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Autore: Eunice Laufeyson    24/10/2014    1 recensioni
//Raccolta di one-shots//
(...)"Come definiresti il termine 'diverso'?" domandò curiosa la piccola che prese a giocare con un filo d'erba. Loki guardò in avanti, un punto impreciso tra gli alberi e rispose poco dopo "Diverso è quando gli altri preferiscono giocare con le spade anzichè leggere, quando la lotta diventa più interessante che ammirare la bellezza della magia, quando è più bello guardare spargimenti di sangue invece che rimanere ad osservare le stelle e le loro costellazioni. Io sono diverso...>> Il moro sospirò e di colpo si fece triste. Temeva che la piccola Eunice scappasse da lui perchè lo considerasse troppo, 'diverso'. L'altra però lo guardò, con il suo solito sorriso e gli occhi luccicanti come due stelle:" Io non penso che tu sia 'diverso'." Loki la guardò con la fronte corrugata e domandò:" E allora cosa sarei?" La piccola Eunice lo fissò raggiante e gli prese le mani." Io penso che tu sia speciale. Come puoi definire sbagliato tutto questo?" La bambina, con le mani intrecciate in quelle di Loki, lo trascinò giù a sedere accanto a lei e dalla terra, sotto di loro, si levarono in cielo milioni di farfalle colorate. Era uno spettacolo bellissimo, pensò Loki.(...)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***
 



Loki sedeva, composto, con la schiena poggiata su un possente tronco d'albero e gli occhi curiosi erano posati sulle pagine del libro che aveva preso dalla biblioteca reale. Era una mattinata frizzantina: il sole splendeva alto nel cielo e il leggero venticello sferzava l'aria, facendo sollevare qualche fogliolina caduta sul manto erboso e sparpagliare qua e là i capelli corvini del principe.
 Quella per Loki era una giornata libera: non aveva nessun incarico reale da eseguire e soprattutto quel giorno era esente dall'allenamento forzato al quale Odino lo aveva imposto poco tempo prima. Il Padre degli Dèi infatti riteneva che il suo secondogenito figlio non dovesse dedicare il suo tempo solamente alla lettura e alla pratica delle arti magiche perché, secondo la sua lungimirante mente, non erano attività adatte ad un valente figlio di Odino. Diceva che avrebbe dovuto impiegare il suo tempo nella lotta e negli allenamenti con Thor e gli altri, e che per i libri da sfogliare ci sarebbe stato tempo più avanti. Loki odiava lottare, aveva sempre detestato il fatto di dover ricorrere all'uso delle mani pur essendo in possesso di un infallibile abilità persuasiva. A cosa serve doversi sporcare le mani se l'arte di tessere inganni è l'arma più potente per poter distruggere il tuo nemico dall'interno? Eppure, nonostante appoggiasse fermamente ciò, sapeva maneggiare abilmente pugnali e lunghe lame, e per lui questo bastava. Non era come Thor: lui aveva un fisico tonico e possente, e faceva parte della sua natura prendere a calci e pugni un qualsiasi essere vivente con la pesantezza e l'imbranataggine di un pentapalmo. Loki invece era il suo esatto opposto. Quando aveva avuto poco più che otto anni era stato preso in giro da tutti perché Sif, una femmina, lo aveva sconfitto con due semplici e abili mosse umiliandolo pubblicamente. Loki non era mai stato tagliato per la lotta, lui la odiava profondamente perché in parte era stata la causa dei continui scherni che riceveva prontamente ogni volta che provava ad ingaggiare un corpo a corpo. Digrignò i denti per scacciare il dolore che quei ricordi gli provocavano ogni volta che facevano la loro stupida comparsa e si passò una mano tra i capelli come soleva fare quando era agitato o semplicemente per scacciare i brutti pensieri. Un' acuta ma intonata melodia lo ridestò. Una figura con una folta chioma rossa ed elettrici occhietti vispi saltellava a ritmo della canzoncina allegra e spensierata come la padrona che l'intonava. L'abito lungo e morbido color cremisi avvolgeva delicatamente la sua figura snella: alla vita aveva legata una cintina color oro che riprendeva i colori splendenti e caldi della coroncina di fiorellini che aveva tra i capelli e che lasciava ricadere vaporosi ricci sulle minute spalle da bambina. Eunice si avvicinò a Loki, saltellando goffamente, e si sedette con un tonfo vicino a lui. Loki ridacchiò, piano, per l'atteggiamento poco aggraziato dell'amica e prontamente la riprese, cosa che ormai accadeva molto spesso.
