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Autore: Berta__D    22/10/2014    3 recensioni
Il quinto anno di Ginny Weasley è alle porte e lei è seduta al tavolo a fare colazione in una calda giornata d'estate..
"D'improvviso la signora Weasley la guardò e disse con aria frettolosa, mentre ricuciva la tasca di un pantalone “Ah Ginny cara, è arrivato Harry. E' di sopra nella stanza di Fred e George.. penso siano andato a svegliarlo Ron ed Hermione!”
La rossa per poco non rischiò di strozzarsi con il latte, ma per non far accorgere la madre di ciò continuò a bere dalla tazza e annuì restando in silenzio.
Harry era lì, dopo sarebbe salita e l'avrebbe salutato. Gli faceva piacere vederlo, su questo non c'era ombra di dubbio, eppure il fatto che lui piombava improvvisamente in quella casa, da sei anni ormai, la scombussolava sempre. Prima la sua cotta le impediva perfino di aprire bocca in sua presenza, ma dall'anno scorso Ginny Weasley era cambiata: aveva accantonato la sua cotta per Harry Potter."
Questa è la mia prima FanFiction su Harry e Ginny, nata per dar voce a tutti quei momenti che avrei voluto leggere attraverso la saga (non voglio contestare JK eh! Ma sono una sognatrice!).. spero vi piaccia! Buona lettura :)
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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! Nota dell'autrice. Scusate per il ritardo!! Chiedo venia davvero, ma ho studiato tantissimo e non avevo proprio il tempo di aggiornare >.<.. maledetta vita universitaria! In ogni caso.. in questo capitolo Ginny sarà la nostra protagonista e alla fine ho lasciato un piccolo posticino per un pensierino di Harry. Si parla di Quidditch (che io personalmente adoro! :P). Mi raccomando, fatemi sapere se è di vostro gradimento con una bella recensione! Ci stiamo avvicinando al momento più importante del VI libro e spero che questi Missing Moments vi stiano piacendo. Vi auguro una buona lettura! Un bacio grande! :)
 

 


 


# L'amore attraverso il Quidditch...



Erano in ritardo, in netto ritardo e di lui nemmeno l'ombra.
Ginny non poté far a meno di innervosirsi mentre passeggiava negli spogliatoi ricoprendo la distanza tra una parete e l'altra con grandi falcate.
Dove diavolo è finito?! Giuro che se ci fa perdere la partita per un ritardo lo ammazzo!” pensò guardando costantemente la porta della stanza.
Ma niente, neanche l'ombra del loro capitano.
McLaggen si intromise fra i pensieri della rossa con la sua solita voce pomposa ed arrogante sbottando schietto in direzione di tutti i giocatori “Lo sapevo che Potter c'avrebbe causato problemi prima o poi, non è per niente competente come capitano dovremmo sostitu-”
“Taci.” sentenziò acida Ginny con voce abbastanza alta, affinché l'intero gruppo di persone potesse sentirla, arrestandosi di colpo.
“Se no che fai Weasley?!” il ragazzo la guardò divertito, curioso della risposta che gli avrebbe dato.
“Se no ti spedisco in infermeria ancor prima che inizi la partita. Mi hai capito?!” sussurrò lei malefica, fissandolo con gli occhi color nocciola ridotti in fessure.
“AH! Certo, tu che spedisci me in infermeria, magari in un'altra vita Weasley..!”
Ma McLaggen non ebbe il tempo di voltarsi che Ginny gli scagliò contro una fattura, la quale colpì la parete opposta dello spogliatoio, sfiorando appena il suo orecchio. Il ragazzo si voltò di scatto, terrorizzato. Poi si ricompose e deglutendo esordì con una vocina roca e tesa “N-non hai neppure una buona mira..!!!”
“Peccato che io abbia sbagliato di proposito. Cosa c'è te la fai sotto?!” sogghignò lei divertita.
La smorfia di irritazione che ricoprì il volto del ragazzo durò solo alcuni secondi, difatti dopo poco si fiondò veloce su Ginny estraendo la bacchetta.

“Ora basta.” disse Dean calmo, parandosi davanti alla rossa. “Non toccarla.” sussurrò con voce più seria” poi si voltò verso la sua fidanzata: aveva un'aria un po' delusa “E tu datti una calmata! Harry sarà qui a momenti, sono sicuro che ha avuto le sue buone ragioni per ritardare. Non c'è bisogno di reagire così.”

