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Autore: milly92    17/10/2008    2 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Un Buon Motivo Per Andare In Chiesa

Salve a tutti!

Spero vi faccia piacere il fatto che abbia aggiornato un giorno prima ihih!

E’ stata una settimana durissima, anche perché la mia ispirazione era a mille, avrei tanto voluto scrivere un nuovo capitolo (sono arrivata fino al 45 per ora, il che vi dice che questa fic avrà almeno 50 cap, armatevi di pazienza!) ma ne sono riuscita a scriverne solo due pagine.

Mi ha fatto davvero piacere sapere che lo zio Max è il vostro personaggio secondario preferito! E’ un personaggio che adoro, costruirlo mi è riuscito davvero naturale!

Detto ciò grazie a coloro che hanno letto lo scorso cap, inserito la fic tra i preferiti e coloro che hanno recensito (mi sono guadagnata tre lettrici fedeli, grazieeee!):

New Moon: Grazie, è un piacere sapere che la storia continua a piacerti! Ecco il cap, cosa ne pensi?

Giulls: Daniele? Chissà, per ora sbava solo dietro a Deb, dovrai aspettare qualche cap, muahahah! Comunque si, sono una fan di Mean Girls, anzi, lo ero fino a tre anni fa ma resta il fatto che è un film che mi fa morire dalle risate ogni volta che lo vedo anche se ormai lo so a memoria. Immagino te ne sei accorta dall’espressione usata nello scorso cap, “attizzatrice certificata”, vero? Anche tu sei una fan?

Sweet_Baby_Love: Per ora Daniele sbava solamente dietro a Deb, bisogna aspettare un po’ per qualche sviluppo! Eh si, l’invidia è proprio una brutta bestia… Anzi, avanti questo “sentimento” avrà un ruolo importante, sigh!

Il sondaggio di questa settimana è … Quale è il personaggio che più vi ha colpito per la sua particolarità? Mi raccomando, rispondete numerosi!

Penso che aggiornerò mercoledì,

la vostra milly92.

Capitolo 14

Un Buon Motivo Per Andare In Chiesa

Così quel pomeriggio, mentre qualche sconosciuto mi salutava e le mie care amiche sghignazzavano a causa degli squilli di Daniele, passò rapidamente e le tre e mezza, ora del termine delle lezioni, arrivarono molto rapidamente per i miei gusti.

Avevo appena messo piede fuori dalla scuola e stavo salutando le altre ragazze quando il cellulare iniziò a squillare, rivelandomi un sms di Niko.

Ehi, sono nella chiesa fuori la tua scuola, vieni!

In chiesa?!

Subito mi recai verso quel posto, che era proprio di lato alla scuola, dicendo alle ragazze che sarei tornata subito. Il cuore mi batteva molto forte, e sentivo che le mie converse erano diventate di piombo, impedendomi di camminare bene.

Appena entrata, dopo aver fatto il segno della croce, iniziai a guardarmi intorno costatando che la chiesa era vuota. Feci qualche passo, guardando anche nei confessionali, e stavo proprio vicino la cappella di S. Nicola quando sentii un braccio cingermi  la vita e una mano coprirmi gli occhi.

Sussultai, prima di voltarmi e trovarmi faccia a faccia con Niko che sorrideva. “Insomma, non potevo non scegliere la cappella di S. Nicola, no?” mi salutò.

“Si, dimenticavo che la tua innata intelligenza non finisce mai di stupirmi!” ribattei ancora con il cuore che galoppava.

“Comunque ciao, eh”

“Ciao”

Gli feci la linguaccia mentre lui scuoteva il capo rassegnato e mi abbracciava. “Scusa, ma era il mio unico nascondiglio” si scusò sussurrando mentre si allontanava e tirava fuori dalla tasca un capello e un paio di occhiali. “Una ragazza mi stava riconoscendo… Non mi andava di essere infastidito ancora”

“Figurati! Ma sei un maleducato, eh, non si indossa il cappello in chiesa… Comunque ti da fastidio conoscere solo quattro mie amiche?” gli chiesi lentamente, sussurrando anch’io, pensando già alle loro facce deluse se non glielo avessi fatto conoscere.