 "Quante volte dovrò ripeterti di comportarti come una fanciulla della tua età conviene?" Disse il corvino fissandola con un cipiglio ammonitore. Eunice incrociò le braccia sotto al petto e assunse un espressione offesa, o probabilmente scocciata. Scosse un poco la testa e la buttò all'indietro, non prima di aver emesso un sonoro e poco elegante sbuffo.
 "Eddai Loki! Sei noioso quando parli così e poi non ho fatto nulla di male." La rossa si mise bene a sedere e si guardò intorno, come se stesse cercando un qualcosa che avrebbe potuto catturare la sua attenzione, poi la rivolse a Loki che intanto la stava fissando impassibile e con un sopracciglio alzato. "Beh, che si fa oggi?"
 Loki quasi sobbalzò per via dell'esclamazione troppo acuta e repentina dell'amica. Non che si fosse spaventato ma ancora non si era del tutto abituato alla voce squillante dell'amica che prontamente giungeva quando si venivano a creare caldi silenzi e momenti di tranquillità; quiete che tra i due non durava più di qualche minuto poiché prontamente distrutta dall'acuta iperattività di cui era affetta la rossa. Eunice scoppiò a ridere reggendosi per la pancia, facendo ricadere tutti i ricci davanti a lei. Loki dal canto suo non apprezzò la presa in giro e si ricompose pulendosi la casacca verde scuro che si era ricoperta di fili d'erba e terra. Madre lo avrebbe sicuramente rimproverato, pensò.
 "Ho sentito Thor mentre parlava con Sif, Fandral, Voltsagg e Hogun. Hanno in mente di andare nel Colle di Asgard per ammirare la partenza e il volo dei draghi al tramontar del sole per migrare dall'altra parte della città. I draghi si spostano da un luogo ad un altro ogni volta che il cibo scarseggia o quando il clima muta repentinamente e questo accade dopo tanti secoli, più o meno. Potremo andare anche noi! Sarà uno spettacolo meraviglioso!" Nel raccontare la storia all'amico Eunice si era alzata e aveva preso a mimare, gesticolando in modo un po' imbranato, il grande e bellissimo volo dei draghi Asgardiani allargando le braccia e muovendole su e giù fingendo di volare. Dopo che ebbe terminato di parlare guardò speranzosa Loki e attese che l'amico accennasse a muoversi o a fare qualsiasi cosa.
 "Non se ne parla, i draghi sono creature violente e solitarie. Se li disturbassimo non esiterebbero a sbranarci tutti in un sol boccone. Perciò no, noi restiamo qui. Lasciamo che quei stupidi tornino con un arto in meno, almeno la prossima volta penseranno due volte prima di posare gli occhi su un drago asgardiano." Il corvino si alzò da terra, con il libro serrato nella mano e prese a passarsi di tanto in tanto una mano sulle vesti per stirare le pieghe e guardò, poi, la rossa che sembrava stesse cercando di assimilare quello che le era stato appena detto.
 "Loki, dai, per favore! Io non ho mai visto un drago in vita mia!" Loki la guardò e inarcò un sopracciglio, cercando di celare una mezza risata nervosa che se non fosse per la sua grande maestria nel nascondere i suoi sentimenti, ne era certo, sarebbe scoppiato a ridere come Eunice poco prima.