I due avversari si allontanarono l'uno dall'altro, guardandosi ancora con espressioni torve. La ragazza dai capelli ramati si sedette su una panca ed aspettò paziente che il loro capitano arrivasse.
Dopo alcuni minuti guardò Dean intento a parlare con gli altri componenti della squadra e pensò al fatto che era davvero un bravo ragazzo e che le voleva bene. Però talvolta cercava di reprimere le sue reazioni istintive e questo la infastidiva. Lei era fatta così.. non poteva cambiare e sembrava che a Dean non andasse giù quel lato del suo carattere! Sospirò a malincuore pensando che solo Harry riusciva davvero comprenderla e a rilassarla, quando ad esempio le sorrideva o l'abbracciava. “La dovrei finire.. Dean non si merita di essere accantonato così. E tra l'altro oggi Harry mi sta facendo incavolare.. Si strofinò gli occhi e tornò a fissare l'ingresso della tenda dello spogliatoio.

Dopo altri dieci minuti finalmente Harry si unì alla squadra.
Sembrava pensieroso e anche un po' turbato, ma era bellissimo: i capelli neri arruffati, gli occhi verdi profondi e misteriosi, i muscoli che da quell'anno erano diventati più evidenti, la sua aria seria, il suo profumo che si diffondeva nell'ambiente dal momento in cui era entrato … Il cuore le rimbalzò nel petto ad un ritmo incessante. Ma non doveva dimenticarsi che era arrabbiata con lui, anche perché il fatto che fosse infastidita dal suo ritardo risultava l'unica ancora di salvezza alla quale potersi aggrappare per scacciare via quelle bollenti emozioni.

“Dove sei stato?” gli chiese alzandosi in piedi, quando lui iniziò a recuperare i vestiti da Quidditch. Tutta la squadra era vestita e pronta; Coote e Peakes, i battitori, si sbatacchiavano nervosamente le mazze contro le gambe. La rossa si rendeva conto che anche loro erano irritati dalla mancanza di puntualità del loro capitano.

“Ho incontrato Malfoy.” mormorò Harry soltanto verso di lei, infilandosi per la testa la divisa scarlatta.

“E allora?” sbottò la ragazza, poggiando le mani sui fianchi e guardandolo severa.

“E allora volevo sapere come mai lui è su al castello con un paio di ragazze mentre tutti gli altri sono quaggiù...” rispose un po' intimorito, e una volta pronto si fermò a guardarla negli occhi: a Ginny sembrò un bimbo che aspettava di essere sgridato dalla mamma. L'idea la divertì, ma mantenne comunque un certo distacco e continuò a fissarlo accigliata.

“E' importante in questo momento?” chiese, sottolineando il fatto che non fosse rilevante cercare Malfoy proprio quel pomeriggio, non dovevano neppure giocare contro di lui! Bisognava andare in campo, giocare e vincere. Sapeva che Harry ci teneva quanto lei al Quidditch, ma talvolta per la sua curiosità e gli affari nei quali era immischiato accantonava certi doveri che lei non avrebbe mai messo da parte.

“Be', tanto non posso scoprirlo, no?” ribatté lui sorridendole. Afferrò la sua bellissima Firebolt e si aggiustò gli occhiali con aria seria.
Ginny sospirò rendendosi conto di non poter contrastare quelle emozioni: era davvero così bello in divisa e quel modo che aveva di aggiustarsi gli occhiali.. Abbassò gli occhi, sentendosi avvampare le guance.

