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Autore: crazyfrog95    24/10/2014    14 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Superare l'Odio


 

L'atmosfera che si era creata tra il biondo e l'enorme tasso era la classica calma prima della tempesta. Se Naruto fissava Gaara/Shukaku senza la minima traccia di paura, questo lo osservava dall'alto in basso, divertito dall'idea che un essere insignificante come lui potesse anche solo pensare di affrontarlo.

Un folata di vento spezzò la calma, e il tasso fece la prima mossa. Con una zampata mirò a schiacciare Naruto, che non si fece trovare impreparato.
Durante il precedente scontro aveva disseminato ovunque una ventina di kunai di Dislocazione, che erano stati trasportati nei dintorni dal vento e dalla violenza dell'esplosione di prima.

Grazie a questi, aveva a disposizione un raggio d'azione impressionante per la sua Dislocazione Istantanea, e schivò il colpo senza la minima difficoltà. Il tasso lo individuò subito, e continuò a bersagliarlo con zampate e proiettili di sabbia.
Il Raijin Volante consentiva a Naruto di muoversi per enormi distanze a velocità impressionante, ma di quel passo avrebbe finito il chakra senza ottenere il minimo risultato. Doveva contrattaccare.

"Da solo non gli farei nulla, nemmeno con il Rasengan. Ho bisogno di aiuto."
Saltò sulla cima di un albero, all'altezza degli occhi di Gaara. Raccolse un po' di sangue sul pollice, e fece cinque sigilli.
«Ehi, bestione! Perchè non te la prendi con uno della tua taglia! Tecnica del Richiamo!»
Con un enorme nuvola di fumo, il re dei rospi Gamabunta fece la sua apparizione.
«Naruto! Che cosa succ... CHE DIAVOLO CI FA QUI IL DEMONE DELLA SABBIA?!»

L'irascibile sovrano degli anfibi stava per rimproverare Naruto per averlo disturbato mentre giocava a Shogi con Gamaken, il suo generale, ma la vista del loro avversario lo lasciò talmente di stucco che si dimenticò quello che stava per dire. E Naruto ne approfittò.
«Boss, tu sei l'unico che può aiutarmi. Il villaggio è stato attaccato dall'Ichibi! Siamo riusciti a portarlo fuori, ma da solo non posso affrontarlo! Per favore, aiutami a difendere i miei amici!»

Gamabunta fece un ghigno.
«Normalmente non avrei combattuto al tuo fianco prima di aver brindato alla nostra alleanza, ma dato che sei minorenne e non puoi bere, e che questa è una situazione di emergenza, direi che posso fare un'eccezione.»
Ed estrasse la sua enorme katana.


Gaara/Shukaku lo osservava compiaciuto. Dalla sua testa emerse il vero Gaara, nella sua forma umana, che li guardò con un ghigno.
«Ahahahahahahaha!! Sapevo che tu non mi avresti deluso, Naruto Uzumaki! Tutti gli avversari che ho incontrato finora non erano che insetti, indegni di combattere con me. Ora invece è diverso...
Sento il sangue che mi scorre nelle vene, sento il pericolo, sento la tua forza... Mi sento vivo! E questo è il mio ringraziamento...»

Unì le mani in un sigillo: «Tecnica del Falso Dormiente!»
Naruto si mise in guardia, ma non arrivò nessun attacco. Al contrario, Gaara crollò privo di sensi.
«Oh, no, questa non ci voleva...» Gamabunta sembrava preoccupato.
«Ma cosa gli è successo?» Naruto era confuso.
«Si è addormentato. Sai cosa succede se il Jinchuuriki di Shukaku si addormenta? Se non lo sai, preparati, perchè sta per succedere un gran casino...»
Naruto allora si ricordò di ciò che gli aveva detto Kurama, e capì. Da quel momento non avrebbero più combattuto contro Gaara, ma contro Shukaku in persona.

Il tasso emise un enorme ruggito, e parlò. La sua voce era diversa da prima, più stridula, più divertita.
«FINALMENTE LIBERO, BABY!!» Poi posò lo sguardo sui suoi due avversari. «E così siete voi che avete spinto Gaara a liberarmi! Dovrei ringraziarvi, ma penso proprio che vi ucciderò!!»
E si battè una mano sulla pancia, pronto a colpire. Gamabunta contemporaneamente fece dei sigilli.
«Arte dell'Acqua: Sfere d'Acqua Solida!»
«Arte del Vento: Proiettili d'Aria Congelante!»