 "Questo lo vedo, se sei qui ora è certamente perché non ne hai mai visto uno. Eunice, quelle creature sono selvagge e molto pericolose. E' meglio se restiamo qui e le lasciamo indisturbate." Eunice si avvicinò all'amico quasi fino ad arrivargli alla punta del naso e giunse entrambe le mani come a pregarlo. Loki intanto non indietreggiò, deciso ad affrontarla, con lo sguardo sempre impassibile che assumeva ogni volta che prendeva una decisione e che per nulla al mondo sarebbe dovuta cambiare. Per una manciata di secondi, ad un palmo dal naso da quello di Eunice, notò quanto in realtà quella ragazzina troppo testarda fosse cambiata. Aveva all'incirca quattordici anni Midgardiani ma sembrava più piccola, non solo per il suo aspetto ancora da ragazzina ma anche per il carattere, infantile e fin troppo esuberante, come quello di Thor; sarebbero potuti andare molto d'accordo se solo avessero passato un po' più di tempo insieme, ma l'amica preferiva stare con lui sebbene non le dispiacesse passare un po' di tempo anche con gli altri. Eunice aveva sempre scelto lui anche quando era stata presa in giro e schernita per tutto il tempo che aveva speso accanto al fragile e diverso figlio di Odino. Tentennò per i suoi pensieri e si accorse solo ora di quanto questa distanza ora lo turbasse. Prima di allora non ci aveva mai badato, forse perché non aveva mai dato troppo peso alla questione. Erano praticamente cresciuti insieme e avevano condiviso tutto fin dall'infanzia, come poteva turbarlo questa stretta, strettissima, vicinanza? Forse qualcosa era cambiato, pensò, o forse sono le persone che col tempo cambiano. Non riusciva a spiegarselo, questo. L'unica cosa di cui era certo era che ora, stare vicino ad Eunice, significava anche sopportare uno strano calore che gli proveniva dallo stomaco e che si diramava in tutto il corpo. Il volto supplicante dell'amica interruppe il filo dei suoi pensieri e Loki focalizzò tutta la sua attenzione sulla grave piega che la questione stava prendendo: non voleva per nessuna ragione nell'intero Universo seguire i suoi stolti amici e tantomeno recarsi nel luogo in cui i draghi si sarebbero levati in volo, soprattutto con Eunice nei paraggi. "Per favore Loki, ti prometto che non mi farò vedere da loro e che non farò un minimo rumore." La rossa alzò una mano e l'altra se la portò al cuore. Doveva assolutamente convincere Loki a venire con lei, pensò Eunice. Perché lei ci sarebbe andata lo stesso, con o senza di lui. Aveva sempre desiderato poter vedere una di quelle magnifiche e possenti creature e ora che ne aveva l'occasione non se la sarebbe lasciata scappare così facilmente. Ovviamente preferiva andarci con Loki, non voleva escluderlo da nulla e poi, in cuor suo, sapeva che nel profondo anche a Loki avrebbe fatto piacere incontrare una di quelle creature che di solito leggeva e ammirava nei suoi libri.
 "Questo ti riuscirà veramente difficile. Verrai vista e sbranata appena metterai piede in quel luogo..." La rossa si infuriò e sbatté un piede a terra, serrando entrambi i pugni.
 "Questo non è vero! Posso anche essere silenziosa se lo voglio! " Loki sospirò esasperato e si passò una mano sul viso. Ce l'aveva quasi fatta, pensò Eunice. Solo un pochino e sarebbe scoppiato per l'esasperazione e l'avrebbe seguita senza avere nessuna scelta. Sorrise compiaciuta sotto ai baffi, ma continuò a tenere fermamente il broncio.
 "Come no. L'ultima volta che hai detto questo hai distrutto la sala del banchetto solamente per rubare dei dolci e perlopiù ti sei resa invisibile per non farti vedere dalle ancelle." Loki incrociò le braccia e ridacchiò al ricordo del volto di Odino rosso e infuriato per dell'arrosto di cervo del quale non era rimasto altro che cenere. Il disastro tuttavia fu attribuito ad un maldestro errore delle serve, poiché Eunice era riuscita ad utilizzare la magia per celarsi agli occhi dei presenti. Ma Loki sapeva che, quando si trattava di Eunice, perfino la magia non era in grado di nasconderla a dovere e che tutto ciò da lei toccato ne sarebbe derivato un disastro. O un incidente, come di solito definiva lei i suoi piani "falliti".
 "E' stato un incidente! Come potevo sapere che sul tavolo c'era anche un candelabro?! E poi se non mi sbaglio sono riuscita a rubare alcuni dolcetti. E se non ricordo male anche tu li hai mangiati!" Eunice puntò l'indice sul petto di Loki per attribuire parte delle sue colpe a lui, perché ineffetti la colpa non era solamente la sua. L'idea era partita da Loki, come sempre, ma ovviamente il lavoro più faticoso lo aveva lasciato a lei. Non voleva sporcarsi le mani o essere sgridato da Odino nel caso qualcosa fosse andato storto così Eunice, da brava e fedele amica, si era offerta per l'impresa.
