Salve a tutti!
Spero vi faccia piacere il
fatto che abbia aggiornato un giorno prima ihih!
E’ stata una settimana
durissima, anche perché la mia ispirazione era a mille, avrei tanto voluto
scrivere un nuovo capitolo (sono arrivata fino al 45 per ora, il che vi dice
che questa fic avrà almeno 50 cap, armatevi di pazienza!) ma ne sono riuscita a
scriverne solo due pagine.
Mi ha fatto davvero piacere
sapere che lo zio Max è il vostro personaggio secondario preferito! E’ un
personaggio che adoro, costruirlo mi è riuscito davvero naturale!
Detto ciò grazie a coloro che
hanno letto lo scorso cap, inserito la fic tra i preferiti e coloro che hanno
recensito (mi sono guadagnata tre lettrici fedeli, grazieeee!):
New Moon: Grazie, è un
piacere sapere che la storia continua a piacerti! Ecco il cap, cosa ne pensi?
Giulls: Daniele? Chissà, per
ora sbava solo dietro a Deb, dovrai aspettare qualche cap, muahahah! Comunque
si, sono una fan di Mean Girls, anzi, lo ero fino a tre anni fa ma resta il
fatto che è un film che mi fa morire dalle risate ogni volta che lo vedo anche
se ormai lo so a memoria. Immagino te ne sei accorta dall’espressione usata
nello scorso cap, “attizzatrice certificata”, vero? Anche tu sei una fan?
Sweet_Baby_Love: Per ora
Daniele sbava solamente dietro a Deb, bisogna aspettare un po’ per qualche
sviluppo! Eh si, l’invidia è proprio una brutta bestia… Anzi, avanti questo “sentimento”
avrà un ruolo importante, sigh!
Il sondaggio di questa
settimana è … Quale è il personaggio che più vi ha colpito per la sua particolarità? Mi raccomando, rispondete numerosi!
Penso che aggiornerò
mercoledì,
la vostra milly92.
Capitolo 14
Un Buon Motivo Per Andare In Chiesa
Così quel pomeriggio, mentre
qualche sconosciuto mi salutava e le mie care amiche sghignazzavano a causa
degli squilli di Daniele, passò rapidamente e le tre e mezza, ora del termine
delle lezioni, arrivarono molto rapidamente per i miei gusti.
Avevo appena messo piede
fuori dalla scuola e stavo salutando le altre ragazze quando il cellulare
iniziò a squillare, rivelandomi un sms di Niko.
Ehi, sono nella chiesa fuori la tua scuola, vieni!
In chiesa?!
Subito mi recai verso quel
posto, che era proprio di lato alla scuola, dicendo alle ragazze che sarei
tornata subito. Il cuore mi batteva molto forte, e sentivo che le mie converse
erano diventate di piombo, impedendomi di camminare bene.
Appena entrata, dopo aver
fatto il segno della croce, iniziai a guardarmi intorno costatando che la
chiesa era vuota. Feci qualche passo, guardando anche nei confessionali, e
stavo proprio vicino la cappella di S. Nicola quando sentii un braccio cingermi
la vita e una mano coprirmi gli occhi.
Sussultai, prima di voltarmi
e trovarmi faccia a faccia con Niko che sorrideva. “Insomma, non potevo non
scegliere la cappella di S. Nicola, no?” mi salutò.
“Si, dimenticavo che la tua
innata intelligenza non finisce mai di stupirmi!” ribattei ancora con il cuore
che galoppava.
“Comunque ciao, eh”
“Ciao”
Gli feci la linguaccia mentre
lui scuoteva il capo rassegnato e mi abbracciava. “Scusa, ma era il mio unico
nascondiglio” si scusò sussurrando mentre si allontanava e tirava fuori dalla
tasca un capello e un paio di occhiali. “Una ragazza mi stava riconoscendo… Non
mi andava di essere infastidito ancora”
“Figurati! Ma sei un
maleducato, eh, non si indossa il cappello in chiesa… Comunque ti da fastidio
conoscere solo quattro mie amiche?” gli chiesi lentamente, sussurrando anch’io,
pensando già alle loro facce deluse se non glielo avessi fatto conoscere.