Harry le alzò il capo con una mano e la guardò di nuovo negli occhi, sta volta con aria molto dolce. Sussurrò un leggero “Scusa..” le diede un leggero pizzico sulla gota e poi urlò agli altri “Andiamo, su!”
Lei trattenne il respiro per un attimo, affinché quelle sensazioni fortissime si placassero. Poi con aria seria e vogliosa di stracciare i Tassorosso si avviò verso l'esterno.
Svelti camminarono sul campo dove l'altra squadra era già in posizione. L'idea che McLaggen fosse il portiere in quella partita innervosiva Ginny indescrivibilmente, ma poiché Ron aveva bevuto l'idromele avvelenato, indirizzato a Silente, offertogli da Lumacorno adesso si trovavano in quella situazione. Tra l'altro se non fosse stato goloso oltremodo e non avesse mangiato i cioccolatini di Romilda Vane per Harry, tutto ciò non sarebbe mai successo. Fortunatamente ora suo fratello era in infermeria e sembrava star bene.
Quando ripensava a quel filtro d'amore da parte di Romilda le viscere le si attorcigliavano: gelosia? Non sapeva definire in modo appropriato quella sensazione, ma forse era un po' infastidita. Durante quell'anno accademico Harry era considerato il ragazzo più interessante della scuola: da sempre colui che è sopravvissuto, ora anche prescelto, dunque l'unico capace di sconfiggere il signore oscuro, ed in più era divenuto bello. Si, era davvero bello. Ginny si rendeva conto che non soltanto ai suoi occhi il moro appariva diverso, più maturo, più seducente; le ragazze lo osservavano quando camminava nei corridoi e non solo per puro interesse nei confronti della sua fama, no. Il ragazzo magrolino dagli occhiali buffamente tondeggianti e troppo grandi per il suo viso era diventato alto, robusto e gli occhi rapivano ormai numerosi cuori. A lei era piaciuto da sempre, da quando l'aveva visto per la prima volta sul binario 9 ¾ e adesso.. era semplicemente perfetto.
La rossa udiva spesso bisbigliare le studentesse in bagno riguardo Harry, ma appena entrava nella stanza loro la squadravano torve e cambiavano subito argomento. Con il tempo aveva compreso il motivo: la detestavano, lei e Hermione. Loro due, e talvolta Luna, erano le uniche amiche con cui il moro discuteva e trascorreva piacevolmente del tempo; anche Cho Chang ormai era acqua passata, da quando si erano allontanati definitivamente infatti Harry non la degnava nemmeno di uno sguardo e la cosa rendeva raggianti tutte le altre spasimanti. Anche a lei non dispiaceva quell'ignorarsi a vicenda: Cho non le era mai stata simpatica, la trovava una classica ragazzina piagnucolona che dimostrava meno della sua vera età.
Ma ora doveva smetterla di pensare a tutte quelle cose e concentrarsi sulla partita e al massimo su come salvare la sua relazione con Dean.
Hermione, Seamus e Neville erano negli spalti e sorridevano felici. Lei e Harry li salutarono con un sorriso.

Il moro strinse la mano del capitano Tassorosso e Madama Bumb fischiò l'inizio della competizione. Tutti scattarono in aria volteggiando veloci verso le loro posizioni, tranne i due cercatori che volarono in circolo esplorando la zona. Ginny osservò velocemente il suo capitano destreggiarsi con la scopa alla ricerca del boccino; era senza dubbio superiore a qualsiasi altra persona del loro secolo nell'arte del volare. Era leggero, agile, veloce, aggraziato e tantissime altre cose che la rossa non avrebbe saputo descrivere a parole. Sta di fatto che tutti lo ammiravano, o invidiavano per la sua bravura.

Lei volò veloce a centro campo e il gioco iniziò a farsi interessante.
Il Tassorosso sembrava più aggressivo del solito, difatti era difficile stargli dietro, ma Ginny diede il massimo per afferrare più occasioni goal possibili.

La cronaca di Luna rendeva l'incontro molto più divertente secondo la rossa “Ecco Smith di Tassorosso con la Pluffa,” la sua voce sognante echeggiò sul campo. “La volta scorsa era lui a fare la cronaca, e Ginny Weasley l'ha travolto, credo apposta... o almeno così pareva. Smith è stato piuttosto insolente con Grifondoro, immagino che se ne penta, adesso che sta giocando contro di loro... Oh, guardate, ha perso la Pluffa, Ginny gliel'ha presa, lei mi piace, è molto carina...”
Infatti Ginny aveva appena strappato la palla a Smith facendogli una linguaccia e ora sfrecciava veloce verso la porta: segnò 10 punti per il Grifondoro. La folla esultò soddisfatta. Le ragazze della squadra le schiacciarono il cinque, mentre i ragazzi le diedero forti pacche sulla schiena per congratularsi “Cercate di non spezzarmi in due!” disse lei divertita. Dean fece un cenno con il capo, il viso sembrava più rilassato di quando avevano discusso negli spogliatoi.
La ragazza cercò Harry con lo sguardo. Stava sfrecciando verso di lei e urlò un veloce “Bravissima!” senza sfiorarla, ma immerse i due smeraldi nei suoi occhi in un attimo che le sembrò lungo una vita, per poi tornare a setacciare il campo.

