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Autore: FedePluck93    22/10/2014    3 recensioni
Dal prologo:
"L'uomo seduto in corridoio si passò una mano fra i capelli. Impazientito.
Un urlo, o meglio, un vagito. Un sospiro di sollievo scappa dalle labbra del Bambino Sopravvissuto non più tanto bambino ormai. Era padre. Padre per la terza volta!
Qualche minuto dopo stringeva in braccio la sua bambina.
"Lily"mormorò alla bimba che dormiva accoccolata fra le sue braccia. Questa si mosse inquieta. Sorrise.
Piaceva anche a lei quel nome!"
Dal capitolo 6:
"Quando il sangue puro verrà macchiato e il figlio perduto sarà ritrovato, grandi occhi verdi ricolmi di pace porteranno guerra là dove il giovane riposo giace."
Dal capitolo 9:
"-Per favore..- Sussurra e addolcisce lo sguardo. Sento le gambe cedermi ma mi riprendo subito. No!
-Lasciami.- Affermo decisa. Sento la sua mano tremare mentre si stacca dal mio braccio. Mi incammino verso il cortile. La gola è stretta e cerca di aprirsi in un singhiozzo ma io resisto.
Non mi volto, se lo avessi fatto avrei visto James Potter in lacrime per la prima volta."
La nuova generazione accompagnata da qualche nuovo personaggio e da quella vecchia. Tutti indaffarati a cercare di scoprire cosa c'è dietro a strani misteri. Saranno collegati fra loro?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Ancora!



Hogwarts 8 Gennaio, sera.


Sono ancora in piedi davanti alla porta della camera di Emily quando Albus Potter entra ignorandomi bellamente. Seguo il suo sguardo, oserei dire frustrato, ed incontro quello della mora che noto sbiancare leggermente. Fino a pochi minuti fa ero deciso ad andarmene velocemente da quelle quattro mura ma le reazioni della mia compagna di casata mi avevano fatto desistere. Emily si comportava in modo troppo strano ultimamente e per quanto fosse lunatica certi atteggiamenti significavano solo una cosa: problemi. E quei problemi ci stavano trascinando tutti con lei, peccato che nessuno di noi avesse la più pallida idea di dove.
Lo sguardo complice che quei due si scambiavano però, oltre ad infastidirmi, non me la raccontava giusta. Il ragazzo più odiato della scuola sapeva di più. Più di quanto sapessimo tutti noi messi insieme riguardo a lei. 
Il segno di assenso che fece in sua direzione senza dire una parola me lo confermò. Erano complici. Ancora non sapevo in cosa ma lo avrei scoperto!

-Malfoy.- La voce calma di Emily mi distrò dai miei pensieri.
-E' meglio che tu vada ora, ci vediamo domani agli allenamenti.- Mi liquidò senza nemmeno guardarmi in faccia mentre afferrava i fogli che Albus teneva in mano.
Il mio sguardo passò dalla porta a lei diverse volte, indeciso sul da farsi. Inspiegabilemente avevo la sensazione che quella decisione avrebbe cambiato le cose eppure mi stupii nel constatare quanto fu facile per me prenderla.
-Mi dispiace ma..- Dissi dirigendomi verso di loro che si girarono in mia direzione.
-Non ho nessuna intenzione di andarmene.- Affermai deciso sbirciando i fogli che ora erano distesi sul letto. Una parola in particolare attirò la mia attenzione: Nundu!
-Malfoy non ho voglia di giocare con te ora, questo non è il momento..- Stava dicendo intanto Emily, stranamente troppo accondiscendente. 
-State indagando sull'attacco a James! Lo sapevo!- La interrompo mentre una lampadina si accende nella mia testa. Aveva ragione Rose, diverse volte li avevamo beccati insieme a parlava sottovoce nei corridoi, come se nascondessero qualcosa e la mia piccola ficcanaso aveva intuito che, come noi, anche loro stessero cercando delle risposte per l'accaduto. Purtroppo non avevamo scoperto nulla ancora anche se non ci eravamo arresi del tutto, altre cose avevano avuto il sopravvento, come i nostri continui litigi.
-Non sono affari che ti riguardano.- Aveva sbottato il moro mettendosi fra me e le informazioni che aveva trovato e che io tanto agognavo. Sbuffai.
-Senti..- Ripresi io mettendomi davanti alla ragazza.
-Anche io e Rose stiamo indagando. Potrei esservi utile.- Dico pratico. Sono serpi anche loro, come me, riuscirò ad ottenere qualcosa solo se mi dimostro indispensabile o, in qualche modo, utile almeno.
Il fratello minore di James apre bocca per ribattere ma viene anticipato da Emily.
-Non è questo il problema.- Si giustifica mordicchiandosi il labbro per poi sospirare. Mi viene incontro. Fissa i suoi occhi verdi nei miei. Un ciuffo di capelli sguffito alla coda le ricade sul viso morbido, formando una leggere onda.
-Lo dirò una volta sola, sono stanca di perdere tempo.-  Ammette un po' troppo duramente e questo mi ferisce, mentre una fitta al petto mi invade indietreggio incosciamente.
-Non ti coinvolgerò in questa storia. Primo: E' pericoloso!- Dice seriamente confondendomi. Chi è il ragazzo qui?!
-Secondo: Meno persone sono coinvolte più resta segreta la cosa!- Continua e questo mi sembra sensato.
-Terzo: Non voglio che..- Si lascia sfuggire ma non conclude la frase. Anzi mi fissa un attimo.
-Niente. Ora vattene.- Conclude subito dopo voltandosi. Una scossa attraversa la mia schiena, sintomo che i miei nervi sono saltati.
L'afferro per un braccio costringendola a voltarsi.
-So benissimo che questo non è un gioco, non ho bisogno che tu me lo ricordi. Ora ti conviene dirmi ciò che sai perchè se no ti toccherà oblivarmi oppure tornerò a tormentarti ogni volta che ti vedrò. Decidi tu!- La minaccio stringendole ancora il braccio, come a volerla trattenere per costringerla ad ascoltare le mie parole.
-Come osi? Tu.. Brutto..- Albus mi afferra per la maglietta e mi spinge lontano, sto per tirargli un pugno quando la mano della mora si appoggia sulla mia delicatamente sorprendendomi. La fisso e la sua espressione distrutta fa sbollire la mia rabbia. 
Non l'avevo mai vista in questo stato. Si porta una mano alla testa e sospira prima di sedersi sul letto.
-Tutto okay?- Le chiede il moro corrugando la fronte preoccupato. E' strano vederlo affezionato alla ragazza.
-Si Albus. Ti dispiace se me ne occupo da sola? Leggo tutto e domani ne discutiamo insieme, va bene?- Chiede approvazione Emily mentre io sgrano gli occhi. Il modo in cui si relazionano è strano. Hanno una complicità quasi fraterna oserei dire ma non è molto che si frequentano. Per non parlare del fatto che lei lo chiami per nome e chieda il suo assenso.
Lui si limita a lanciarmi un'occhiata furente e dopo aver chinato la testa lascia la stanza in fretta.

