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Autore: sakura_87    17/10/2008    13 recensioni
La guerra è finita. Voldemort è morto. E due studenti tornano a scuola per finire i loro studi. Draco è passato al bene ma ancora non riesce ad andare daccordo con un'Hermione scossa da un problema non ancora chiaro. Cosa succederà in questi mesi di scuola? A voi scoprirlo leggendo!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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VACANZE DI NATALE

- No, Draco, non ci siamo ancora.
Hermione lo fissava seria. Erano nella Stanza delle Necessità insieme per le famose ripetizioni di babbanologia. Ormai da più di un mese si vedevano regolarmente quasi tutte le sere, e il ragazzo stava migliorando molto nella materia. Ormai sapeva usare in modo corretto la maggior parte degli oggetti che un qualsiasi non mago utilizza quotidianamente.
Oltre ai voti scolastici, anche qualcos’altro aveva subito un notevole miglioramento. Il rapporto tra il Principe dei Serpenti e la Regina dei Grifoni. Erano passati a chiamarsi per nome quando erano soli, anche se in pubblico continuavano nelle loro schermaglie, sempre più finte.
- Ma io questo aggeggio non lo capisco proprio!
- Prima di tutto impara a chiamarlo con il suo nome. È un computer, non un aggeggio.
Lui la fissò con un sopracciglio alzato.
- E va bene. Computer. Ma ciò non toglie che non riesco a capire a cosa serva.
Lei sbuffò guardandolo.
- Dai, Hermione, non fare così. Lo sai che è più forte di me. Non mi entra in testa. Non lo faccio mica apposta!
Si alzò e le andò incontro con gli occhi dolci.
Chiunque l’avesse avrebbe stentato a credere che quello era lo stesso Serpeverde che insultava e derideva per i corridoi qualsiasi essere vivente che avesse anche solo osato respirare la sua aria.
- E va bene. Dai. Per oggi concludiamo qui. Però – continuò lei con un cipiglio degno della McGranitt – devi promettermi che cercherai di applicarti un po’ di più. Siamo solo alle funzioni di base e dobbiamo arrivare ad utilizzare internet.
Si guardarono per qualche secondo, poi Draco fece un cenno affermativo con la testa, e decisero tacitamente che era ora di andare a dormire.
Una volta in camera, nessuno dei due prese sonno facilmente. Cosa che recentemente accadeva molto spesso a entrambi. I loro pensieri, prima di cedere il passo alle ombre della notte, si incentravano il più delle volte sullo strano rapporti che si era instaurato tra loro. C’era complicità, perché erano entrambi consapevoli di infrangere le regole. Nonostante fossero entrambi caposcuola, quando non erano di ronda avrebbero dovuto rispettare il coprifuoco come tutti. E invece si erano trovati a fare sempre più tardi. Non avevano potuto modificare nuovamente le coppie per le ronde, perciò erano costretti a vedersi dopo, tranne le rare volte che capitavano, casualmente secondo Ginny, delle sostituzioni.
Poi c’era anche una certa intesa. Si capivano al volo, solo con uno sguardo, quando si incontravano per i corridoi ed iniziavano ad insultarsi per gioco. “Attori consumati”, si autodefinivano quando erano soli e potevano ridere e parlare essendo semplicemente loro stessi.
E c’era anche qualcos’altro. Complicità e intesa, se unite, potevano portare ad un sentimento più profondo della semplice conoscenza. Che fosse amicizia?
Entrambi, arrivati a questo punto del ragionamento, si addormentavano stremati per tutte le fatiche del giorno, e ancora con il dubbio irrisolto di cosa fosse ciò che li univa.
O meglio. Irrisolto per il cervello. Ma il cuore aveva già la sua risposta.

Qualche giorno dopo, Draco aveva finalmente imparato le funzioni base del computer e avrebbero potuto avviare il discorso verso qualcosa di più complesso.
- Cosa farai per le vacanze di Natale?
La domanda del ragazzo lasciò spiazzata Hermione, che però si riprese dopo pochi secondi.
- Non era questo il discorso che intendevo.