Più tardi Demelza le lanciò una palla molto importante, ma lei la mancò d'un pelo e l'altra squadra se ne impossessò “Diamine!” sbottò furente, osservando il giocatore con la divisa gialla che sfrecciava verso la porta. Lo inseguì veloce, superandolo per raggiungere gli anelli; era fiancheggiata dalla compagna, che le urlò parole di conforto “Ginny, non preoccuparti! Non è colpa tua, era veloce!” Lei annuì brusca senza aggiungere niente, ma in cuor suo sapeva di aver sbagliato.
Una volta raggiunti i tre anelli sbottò secca “Hey, McLaggen, preparati arriva una possibile rete!”
“Oh, ma guarda Weasley chissà perché arriva questa occasione per i Tassorosso, forse perché tu non te ne sei occupata a dovere!” la apostrofò il portiere con aria vanitosa.
“Adesso taci e concentrati sulla partita!” urlò Ginny cercando di fermare il giocatore che avanzava per segnare.
“Weasley sei un'incompetente, tu, tuo fratello e il nostro capit-” ma Cormac non riuscì a concludere la frase: la pluffa oltrepassò gli anelli, donando 10 punti alla squadra avvesaria. Le urla dei Tassi si fecero sentire chiare dagli spalti.
“Ma sei idiota o cosa?!” sbraitò la rossa avvicinandosi a lui furente.
“Toccava a te controllare questa palla!” urlò lui in risposta
“E magari a te pararla, che dici?!” la voce della rossa si incrinò fortemente, divenendo più roca e profonda.
“Sei una maledetta saput-”

“McLaggen!” sbottò una voce familiare a Ginny, che si voltò veloce verso sinistra. Harry volteggiava a cinque metri da loro; poi veloce si parò dinnanzi al portiere accostandosi alla rossa. “Vuoi stare attento a quello che dovresti fare e lasciare in pace gli altri?” gli chiese con la solita voce calma, che poteva soltanto essere una minaccia: gli occhi verdi erano seri e pieni di collera. Ginny sapeva che il moro non sopportava Cormac e non poteva dargli torto.
Il ragazzo lo guardò male e disse in risposta “Senti chi parla!” allontanandosi verso gli anelli.
Harry sospirò stancamente, scuotendo la testa e poi si voltò verso l'amica con un sorriso “Su tranquilla, vedrai che la prossima volta andrà meglio! Complimenti per la rete di prima, sei stata sensazionale” le poggiò delicatamente una mano sulla schiena e le fece l'occhiolino, dopodiché si allontanò di nuovo su nel cielo alla ricerca del boccino. Ginny lo guardò per un po', ma poi riprese a giocare.

Ci fu un secondo scontro verbale fra McLaggen e Harry e stavolta non andò per nulla bene. Ginny li osservò da lontano: non riuscì ad udire le voci, ma vide che il portiere aveva preso la mazza di un battitore e gli stava mostrando come, secondo lui, bisognasse colpire i bolidi. Harry, sta volta con il volto più spazientito, si stava avvicinando veloce probabilmente per ammonirlo, ma Cormac aveva già colpito la palla che andò diritta in faccia al moro.
“MCLAGGEN!” urlò Ginny furente, sfrecciando verso Harry che cadeva vertiginosamente verso il suolo. Il moro si schiantò sul campo urtando violentemente contro l'erba e numerosi componenti dei Grifondoro si precipitarono verso di lui, compresi Hermione, Neville, Seamus dagli spalti e alcuni giocatori del Tassorosso amici di Harry.
Madama Bumb si avvicinò e decretò veloce a due portantini “Su, svelti, portatelo in infermeria!”