-Malfoy.- Richiama la mia attenzione fissando i suoi occhi nei miei.
-Ascoltami e non interrompere.- Dichiara anticipando le mie mosse. Annuisco sedendomi sulla sedia di fronte al letto aspettandomi un discorso lungo.
-Quelli.- Dice indicando i fogli sul letto.
-O Rose!- Conclude spiazzandomi. Stringo gli occhi non capendone il senso mentre la consapevolezza si fa strada dentro di me.
Se voglio sapere devo mentire alla mia ragazza e per quanto io possa essere abile nell'arte della menzogna lei capirebbe che qualcosa non va ed il nostro già fragile rapporto andrebbe in frantumi.
Porto entrambe le mani al volto combatutto non solo dalla curiosità ma anche dal desiderio di aiutare Emily. L'unico con cui si è confidata non è per niente una brava persona e nonostante si preoccupi per lei non credo che questo basti. A lei serve qualcuno che ci tenga davvero per tenerla al sicuro, per ricordarle che non è sola.
Ma è compito mio? Spetta a me proteggerla?
No. Io devo pensare a Rose, è di lei che sono responsabile. Ammetto a me stesso ed una strana sensazione di vuoto mi invade.

Abbasso le mani, sicuro della mia decisione, quando apro gli occhi azzurri Emily non è più seduta di fronte a me, anzi, mi da le spalle mentre sfoglia i pezzi di carta che poco fa erano sul letto. 
Non ha aspettato una risposta. Sapeva già cosa avrei scelto. Che lo abbia fatto apposta?! Credo proprio di si.
Eppure le sue spalle, solitamente perfettamente dritte, ora sono curvate verso il basso, come se portassero un enorme peso, tutta sola.
Allungo una mano verso di lei, vorrei tanto stringerla a me e ripeterle che va tutto bene all'infinito, sperando di convincerla ma la lascio cadere quando il sorriso di Rose riappare fra i miei pensieri.
Mi alzo scostando la sedia ed esco dalla stanza senza voltarmi.
Mi chiudo la porta alle spalle ed appena sposto lo sguardo noto Albus Potter seduto per terra con le spalle appoggiate al muro di fronte a me. Velocemente si alza e senza bussare entra in camera di Emily, non prima di avermi deliberatamente dato una spallata. Sospiro infastidito e mentre mi allontano la sensazione che qualcosa di grave stia accadendo rimane dentro di me.