“Ma che, scema! Dai, chiamale, ti aspetto qui” esclamò.

Annuii, uscendo dalla chiesa. Subito mi congedai dalle altre ragazze, dicendo che ci saremo riviste al più presto ma che di sicuro sarei tornata per la fine dell’anno scolastico. Si affollava così tanta gente che ci impiegai circa dieci minuti per liberarmi di tutti, e alla fine mi ritrovai anche Daniele davanti.

“Ehi, che coincidenza…” si giustificò, anche se si era capito benissimo che era passato apposta per di lì nonostante ci fossimo già salutati poco prima.

Mi voltai e notai Niko di striscio che si era affacciato per controllare, forse preoccupato dal mio ritardo.

“Eh si” gli dissi semplicemente, facendogli comprendere che non mi andava di perdermi nelle sue smancerie. Si allontanò, deluso, ma non vi badai più di tanto ad essere onesti, anche perché il solo pensiero di Niko nella chiesa vicina mi elettrizzava.

“Ragazze, vi devo davvero salutare” mi scusai, rivolta alle altre della classe.

“Uffi, egoista! Non mi hai nemmeno insegnato “Umbrella”!” esclamò Sara mettendo il finto broncio.

“Te lo insegno quando torno, ok?” promisi rapidamente, notando con la coda dell’occhio che Niko continuava ad affacciarsi.

“Ok… Ma aspetta un ultimo secondo, cara!” disse lei, scuotendo la chioma bruna e cercando una macchina digitale dallo zaino. “Un sorriso per la stampa!” esclamò, allungando il braccio e scattando la foto.

Immagino che stampa voglia dire Blog, My Space, Netlog, Badoo…

Finalmente se ne andò, seguita dal resto della classe, così riuscii a trascinarmi Giusy, Lina, Sabrina e Cristina in Chiesa.

“Ma dico io, a che ti serve pregare quando c’hai quel Dio vicino 24 ore su 24? La provvidenza è con te!” esclamò Sabrina sbuffando.

Risi, dicendole di zittirsi, ed entrammo in Chiesa. Notai Niko ancora vicino la Cappella, mentre parlava con una signora anziana. Visto di spalle non sembrava lui, così le ragazze non intuirono niente, anzi, mi guardarono interrogativa mentre mi avvicinavo.

“Signora, glielo ripeto, non ho visto il ladro che le ha rubato la borsa…” stava dicendo. Sentii Cristina stringermi il braccio e Lina trattenere rumorosamente il respiro. Giusy e Sabrina restano immobili quando compresero chi avevano vicino.

“Ma comm, giuinò, i stev cà a dicir u’ Rusario e vuj sterv cà vicin a mè, ait vist i sicur… O và sit pigliat vuj?” (“Ma come, ragazzo, io stavo qui a dire il Rosario e voi eravate qui vicino a me, avete visto di sicuro… O ve la siete presa voi?” scusate il dialetto N.d.a.) rispose lei, arrabbiata.

“Ma no…! Cosa dite!” rispose stizzito Niko.

Mi guardai intorno, e alla fine notai che sotto la panca lì vicino c’era proprio una borsa nera.

Mi avvicinai e la presi, poggiandola di nascosto dietro di lei, in modo da non farmene accorgere, facendo segno a Niko di zittirsi. La signora era così presa dall’accusare che non se rese nemmeno conto, per fortuna.

“Scusate, ma questa borsa è grande, di pelle nera, con tante cerniere?” domandò Niko con aria furba, ridendole quasi in faccia.

“Si! Ait vist che va sit pigliat vuj?” (“Si! Avete visto che ve la siete presa voi?”)

“No, in realtà è dietro di lei…” rispose il ragazzo, questa volta ridendo apertamente.

Inutile dire che la signora arrossì per la figuraccia e se ne andò senza dire nulla…

“Grazie” sussurrò Niko poco dopo, mentre uscivamo dalla Chiesa.

“Eh eh! Ti ho salvato!” esclamai, fingendo di darmi arie di importanza. “Comunque, bando alle ciance, ti devo presentare le mie amiche!”