 "Tralasciando il fatto che perfino un infante sarebbe riuscito a rubare quei biscotti anche senza l'aiuto del Seidr e che di certo sarebbe stato più complicato dare fuoco alla sala del banchetto che prendere un piccolo dolce, beh, perfino Thor avrebbe fatto meno guai di te, ma non è questo quello che sto cercando di dirti." Si portò una mano al viso, reggendosi il mento con due dita e la guardò, con la fronte corrugata per la preoccupazione. "Quello che ti sto dicendo è che nel luogo in cui tu vorresti recarti gli errori non sono accetti. Se sbagli, se ti fai vedere o se fai anche solo un minimo rumore, avrai mille occhi puntati e nessuna possibilità di sopravvivere. I draghi sono anche creature molto possessive e legate in modo quasi ossessivo al luogo in cui si sentono legati, in un certo senso. Per questo noi NON andremo, fattene una ragione." Loki terminò il discorso curandosi di calcare sulla parola "non" e la fissò ancora per qualche istante, voltando poi le spalle fece per andarsene. Si allontanò da Eunice lasciandola impalata e con gli occhi fissi in un punto e con la mente da tutt'altra parte ma lei, questo Loki lo sapeva fin troppo bene, non accettava un no come rifiuto; era fin troppo testarda e orgogliosa per rimanersene zitta e docile. "Bene, allora questo significa che andrò da sola." A quel punto Loki arrestò la sua camminata e serrò i pugni. Touchè, mormorò tra sé la rossa. Se c'era una cosa che Loki temeva era che Eunice si trovasse in pericolo e che lui non fosse lì per salvarla. Era come un ossessione e di questo Loki ne aveva paura. Aveva paura della sua paura, poiché in tutta la sua centenaria esistenza non aveva mai provato un così forte legame e senso di protezione nei confronti di qualcuno che non fosse lui, e il fatto di sentirsi terribilmente in ansia per l'amica sapendola in pericolo lo spaventava a morte. Probabilmente era l'unica cosa di cui aveva veramente paura. Aveva paura di perdere l'unica cosa che gli era sempre stata negata, l'amore. E Loki non poteva accettarlo. Si voltò lentamente e fissò irato e scomposto gli occhi di Eunice. Non sapeva se l'amica lo avesse fatto di proposito, fatto sta che quello era l'unico modo per farlo tentennare e in fondo Eunice lo sapeva. "Tu non andrai da nessuna parte." sillabò lentamente come se stesse cercando di incidere quelle parole nella mente di Eunice e in modo da farle sembrare un ordine da eseguire senza obiezioni, e nel mentre si avvicinò di nuovo a lei. La rossa aveva le mani poggiate sui fianchi e fissava Loki con sguardo duro ma a differenza del corvino il suo aveva un accenno di sorrisino malandrino e sapeva di sfida. "Altrimenti cosa fai, principino?" Eunice sapeva di star esagerando ma non poteva farne a meno. Si divertiva a stuzzicare Loki così come lui si divertiva a stuzzicare lei, a volte. Era una sorta di continua sfida, come se entrambi cercassero di dimostrare, attraverso sguardi e intricati tranelli, di essere in grado di dominare l'altro e soprattutto cercando di stuzzicarsi a vicenda. L'obiettivo era quello di far scattare la rabbia: chi per primo riusciva ad avere il controllo della situazione e a fare "esplodere" l'altro ne usciva vincitore. Forse più tardi se ne sarebbe pentita ma quando aveva una cosa in testa niente e nessuno sarebbe mai riuscito nell'intento di spazzargliela via, e con lei anche la sua determinazione. "Non sto scherzando Eunice." La sua affermazione, o ordine, sarebbe stata per tutti un motivo valido per concludere lì la questione. E il fatto che l'avesse scandita con tono duro e aspro era, di per sé, già una valida motivazione per un qualsiasi essere vivente sano di mente. E infatti Eunice non era poi così normale."Io nemmeno sto scherzando" Annunciò con molta naturalezza e disinvoltura, la rossa. Sul suo volto si formò un sorrisino tagliente. Solo allora Loki si rese conto di quanto Eunice gli somigliasse, e si stupì così tanto che ebbe un tuffo al cuore: come se stesse ricevendo una profonda stilettata nel petto. Non voleva che Eunice diventasse come lui ma al tempo stesso si compiaceva della perspicacia che col tempo la rossa aveva affinato grazie alle continue dimostrazioni che le riservava. Ma Loki l'aveva avvertita ancor prima di diventare due corpi inseparabili, le aveva detto fin dal principio con chi aveva a che fare e quanto fosse pericoloso giocare con il fuoco. Eunice però gli disse che amava le fiamme e tutto il calore che esso sprigionava se attizzato regolarmente. A quel punto capì che niente l'avrebbe smossa dalla sua posizione e, troppo tardi, comprese che aveva vinto lei questa sfida. Aveva avuto l'ultima parola e lui non sapeva come ribattere. Molto strano per uno come Loki, che si nutriva di sfide e che condannava l'arrendevolezza. Sospirò e si passò una mano tra i capelli lunghi e corvini. "E va bene, andremo. Ma resteremo lì per pochissimo poiché andremo al crepuscolo, nel momento esatto in cui spiccheranno il volo. In questo modo avremo meno possibilità di essere sbranati..." Pronunciò l'ultima frase in tono più basso e insicuro. Eunice si illuminò di gioia e gli saltò al collo con così tanta foga che Loki si sbilanciò di lato, e dovette aggrapparsi ai fianchi dell'amica per riprendere l'equilibrio e per evitare che entrambi cadessero a terra come sacchi di patate. "Sì! Grazie Loki! Ti prometto che sarò super attenta e che non farò rumore, promesso!" Eunice si slacciò dall'abbraccio e mise due dita a mò di croce sulla bocca, per sigillare la promessa appena fatta. Anche Loki si allontanò un poco da lei ma rimasero lo stesso molto vicini, tanto che da quel punto Loki poteva benissimo contare tutte le lentiggini che la rossa aveva sparse qua e là. "Perché fai promesse che non puoi mantenere?" Loki ridacchiò affilato e la riccia gli diede un piccolo colpetto sul braccio, offesa dal commento dell'amico. "Smettila Loki! Piuttosto andiamoci a preparare, è quasi il crepuscolo!"