Noto che si è fatto tardi mentre percorro i corridoi in direzione della torre di grifondoro, l'assenza di persone ne è la conferma. Non riesco a non pensare a quello che è appena accaduto. Infondo potrei coinvolgere anche Rose, così non dovrei dividermi però il fatto che Emily stessa non l'abbia coinvolta mi fa capire che è più pericoloso di quanto sembri. La mora ha sempre coinvolto la rossa nelle sue attività, è la sua migliore amica. Stavolta invece ha optato per una persona al di fuori della sua cerchia, qualcuno a cui non è legata sentimentalmente, anche se la complicità nata fra quei due è palese.
Un'alternativa sarebbe di dire a Rose di mantenere il segreto, peccato che non ne sia capace, con la boccaccia che si ritrova correrebbe da Emily a rimproverarla per essere stata così cocciuta a voler fare tutto da sola senza nemmeno farmi finire.
Sospiro non trovando una soluzione sensata a questo dilemma. 
Intanto, davanti a me, un gruppetto di ritardati si è fermato davanti ad una finestra e fissa l'orizzonte preoccupato.
-Cosa credi che sia?- Si dimanda uno.
-Pensate che centri con tutti questi strani eventi?- Chiede un'altro.
-Ti riferisci alle morti sospette o all'attacco del Nundu?- Si informa l'ultima aggrottando la fronte.
Incuriosito mi affaccio anche io e rimango a bocca aperta.

 
"Quando il sangue puro verrà macchiato e il figlio perduto sarà ritrovato, grandi occhi verdi ricolmi di pace porteranno guerra là dove il giovane riposo giace."

A caratteri cubitali, galleggia nel cielo questa frase. Un brivido freddo attraversa la mia schiena mentre mi gela il sangue nelle vene. 
Una minaccia.
Ecco cos'è. Una minaccia di guerra!

Giro su me stesso e comincio a correre tornando sui miei passi. Pochi secondi dopo busso velocemente alla porta della camera di Emily e senza aspettare risposta la spalanco.
Due paia di occhi increduli mi fissano.
-Venite con me.- Dico tutto d'un fiato ansimando per la forte corsa. Entrambi si guardano ma non si muovono.
-Ora!- Urlo esasperato e, sarà per la mia faccia pallida e matida di sudore o per lo sguardo spaventato, mi seguono in silenzio.
Saliamo le scale in fretta uscendo dai sotterranei e giro nel primo corridoio munito di finestre. Indico il cielo e rivedo la mia reazione sui loro volti. 
Mi concentro su quello di Emily che perde sempre più colore. Nei suoi occhi riesco a leggere il terrore. Poi sviene.
Il suo corpo improvvisamente si lascia andare e con un tonfo tocca il duro pavimento. I suoi capelli scuri, alla luce lunare sembrano avere riflessi rossi. Sul suo viso, leggere lentiggini che non avevo mai notato prima, ricoprono le guancie.


