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Autore: Shadowgirl_97    23/10/2014    1 recensioni
Se Bella, nel periodo in cui Edward non c’è, avesse scoperto di non essere una semplice umana, ma di essere il nemico giurato di colui che credeva il suo grande amore? E se avesse aspettato Jake per tuffarsi e di conseguenza Alice non avesse avuto la visione? Che cosa sarebbe successo? Io ho provato a rispondere a queste domande trasportando su carta lo strano sogno avuto una notte.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1° capitolo
Pov Bella
Ero di ronda con Seth quando sentimmo odore di vampiri e delle voci arrivare dalla radura poco distante da noi, subito Seth mi si avvicinò per sapere cosa fare ed io gli appoggiai una mano sulla spalla, era così che le cacciatrici comunicavano con i lupi, grazie al tocco delle mani.
-Bella non riconosco le scie siamo soli mentre loro sono sei che facciamo? Se ci avessero sentito?-
-tranquillo Seth, ho riconosciuto le scie non ci faranno del male-
-cosa vuoi dire?... non saranno mica…?-
-sì sono loro… i Cullen-
Non potevo crederci dopo cinque lunghi anni erano di nuovo qui, la curiosità prese il sopravvento e, grazie alla mia velocità pari a quella dei vampiri, fui subito ai margini della radura e Seth mi seguì.
Quando li vidi, mi sembrò di tornare indietro nel tempo a quella sera di sei anni fa quando lui mi portò a vedere la sua famiglia giocare a baseball. Ed eccoli lì esattamente come sei anni fa a giocare con i tuoni in sottofondo, feci un passo in avanti entrando nella radura, mentre Seth mi seguiva come un’ombra, e in quel preciso momento loro si bloccarono come sei statue eteree in quella meravigliosa radura. Dentro di me provavo odio, per la sofferenza che mi aveva causato la loro partenza improvvisa, ma allo stesso tempo provavo gioia per avere di nuovo la mia famiglia con me.
-ciao- dissi
-Bella sei…sei veramente tu?- mi chiese Esme
-sì, sono io- risposi
Lei fece qualche passo in avanti con le braccia aperte come per venire ad abbracciarmi ma Seth fu più veloce di lei mettendosi di fronte a me. Io lo tranquillizzai posandogli una mano sul muso.
-tranquillo Seth va tutto bene loro non mi faranno del male-
-Bella tu sei l’imprinting di Jake nonché la cacciatrice è mio dovere proteggerti-
-capisco il tuo punto di vista ma non devi difendermi da loro, non c’è né bisogno-
-sei sicura?-
-sì-
Detto ciò lo oltrepassai e andai ad abbracciare Esme e poi Carlisle, che erano uno più sconvolto dell’altra.
-Bella posso sapere che ci fai in compagnia di un licantropo?- chiese Emmett, che consideravo ancora il mio fratellone.
-anch’io ti voglio tanto bene Emmett, Seth è un amico, ed io sono ancora arrabbiata con voi per essere partiti senza salutare perciò non parlarmi con quell’aria di sufficienza- gli dissi con il sorriso sulle labbra.
-scusa sorellina mi dispiace un sacco- mi disse abbracciandomi.
-Emmett sei pregato di lasciarmi tutta intera, grazie- dissi ridendo e sentii un basso ringhio molto familiare provenire dalle mie spalle, Jake era arrivato.
Quando Emmett mi rimise giù fece qualche passo indietro ed io mi girai pronta ad affrontare mio marito.
-Seth torna a casa- dissi, lui si girò e sparì nella foresta mentre Jake mi si avvicinava e poggiava il suo muso sulla mia spalla per permettermi di toccarlo.
-ciao amore-
-hai la più pallida idea di come mi sia sentito quando mi sono trasformato e ti ho visto tra le braccia di quel succhiasangue attraverso gli occhi di Seth?-
-è stata una sorpresa anche per me trovarli qui, non sapevo che fossero tornati, e poi lo sai che loro non mi farebbero mai del male. Dalla morte di Charlie loro sono l’unica famiglia che ho-
-già una famiglia che ti ha abbandonato senza una motivazione-
-già e quella motivazione la voglio sapere qui è ora-
Dopo il breve scambio di battute con Jake mi girai verso coloro che consideravo la mia famiglia adottiva e che mi avevano abbandonato pronta ad esigere delle spiegazioni e, guardando i loro volti, a darne.
-Bella- incominciò Alice –tu come fai a parlare con lui?-
-è una lunga storia… che mi piacerebbe raccontarti ma non qui e non ora. Voi piuttosto mi dovete delle spiegazioni per essere fuggiti così in fretta senza neanche degnarvi di salutarmi… e non provate a rifilarmi la spiegazione che mi ha dato Edward, non credo a una sola parola- dissi sputando fuori tutto il rancore che avevo dentro e Jake mi si fece più vicino come a volermi proteggere.