“Ma che, scema! Dai,
chiamale, ti aspetto qui” esclamò.
Annuii, uscendo dalla chiesa.
Subito mi congedai dalle altre ragazze, dicendo che ci saremo riviste al più
presto ma che di sicuro sarei tornata per la fine dell’anno scolastico. Si
affollava così tanta gente che ci impiegai circa dieci minuti per liberarmi di
tutti, e alla fine mi ritrovai anche Daniele davanti.
“Ehi, che coincidenza…” si
giustificò, anche se si era capito benissimo che era passato apposta per di lì
nonostante ci fossimo già salutati poco prima.
Mi voltai e notai Niko di
striscio che si era affacciato per controllare, forse preoccupato dal mio
ritardo.
“Eh si” gli dissi
semplicemente, facendogli comprendere che non mi andava di perdermi nelle sue
smancerie. Si allontanò, deluso, ma non vi badai più di tanto ad essere onesti,
anche perché il solo pensiero di Niko nella chiesa vicina mi elettrizzava.
“Ragazze, vi devo davvero
salutare” mi scusai, rivolta alle altre della classe.
“Uffi, egoista! Non mi hai
nemmeno insegnato “Umbrella”!” esclamò Sara mettendo il finto broncio.
“Te lo insegno quando torno,
ok?” promisi rapidamente, notando con la coda dell’occhio che Niko continuava
ad affacciarsi.
“Ok… Ma aspetta un ultimo
secondo, cara!” disse lei, scuotendo la chioma bruna e cercando una macchina
digitale dallo zaino. “Un sorriso per la stampa!” esclamò, allungando il
braccio e scattando la foto.
Immagino che stampa voglia dire Blog, My Space,
Netlog, Badoo…
Finalmente se ne andò,
seguita dal resto della classe, così riuscii a trascinarmi Giusy, Lina, Sabrina
e Cristina in Chiesa.
“Ma dico io, a che ti serve
pregare quando c’hai quel Dio vicino 24 ore su 24? La provvidenza è con te!” esclamò
Sabrina sbuffando.
Risi, dicendole di zittirsi,
ed entrammo in Chiesa. Notai Niko ancora vicino la Cappella, mentre parlava con
una signora anziana. Visto di spalle non sembrava lui, così le ragazze non
intuirono niente, anzi, mi guardarono interrogativa mentre mi avvicinavo.
“Signora, glielo ripeto, non
ho visto il ladro che le ha rubato la borsa…” stava dicendo. Sentii Cristina
stringermi il braccio e Lina trattenere rumorosamente il respiro. Giusy e
Sabrina restano immobili quando compresero chi avevano vicino.
“Ma comm, giuinò, i stev cà a
dicir u’ Rusario e vuj sterv cà vicin a mè, ait vist i sicur… O và sit pigliat
vuj?” (“Ma come, ragazzo, io stavo qui a dire il Rosario e voi eravate qui
vicino a me, avete visto di sicuro… O ve la siete presa voi?” scusate il
dialetto N.d.a.) rispose lei, arrabbiata.
“Ma no…! Cosa dite!” rispose
stizzito Niko.
Mi guardai intorno, e alla
fine notai che sotto la panca lì vicino c’era proprio una borsa nera.
Mi avvicinai e la presi,
poggiandola di nascosto dietro di lei, in modo da non farmene accorgere,
facendo segno a Niko di zittirsi. La signora era così presa dall’accusare che
non se rese nemmeno conto, per fortuna.
“Scusate, ma questa borsa è
grande, di pelle nera, con tante cerniere?” domandò Niko con aria furba,
ridendole quasi in faccia.
“Si! Ait vist che va sit
pigliat vuj?” (“Si! Avete visto che ve la siete presa voi?”)
“No, in realtà è dietro di
lei…” rispose il ragazzo, questa volta ridendo apertamente.