******************


Il gusto amaro del rum rimane piantato in bocca mentre velocemente afferro il bicchierino di succo. La dolcezza della pera mi toglie quella sensazione di nausea che intanto mi aveva pervaso. Un applauso riempe la stanza.
-Yeahhh!! Grande James!- Urla un po' troppo forte Roxenne esaltata.
-Bene, bene, ora tocca a me.- Interviene Lorcan afferrando la bottiglia posizionata in mezzo a noi sul pavimento, facendola girare. Questa si ferma indicando nuovamente me. Sbuffo. 
Seduto in cerchio insieme a Lorcan, Roxenne, Becca e Molly, sto giocando ad uno stupido divertimento babbano. Il gioco della verità o della bottiglia, non mi ricordo, i primi effetti dell'alcol cominciano a sentirsi. In pratica la bottiglia decide la tua sorte, uno ti fa una domanda e se non vuoi rispondere bevi, almeno questo è quello che ho capito io.*
Ti conviene riprenderti perchè qui si mette male bello mio..
Sbuffo al suono della strana vocina nella mia testa mentre cerco di focalizzare la mia attenzione su quello che accade intorno a me.
La bottiglia si è fermata davanti a Molly che mi guarda come volesse mangiarmi, non in senso negativo.
-Devi baciare la persona che ti piace di più in questa stanza.- Dichiara alzando il mento fiera. Istintivamente guardo Becca, la quale però è voltata verso Roxenne che continua a barcollare ubriaca e non nota il mio sguardo, fortunatamente.
La cosa però non è sfuggita alla mora che mi ha posto la domanda che indignata mi lancia uno sguardo assassino.
Prendo un'altro bicchiere di rum e lo butto giù in gola seguito subito da quello di succo. Non faccio una piega anche se lentamente la vista mi si offusca. Infondo alcol babbano e magico non hanno molta differenza ed io sono sempre stato bravo a reggerlo.
Un po' confuso non mi accorgo subito di Molly che, spingendo bottiglia e bicchieri si è lanciata sopra di me ed ora la sua lingua è nella mia bocca. Sento le sue mani tirarmi i capelli e mi faccio indietro senza convinzione. Forse non sono la spugna che credevo.
Sentendosi rifiutata si alza di scatto e velocemente esce dalla mia stanza sbattendosi dietro la porta. Piego le labbra in una smorfia disgustata mentre mi pulisco con la manica della maglia.
Non dovresti sputare nel piatto in cui hai mangiato!
Mi porto una mano fra i capelli, nervoso, prima di alzare lo sguardo verso ciò che mi spaventa, ovvero la bionda seduta di fronte a me. 
Becca mi sta fissando immobile, nei suoi occhi mille emozioni. 
-Bhè! Mi sa proprio che la festa è finita!- Afferma il mio compagno di stanza prima di prendere, una poco sobria, Roxenne in braccio ed avviarsi verso la porta. Si ferma di colpo, come memore di qualcosa e si gira prendendo l'ultima bottiglia di rum ancora mezza piena, il suo movimento però viene anticipato dalla mano pallida della serpeverde che afferra l'oggetto di vetro portandoselo alla bocca e cominciando a bere di rigore.
Spalanco gli occhi mentre sento Lorcan ridere e poi il rumore del legno sbattere. 
Mi fiondo in avanti togliendole la bottiglia di colpo, facendogli versare diverso contenuto di questa sulla camicia. Lei mi guarda in cagnesco e allungando un braccio cerca di riappropirsi del suo tesoro perduto. Mi faccio indietro nascondendo alle mie spalle il rum.
-Che diavolo ti salta in mente?!- Sbotto impazientito dal suo comportamento. Poco prima con un solo bicchiere si stava strozzando, per non parlare delle guancie rosse che non avevano accennato ad attenuarsi nonostante il tempo passato.
Ora Becca stava tossendo visibilemente infatti. Preoccupato le passo il succo alla pera e lei cerca di berlo, piano piano. L'aiuto mettendole una mano dietro la schiena mentre a poco a poco si calma. Prende un respiro profondo e si asciuga le lacrime agli occhi che le sono venute causa i troppi colpi di tosse. 
-Va meglio?- Le chiedo avvicinando il mio viso al suo. Nonostante la vista non nitidissima riesco a leggere lo stupore e la delusione nei suoi occhi.
Si allontana velocemente da me, come fosse scottata e una scarica mi colpisce facendomi tremare. 
Wow.. questo fa male..
-Io.. Si.. Si.. Sto bene.- Formula malamente una frase toccandosi la gola, senza guardarmi.
-Becca..- Sussurro alzando una mano verso di lei. Stavolta non si scosta allora le afferro delicatamente una ciocca di capelli. La loro morbidezza mi fa venire la pelle d'oca. Sposto la mia mano alla sua guancia e le accarezzo uno zigomo mentre il fiato mi muore in gola. Scorro fino al collo senza emettere un suono, per timore che interrompa quell'attimo. Lei non si muove, immobile ha chiuso gli occhi.
Seduti ancora per terra, a pochi centimetri di distanza restiamo così per interminabili attimi che ci vengono rubati troppo presto.
Un rumore al di là della porta, proveniente dal corridoio ci interrompe. 
Spalanca i suoi occhioni azzurri spaventata e rapidamente si alza sistemandosi la gonna. 
Sospiro mentre ritiro la mia mano alzata a mezz'aria quando vedo un foglio cadere dalla tasca della sua gonna e toccare delicatamente terra ad un paio di centimetri dalla mia mano. 
Lo afferro e mentre lo porgo alla proprietaria un nome attira la mia attenzione. Riporto improvvisamente il foglio verso di me e lo apro.
-James!- Ignoro le protesta di Becca che non è stata abbastanza veloce per strapparmelo di mano.



Ti aspetto domani alle 19 dove ci siamo incontrati oggi. 

