzione di riparare me.

"Non farlo mai più." Si avvicina paurosamente minaccioso, puntando le sue iridi nelle mie. Io non gli risponderò, non ho una risposta.

"Cosa è successo?" Si intromette Calum che, fino ad ora, è stato lì fermo ad osservare la piccola scena.

"Oh nulla," decido di sfidarlo ancora "ho solo sfidato il tuo caro amico qui davanti..." mi avvicino a lui osservandolo disgustata e appena la sua mano tocca la mia guancia sinistra, brividi e brividi percorrono la mia spina dorsale. I miei piedi non riescono a muoversi, sono sempre più rigida mentre accarezza la mia guancia sorridendo divertito. Spalanco gli occhi alle sue parole.

"Cara Fefi, non sai in che guaio ti stai cacciando..." dice. Stringo il suo polso allontanandolo dal mio viso e lo squadro prima di parlare.

"Non chiamarmi così." Era il suo modo di chiamarmi.

"Ragazzi basta, dai. Smettetela." Aggiunge Calum allontanando il mio corpo dal suo, e di conseguenza i nostri sguardi.

"Mi dispiace per te. Non è bello essere isolati."

"Se vuoi un altro schiaffo, continua pure a parlare. Alla mia mano è piaciuta la tua guancia" rispondo a tono. Lui però non lo fa, andando verso lo spogliatoio maschile. Lo faccio anche io -andando ovviamente in quello femminile- salutando Calum con un semplice sorriso. Non c'è ancora nessuno, per me è una cosa positiva. Apro il primo armadietto che ho davanti, e trovo dei vestiti. Li prendo posandoli sulla panchina, e metto il mio zaino a terra. Un completo per fare sport composto da una semplice maglia bianca e dei pantaloncini gialli. 'Non indosserò mai una cosa del genere' penso, prima di ripiegarlo e metterlo nel posto in cui prima si trovava. Mentre sto per uscire, la porta si apre, e un gruppo di ragazze entra freneticamente. Io invece esco tranquilla, osservando la palestra. Il professore è seduto su una sedia verde, leggendo un giornalino, e appena mi vede alza il capo per poi salutarmi con un sorriso. È giovane. Molto giovane. Ed è anche carino, avrà si e no venticinque anni.

"Come mai non indossi la tuta? Ne ho messa una in ogni armadietto."

"Non indosso dei pantaloncini per fare palestra, non voglio mostrarmi" balbetto insicura.

"Devi indossare la tuta. È il regolamento. Potrei metterti una nota signorina..." lascia la frase in sospeso non sapendo il mio nome.

"Thompson, Faith Thompson. Non capisco quale sarebbe il motivo per mettermi una nota. È solo una tuta." Alzo le sopracciglia corrugando la fronte, e mi avvicino al professore.

"Il professore qui sono io, e se non vuoi una nota, vai a vestirti" istruisce lui. Preferirei avere una nota sul registro, che farmi vedere da quel verme in pantaloncini. Prima non avevo problemi a mostrare il mio fisico, ma ora si. Dopo lui ho avuto problemi per tutto, e mi accorgo che senza lui sono il nulla, non valgo niente.

"Allora? Cosa aspetti Fefi?" Mi volto al suono della sua voce profonda. Ha le braccia incrociate ed un sorriso più che fastidioso sul viso.

"Non intrometterti" gli dico irritata, ma lui non vuole saperne.

"Tu non mi dici cosa devo fare." Si avvicina. Tutto ad un tratto dimentico la presenza del prof che continua a leggere il giornale osservando a volte la scena.

"Vedremo." Mi allontano guardandolo ancora e -con l'intenzione di farlo innervosire ancor di più- entro di nuovo nello spogliatoio indossando la tuta. Mi osservo le gambe, è da tempo che non le faccio vedere. Continuo a dirmi mentalmente 'Faith devi cambiare. Devi tornare allegra e spensierata'. Ma come farò se come compagno di scuola ho un fallito così simile -e oltretutto affascinante- a lui? È troppo complicato tornare al passato, per quanto mi ci possa impegnare. Sono una matita...è così strano pensare che sia simile ad un essere non vivente, ma è così. Sono una matita che anche se non vuole, si consuma. Prova dolore e non lo da a vedere, perché non può. Diventa sempre più piccola, fino a morire. Tutto si collega alla morte. Ma non a quella fisica, a quella interna.

Ed  posso semplicemente rimanermene qui a guardare come lentamente vado via, perché nessuno vuole salvarmi.

N/A:

"Madò che positività che c'ha sta ragazzapenserete voiOppure vchiederete perché ha fatto tutta quella sceneggiata se la tuta l'ha messa lo stessoBheun altro capitolo che vi fa capire quanto è strana FaithUn pò  lunaticaoltretutto.

Andando oltre il capitoloè inutile scusarsici ho messo una vita per aggiornarema sono giorni particolaridevo anche studiareVoipoinon potete capire il nervosismo che ho orami si è cancellato metà capitoloho dovuto riscriverlo stamattina (scrivo sempre con il cellularenon aggiungendo la parte finaleSisono stata una stronza non scriverlama preferisco aggiungerla nel prossimo capitoloAndando anche oltre questoil capitolo come vi pareVi piaceVi voglio ricordare che potete dire quello che vi parecritiche costruttive non troppo pesantiqualche dubbio che avete anche pubblicitàTutto hahaSe poivolete chiedermi qualcosa del prossimo capitolofatelo nelle recensioni. Ringrazio tutte quelle che stanno seguendo la storia e soprattutto quelle che hanno sempre recensito. E' un pò corto lo so, ma cercherò di farmi perdonare la prossima volta.

Viamuu ❤

  
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