“Si, giusto!” Salve ragazze, voi dovete essere le amiche di Debora!” disse lui, passandosi una mano dietro al nuca e osservandole. Sembra addirittura imbarazzato! “Mi ha parlato molto di voi!”

“Oh, anche lei ci ha parlato molto di te…” fece Giusy, guadagnandosi un’occhiataccia torva da parte mia.

Niko rise, così gliele presentai. Inutile dire che le ragazze erano incredule, e a Lina per un pelo non veniva un infarto.

Eppure, un quarto d’ora dopo eravamo tutti e sei a casa mia, con mamma che preparava il caffè, mio fratello che scrutava Niko in cagnesco e le ragazze che lo riempivano di domande. L’autista sarebbe venuto alle cinque insieme a Luigi e ci avrebbe riportati al loft.

“… Quella che meno sopporto è Silvia ad essere sinceri, dice sempre le stesse cose e poi offende Debora…” stava dicendo il ragazzo.

“Eh, hai visto, Niko?” s’intromise timidamente mia madre, “Sei stato così gentile a difenderla, martedì!”

“Signora, l’ho fatto perché quell’oca si meritava quella risposta e perché non è giusto che prende di mira Debora quando poi non è assolutamente grassa o cose simili…”

Mia mamma lo contemplava con un’aria di dolcezza mista ad incredulità, e dovetti richiamarla alla realtà dicendo che il caffè era pronto.

“Infatti, parla proprio lei!” m’intromisi, annuendo. “Avrei preferito essere criticata da quella vecchia della chiesa, ihih!”

“Quale vecchia?” domandò mamma, servendo il caffè.

“Niente signora, in poche parole prima mi sono rifugiato in Chiesa per non essere riconosciuto e una vecchia mi ha detto che le avevano rubato la borsa e ha anche iniziato ad accusarmi di essere il ladro!” spiegò Niko.

“Si, e Debora l’ha trovata e gliela messa vicino senza farsene accorgere…” aggiunse Cristina. 

Scoppiammo a ridere, e continuammo a parlare delle esperienze del loft e così simili.

Così a malincuore scesi giù un’ora dopo, dove Salvatore ci stava aspettando con aria impaziente.

Salutai le ragazze, mia madre, mio padre che era appena tornato da un servizio di lavoro per salutarmi e mio fratello che alla fine, dopo una lunga lotta contro se stesso, chiese: “Niko, scusa, mi fai un autografo?” cacciando fuori carta e penna.

Lui glielo fece ridendo, sapeva come la pensava mio fratello su di lui, ovvero che fosse un cantante che se la tirava solamente. Dopotutto non aveva ancora dodici anni, tentai di giustificarlo…  

Con un piccolo nodo alla gola vidi casa mia allontanarsi dalla mia vista, e a stento notai Luigi salutarmi.

“Allora, com’è andata? Sei famosa?” mi chiese solare.

“Oh, dai…”

“No no, è famosa tranquillo!” s’intromise Niko ancora più solare. “C’era una folla attorno a lei…”

Sorrisi, guardando fuori dal finestrino, mentre Luigi replicava con un bel: “Azz!”

La cosa più bella però fu ritornare nel loft, dove riabbracciai tutti. Da quel momento una nuova “era” nel loft, ovvero quella in cui legai molto con i Gold Boyz, che per me divennero fondamentali quasi come lo zio Max.

Tutto successe al ritorno, quando ritornarono da Roma in contemporanea con noi.

Ero appena uscita dalla mia stanza per andare all’incontro con Maria e Sandro quando li trovai accovacciati nel corridoio, intenti nel parlare animatamente.

“Ehi, vi hanno demolito le sedie e i letti nella vostra stanza?” me ne uscii, guardandoli con curiosità.

“Si, c’è stata un’infestazione di tarli…” rispose Andrea. Mi sorrise, mentre facevo lo stesso, ma come al solito quando ci parlavamo giunse la voce di Rossella ad interromperci.

“Andrew, eccomi, dovevi dirmi qualcosa?” disse, affascinante come al solito con indosso una gonna nera e degli stivali abbinati.

“Si, Ros” rispose lui. “Scusatemi” ci disse, alzandosi e allontanandosi con lei mentre il resto del gruppo sghignazzava.