Con affetto Michael F.**




-Bastardo!- Esclamo mentre la rabbia mi acceca. Accartoccio il pezzo di carta che ho in mano e mi dirigo alla porta.
Quasi non vedo la figura minuta che mi si para davanti bloccandomi l'uscita.
-Togliti!- Dico sottovoce senza guardarla mentre tremo adirato. Tutto quello a cui riesco a pensare è come uccidere quel fottuto bastardo di Finnigan.
Non lo sento nemmeno, tanto è l'alcol che ho in circolo, o forse è l'adrenalina. Eppure vedo la mano ancora alzata di Becca e comincio a provare un leggero bruciore alla guancia. Inclino la testa di lato tastando la parte lesa. Mi ha schiaffeggiato, di nuovo. 
Porto i miei occhi nei suoi arrabbiato e confuso e prima di scorgere l'azzurro cielo vedo il mare. I suoi occhi sempre così pieni di vita e fieri sono lucidi. Le lacrime premono per uscire ma non le lascia andare. La vedo tremare di colpo e non riuscendo a sostenere il mio sguardo, abbassa il suo.
Passo una mano fra i capelli nervoso. La rabbia è scemata ed al suo posto l'ansia ha preso il sopravvento. I pugni ancora serrati e tremanti vicino ai fianchi. La mascella serrata. I miei occhi puntati su di lei mentre aspetto l'inevitabile. 
Stavolta ho esagerato. Lo so. L'ho sempre saputo eppure è più forte di me. Lei.. lei è mia.
-Mi dispiace..- Sussurro dopo quella che mi sembra un'eternità invece di pochi secondi. Lei continua a tremare ma non alza lo sguardo.
-E' troppo tardi per le scuse.- Dichiara ed un ronzio sordo si impadronisce del mio petto. Come la calma prima della tempesta. Inconsciamente so che questo è solo l'inizio. 
-Mi hai spezzato il cuore.- Continua infatti lei mentre un dolore lancinante allo stomaco mi invade, se mi avesse lanciato una cruciatus avrebbe fatto meno male.
E dentro di me spero che non continui, ho sempre temuto questo momento e l'alcol è nemico dei sentimenti repressi.
Non so come, ne perchè, la mia mano si muove afferrandogli il bordo della giacca, come a volerla trattenere. 
-Smettila di tenermi per la cintura, tirandomi ogni volta che accenno un passo, se tu nemmeno guardi dalla mia parte.***- Mi attacca esasperata, continuando a fissare per terra, eppure non si scosta al mio tocco.
-Hai sempre cercato di farmi sentire come se stessi in una lista d'attesa 
ma stavolta è diverso, io non sono nata per aspettarti.- Afferma sconsolata ed indietreggia arrivando con le spalle alla porta e sfuggendo da me. La sento prendere un respiro profondo.
-Magari è meglio stare un po lontani , considerando che.. Non siamo mai stati poi cosi vicini.- Conclude con voce roca zoppicando fra le parole. Come se fosse la scelta più difficile da fare, come se fosse la cosa giusta che non vuoi ammettere. Perchè è più facile fingere che non ci importi che guardare sinceramente negli occhi chi ci ha ferito.
E io rimango lì, immobile, senza fiato, mentre lei tremante apre la porta. 
Non muovo un muscolo quando si ferma sulla soglia, sperando che io la fermi.
Non sbatto le palpebre al suono del legno che sbatte. Rimango lì per non so quanto. 
Solo un dolore sordo a farmi compagnia. Un dolore straziante e silenzioso. Come una malattia che ti divora dentro piano piano, prima docile, senza farsi sentire, come se fosse un ospite gradito non fa pesare la sua presenza. Ma quel giorno arriverà, arriva sempre e non si è mai preparati. Perchè puoi passare anni ad allenarti ad attutire quel momento, convincerti anche che ce la farai, che sopravviverai, eppure quando arriva niente riuscirà a salvarti.
Perchè in fondo, come puoi sopravvivere a te stesso?!
Si perchè sono io la causa di tutto. Sapevo che lei mi amava, che mi ha sempre amato, anche quando lo ha negato persino a se stessa. I suoi occhioni blu non fanno altro che ulrare silenziosi "Amami". 
Ma non ci sono riuscito. 
Mi accascio lentamente a terra, in ginocchio.
Non sono riuscito ad amarla come realmente si merita. 
Una lacrima riga il mio viso solitaria.
Tutto quello che volevo era solo vederla sorridere.
-Mi dispiace.-



Una strana sensazione di disagio mi sveglia. Il paviemento duro fa male alle ossa. Apro gli occhi lentamente e la luce del mattino mi acceca mentre un violento mal di testa mi assale. Ancora confuso mi avvio verso il bagno grattandomi la testa. 
Mi butto sotto la doccia cercando di riodinare le idee quando con un flash tutto riappare nitido. Becca, le sue parole, i suoi occhi imploranti ed io, che non faccio nulla, come al solito. 
Mi precipito fuori quasi senza asciugarmi ed infilandomi le prime cose che trovo. Corro giù per le scale, saltando i gradini, inciampando e rischiando di rompermi l'osso del collo diverse volte ma non mi importa. Arrivo davanti all'arco che conduce nel dormitorio serpeverde proprio mentre qualcuno ne esce ed entro spintonando diverse serpi. Quando arrivo di fronte alla sua porta non mi fermo a pensare, non voglio che la paura mi blocchi, non questa volta!
Busso tenacemente impaziente. Una testa bionda mi apre e rimango deluso, non è lei. Non è nella sua stanza. Le lezioni non sono ancora iniziate, dove potrebbe essere?! 
Pensa James, pensa!! 
Mi volto tornando sui miei passi più velocemente di prima, mentre il fiato corto minaccia la mia corsa ma lo ignoro. Io so dov'è, solo io posso saperlo.
Un sorriso lieve si fa spazio fra le mie labbra.
Attraverso il portone e corro fuori vestito troppo leggero e con i capelli ancora bagnati. Ma non mi importa. Nulla è più importante.
Corro attraverso il prato, dritto fra gli alberi, sorpasso le roccie ed eccola. In piedi vicino alla riva, come la prima volta che l'ho vista davvero. Così fragile e perfetta.
I capelli biondi, leggermente mossi, ondeggiano leggeri spostati dal vento. 
Mi fermo a fissarla, troppo bella da non dover essere ammirata.
Mi riscuoto prima di perdere la sicurezza improvvisa e sicuramente temporanea. Riprendo la mia corsa verso di lei, come se fosse spontanea, come se fosse la cosa più normale al mondo, come se lo avessi sempre fatto.
I miei passi la fanno voltare verso di me e quando arrivo di fronte a lei ed i suoi occhi mi guardano sorpresi e meravigliati capisco che niente può fermarmi, ne la mia paura, le mie insicurezze, la mia autostima, nemmeno lei.