 
Qualche ora dopo i due amici erano pronti. Eunice per l'occasione aveva indossato un pantalone nero aderente e molto resistente che arrivava poco più sopra della vita nel quale era infilata una camicia color bronzo, leggermente stretta sul corpetto e larga ai polsi. I capelli rossi erano finemente intrecciati in un' elaborata treccia laterale che le ricadeva lunga sulla spalla destra nella quale erano incastrati piccoli e candidi fiorellini bianchi. Loki invece era rigogliosamente vestito di nero, come suo solito, e la giacca nera era decorata da leggeri spruzzi di verde e argento.
 Eunice raggiunse l'amico che l'attendeva nei giardini reali, saltellando, e gli occhi grandi e vispi brillavano di gioia. "Allora, andiamo?"
 Il corvino la guardò e annuì con la testa. Era ormai il crepuscolo e Thor e gli altri si trovavano sicuramente già lì. Sempre se non erano stati sbranati prima, pensò Loki, ammiccando ad un sorrisetto affilato.
 Il viaggio non durò molto ma per Eunice era come se avesse scalato una montagna intera in pochissime ore. Loki al contrario, sembrava sereno e soprattutto non aveva il fiatone come l'amica al suo fianco che sembrava potesse crollare sfinita, da un momento all'altro.
 "P-per favore fermiamoci. Sono stanchissima." La rossa si appoggiò col la schiena ad un grande e verde albero e lentamente si afflosciò al suolo, riprendendo regolarmente fiato. Sembrava sul punto di morte e il caldo non migliorava affatto la situazione. Aveva i capelli rossi appiccicati sulla fronte e il petto che si alzava e abbassava freneticamente. Anche Loki, in realtà, sembrava leggermente spossato: il tragitto era lungo, ma il fatto sfiancante erano sicuramente i sentieri tutti in salita e pieni di rovi e arbusti ingombranti e acuminati.
 "Eunice, se ora ci fermiamo rischieremo di perdere il volo dei draghi e per di più abbiamo fatto tutta questa strada per nulla. E' questo che vuoi?"
 Domandò il corvino scrutandola con un sopracciglio inarcato e con le mani lasciate cadere sui fianchi. Eunice sbuffò, alzandosi lentamente e con molta fatica.
 "Odio quando hai ragione." Annunciò la riccia guardandolo rossa in viso, sia per via della stanchezza che per la rabbia di dover dare ragione a Loki. Ma il corvino giurò di aver scorto anche un sorriso sincero dietro il broncio mal celato. Era strano, entrambi sapevano mentire perfettamente, celare i più infimi segreti e nascondere tutto a tutti, ma non tra di loro. Entrambi riuscivano a scorgere la menzogna dell'altro senza doverci impiegare nessun impegno e nessuna magia, risultava naturale per tutti e due trovare la menzogna negli occhi dell'altro. Anche questo particolare stupì Loki. In realtà era Eunice che prontamente stupiva Loki, in tutti i sensi.
 "Cosa che accade molto spesso, devo dire." Sorrise bonario il corvino ed Eunice gli diede un colpetto sul braccio più forte del dovuto poiché Loki se lo massaggiò lentamente e attento a non farsi vedere dall'amica.