Il rospo sputò acqua, mentre il tasso attaccò con il vento. L'impatto delle due tecniche fu talmente forte da scatenare un onda d'urto che fu percepita anche da Sasuke, lontano ormai diversi chilometri, e provocò una piccola pioggia.

Gamabunta non perse tempo. Afferrò la sua katana, e si lanciò contro l'avversario attraverso la nube d'acqua creata. Lo colpì alla spalla, staccandogli un braccio, ma la sua spada finì piantata per terra.
Il tasso non sembrava minimamente indebolito, anzi, contrattaccò subito con altri due proiettili d'aria. Il rospo fece appena in tempo a rispondere con due sfere d'acqua, ma stavolta non ebbe fortuna.

«Attento, boss, ce n'è un'altro!»
Naruto cercò di avvertirlo, ma non fece in tempo. Un terzo proiettile d'aria, non visto da Gamabunta, colpì in pieno volto il sovrano dei rospi lasciandolo a terra, disorientato.
«BOOM, HEADSHOT BITCH!!»
Il tasso esultava per aver colpito l'avversario, che faceva fatica a rialzarsi.

«Nnggh... Quello si che ha fatto male... Siamo nei guai, ragazzino. Io sono quasi a secco di chakra, e un altro colpo del genere potrebbe esssere fatale per me...»
«Cosa possiamo fare? Ci dev'essere un modo per fermarlo!»
Naruto non voleva, non poteva arrendersi. Doveva difendere il villaggio ad ogni costo.

«A questo punto, abbiamo una sola possibilità: interrompere la sua tecnica. Devi svegliare il ragazzo, così il demone tornerà imprigionato. Ma io non ho nè zanne nè artigli per immobilizzarlo...»
Ammettere il punto debole dei rospi non era facile per il loro re, ma se volevano collaborare doveva fare in modo che Naruto trovasse una soluzione. Soluzione che non tardò ad arrivare.

«Forse io so come fare! Cerca di avvicinarti, poi io lo immobilizzerò. A quel punto colpiscilo per fargli abbassare la testa, e io colpirò Gaara!»
Gamabunta lo guardò dubbioso, ma fidarsi era la loro unica speranza.
«Avanti allora!»
Il rospo si lanciò alla carica, mentre il biondo si concentrava.


Ricordava ogni dettaglio di quel giorno nella foresta, in cui la sua abilità innata era venuta in suo soccorso contro Orochimaru.
Come aveva animato la vegetazione intorno a lui e a Sasuke contro il loro assalitore, come percepiva la natura che lo circondava, come era riuscito a controllarla.

Chiuse gli occhi, concentrandosi e percependo l'intera foresta intorno a sè. Sentiva ogni foglia, ogni ramo, ogni insignificante arbusto che lo circondava, e sentiva che poteva muoverli come voleva. Nella sua mano destra il chakra fluiva attraverso il tatuaggio, che ora brillava di un'intensa luce rossa. Aprì gli occhi, era pronto a colpire.

Con un ringhio, portò le braccia in avanti, quasi a dare il segnale d'attacco ad un esercito. La foresta tremò, e migliaia di tronchi iniziarono a crescere, assalendo un incredulo Shukaku. Questo si dimenava per evitare i rami, ma era troppo grosso per non toccarli.
Anche se Naruto ancora non lo sapeva, l'abilità innata del Primo Hokage aveva una particolare capacità: assorbire e sopprimere il chakra dei demoni. Perciò Shukaku non potè difendersi, ad ogni contatto i rami assorbivano parte del suo chakra, diventando sempre più grossi e forti, fino a quando non ne fu talmente ricoperto da non riuscire più a muoversi.
«Aaaaarrrrgggghhhhhh! Maledetto!!»

Gamabunta intanto lo aveva raggiunto, mettendo da parte lo stupore per ciò che il suo alleato aveva appena compiuto, e preparò un ultimo colpo.
«Arte dell'Acqua: Sfera d'Acqua Solida!»
Un grosso proiettile d'acqua lo colpì, senza che il demone potesse difendersi, e gli fece abbassare la testa.