Le prendo il viso fra le mani delicatamente, il contatto con la sua pelle fa accellerare ancora di più il battito del mio cuore. E nemmeno questo riesce a farmarmi, anzi, mi da la spinta finale.
Appoggio le mie labbra sulle sue morbide e fredde, prima debolmente, come a chiederle il permesso, poi con più forza, pretendendo quel contatto da troppo tempo agognato. 
Le mie mani la stringono di più a me mentre la mia pelle viene a contatto con il suo calore ed è come respirare per la prima volta.
Continuo a baciarla con sempre più foga, senza essere invadente ma sperando che lei me lo conceda, perchè Voglio essere invadente, voglio averla, voglio prenderla, voglio distruggerla e farla rinascere fra le mie mani.
Le sue dita fredde sfiorano il mio collo incerte prima di afferrare con vigore i miei capelli e spingersi ancora di più contro di me. 
Socchiude la bocca ed io colgo l'occasione per averla, per farla mia davvero e sono io a morire invece.

Costretto a riprendere fiato mi allontano per un secondo e l'esigenza di guardarla è troppa, apro gli occhi e vedo i suoi scrutarmi prima di riavvicinare le sue labbra alle mie.
Il suo respiro caldo sul mio viso accompagna una semplice parola: Ancora!



***********

Seduta davanti al lettino dell'infermieria sospiro preoccupata. Emily, sdraiata su di esso, dorme ormai da tre giorni. La preside McGrannit ha deciso di trasferirla al San Mungo questo pomeriggio. Non riescono a capire perchè non si sveglia. Ci hanno ripetuto incessantemente fino a ieri che stava solo dormendo, che poteva essere semplicemente crollata dal troppo sforzo. Niente di più.
Pensavamo che fossero a conoscenza di altro ma che non volessero coinvolgerci invece ci sbagliavamo, anche loro barcollano nel buio.
-Ei!- La voce di mio cugino James mi arriva alle spalle. Mi volto sforzando un sorriso.
-Novità?- Chiedo informazioni su Becca.
-E' partita ieri sera. Ha detto che tornerà prima del trasferimento.- Conclude aggrottando le sopracciglia. Il padre delle due ragazze è irrintracciabile. Partito per non so quale viaggio di lavoro non è stato possibile comunicargli la situazione della figlia maggiore, così Rebecca è tornata a casa.
Questa cosa mi sembra incredibile. Un padre che non lascia un recapito in caso di emergenza. Ho sempre saputo che è stato assente nella vita delle ragazze ma non pensavo fino a questo punto.
-Non penso che lo troverà comunque.- Riprende poco dopo sedendosi di fianco a me ed osservando la nostra amica incosciente.
-Perchè ne sei così sicuro?- Chiedo incuriosita mentre porto una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
-Ultimamente io e Becca parliamo spesso, mi ha raccontato diverse cose sulla sua famiglia. Non era solo un padre assente, se riusciva a vederlo un paio di volte all'anno era tanto.- Continua sotto il mio sguardo shoccato.
-Per Natale non le ha nemmeno mandato un gufo.- Afferma scuotendo la testa amareggiato. La bionda aveva passato le vacanze da noi alla Tana ma dalla troppa confusione non mi sono resa conto di quel particolare.
-Ora capisco meglio l'atteggiamento materno di Emily nei suoi confronti.- Dichiaro scoprendo di più sulla mia migliore amica. James annuisce.
-Scorp?- Chiede subito dopo e sono certa di aver perso colore al viso, fortunatamente non mi osserva mentre parla.
-E' un po' che non lo vedo in giro.- Dice guardandosi intorno, come se potesse sbucare da un momento all'altro.
-Sarà in camera di Emily.- Sbuffo contrariata all'idea.
-Ancora?- Insiste James fissandomi in modo strano. Sospiro.
-E' convinto che lo stato di Emily e la scritta dell'altra notte siano collegati agli incidenti accaduti qui nel castello. E crede che troverà qualcosa nella sua camera.- Spiego il suo comportamento quasi giustificandolo anche se in realtà non lo capisco per niente.
-Quando si sveglia come minimo lo uccide.- Ghigna mio cugino facendomi l'occhiolino e un sorriso leggero mi sfugge. E' impossibile resistergli. 

Diverse ore dopo siamo tutti raggruppati nell'infermeria mentre un gruppo di medimaghi arriva per portare via Emily. Un nodo in gola mi impedisce di parlare.
James al mio fianco muove frenicamente il capo alla ricerca della sua bionda di cui non si hanno notizie e spontaneamente mi volto anche io cercando il mio di biondo. Un brivido percorre la mia schiena al suo pensiero ma niente, nessuna traccia del serpeverde.
Lorcan, Roxanne, Hugo e Cris alle mie spalle restano in silenzio.
Subito dietro i dottori entrano la preside seguita dalla Professoressa Metter**** e da mio zio Harry.
-Papà?- Chiede James stupito. Il capo Auror si avvicina a noi.
-La McGrannit mi ha chiesto di presediare come adulto responsabile, visto che la vostra amica è minorenne e nessuno si è fatto avanti per lei.- Ci spiega infastidito dalla mancanza di decenza del padre della ragazza.