 "Sì come no, muoviamoci." Proclamò Eunice sorpassandolo e provocando in Loki una composta e limpida risata che fu messa a tacere da uno sguardo omicida da parte della rossa.
 "Siamo arrivati?" Loki sbuffò alla domanda che aveva posto la riccia almeno una ventina di volte da quando avevano iniziato a camminare.
 "Ancora no." Annunciò solenne Loki e improvvisamente un rumoroso ruggito squarciò l'aria. Eunice guardò Loki e poi spalancò gli occhi, gli angoli della piccola e carnosa bocca che si allargavano sino a formare un sorriso a trentadue denti. Loki dal canto suo le intimò di fare silenzio e di seguirlo senza combinare guai.
 Dopo alcuni passi, o forse di più, un immenso prato rigoglioso di alberi e fiori si stagliava in tutta la sua magnificenza dinanzi ai loro occhi. Eunice era al settimo cielo e dovette fare una fatica immane per tapparsi la bocca ad un improvviso gemito di gioia che stava per sfuggirle. Davanti a loro vi erano i draghi, quelli di cui Loki aveva letto nei libri e che Eunice aveva sempre sognato vedere. Erano enormi e possenti, tutto in loro sprigionava potenza e regalità. In quell'immensa pianura verde probabilmente ce ne saranno state qualche centinaia, o forse più, di quelle creature. Le loro scaglie erano un unione candida e perfetta di tutte le possibili combinazioni di colore e le ali erano probabilmente la cosa più bella, pensò Eunice: erano ampie diversi metri e spesse qualche centimetro, ma sempre molto robuste. Ai vertici, precisamente uno sull'estremità più alta e l'altro su quella più bassa, spuntavano grossi e aguzzi spuntoni che parevano enormi denti acuminati. Eunice era troppo eccitata per poter fare qualsiasi cosa e Loki dovette posarle le mani sulle spalle e trascinarla di peso dietro una roccia poco lontana per evitare che qualche drago potesse vederli. Eunice si mise in ginocchio dietro la roccia, abbastanza grande per poterli nascondere tutti e due, seguita a ruota da Loki che si premurò di farla tacere posando l'indice sulla bocca.
 "Ma non sto dicendo nulla!" Fortunatamente la rossa non aveva gridato ma si era curata di scandire la frase a bassa voce. Loki buttò un occhio fuori dal nascondiglio e sospirò vedendo che nessun drago si era accorto di loro. Non erano molto vicini, ma era risaputo che l'udito dei draghi fosse molto più sviluppato rispetto a qualsiasi altro essere vivente. Perfino un piccolo sospiro poteva catturare la loro attenzione e segnare la loro condanna a morte.
 "Devi fare silenzio se non vuoi che vengano qui a mangiarti come pietanza principale." Eunice stranamente non ribatté ma al contrario si illuminò di gioia e i grandi occhi cerulei si ingrandirono sproporzionatamente.
 "Loki ma li hai visti?! Sono più belli di quanto avessi potuto immaginare! Sono...wow." Eunice gesticolava freneticamente e per sbaglio diede una sberla sulla guancia di Loki, ma parve non essersene accorta poiché continuò la sua lista di quanto graziosi e belli fossero i draghi. Loki la guardò truce e poi la sgridò piano dicendole di abbassare la voce ma Eunice continuava a parlare gesticolando, alzando perfino un po' il tono della voce. Non lo stava facendo di proposito Eunice era semplicemente così: una ragazzina esuberante e forse anche troppo allegra che si eccitava per qualsiasi cosa fosse per lei motivo di gioia e allegria. Loki a quel punto si alterò e alzò il tono della voce per farsi sentire, assumendo lo sguardo più minaccioso che fosse stato in grado di fare.
 "Per gli Dèi, Eunice! Potresti abbassare il tono della voce? Probabilmente non mi stupirei se mi ritrovassi davanti un drago con le fauci spalancate!" Loki non si accorse nemmeno di aver quasi urlato quella frase. E purtroppo se ne curò troppo tardi. Subito si protese dalla roccia per esaminare se quel trambusto avesse attirato la loro attenzione o se ci fosse qualche occhio famelico puntato sulla roccia. Fortunatamente sembrava che nemmeno un drago lo avesse sentito e così cacciò un sospiro di sollievo.
 "Nessun drago si è accorto di noi, probabilmente saranno troppo impegnati a cianciare tra loro o..." Eunice aveva preso a picchiettare la spalla di Loki che ancora stava osservando le creature non molto distanti da loro.