Fu Esme a parlare –andiamo a casa e parliamo con calma, abbiamo molte cose da raccontarci-
-per te va bene Jake?-
-se è ciò che desideri verrò con te, so quanto hai bisogno di risposte-
-ok Esme, andiamo-
I miei fratelli partirono in direzione della casa, Esme e Carlisle li seguirono e subito dietro c’eravamo io e Jake, che mi seguiva come un’ombra. Arrivati a destinazione, i Cullen entrarono mentre io e Jake ci fermammo nel bosco per dare il tempo a lui di tornare umano e vestirsi, dopodiché entrammo in casa.
Eravamo in salotto, i Cullen disposti a semicerchio con Emmett e Jasper agli estremi, Alice e Rosalie al loro fianco, Esme e Carlisle al centro e noi mano nella mano davanti a loro.
-ragazzi lui è Jacob, mio marito. Jake loro sono i Cullen, Jasper e Alice, Esme e Carlisle e Rosalie ed Emmett.- feci le presentazioni, volevo stemperare la tensione nell’aria.
Dopo i convenevoli di rito Carlisle parlò.
-Bella noi ce né siamo andati sei anni fa per assecondare la volontà di Edward, lui voleva darti la possibilità di vivere una vita normale, credeva che tu rischiassi la vita a stargli accanto e ha deciso di calpestare il suo cuore e i suoi sentimenti per fare ciò che riteneva giusto per te chiedendoci di seguirlo e di non farci più vivi con te, di sparire dalla tua vita per sempre…-
-… come se non fossi mai esistito- completai io la frase ripetendo le stesse parole che mi aveva detto Edward quel pomeriggio.
-esatto-
Strinsi la mano di Jake e lui mi sorrise guardandomi negli occhi come a volermi dire “tranquilla sono qui”.
-penso che ora tocchi a me, sempre che voi vogliate conoscere la mia storia-
-ma certo bambina mia…racconta- sorrisi a Esme quel “bambina mia” mi faceva sentire a casa.
-cosa volete sapere?- chiesi, proprio non sapevo da dove cominciare.
-prima, nella radura, sembrava che tu parlassi con Seth e Jacob, ma non avete detto una parola…come ci riesci?- chiese Alice
-è semplice tramite il tocco della mia mano posso comunicare con chi voglio e loro con me, è comodo quando devi parlare con un lupo e lui non può rispondere-
-Bella ormai è evidente che tu non sei più semplicemente un’umana, ma non sei neanche una vampira, il tuo cuore batte ancora, cosa sei?- chiese Rosalie, era la prima volta che parlava direttamente con me. Avevo paura a rispondere perché sapevo che dopo sarebbero fuggiti da me.
Non sapevo cosa fare, abbassai lo sguardo, dal mio volto scomparve il sorriso, ero confusa, mi strinsi a Jake e mi feci coraggio loro dovevano sapere. Sempre guardando le mie scarpe come se fossero di gran lunga più interessanti risposi
-io… io sono una cacciatrice- nella stanza calò il gelo, Jake s’irrigidì e mi strinse ancora più a sé per proteggermi, mentre i sei vampiri davanti a me avevano sgranato gli occhi e si erano ammutoliti.
-capisco se voi non vorrete più vedermi- dissi anche se non riuscivo ad accettare l’idea.
-no Bella ciò che dici è un’assurdità, noi non penseremmo mai una cosa del genere, fai parte della famiglia! È solo che ci hai colto di sorpresa, perché non ci hai mai detto niente? Insomma, cacciatrici si nasce, ciò vuol dire che lo eri anche prima che partissimo, come mai non ce ne hai mai parlato?- chiese Carlisle.
-non vi ho mai detto niente perché nemmeno io lo sapevo all’epoca. Dopo la vostra partenza Charlie decise di chiamare Renèe e di farla venire a Forks per vedere se almeno lei riusciva a consolarmi. Quando mia madre arrivò andammo a fare una passeggiata nei boschi e lei mi raccontò tutto: mi disse chi ero, per quale scopo ero nata e mi disse che si era accorta che voi eravate vampiri e che il mio ricovero a Phoenix non era dovuto ad una caduta dalle scale. Era delusa che non le avessi detto niente ma ne capì il motivo. M’insegnò a usare i miei poteri, a combattere e a uccidere i vampiri. Dopodiché tornò da Phil.- dissi tutto d’un fiato.
-da quel giorno Bella prese a fare le ronde con noi lupi e fu proprio lei ad accorgersi dell’arrivo della rossa in città, d'altronde sapevamo che era solo questione di tempo e sarebbe arrivata anche lei- concluse Jake.
-la rossa? Non starai mica parlando di Victoria?- chiese Jasper.
-sì, proprio lei. Voleva vendicarsi del compagno ammazzato da Edward.- rispose Jake.