-E' tutto pronto.- La voce della preside ci chiama permettendoci di salutare la mora. Uno ad uno gli altri si avvicinano, chi scherzando e chi seriamente le augurano di riprendersi presto e di tornare a tormentare le nostre vite, rimango solo io. Si voltano a guardarmi ma io non mi muovo.
-Rosie..- Mi richiama Roxy ma le faccio segno di no con la testa. Non saluterò la mia migliore amica come se non dovessi più rivederla. Non ci penso nemmeno!
-D'accordo andiamo.- Mi salva mio zio.
-Aspettate!- La voce di Scorpius li ferma. Irrompe nell'infermeria con in mano un grosso diario, seguito da mio cugino Albus. 
-Noi veniamo con voi!- Esclama arrivato davanti a noi, ancora col fiatone. Non mi guarda nemmeno.
-Non dite sciocchezze.- Afferma la Metter che era rimasta in silenzio fino a quel momento.
-Papà.- Albus richiama suo padre e questo lo fissa aggrottando le sopracciglia. Il ragazzo annuisce rispondendo ad una domanda inespressa.
-Ci penso io a loro, non preoccupatevi.- Si prende la responsabilità appoggiando una mano sulle loro spalle per smaterializzarsi.
Gli occhi di Scorpius incontrano i miei un istante prima che scompaiano. 
Che significa?

Siamo rimasti solo noi sei nell'infermeria più la preside che si congeda. 
-Professoressa!- La chiama James mentre usciamo. Gli altri ci guardano e si incamminano mentre io lo aspetto in disparte. La donna si è fermata e lui le va in contro.
-Volevo sapere se ha notizie di Rebecca.- Le chiede preoccupato. 
-Ha preso una passaporta per Hogusmade circa un'ora fa. Dovrebbe essere qui a momenti.- Dice sorridendo leggermente prima di allontanarsi dentro il suo mantello nero.
James torna verso di me velocemente.
-Vado a vedere se è in sala comune.- Afferma e fa per andarsene poi notando che non mi sono mossa di un millimetro si volta.
-Non vieni?- Chiede stupito ed io mi sorprendo per l'invito, sia Emily che Scorpius mi hanno sempre esclusa dai loro affari, non sono abituata ad essere coinvolta ma lo seguo ugualmente.
Dentro di me vari sentimenti si accavallano. Preoccupazione, insicurezza, ansia, curiosità. E' frustrante essere ignoranti. 

Varchiamo la soglia Serpeverde ma della bionda nessuna traccia. Saliamo verso i dormitori e bussiamo alla porta della sua camera. Niente. 
Ci sono gli allenamenti di Quidditch a cui solitamente la sua compagnia di stanza partecipa in questo momento, perciò la stanza è vuota.
Apro la maniglia e spingo la porta lentamente. Mi affaccio all'interno e vedo Becca seduta sul suo letto, immobile. Istintivamente mi affretto a raggiungerla preoccupata seguita da James che le mette le mani intorno al viso costringendola a guardarlo negli occhi.
Quel gesto così intimo mi fa capire che finalmente la loro relazione è cambiata. Vorrei esserne contenta ma la faccia pallida della mia amica non me lo permette. Nonostante la preoccupazione per la sorella maggiore, ieri non era in questo stato. Indossa ancora la giacca, deve essere appena arrivata.
-Che succede? Non stai bene?- La riempi di domande James mentre le accarezza le guancie. Io mi siedo accanto a lei.
-Becca?- La chiamo prendendole una mano e stringendola più forte che posso. Lei ricambia la stretta e si piega in avanti lasciando un bacio leggero sulle labbra di James che arrossisce alla sua spavalderia. Un lieve sorriso affiora sul mio viso.
Fa un respiro profondo e sembra riprendersi.
-Sto bene. Ho solo trovato qualcosa.- Dichiara e dal suo tono direi che "solo" non appartiene a quella frase. Mio cugino prende una sedia e si accomoda davanti a lei mentre Becca prende dei fogli appoggiati sul comodino. 
-Quando sono arrivata a casa ieri sera non c'era nessuno, nemmno gli elfi domestici. Un deserto. Ho pensato fosse strano ma infondo era tardi e potevano anche essere tutti a letto. Ho cercato mio padre senza successo per più di un'ora, essendo quella casa immensa. Stamattina ho girovagato ancora alla ricerca di qualcuno inutilmente. Sono passata davanti alla porta dell'ufficio di mio padre e stranamente era aperta. Per noi è severamente vietato entrarci se non invitate, io per esempio non ci ho mai messo piede, solo Emily a volte. La serrattura è sempre chiusa magicamente. Anche ieri sera lo era. Invece stamane, con la mia sola presenza nello stabilimento, la porta era socchiusa. La tentazione era troppa e poi solo lì avrei trovato delle informazioni su dove si trova nostro padre e come rintracciarlo.- Stava parlando a raffica, quasi senza prendere fiato, come se avesse paura che se non avesse parlato in fretta avrebbe potuto dimenticare.
-Ho varcato la soglia e mi sono diretta alla scrivania. C'erano diversi fogli su di essa che parlavano di magia instabile nel corpo dei bambini e cose simili, ovviamente le ho collegate a mia sorella.- Continua mostrandoci quei fogli che a quanto pare ha portato con se.
-Ho iniziato ad aprire tutti i cassetti, frugando come un ladro senza mettere troppo in disordine, finchè non ne ho trovato uno chiuso. Ho provato con la bacchetta ma non si sbloccava. Poi ho notato un piccolo riquadro su di un angolo. Raffigurava una costellazione: Cassiopea. Il secondo nome di Emily. Inconsciamente l'ho detto a voce alta ed ho sentito un "clack" ed il cassetto si è aperto.- Racconta nei minimi dettagli e fa una pausa.
-E cosa hai trovato?- La sprona James incuriosito e preoccupato.
-Questi!- Dice porgendoci gli ultimi quattro fogli che teneva in mano. 
Facciamo scorrere velocemente il primo, che è un semplice attestato di nascita:

 
 Emily Cassiopea Star nata il 29 Giugno 2006 al San Mungo, Londra

Ma rimaniamo confusi sul resto.
Troppe scritte e paroloni importanti. Il secondo parla di morte prematura, depressione post parto, suicidio. Non riesco a seguire bene il filo ed allora passo al terzo sperando di capirci di più. Questo cita:

 
Natalie Effie Star deceduta il 29 Luglio 2006 all'età di ventotto anni.

Sbianco intuendo chi è questa donna. La madre di Emily. Ero a conoscenza del fatto che fosse venuta a mancare molti anni fa ma i calcoli non quadrano. Se è morta nel 2006 come fa Becca a..
Alzo il mio sguardo su di lei a bocca aperta.

-Sono stata adottata, si.- Risponde alle mie domande mentali togliendo ogni dubbio. Vorrei abbracciarla, non deve essere una situazione bellissima ma lei non fa una piega mentre lo dice. Probabilmente deve esserne a conoscenza da tanto e la cosa non le pesa. Sono rincuorata almeno da questo. 
Mi volto di nuovo verso James che tiene in mano i fogli e lo vedo sbiancare mentre indurisce la mascella. Istintivamente porto lo sguardo sull'ultimo di essi e dopo una prima lettura scuoto la testa stranita. Con la fretta ho letto male. Rileggo più lentamente ma le parole non cambiano. Il battito del mio cuore rimbonba nelle mie orecchie mentre non capisco cosa mi trovo davanti.

Una semplice pergamena ingiallita dagli anni, in alto a destra il simbolo di autentificazione dell'ospedale seguito da quello del Ministero. Al centro poche parole:
 Emily Cassiopea Star deceduta il 29 Giugno 2006.




 





*Ovviamente non è esattamente uguale al gioco della bottiglia, sono maghi e tendono a non sapere molto su noi babbani!

**Michael Finnigan: Battitore Grifondoro, ha una cotta per Becca e gli ha già chiesto di uscire ma è stato rifiutato. ved cap.11.9_Per favore..

***Questa frase l'ho presa da internet, non so di chi sia, mi piaceva troppo e l'ho inserita.


****Metter, professoressa di pozioni, responsabile serpeverde. 





 



Spazio Autrice

Eccoci qui finalmente! Che ne dite?

Questo capitolo è pieno di emozioni e colpi di scena. Per primo il tanto atteso BACIO! Ovviamente ha dato il nome al capitolo. 
Vi ha soddisfatto? 
Ve lo immaginavate così? 
Ma soprattutto vi aspettavate che fosse dal punto di vista di James?! 
Non so come mi sia venuta questa malsana idea però mi è piaciuta e credo che sia anche venuta abbastanza bene. 

Con Scorpius si ripetono sempre le stesse cose, lo so. Chiedo venia ma quel ragazzo fa disperare anche me. Sembre indeciso agisce solo quando segue l'istinto, infondo è una serpe.
Cosa pensate che accadrà ora fra lui e la dolce Rose? Sembra esserci tensione nel loro rapporto, lui però continua a scegliere lei nonostante tutto. 

Emily ha avuto delle rivelazioni piuttosto shoccanti nel capitolo precedente. Chissà di cosa parlano quei fogli che Albus le ha portato. Dalla sua faccia sembra aver scoperto qualcosa.
La profezia che si fa viva finalmente e lei sviene non riuscendo più a risvegliarsi. 
Noi sappiamo benissimo chi è collegato a cosa, quindi vi chiedo: Cosa pensate stia accadendo? 
Ormai i presupposti per capire il grande mistero ci sono. 
Sapete CHI, COME e PERCHE'. 

Ora cosa volete di più!?!? 

Ringrazio tutti voi silenziosi che mi seguite, i pochi che lasciano una recensione e le ragazze che continuano a sostenermi. Non faccio più i vostri nomi, lo sapete! ;)

A presto!

  
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