- Sempre e solo a studiare pensi! Ma quand’è che ti diverti un po’, Granger?
Lei non si fece sfuggire il fatto che l’aveva chiamata per cognome.
- Siamo tornati all’uso del cognome anche quando siamo solo noi due, Malfoy?
Sottolineò l’ultima parola mentre lo fissava negli occhi, poi proseguì, senza lasciargli il tempo per rispondere.
- E poi mi pare che eravamo qui per studiare. Oppure sei diventato un genio della babbanologia?
- E va bene. Non volevo farti scaldare così. Prima il dovere, poi il piacere. Ma non mi scappi.
Continuarono a provare internet ancora per mezz’ora. Quando finalmente Draco aveva capito almeno come si faceva una ricerca con Google, decisero che era ora di andare nei dormitori.
Come accadeva sempre più spesso, lui l’accompagnò fino all’ingresso della torre, e non si fece sfuggire l’occasione di torturare un pochino la sua preda e ribadire quella domanda che non aveva ancora trovato la sua risposta.
- Allora, Hermione, che farai durante le vacanze? Ormai manca poco.
Lo sguardo della ragazza si incupì leggermente. Le vacanze natalizie, negli ultimi anni, erano il momento che attendeva di più perché, prima di andare alla Tana con i suoi amici, passava da casa e stava qualche giorno con la sua famiglia. Famiglia che ormai era divisa.
- Credo che resterò a scuola.
- Anche io.
Avevano entrambi i loro motivi, e conoscevano entrambi quello dell’altro. Il loro rapporto si era rinforzato molto. Hermione era riuscita addirittura a spigare a Draco il perché si infervorava tanto ogni volta che venivano nominati i suoi genitori. E lui aveva capito che nonostante fosse una situazione difficile da accettare, quella era una ragazza che poteva farcela.
Per lui è pericoloso tornare al Manor. Lo troverebbero di sicuro in poco tempo, e sarebbe la fine.
Questo il pensiero della riccia alla risposta di Malfoy. E nel frattempo erano arrivati davanti alla Signora Grassa.
- Buona notte, Hermione.
- Buona notte, Draco.
Lui avvicinò il suo viso a quello di lei. Non voleva fare nulla di avventato, ma doveva capire ciò che sentiva per la strega, e soprattutto vedere la reazione di lei.
Quando fu a pochi millimetri dal suo naso, deviò leggermente, lasciando un casto bacio sulla guancia di pesca. Poi, sorridendo, si voltò per tornare ai sotterranei.
Hermione lo fissò andare via, persa in un turbinio di emozioni che non riusciva a comprendere. Il cuore le batteva forte solo per quel semplice contatto. La guancia su cui si erano posate la labbra del ragazzo sembrava scottare.
- Allora, ci decidiamo o no?
La voce del dipinto la risvegliò per qualche secondo da quei pensieri, che però tornarono a torturarla non appena fu in camera.
Herm, sveglia! È stato solo un bacetto sulla guancia, da amico! Ormai avete legato molto no? È normale. Certo, ma non posso negare che ultimamente lo cerco con lo sguardo, sempre. Sento la sua mancanza quando non possiamo vederci. Forse… forse mi sto prendendo una cotta per il Principe delle Serpi! Non Herm! Lascia stare. Può anche aver cambiato fazione, ma è sempre il solito don Giovanni e spezza cuori. Dai! La Greengrass se l’è ripassata per qualche giorno, e adesso non se la fila più!
Nella sua testa questo monologo andò avanti a lungo, finché non riuscì a prendere sonno.
Esattamente come accadeva a Draco, sdraiato nel suo letto, intento a fissare il soffitto della sua stanza.
Perché ho avuto quel brivido quando l’ho baciata? Baciata. Che pi non era un vero bacio. Era solo un bacetto sulla guancia. Però, forse… no, non può essere. È una mezzosangue. Ok, siamo diventati amici, cosa che fino a pochi mesi fa avrei ritenuto impossibile. Ma non posso essermi preso una cotta per lei!