«Ora, Naruto!»
Il biondo colse al volo l'occasione e saltò, afferrando un kunai di Dislocazione dalla tasca. Non avrebbe mai potuto coprire quella distanza con un solo salto, ma si trovava in posizione sopraelevata rispetto a Gaara, perciò lanciò il kunai verso il rosso. L'arma si piantò nella sabbia davanti a lui, e Naruto attivò il Raijin Volante, apparendo a meno di un metro da Gaara.
Riprese il kunai lanciato prima con la mano sinistra, e con la destra abbattè un pugno devastante sullo zigomo dell'avversario. Shukaku urlò.

«NOOO!! PROPRIO ORA CHE ERO RIUSCITO A LIBERARMI!!!»
Gli occhi del demone si spensero, mentre le palpebre di Gaara tremolarono e si riapriono.
Naruto era ancora sulla testa dell'enorme tasso di sabbia, ora controllato da Gaara, che lo fissava con espressione stupefatta. Nessuno era mai riuscito a metterlo così in difficoltà. Il suo volto si deformò in una smorfia rabbiosa.

«Credi davvero di potermi sconfiggere? Non sottovalutarmi!»
Una grossa quantità di sabbia si staccò dal corpo del tasso, andando a ricoprire il biondo e bloccandone i movimenti.
Naruto si sentiva frustrato. Era senza forze, ma non poteva cedere proprio ora che era a un passo dalla vittoria! Chiuse gli occhi, rivolgendosi alla Volpe.
«Per favore, solo un po'... Non me ne serve molto, dammi un po' di chakra!»

E il Kyuubi lo accontentò. Sentì una potente scarica di energia pervaderlo, bruciando con tale intensità da avvolgerlo in un'aura rossa. Non sentiva l'istinto di Kurama prendere il sopravvento, evidentemente era diventato abbastanza bravo a controllarne il chakra da non subire effetti collaterali. Almeno non con quella quantità così ridotta.
L'aura d'energia che lo avvolgeva era così forte che fece non solo disperdere la sabbia che lo bloccava, ma anche aprire la chiusura della sua felpa e volare via il coprifronte.

Carico di quella nuova forza, si lanciò nuovamente all'attacco.
A pochi centimetri dalla sua faccia, Gaara riuscì a fermare i suoi pugni con la sabbia. Ma Naruto non cedette, e lo colpì con una poderosa testata, tanto forte da far sanguinare la fronte di entrambi.
Gaara accusò tremendamente il colpo, e si accasciò sulla testa del tasso., disorientato da quell'impatto ed esausto per la lotta.
L'enorme animale di sabbia iniziò a sgretolarsi, Gaara non aveva più le forze per controllare la sua sabbia.

«Complimenti ragazzo. Hai sconfitto un nemico eccezionale. Ora, se non ti dispiace, vado anch'io a riposarmi.»
E con queste parole, Gamabunta svanì in una nuvola di fumo.


Lentamente, scivolando insieme alla sabbia,i due si ritrovarono a terra.
Gaara osservava Naruto avvicinarsi a lui, strisciando, senza più neanche le forze per alzarsi. Neanche lui riusciva a muoversi, ma non poteva fare a meno di chiedergli spiegazioni. Quel pensiero lo tormentava da quando era iniziata la battaglia.

«Perchè lo fai? Cosa ti spinge a combattere? Tu sei un Jichuuriki come me, ho visto il tuo chakra demoniaco. E allora perchè ti ostini a difendere i tuoi compagni, che ti hanno sempre trattato così male? Perchè non pensi solo a te stesso? Perchè non provi odio?»

Naruto si fermò a pochi centimetri dal volto del rosso. Era stanco morto, ma aveva ancora la forza per parlare.
«Perchè sono loro che mi hanno salvato da me stesso. Dalla mia solitudine.
È vero, io sono un Jichuuriki come te, dentro di me è sigillato il Kyuubi, la Volpe a Nove Code. Io non sono diverso da te, anche io una volta provavo odio verso chi mi trattava male, volevo che pagassero per ciò che mi facevano.
Ma non c'era solo chi mi odiava. Sono stato abbastanza fortunato da trovare qualcuno che mi volesse bene.»