 "Emh...Lok-ki"
 "Un attimo Eunice, non vedi che sto controllando se qualche bestiaccia si è accorta di noi?" Il picchiettare sulla spalla aumentò così come la forza con cui Eunice premeva.
 "Loki!" Il corvino si voltò velocemente verso l'amica e la guardò a mò di rimprovero. Eunice aveva gli occhi leggermente spalancati e le gote in fiamme ma Loki non ci fece caso e continuò, sospirando esasperato.
 "Eunice, per le santissime Norne, si può sapere che ti prende?" Il corvino puntò un dito nel vuoto, come era solito fare quando la sgridava e Eunice gli prese l'indice che le aveva puntato e lo sollevò verso l'alto. Un enorme drago color verde scuro si trovava sopra di loro. Aveva le fauci spalancate e gli occhi grandissimi e neri come la pece li fissavano indagatori. Dalla sua bocca usciva una bava grigiastra e il suo naso, se così si poteva definire, spruzzava ad intervalli regolari, a seconda del suo respiro, del fumo. I due giovani erano immobili, non sapevano cosa fare. Loki però prese le redini della situazione e acciuffò goffamente la mano della rossa per intimarle di correre via insieme a lui, ma Eunice non accennava a muoversi. Fissava rapita il drago che aveva di fronte e questi la fissava a sua volta non intenzionato a muoversi. A quel punto Loki le stritolò la mano con molta forza e le ordinò a bassa voce di seguirla, tentando di non farsi sentire dal drago. Tentativo del tutto inutile perché l'enorme bestia spostò lo sguardo dalla rossa a lui e fece un passo in avanti come a volerlo sfidare. E Loki accettava sempre le sfide. Prontamente il corvino caricò una sfera di energia verde e la scagliò contro il drago che, a causa dell'impatto non abbastanza forte da scalfirlo, lo scagliò poco lontano ma diede a Loki il tempo necessario per afferrare la mano di Eunice e trascinarla con sé. Eunice però diede uno strattone alla mano di Loki intenzionata a non seguirlo.
 "Hai smarrito il cervello!? Cosa credi di fare?!" Le aveva urlato allora Loki, furioso per il comportamento per niente adatto dell'amica. Non aveva messo fuori gioco l'avversario ma il colpo avrebbe potuto lasciare loro abbastanza tempo per fuggire. Tempo che fu del tutto sprecato a causa della testarda che aveva di fronte.
 "No, Loki. Non possiamo fuggire! Quel drago ci raggiungerà e ci sbranerà senza ombra di dubbio, lascia fare a me." Eunice si era voltata dall'altra parte il tempo necessario per vedere il drago cercare di sollevarsi e rizzare le possenti ali.
 "Come puoi sconfiggere una bestia del genere?! Adesso smettila di dire idiozie e seguimi." Per l'ennesima volta la mano di Loki l'aveva afferrata ma questa volta Eunice accarezzò il viso del corvino, lasciandolo del tutto spiazzato e senza parole.
 "Ti fidi di me?" Eunice guardava Loki con grandi occhi lucidi e colmi di speranza e fiducia. Perché Eunice si fidava ciecamente di Loki, e voleva sapere se era lo stesso per lui. In realtà la rossa sapeva già la risposta di Loki ma pensava sarebbe stato diverso se quelle parole fossero uscite dalla sua bocca.
 "Certo che mi fido di te, ma ora..." Il cuore probabilmente fece qualche capriola all'interno del suo petto e, senza che potesse evitarlo, gli occhi avevano preso a pizzicarle e il corpo a prendere fuoco. A quel punto la rossa lasciò la sua frase in sospeso e posò un dito sulle labbra piccole e gelide del corvino rivolgendogli uno di quei suoi sorrisi che avrebbero potuto sciogliere perfino la più spessa lastra di ghiaccio delle gelide lande di Jothoneimr, tanto erano caldi e veri.