Passarono altri due giorni da quella sera, e i due caposcuola si comportavano facendo finta di nulla. Draco non le aveva più dato il bacio della buona notte, cosa che fu salutare per il sistema nervoso di entrambi, che, al contrario, avrebbe subito un subitaneo collasso.
Mancavano ormai solo tre giorni alle vacanze, quando Ginny arrivò nella camera di Hermione con in mano una lettera.
- Herm, ascolta. La mamma mi ha chiesto di confermarle che a Natale starai da noi come al solito.
La ragazza si prese qualche secondo per riflettere prima di rispondere.
- Verrei volentieri, ma ho solo un dubbio. Non mi fido a lasciare Malfoy qui da solo.
- Ci saranno i professori a controllarlo.
- Non lo so Gin. Non mi sento comunque tranquilla. Ce lo vedi Draco Malfoy a rimanere buono e a farsi controllare dai prof?
La rossa la fissò un attimo.
- Ti piace Malfoy.
Non era una domanda, era un’affermazione.
- No! Cioè, sì. Forse. Oh, non lo so! Sono confusa.
L’aveva spiazzata, e si era lasciata spingere a dire ciò che non avrebbe mai voluto ammettere.
Rimasero a parlare fino all’ora di cena, quando la piccola di casa Weasley decise che avrebbe avvertito la madre che ci sarebbe stato un ospite in più quell’anno.
Ormai rimaneva un solo problema. Dirlo a Draco.

- No, non se ne parla!
- Dai, ti prego. Non sto tranquilla se rimani qui da solo. Lo sappiamo che la scuola non è poi così sicura come pensano tutti.
- Ho detto di no. Preferisco affrontare quegli psicopatici dei Mangiamorte piuttosto che passare dieci giorni con lo Sfregiato e la famiglia di Lenticchia.
Lei lasciò perdere il modo in cui aveva chiamato i suoi amici. Quando se la prendeva così tanto era impossibile farlo ragionare. E per questo decise di abbandonare anche il discorso. Almeno per il momento, finché finirono quell’ultima ripetizione prima della pausa festiva.
- Draco…
Pronunciò poi quando stavano tornando di nuovo verso la torre, con un tono implorante, sperando in un cambio di idea che però non venne.
- E va bene. – Tentò l’ultima carta. – Vorrà dire che rimarrò al castello anche io. Solo non ti lascio.
- Hermione, tu devi andare. Hai bisogno di distrarti e hai bisogno di stare con i tuoi amici che non vedi mai.
Lei lo fissò allibita.
- Dove hai messo il vero Draco Malfoy? Non sei lui. Questa frase non l’avrebbe mai detta uno del genere. – Rise, poi proseguì. – Anche tu sei mio amico. Ormai ti considero tale lo sai. E quindi è giusto che passo un periodo di festa anche con te.
- E va bene, - sbuffò lui rassegnato. – Ma non pretendere che vada d’accordo con loro.
E mai frase fu più azzeccata di questa!
Appena arrivati alla Tana, Molly Weasley abbracciò e baciò le ragazze per prime, per poi stringere anche Draco in uno dei suoi famosi abbracci.
Il ragazzo rimase un attimo sconcertato. Non si aspettava tanto affetto dopo quello che lui e la sua famiglia avevano fatto passare a quella gente. Ma si riprese subito vedendo le facce ostili di Harry e Ron. Questa era la sua normalità. Erano rivali dall’età di 11 anni, e adesso che ne avevano 18 era ancora tutto come un tempo.
Fu Ron a mostrargli la sua camera. La vecchia stanza di Bill. Sentì invece che Hermione avrebbe dormito con Ginny e dentro di sé sentiva una stretta al cuore, perché avrebbe voluto passare più tempo con l’unica che ormai considerava amica, e aveva già in mente di tenderle agguati nel sonno.
- Malfoy, - Ron interruppe i suoi pensieri, nel momento in cui anche Harry arrivava. – Prova solo a dare anche il più piccolo segno di voler prendere in giro qualcuno di questa casa e ti sbatto fuori.