Inutile dire che la signora
arrossì per la figuraccia e se ne andò senza dire nulla…
“Grazie” sussurrò Niko poco
dopo, mentre uscivamo dalla Chiesa.
“Eh eh! Ti ho salvato!”
esclamai, fingendo di darmi arie di importanza. “Comunque, bando alle ciance,
ti devo presentare le mie amiche!”
“Si, giusto!” Salve ragazze,
voi dovete essere le amiche di Debora!” disse lui, passandosi una mano dietro
al nuca e osservandole. Sembra addirittura imbarazzato! “Mi ha parlato molto di
voi!”
“Oh, anche lei ci ha parlato
molto di te…” fece Giusy, guadagnandosi un’occhiataccia torva da parte mia.
Niko rise, così gliele
presentai. Inutile dire che le ragazze erano incredule, e a Lina per un pelo
non veniva un infarto.
Eppure, un quarto d’ora dopo
eravamo tutti e sei a casa mia, con mamma che preparava il caffè, mio fratello
che scrutava Niko in cagnesco e le ragazze che lo riempivano di domande.
L’autista sarebbe venuto alle cinque insieme a Luigi e ci avrebbe riportati al
loft.
“… Quella che meno sopporto è
Silvia ad essere sinceri, dice sempre le stesse cose e poi offende Debora…”
stava dicendo il ragazzo.
“Eh, hai visto, Niko?”
s’intromise timidamente mia madre, “Sei stato così gentile a difenderla,
martedì!”
“Signora, l’ho fatto perché
quell’oca si meritava quella risposta e perché non è giusto che prende di mira
Debora quando poi non è assolutamente grassa o cose simili…”
Mia mamma lo contemplava con
un’aria di dolcezza mista ad incredulità, e dovetti richiamarla alla realtà
dicendo che il caffè era pronto.
“Infatti, parla proprio lei!”
m’intromisi, annuendo. “Avrei preferito essere criticata da quella vecchia
della chiesa, ihih!”
“Quale vecchia?” domandò
mamma, servendo il caffè.
“Niente signora, in poche
parole prima mi sono rifugiato in Chiesa per non essere riconosciuto e una
vecchia mi ha detto che le avevano rubato la borsa e ha anche iniziato ad
accusarmi di essere il ladro!” spiegò Niko.
“Si, e Debora l’ha trovata e gliela
messa vicino senza farsene accorgere…” aggiunse Cristina.
Scoppiammo a ridere, e
continuammo a parlare delle esperienze del loft e così simili.
Così a malincuore scesi giù
un’ora dopo, dove Salvatore ci stava aspettando con aria impaziente.
Salutai le ragazze, mia
madre, mio padre che era appena tornato da un servizio di lavoro per salutarmi
e mio fratello che alla fine, dopo una lunga lotta contro se stesso, chiese:
“Niko, scusa, mi fai un autografo?” cacciando fuori carta e penna.
Lui glielo fece ridendo,
sapeva come la pensava mio fratello su di lui, ovvero che fosse un cantante che
se la tirava solamente. Dopotutto non aveva ancora dodici anni, tentai di
giustificarlo…
Con un piccolo nodo alla gola
vidi casa mia allontanarsi dalla mia vista, e a stento notai Luigi salutarmi.
“Allora, com’è andata? Sei
famosa?” mi chiese solare.
“Oh, dai…”
“No no, è famosa tranquillo!”
s’intromise Niko ancora più solare. “C’era una folla attorno a lei…”
Sorrisi, guardando fuori dal
finestrino, mentre Luigi replicava con un bel: “Azz!”
La cosa più bella però fu
ritornare nel loft, dove riabbracciai tutti. Da quel momento una nuova “era”
nel loft, ovvero quella in cui legai molto con i Gold Boyz, che per me
divennero fondamentali quasi come lo zio Max.
Tutto successe al ritorno, quando
ritornarono da Roma in contemporanea con noi.
Ero appena uscita dalla mia
stanza per andare all’incontro con Maria e Sandro quando li trovai accovacciati
nel corridoio, intenti nel parlare animatamente.
