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Autore: Arkadio    17/10/2008    5 recensioni
Cosa si prova quando si perde tutto? Si è ancora disposti a lottare? Si è ancora in grado di farlo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanamichi Sakuragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nine Phases



Eighth: ? (Impotence)



Due settimane.

Quattordici giorni.

Trecentotrentasei ore.


Così tanto tempo è passato da quando ti hanno dimesso.

Da quando hai chiesto ai ragazzi di aspettarti.


E non sei più tornato.


Vegeti sul letto, anche stasera, in attesa di qualcosa. Non sai nemmeno di cosa. Sai solo che non hai mai corso. Mai, da quando ti hanno diagnosticato l'ernia.

Ne sei sicuro.

Anche quando sei andato ad avvisare i ragazzi, hai camminato velocemente, evitando tutti gli scontri possibili. Quando sei tornato in palestra ricordi di aver avuto bisogno di affetto. Ti ricordi anche che non sapevi individuarne il motivo.


E nemmeno ora lo sai.


Pressione, nella gola, nel torace, nel cuore. Sei guarito: puoi correre, saltare. Ma non lo hai mai fatto. Qualcosa ti blocca. A un osservatore esterno potrebbe sembrare quasi che tu non ne abbia voglia. Assurdo. Sai benissimo che non può essere. Ogni volta che, in lontananza, senti una palla rimbalzare, muori.


Soffri, ti viene da piangere. Vorresti muoverti.

Null'altro importa.

Vorresti scattare.

Null'altro importa.

Vorresti volare.

Ma il tuo corpo non ricorda come si fa.


Il campanello suona. Stai per chiedere a tua madre di aprire, ma il tuo cervello suggerisce che è uscita a fare la spesa. Ti alzi controvoglia, attraversando la casa. Apri la porta.


Rukawa.


Fermo, immobile. Ti guarda, anzi no... ti scruta. Ti legge. Voleva capire, e ha capito. Chiedeva solo una conferma.


“Seguimi.”


Di parole non ne ha mai dette troppe, solo le strette necessarie. E questa volta non fa eccezione.


Senza risposta scompari da dietro l'uscio e, dopo pochi minuti, ti trovi a chiudere casa, vestito con un paio di pantaloni della tuta e una maglietta. Lo segui, a distanza di sicurezza, senza guardare dove voglia portarti, senza nemmeno interrogarti, perché la risposta già la sai. È l'unico luogo in cui, voi due nemici (amici) giurati abbiate mai parlato. Ma il campetto stasera non è vuoto. Ci sono altre persone, sei o sette. Non le conosci, sembrano più grandi. Intorno ai vent'anni.


Rukawa ti indica la panchina e tu ti siedi docile, senza lamentarti. Si fanno le squadre e scoppia una partita accesa da puro spirito agonistico. Non per vincere e andare avanti in un torneo, ma per la semplice voglia di primeggiare. Per pura competizione. Nessuno di loro è un campione assoluto, nessuno è al livello di Kaede. Ma se la cavano.

In particolare il ragazzo marcato dall'algida Kitsune si muove bene. Finte, palleggio, arresto e tiro. Ha in mano delle buone carte.

Poi noti.

Una calza blu e una bianca.

No, quella blu non è una calza.

È una cavigliera.

Anche abbastanza rigida.

Infortunato.


Le tue gambe esplodono. Il tuo cuore con loro. E tu non sai quanto riuscirai a trattenere le une a l'altro. Vuoi alzarti, prendere un assist della Kitsune e schiacciare.

Dio solo sa quanto lo vuoi.

Vuoi dimostrare al mondo, a chi ci credeva, ma soprattutto a chi non credeva, che non sei stato meteora. Che non sei finito, sei appena iniziato. Sei un foglio bianco con qualche scarabocchio, a indicare un dubbio sull'incipit iniziale. Ma con una storia meravigliosa, e un epilogo glorioso.

Vuoi, ma non riesci. Resti a fissare fino alla fine della partita.

Impotente.


Rukawa ti si avvicina e tu gli passi l'asciugamano.


“Volevi dimostrarmi che posso comunque giocare abbastanza bene anche da post infortunio?” la voce saccente, da chi crede di aver già capito tutto.


“Cosa?” Kaede è seriamente incuriosito dalle tue parole.


“Il tuo marcatore – spieghi – quello con la cavigliera...”


Il tuo compagno gira la testa e nota. Poi si volge a te.


“Non me n'ero nemmeno accorto.”


Solo ora se ne accorge, perché lui era fisso sul gioco. E solo ora ti accorgi che, nonostante tu fossi a un campetto, il tuo primo impeto non è stato lo scappare, ma il correre a giocare. Che la paura c'è, ma ha una voce più bassa, non urla più. Sussurra solamente.


“Guarda che hai deciso tu da solo che un giocatore che si è fatto male deve smettere... - continua - Infortunato o meno, cavigliera o meno, un buon giocatore resta un buon giocatore... Ti ho portato qui solo perché pensavo che ti mancasse il gioco, Hana.”


Non sai come rispondere. Sai che non ha tutti i torti. Tutti ti hanno sempre assicurato che con una buona riabilitazione saresti potuto tornare sui campi. Ma forse, tu per primo, non ci hai mai creduto. E registri con un sorriso la sua gentilezza. Non sai come comportarti.


“Grazie, ma non credo sia servito a molto...”


“Tu dici? - ti allunga il pallone – palleggia.”


“Cosa?” sei stupito e allarmato allo stesso tempo. Non ti aspettavi qualcosa del genere. Non da lui. Dal Gori, o dal Nano. Ma da Rukawa...


“Tranquillo... intendevo da seduto. La schiena non può farti male, no?”


Gli occhi sono spalancati a fissarlo. Poi la tua attenzione è rapita da quella maledetta sfera arancione. Croce e delizia delle tue notti insonni.


Forse tutti i torti non ha. In fondo non è niente di pericoloso.


Già.


Palleggiare da seduto.


Male non può farti.


E allora riempi il silenzio del campetto, con quel ritmico rimbombare. Non sai cosa succederà dopo. Se ridarai la palla a Kaede, capendo che il tuo tempo è finito e tornando sui tuoi passi, o se ti alzerai, prenderai la rincorsa e schiaccerai come solo tu sai fare in tutta Kanagawa.

Sai solo che ora, il quel campetto, tra le risa degli avventori e il vento che soffia dolcemente sulle tue mani, sei a casa.


Si.

Non sai che succederà domani.

Ma stasera.

Casa.



A volte, il passo più difficile che puoi fare, è il primo.


To be continued




Scritta di notte, quindi perdonate errori/orrori, annessi e connessi. Questa volta credo siano davvero tanti.

Capitolo importante. Spero di aver reso bene il senso di pressione di Hanamichi. In quei casi non sai dare un nome alle tue angosce.

Per la nona dovrete aspettare un po'. Almeno una settimana, forse due...

Resistete.


Grazie a Bella07, elyxyz, free, kuro e Shinji.


Miss one.


Stay tuned


Arka

  
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