- Ron! – Harry lo prese per un braccio. – Lui è qui perché è sotto la nostra protezione, quindi vediamo di mantenere tutti la calma.
- Me la sarei potuta cavare anche da solo a scuola. Sono qui solo perché Hermione ha insistito.
- Da quando la chiami per nome, Furetto?
- Da quando passiamo insieme tutte le sere, Lenticchia.
Sia Harry che Ron sbiancarono all’ultima affermazione.
- Siete due idioti. Mi aiuta in babbanologia. Avevo bisogno di ripetizioni.
I due tirarono un sospiro di sollievo, poi lo lasciarono solo per dargli modo di sistemarsi.
Durante la cena, poi, continuarono le frecciate tra i tre “nemici”.
- Puoi passarmi il sale, Potter?
- Hai due mani, Furetto. Ah, no scusami, che sbadato. Gli animali non hanno mani!
- Battuta da idiota. La cicatrice ti ha danneggiato il cervello.
- Roba vecchia, questa invece, - intervenne Ron.
Ma furono messi tutti a tacere da una severa occhiata di Molly.
- Ragazzi, è Natale, cercate di non uccidervi!
E fu così che tra battutine, frecciate e occhiatacce arrivò il 24 dicembre. Quella sera, dopo il cenone, avevano deciso che erano tutti troppo stanchi per aprire i regali, così li avrebbero aperti la mattina seguente.
- Herm, devi raccontarmi.
- Cosa, Ginny? – rispose distrattamente l’interpellata mentre si infilava il pigiama.
- Cosa c’è tra te e Malfoy. Allora, siete amici? Sei l’unica con cui parla senza litigare.
Fu in quel momento che ne corridoio Draco si fermò, a metà strada per arrivare al bagno. Ma vinto dalla curiosità del sentirsi nominare, si era dovuto posizionare per ascoltare.
- Sì, siamo amici. Ma a scuola, per i corridoi, siamo i soliti.
- Questo l’avevo notato. Ma dimmi la verità, a te lui piace o no? Ti sei riuscita a chiarire le idee?
Passarono alcuni secondi di silenzio, nei quali il ragazzo fuori la porta attendeva con ansia la risposta,
- Ancora non lo so. L’idea di stargli lontana per dieci giorni mi aveva mandata in tilt. Quando non lo vedo lo cerco. Mi manca quando non stiamo insieme. Ma non riesco a capire cosa provo.
L’interessato, fuori, aveva sentito il cuore fargli delle capriole nel petto. Erano le stesse cose che pensava lui. Provavano la stessa cosa. Ma cos’era di preciso.
- Secondo me sei cotta. – affermò Ginny.
- Ma dai, Gin. Potrebbe essere solo una forte amicizia, no? Però…
- Però… ? – la incitò l’amica, vedendo che si era bloccata.
E nel frattempo Draco fuori tratteneva il respiro, in attesa di ciò che per lui sarebbe stato come un verdetto.
- Ecco, c’è una cosa che non ti ho raccontato. Qualche sera prima di partire, mi ha accompagnata alla torre, come al solito, dopo aver studiato. E mi ha dato un bacio semplicissimo sulla guancia. Non è che sia un evento sensazionale, anche se fatto da lui un gesto del genere è prezioso. Ma in quel momento mi sono sentita morire. Il cuore mi ha mancato un battito.
- Ormai è una cosa certa. A te piace Draco Malfoy.
- A me piace Draco Malfoy. – Ripeté la riccia, ammettendo finalmente ciò che il suo cuore già sapeva da tempo.
Poi si riprese.
- Vado un attimo in cucina, Ginny.
Dopo le chiacchiere, le era venuta sete. Fortunatamente Draco aveva avuto i riflessi pronti e si era nascosto prima che la ragazza uscisse dalla stanza, per poi seguirla, dopo pochi secondi, nella cucina buia.
La vide davanti alla credenza, intenta a cercare un bicchiere. E la trovò bellissima illuminata a quel modo, solo dalla luna.
E non poteva fare a meno di pensare che provava per lei le stesse cose che aveva sentito lei provava per lui.