“Ehi, vi hanno demolito le
sedie e i letti nella vostra stanza?” me ne uscii, guardandoli con curiosità.
“Si, c’è stata
un’infestazione di tarli…” rispose Andrea. Mi sorrise, mentre facevo lo stesso,
ma come al solito quando ci parlavamo giunse la voce di Rossella ad interromperci.
“Andrew, eccomi, dovevi dirmi
qualcosa?” disse, affascinante come al solito con indosso una gonna nera e
degli stivali abbinati.
“Si, Ros” rispose lui.
“Scusatemi” ci disse, alzandosi e allontanandosi con lei mentre il resto del
gruppo sghignazzava.
“Allora, come è andata nella
tua città? La nostra life coach dice di essere stata invasa da uno stormo di
fans…” mi informò Giuseppe, particolare per i suoi capelli abbastanza lunghi e
voluminosi.
“Bene, anche io ho avuto la
mia parte di fama” sghignazzai, decisa a non fare la figura della modesta. “A
voi invece?”
“Bene, devo dire, ci hanno
fatto una festa a sorpresa! E alla fine non abbiamo nemmeno votato, ihih!”
disse Dante, con cui avevo parlato poco e niente in quelle due settimane.
Mi diressi con loro ad
aspettare Maria, e ci unimmo a Niko che mi stava aspettando insieme a Dario che
aspettava Rossella. Sembrava davvero molto giù per la partenza di Giorgio.
“Sai, ho saputo che i miei
bisnonni erano nati nella tua città!” mi informò Francesco di quel gruppo poco
dopo. “Davvero? Erano di Maddaloni?”
“Maddaloni? Ah no, Valle di
Maddaloni!”
“Ah, è li vicino, diciamo una
piccola frazione” spiegai.
“Quindi anche nelle mie vene
scorre sangue campano!” esclamò falsamente gioioso.
“Oh no, allora è vero che noi
campani siamo un po’ scemi!” si lagnò ironicamente Niko, mentre Francesco gli
si gettava addosso e fingeva di picchiarlo.
“Ehi, frazione di Gold Boyz!”
squillò la voce di Maria, “Non ti permetterò di uccidere uno del mio gruppo,
già ne sono solo in due…” scherzò.
“Dai, Maria! Pochi ma buoni!”
fece Sandro alle sue spalle.
Poco dopo ci riunimmo nella
sala prove per l’assegnazione dei brani, curiosi di sapere su quali canzoni
sarebbe caduta la scelta quella settimana.
“Scusate, life coaches, ma dopo l’eliminazione
di Simona onestamente credo sia meglio che siamo noi a scegliere i brani…” si
scusò Maria.
“Ma certo, figurati” facemmo
io e Dario.
“Allora, partiamo dal nostro
baldo giovane” iniziò, mentre Sandro prendeva il cd con le basi su cui aveva
scritto il titolo delle canzoni.
Niko si rizzò sulla sedia, la
concentrazione era palpabile.
“Per te abbiamo pensato “Più
bella cosa” di Eros Ramazzotti”, ok?”
Il volto del ragazzo era
serio e preoccupato. “Oh, ok, proviamo” disse. Sapevo che non ne era convinto,
ma non mi azzardai a replicare.
A Rossella, particolarmente
allegra, fu assegnato “Stupid Girls” di
Pink e ne parve entusiasta come al solito. Come mai i problemi c’erano solo con
Niko?
“Com’è cominciata io non saprei la storia infinita con te, che sei
diventata la mia lei…”
Quella sera eravamo nella sua
stanza insieme a Max, particolarmente rinvigorito dalla visita a Firenze, la
sua città, che accompagnava il canto del ragazzo con la chitarra.
“Più bella cosa non c’è, più bella cosa di te, unica come
sei…”
“No, Niko non va bene!
Insomma, ci vuole passione! Lo dice anche il testo, no? “Ci vuole passione con te…” Va bene?”
“Ci proverò Max” sbuffò lui.