 "Allora lascia fare a me." Gli sorrise un'altra volta e si girò verso il drago che ora aveva preso ad avanzare furioso verso i due ragazzi. Loki intanto aveva serrato i pugni pronto a creare un muro difensivo in caso il drago avesse avuto la malsana idea di alzare una sola zampa contro l'amica. Eunice, dal canto suo, aveva adagiato entrambe le mani lungo i fianchi, camminando lenta e fiera, e con un leggero sorriso dipinto sulle candide labbra. Il drago nemmeno aveva accennato a rallentare e ora fissava instancabilmente Eunice, pregustandosi già il suo gustoso pasto. Eunice allora posò insistentemente i suoi occhi in quelli neri del drago e lo fissò intensamente, come se stesse cercando di perforarlo con gli occhi. Il drago colto da un leggero spaesamento rallentò la sua corsa fino ad arrivare ad un palmo al viso di Eunice e continuò a fissarla. La rossa alzò una mano, lasciandola sospesa per qualche minuto, e pianissimo cominciò a calarla verso il muso del drago che intanto continuava a guardarla negli occhi, come in una muta sfida. Ad Eunice parve di rivivere una di quelle sfide di sguardi e occhiate che di solito faceva con Loki e da cui spesso ne usciva sconfitta mentre Loki era sempre il vincitore. Questa volta però era riuscita a scavare più a fondo dell'avversario, era stata in grado a inoltrarsi all'interno di quei occhi color pece e ad avere avuto il suo controllo. La mano lentamente si posò sul muso e il drago, con la stessa lentezza, abbassò la grande testa, come se stesse accettando il fatto di aver perso contro di lei. Dopo qualche minuto il drago sbuffò forte e volò verso il gruppo di draghi che si era ammassato in un punto, dato che era quasi il momento di spiccare il volo verso una nuova terra. Eunice rimase immobile, con la mano ancora nel punto in cui prima aveva accarezzato il muso del drago.
 "Come ci sei riuscita?" Loki si avvicinò lentamente all'amica posandole una mano sulla spalla, per catturare la sua attenzione visto che lei non accennava a muoversi. E come se fosse stata riscossa, da un lunghissimo tempo, dai suoi pensieri, si voltò verso di lui.
 "Sai, quel drago ti somigliava." Eunice guardò l'amico sorridendo e Loki si fece interrogativo, non capendo l'affermazione della rossa.
 "Non capisco, non siamo affatto uguali."
 La rossa prese le mani di Loki e lo voltò verso la grandissima quantità di draghi, erano pronti per spiccare il volo. Dopo qualche minuto il sole calò e una forte folata di vento si levò da tutte le parti, scompigliando i capelli di entrambi. Il drago che poco prima li aveva quasi attaccati ruggì feroce e fu il primo a spiccare il volo, lasciando dietro di sé una scia di fumo che gli altri draghi avrebbero dovuto seguire. Non era il più grande tra tutti i draghi presenti e alla fine non sembrava nemmeno il più minaccioso. Ma era stato il primo a ruggire, il primo fra tanti disposto a guidare la sua famiglia verso un luogo ignoto, ruggendo ammonitore di tanto in tanto ad alcuni draghi che cercavano di deviare la rotta.
 Eunice ridacchiò e cominciò ad incamminarsi verso casa, con la mano di Loki ancora avvolta nelle sue. "Oh invece siete più uguali di quanto tu possa immaginare." E in lontananza un altro ruggito squarciò il silenzio, il ruggito più forte di tutti gli altri.



 

***


 

 
Angolo dell'autrice:
 Sono ancora in tempo? *guarda il calendario* Oh Dèi menomale, fiuu.
 Bene, eccoci giunti al terzo capitolo! Sono felicissima di come lentamente sta prendendo forma il rapporto tra Loki ed Eunice e di come pian pianino si sta sviluppando la loro love story(?) sebbene ci siano più momenti in cui i due piccioncini preferiscano strangolarsi anziché coccolarsi come una coppia nel 14 febbraio.
 In teoria mancherebbe ancora un altro capitolo per la fine di questa raccolta ma ho visto con gran piacere che qualche angelo sceso in terra sta davvero apprezzando questa raccolta di shots, perciò ho deciso di non terminarla con la prossima shot ma di allungarla un po' per la vostra gioia, maybe...
 Volevo inoltre ringraziare DarthGiuly per la bellissima recensione che ha lasciato e la mia carissima Tomlinsonsbreath che ormai ha messo radici in questa raccolta e inoltre ringrazio tutti i lettori silenziosi che spero un giorno si facciano vivi, è anche grazie a voi se sono ancora qui, a scrivere boiate in questo fandom! Vi ringrazio infinitamente carissimi
 Ci leggiamo al prossimo cap che ancora non so quando arriverà. Per questo date la colpa alla scuola che mi sta lentamente strappando dalla vita sociale (come se ne avessi una lol...)
 Alla prossima cari lettori!
 
E come da consuetudine vi lascio un secsissimo Loki tutto da coccolare(mente pervy: -solo questo, cara?- parte razionale: - o.o ookai, me ne vado prima che qualcuno decida di chiamare un esorcista....)


 
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Eunice Laufeyson

 
  
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