Nella sua mente si alternavano le immagini del Sandaime, di Sasuke, di Sakura, di Kakashi, di Jiraiya, di Tsunade, di Hinata.
Tutti loro lo avevano salvato dal diventare un mostro assetato di sangue.

«Perchè tu hai avuto questa fortuna e io no? Perchè tu hai avuto degli amici, e io sono sempre stato solo?»
Gaara non provava più rabbia. Quello che ora lo aveva invaso era la tristezza, e il senso di solitudine. Senza che potesse fare nulla per evitarlo, grosse lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.

Grazie alla difesa della sabbia non aveva quasi mai provato dolore fisico, ma il vero dolore, quello interiore, lo aveva accompagnato per tutta la sua vita. E ora non poteva più ignorarlo, lo colpiva come delle onde su una scogliera in un mare in tempesta. Per anni era annegato nel suo mare di odio, e da tempo aveva toccato il fondo. Ma in quel momento una luce lo raggiunse, un salvagente per impedirgli di sprofondare per sempre.
Una semplice frase, detta in quel momento da Naruto, lo scosse come un terremoto.
«Allora inizia adesso, non è mai troppo tardi. Noi siamo stati avversari, ma ora possiamo essere amici.»


Gaara lo guardò come se stesse delirando. E forse era vero, nessuno sano di mente avrebbe mai voluto stringere amicizia con un demone che fino a pochi secondi prima aveva fatto del suo meglio per ucciderlo. Contro ogni logica, Naruto aveva capito esattamente ciò di cui Gaara aveva bisogno. Amicizia. Amore.

«Finora hai vissuto nell'odio e nell'oscurità, è ora di cambiare. Devi superare il tuo odio, perché è quello che ti ha condannato alla solitudine. Ciò di cui hai bisogno ce l'hai scritto in faccia.»
Disse quelle parole alludendo al kanji stampato sulla fronte del rosso.

«Amore? È questo che ti rende così forte?»
E un mondo si aprì agli occhi di Gaara. Tutti i comportamenti di coloro che lo circondavano, tutti i valori che venivano insegnati dai maestri del suo villaggio, per lui privi di significato, ora acquisivano un senso.
«Ti ringrazio, non lo dimenticherò.»

In quel momento furono raggiunti da Temari e Kankuro, che si era ripreso dallo scontro con Shino. I due aiutarono il fratello a rimettersi in piedi, allontanandosi da Naruto. Il biondo, nel frattempo, venne raggiunto da qualcuno che lo conosceva fin troppo bene. Lo prese in braccio, dirigendosi verso il villaggio.

«E così ce l'hai fatta. Non mi sarei mai aspettato che potessi essere tanto forte, Naruto.»
Il biondo, ormai quasi privo di sensi, riconobbe quella voce.
«Maestro Kakashi...»
Chiuse gli occhi, cedendo al suo meritato riposo.


A poca distanza, Temari e Kankuro portavano Gaara al sicuro. L'assalto al villaggio era fallito, e ora si stavano dirigendo verso le altre squadre, per tornare a Suna.

«Temari, Kankuro...»
Gaara li chiamò con voce flebile, ma fu udito perfettamente.
In quei pochi minuti che avevano impiegato a raggiungere l'accampamento, il senso di colpa per tutto ciò che aveva fatto passare ai suoi fratelli e a loro padre in quegli anni lo aveva assalito. Finalmente capiva il motivo per cui il padre aveva cercato così tante volte di farlo uccidere, e non poteva biasimarlo. Doveva difendere le persone che credevano in lui.

Forse, con il tempo, avrebbe saputo farsi perdonare, ma adesso doveva assolutamente dire loro una cosa importante.
«Mi dispiace... per tutto quello che vi ho fatto passare in questi anni. Vi prometto... che cercherò di farmi perdonare... Vi voglio bene.»

Temari e Kankuro si guardarono increduli. Cosa aveva detto Naruto a loro fratello per farlo rinsavire in quel modo? Se davvero Gaara avesse iniziato a vivere diversamente, l'intero Villaggio della Sabbia, e loro due per primi, sarebbero stati eternamente grati a quel biondino. Con questo pensiero, i tre si avviarono verso casa.


 

   
 
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