Non c’era quell’entusiasmo che lo particolareggiava di solito quando gli veniva
affidato un brano.
“Dai, fingi che davanti a te
ci sia la ragazza dei tuoi sogni…” lo incoraggiai, seduta sul letto di Luigi.
“Giusto” se ne uscì lui,
spostandosi su una sedia di fonte a me.
Lo guardai visibilmente
confusa, mentre Massimo si girava e rideva.
Compresi tre secondi dopo: Niko
cantava, guardando me e indicandomi ogni volta che nel testo compariva “te”. In
poche parole era come se lui fosse Eros ed io la Hunziker a cui aveva dedicato
la canzone.
“Più bella cosa non c’è, più bella cosa di te, unica
come sei…”
Alla fine Max applaudì,
mentre io, arrossita, ero un po’ stordita e Niko non sembrava ancora convinto.
“No, domani chiedo il cambio,
non mi sento a mio agio” se ne uscì, posando il testo e sbuffando. “Volete
venire un po’ in terrazza? Non sono nemmeno le dieci”
“Oh, no scusa,io sto qui a
provare” disse Max con aria innocente. Da una parte gliene fui grata, anche se
sapevo che lo faceva a posta per lasciarci soli, così dissi: “Vengo io” e ci
avviammo insieme in terrazza, dove però trovammo Rossella e Andrea, intenti nel conversare dolcemente mentre
guardavano le stelle.
Così ci avviammo fuori il
giardino, parlando davanti un bicchiere di thè freddo alla pesca.
“Le tue amiche sono
fenomenali” mi disse Niko. “Davvero uniche, specialmente Cristina! Ma allo
stesso tempo sono così diverse da te…”
“Beh, si,sono la più
introversa tra loro”
“Ma no, mi riferisco alla
maturità, si vede che sei più “Grande” di loro mentalmente” spiegò, “Ma
cos’erano quelle frecciatine su un certo Daniele?” chiese poi, riferendosi a
quando Brunella lo aveva nominato circa i miei eventuali fans.
“Ah, Daniele! No, niente…”
“E’ quel ragazzo che ti stava
intorno, quello biondo?”
“Ehm si” affermai stupita.
“Diciamo che mi è stato sempre intorno in questi due giorni, sono anche andata
ad una sua festa…”
Con una certa soddisfazione
notai il suo sguardo farsi indagatore, ma non ebbe il tempo di dire nulla dato
che Rossella e Andrea, che erano appena arrivati poco distanti, si stavano
stringendo in un abbraccio fin troppo affettuoso.
“Ma guardali” me ne uscii per
sdrammatizzare, “Sembra di stare al Grande Fratello, ihih”
“Noi non possiamo biasimarli,
no?” affermò lui tra lo scherzo e il serio, facendomi rimanere pietrificata.
Eppure, constatai con un
senso di sollievo che nonostante fossi appena tornata da casa, a differenza
delle settimane precedenti non sentivo affatto la nostalgia di casa, anzi…!
Qualche Anticipazione:
“Basta con i commenti!
Dobbiamo veder cosa fare ora che siamo stati scoperti…” esclamò deciso
Vincenzo, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
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Ritornando al mio “Ruolo”,
chiusi gli occhi e presi in mano un bigliettino a caso. Lo aprii molto
lentamente, facendoli trepidare tutti e tre, finché alla fine non lessi: Francesco.
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“Dubito che un film che ha
come titolo il nome di due ragazzi possa essere d’azione, ad essere sinceri”
ammisi. “Comunque congratulazioni! Se vuoi posso sempre farti da manager,
ihih…”
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“E’ che quella canzone è… era
la nostra canzone… mia e del mio ex… Ma… non può essere lui…” risposi con la
gola secca.
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“Oh, ma è magnifico Ros!”
esclamai abbracciandola. “E’ fantastico! Siete una bellissima coppia!” dissi,
il che era vero.
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“E, ehm, dimmi Francesco,
cosa vincerà chi azzeccherà la scommessa?” chiesi con aria da finta tonta.