*

Era seduta accanto al letto di Harry e lo guardava preoccupata. Aveva il viso quasi tutto bendato a causa della botta, difatti Madama Chips aveva dichiarato che si trattava di una frattura del cranio, ma non era niente di grave. Ora dormiva tranquillo come un bimbo. Ginny si fece sfuggire un piccolo sorriso mentre lo osservava, ma cercò di reprimerlo velocemente: Harry era steso accanto a suo fratello Ron e Hermione occupava la sedia accanto al suo letto. Non era il caso di intenerirsi.
“Certo che Cormac è proprio un idiota. Non capisco come tu abbia fatto ad uscirci Hermione, davvero.” dichiarò disgustato il rosso, scuotendo il capo con aria di disapprovazione.
“Sono cose che capitano, come tu con Lavanda, o no?” chiese la riccia con aria calma, guardando fuori dalla finestra.
Ron deglutì a fatica ed aggiunse “Già, non mi ricordare quella schizzata..” poi si voltò verso la sorella e le chiese “Quindi come è finita la partita?”
“Ma se hai sentito la cronaca tutto il tempo.” disse Ginny, fissandolo incredula.
“Non mi ricordo mica il risultato esatto!!” sbottò lui spalancando le braccia.
Ma la rossa sapeva benissimo che suo fratello voleva sentire nuovamente il punteggio per ridere della sorte di McLaggen, così decise di accontentarlo. “Trecentoventi a sessanta per i Tassi” disse lei per niente entusiasta dell'esito del match.
“E' un duro colpo per il povero McLaggen,” sghignazzò malefico “penso proprio che lo picchieranno in sala comune.”
“Ron!” esclamo Hermione esterrefatta.
“Cosa c'è, lo difendi dopo quello che ha fatto ad Harry?” chiese lui ad occhi spalancati, indicando l'amico.
“Certo che no,” sussurrò l'amica un po' rossa in viso “è che non voglio che si scateni una rissa di sopra.”
“Io sarei contento..” bofonchiò il rosso, guardandola ogni tanto per vedere la sua reazione; dopo alcuni secondi lei non riuscì più a contenersi e scoppiò a ridere “Glielo darei anche io un bello schiaffo!”
“Ora si che si ragiona!” sorrise Ron felice.
Anche Ginny rise allegra e li osservò accuratamente. Ron aveva lasciato Lavanda e ora i due si stavano riavvicinando; erano davvero una coppia formidabile, perché secondo lei Hermione era perfetta per quell'impacciato di suo fratello. Sperava da sempre che uno dei due si dichiarasse, ma non era ancora successo, eppure sapeva che si amavano dal profondo del cuore.
“Perché mi fissi?!” chiese Ron scrutandola.
“Più ti guardo e più mi chiedo... cosa abbiamo in comune. Guarda come sono bella io e tu invece..” sussurrò lei con espressione disgustata, cercando di non far trapelare i suoi pensieri.
Ron divenne rosso dalla rabbia “Ginny!!”
Hermione si piegò in due dalle risate e la rossa fece una linguaccia al fratello. L'unico che mancava all'appello era Harry. La ragazza era sicura che anche lui si sarebbe divertito a quella battuta, se fosse stato in condizioni migliori.

Dopo alcuni minuti Madama Chips entrò nella stanza “Signor Weasley, dobbiamo fare la puntura.” sentenziò preparando l'ago e la siringa.
Il rosso deglutì impaurito “Miseriacca, proprio adesso?! Odio le punture..”
“Oh, avanti, smettila di frignare e seguimi nell'altra stanza. Vuoi fare l'uomo? Ci sono due signorine qui, non mi dire che sono più coraggiose di te!” esclamò l'infermiera incredula.
“Beh, questo è sicuro.” decretò sincera Ginny.
Lui la guardò male per l'ennesima volta, dopodiché si alzò dal letto un po' a fatica e si avviò dietro la donna per andare nell'altra stanza. “Ci vediamo dopo allora..” sussurrò grattandosi il capo in direzione di Hermione, che reprimeva a fatica le risate.
Lei alzò lo sguardo e gli sorrise dolcemente “Si, vedrai dura un attimo. Io vado a studiare, dopo passo a trovare Harry.”
Lui annuì in risposta e la fissò per qualche secondo rapito, poi si voltò verso Ginny e grugnì un “Ciao.”
“Ciao fratello!” rispose lei ridacchiando.