- Ciao. – disse facendola sussultare.
- Ehi, ciao. Non pensavo di trovarti qui.
- Non riuscivo a dormire e sono sceso a bere.
- Anche io. Beh, allora ti sei divertito stasera?
- Abbastanza. Senti una cosa però. Io non voglio darti il mio regalo domani davanti agli altri. Perciò ho pensato di dartelo adesso.
Con un incantesimo di appellò fece arrivare il pacchetto che aveva in camera e lo passò alla ragazza che con gli occhi lucidi iniziò ad aprirlo fino a mostrare una scatoletta azzurra, di gioielleria. La aprì e vide dentro un ciondolo con la sua iniziale in argento. Molto semplice ma molto bella.
- Allora anche io ti do il mio regalo adesso.
Lo appellò e glielo porse. E decisamente si aspettava la sua reazione di stupore quando vide di cosa si trattava.
Era una D in argento, semplice ed elegante.
- Hermione, voglio che questa la metti tu.
Lei lo fissò con gli occhi sgranati.
- Perché?
- Per questo.
Aveva deciso che doveva fare la sua mossa. Era sicuro che lei non l’avrebbe respinto.
Perciò si avvicinò a lei lentamente e poggiò le sue labbra sulle sue in un lungo e dolce bacio. Si separò leggermente, per darle tempo di reagire, e poi fu lei a prendere l’iniziativa, allacciando le mani dietro il collo del ragazzo e attirandolo di nuovo verso di sé, in un bacio stavolta più profondo, più passionale. Lui le cinse la vita con un braccio per tenerla più vicina. Lei schiuse le labbra per permettere a lui di approfondire il contatto, che fu più lungo del primo.
Si separarono solo quando i loro polmoni chiesero ossigeno e si fissarono per un lungo istante.
- Io terrò la tua iniziale al collo, a patto che tu tenga la mia.
Draco prese la collana con la D e la legò al collo di lei, posandole poi un leggero bacio dietro la nuca. E lei fece lo stesso.
Sorridenti, poi, risalirono verso le stanze, felici per quel regalo di Natale che valeva più di qualunque altro.




Saku's space.

Eccomi qui. Finalmente i due si sono dati una svegliata! Era ora! (e potevi farli svegliare prima, direte voi!)
Comunque, ce l'ho fatta. Li ho smossi.
E ora passo ai ringraziamenti. Prima ai 75 che hanno messo la storia tra i preferiti! Siete tanti!!!!!
E poi alle recensioni. Stavolta siete stati più del solito!
madamina: la mia legilimens! Ah, no sono io la legilimens. E' vero, mi hai scoperta!! ahaha! Comunque, chissà se sul serio Draco avrà imparato la lezione! Un bacio e alla prossima!
Mou4ever: ciao tesora! Grazie per i complimenti. E tranquilla se l'hai messo al capitolo sbagliato il commento! Un bacio!
cagnoletti2: cavoli, ho dimenticato di scrivere il secondo pezzo di frase! Era una battuta comunque l'altra volta! =)
MimiMiaotwilight4e: o mamma che nick lungo! O_o Grazie per i complimenti! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Tanny: ecco qui, l'ha ammesso! Anche questo mi pare un capitolo divertente, che ne dici? Ed Herm di nuovo non è sola. Ma è giusto così, no?
I love you Draco: troppi complimenti tutti insieme! Me si emoziona!!!!!
Namek: per sapere cosa è successo dopo la bottiglia scolata, aspetta e verdrai. E' una scena che si rivelerà più avanti! ihihi! Sono crudele lo so! Un bacio nipotina!
bettybionda: grazie del sostegno ammora!! Non so che farei senza di te che mi insulti per spronarmi a scrivere! ahaha! Ti adoro!!
FunnyPink: decisamente, gli amici sono gli amici!! Ed ecco qui che sono di nuovo in scena i nostri eroi!! Un bacio sballatina!!

Bene, ora vi lascio. Continuate a commentare!!!
Al prossimo capitolo gente. Ciriciao!!!
Saku
  
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