-ma perché?-
-pensava che compagna per compagno fosse un prezzo equo, non sapeva che voi ve ne eravate andati e che Edward mi aveva lasciato. Lei aveva mandato Laurent a prendere informazioni su di me per sapere dove trovarmi. Lo incontrai nella radura, mi disse il piano di Victoria e che ero stata fortunata a incontrarlo prima che mi trovasse lei perché almeno avrei avuto una morte veloce, se non fosse stato per i lupi io sarei morta quel pomeriggio. È stato in quel momento che Jake ebbe l’imprinting con me. – risposi facendo un sorriso a Jake.
-ma tua madre non ti aveva insegnato a combattere?- mi chiese Emmett.
-sì ma lei è arrivata dopo-
-e con Victoria com’è andata?-
-con calma Emmett adesso ci arrivo. Dopo che entrai a fare parte a tutti gli effetti del branco, una notte notai delle tracce nel bosco, era lei, era arrivata. Per un po’ fece avanti e indietro sul confine cercava di prendermi mentre ero sola, cosa che non capitava mai… Jake sembrava appiccicato a me con la colla- sorrisi al ricordo, ancora oggi è così –fino a quando smise di farsi vedere, nello stesso momento a Seattle incominciarono a verificarsi degli omicidi strani e frequenti, grazie alla tua storia Jasper feci due più due: Victoria stava formando un esercito, ma, nonostante le informazioni che avevo, non sapevo come affrontarla. Così chiesi aiuto a mia madre e insieme istruimmo il branco, ci organizzammo in due gruppi, uno con me a capo li avrebbe attirati nella radura, vista in sogno da mia madre, e l’altro con a capo Renèe li avrebbe accerchiati e bloccato loro ogni via di fuga. Victoria era terrorizzata era finita in trappola, non si aspettava la vista dei lupi, non li conosceva e soprattutto non si aspettava che io fossi in grado di batterla. Fu dura ma riuscimmo a batterli, erano in venti, verso la fine però io abbassai la guardia e un neonato stava per attaccarmi quando Jake si mise di mezzo, ci rimise tutte le ossa della parte destra del corpo ma mi salvò la vita.-
-aspetta… aspetta hai detto che tua madre ha visto in sogno la radura dove sarebbe arrivata Victoria… come?- chiese Alice stupefatta.
-beh vedi Alice ora non sei più l’unica veggente, le cacciatrici hanno delle capacità premonitrici, solo in sogno e solo se sono in grave pericolo loro o persone a cui sono molto legate-
-wow!!! Quindi anche tu adesso sei una veggente?-
-beh… no, io non ho ancora questo potere, o almeno non ho ancora avuto nessuna visione-
-e dopo cosa è successo?- chiese Esme preoccupata
-mia madre rimase con me per un paio di settimane per assicurarsi che nessuno volesse farmi del male, quando si convinse che con Jake e i ragazzi ero al sicuro tornò a casa. Due anni dopo la vostra partenza io e Jake ci sposammo e due anni fa è nata Sarah Renesmee Black- finii di raccontare la mia storia guardandoli negli occhi e vedendoli sempre più increduli.
-sei… sei diventata mamma? È un nome bellissimo, particolare, speciale per una bambina altrettanto speciale presumo- disse Esme che se avesse potuto si sarebbe messa a piangere.
-beh io volevo che portasse i nomi delle sue nonne: Sarah, la nonna paterna, e Renesmee, Renèe ed Esme, le nonne materne- a quel punto Esme mi abbracciò commossa.
-oh bambina mia sono successe tante cose, mi dispiace così tanto di non esserti stata accanto in tutto questo. Ma dimmi, Charlie come sta?- ebbi un sussulto a sentir nominare mio padre, Jake capì e rispose per me.
-Charlie è morto tre anni fa, un tumore al cervello se l’è portato via nel giro di sei mesi, non c’è stato nulla da fare… purtroppo i medici non gliel’hanno diagnosticato in tempo-
-oh Bella… mi dispiace così tanto!- Esme mi strinse ancora di più nel suo abbraccio e Carlisle mi accarezzò i capelli. Io mi lasciai consolare ma senza mai lasciare la mano di Jacob, era lui l’unico in grado di tranquillizzarmi davvero… nemmeno Edward aveva mai avuto tanta influenza su di me.
-mamma… papà siamo tornati!!!- la voce di Edward giunse dall’ingresso e paralizzò tutti quanti.
-ehi ragazzi che suc…- si fermò di colpo sulla soglia del salone e fissò me, che ero mano nella mano con Jake e ancora abbracciata a Esme. Quando sciolsi l’abbraccio e mi girai a guardarlo capii perché aveva usato il plurale, di fianco a lui una vampira dai fluenti boccoli castano ramati guardava la scena ammutolita.
  
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