Una volta che Ron ebbe abbandonato la stanza, Hermione si avvicinò a lei e disse “Penso proprio che tu voglia rimanere un po' da sola, io vado in biblioteca.. lascio Harry in buone mani!” le strizzò l'occhio e si allontanò verso il corridoio.
Ginny la ringraziò mentalmente, rendendosi conto di come l'amica sapeva comprendere le situazioni, in un modo forse unico.
Si voltò verso Harry e osservò il suo viso bendato. Rimase immobile per alcuni minuti, dopodiché si fece coraggio e prese ad accarezzargli la fronte dolcemente. Chiacchierò con lui come se il ragazzo stesse ascoltando, non sapeva bene il motivo, ma solo così si sentiva a suo agio: niente occhi smeraldini che scavavano nel suo cuore e niente sorrisi ammalianti. Ora dormiva placido e lei poteva dirgli quello che voleva.

“Sai ho litigato con Dean, mi ha detto che sono troppo aggressiva con Cormac. Tu non diresti così, ne sono sicura.” sussurrò, passando ad accarezzare le sue guance “Penso che quando ti sveglierai minaccerai di ucciderlo, ma Hermione o Ron placheranno la tua ira.” sorrise divertita, fermando la mano.
Aveva un pensiero in mente, ma non voleva dagli ascolto, no. Se l'avesse fatto avrebbe combinato un guaio, una cosa di cui sicuramente si sarebbe pentita.

Eppure... c'era qualcosa che l'attirava a lui, in modo irresistibile.

Chinò il viso lentamente verso il suo e diede un leggero bacio alle labbra del ragazzo.
Sentì il suo bellissimo e buonissimo odore, che le ricordava il profumo della natura. Sorrise, mentre una bellissima sensazione le invadeva il cuore, riscaldandolo affondo.

Poi udì i passi di Ron e di Madama Chips che tornavano verso l'infermeria; si alzò di scatto e fuggì via, salendo la grande scala che conduceva alla sala comune di Grifondoro.

Non sapeva se aveva fatto la cosa giusta o meno, ma non si era pentita.

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Era incavolato nero. Si era appena svegliato e aveva la testa che pulsava dal dolore, la partita di Quidditch era andata uno schifo e McLaggen era ancora in circolazione vivo e vegeto. “Giuro che lo squalifico almeno.” pensò amareggiato guardando di fronte a sé. Ron gli aveva consigliato di non picchiarlo, poiché era più robusto di lui.
“Ginny è passata a trovarti mentre eri svenuto,” riprese l'amico, con cui stava chiacchierando, dopo una lunga pausa.
L'immaginazione di Harry schizzò a velocità stellare, edificando una scena in cui Ginny, in lacrime sul suo corpo esanime, confessava il profondo sentimento che provava per lui mentre Ron impartiva la sua benedizione... “Ma che diavolo vado a pensare? Non succederà mai..” si disse afflitto, inumidendosi le labbra. Sentì un sapore dolce, come di caramella alla fragola nel momento in cui deglutì. Era piacevole e gli invase dolcemente la gola. “Sembra l'odore di-” ma il suo pensiero si interruppe. Cosa stava insinuando? Che Ginny fosse venuta lì e l'avesse baciato? La botta alla testa lo stava facendo delirare, forse era meglio riposare un po'. Eppure in fondo al suo cuore rimase viva la possibilità che la rossa avesse fatto davvero tutto ciò e che ci tenesse ancora a lui. “Perché io ci tengo a lei, è inutile che continuo a negarlo..” pensò, mentre il cervello ribolliva di immagini di Ginny che volava sulla scopa, che gli sorrideva e che scuoteva i suoi bellissimi capelli ramati... “Non sarò mica..”

“Dice che sei arrivato appena in tempo. Come mai? Sei uscito di qui abbastanza presto.”

“Oh,” fece Harry, intanto che la scena nella sua mente implodeva e i suoi ragionamenti contorti crollavano come castelli di sabbia in balia di un uragano. “beh, ora ti spiego.”

E scacciò di nuovo quel pensiero fisso e quella domanda che gli faceva venire le farfalle nello stomaco. Era innamorato di lei? Non voleva rispondersi, perché temeva di si e temeva di perdere il suo migliore amico.


 


 

  
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