“Allora, come è andata nella tua città? La nostra life coach dice di essere stata invasa da uno stormo di fans…” mi informò Giuseppe, particolare per i suoi capelli abbastanza lunghi e voluminosi.

“Bene, anche io ho avuto la mia parte di fama” sghignazzai, decisa a non fare la figura della modesta. “A voi invece?”

“Bene, devo dire, ci hanno fatto una festa a sorpresa! E alla fine non abbiamo nemmeno votato, ihih!” disse Dante, con cui avevo parlato poco e niente in quelle due settimane.

Mi diressi con loro ad aspettare Maria, e ci unimmo a Niko che mi stava aspettando insieme a Dario che aspettava Rossella. Sembrava davvero molto giù per la partenza di Giorgio.

“Sai, ho saputo che i miei bisnonni erano nati nella tua città!” mi informò Francesco di quel gruppo poco dopo. “Davvero? Erano di Maddaloni?”

“Maddaloni? Ah no, Valle di Maddaloni!”

“Ah, è li vicino, diciamo una piccola frazione” spiegai.

“Quindi anche nelle mie vene scorre sangue campano!” esclamò falsamente gioioso.

“Oh no, allora è vero che noi campani siamo un po’ scemi!” si lagnò ironicamente Niko, mentre Francesco gli si gettava addosso e fingeva di picchiarlo.

“Ehi, frazione di Gold Boyz!” squillò la voce di Maria, “Non ti permetterò di uccidere uno del mio gruppo, già ne sono solo in due…” scherzò.

“Dai, Maria! Pochi ma buoni!” fece Sandro alle sue spalle.

Poco dopo ci riunimmo nella sala prove per l’assegnazione dei brani, curiosi di sapere su quali canzoni sarebbe caduta la scelta quella settimana.

 “Scusate, life coaches, ma dopo l’eliminazione di Simona onestamente credo sia meglio che siamo noi a scegliere i brani…” si scusò Maria.

“Ma certo, figurati” facemmo io e Dario.

“Allora, partiamo dal nostro baldo giovane” iniziò, mentre Sandro prendeva il cd con le basi su cui aveva scritto il titolo delle canzoni.

Niko si rizzò sulla sedia, la concentrazione era palpabile.

“Per te abbiamo pensato “Più bella cosa” di Eros Ramazzotti”, ok?”

Il volto del ragazzo era serio e preoccupato. “Oh, ok, proviamo” disse. Sapevo che non ne era convinto, ma non mi azzardai a replicare.

A Rossella, particolarmente allegra,  fu assegnato “Stupid Girls” di Pink e ne parve entusiasta come al solito. Come mai i problemi c’erano solo con Niko?

Com’è cominciata io non saprei la storia infinita con te, che sei diventata la mia lei…

Quella sera eravamo nella sua stanza insieme a Max, particolarmente rinvigorito dalla visita a Firenze, la sua città, che accompagnava il canto del ragazzo con la chitarra.

“Più bella cosa non c’è, più bella cosa di te, unica come sei…”

“No, Niko non va bene! Insomma, ci vuole passione! Lo dice anche il testo, no? “Ci vuole passione con te…” Va bene?”

“Ci proverò Max” sbuffò lui. Non c’era quell’entusiasmo che lo particolareggiava di solito quando gli veniva affidato un brano.

“Dai, fingi che davanti a te ci sia la ragazza dei tuoi sogni…” lo incoraggiai, seduta sul letto di Luigi.

“Giusto” se ne uscì lui, spostandosi su una sedia di fonte a me.

Lo guardai visibilmente confusa, mentre Massimo si girava e rideva.

Compresi tre secondi dopo: Niko cantava, guardando me e indicandomi ogni volta che nel testo compariva “te”. In poche parole era come se lui fosse Eros ed io la Hunziker a cui aveva dedicato la canzone.

“Più bella cosa non c’è, più bella cosa di te, unica come sei…”

Alla fine Max applaudì, mentre io, arrossita, ero un po’ stordita e Niko non sembrava ancora convinto.

“No, domani chiedo il cambio, non mi sento a mio agio” se ne uscì, posando il testo e sbuffando. “Volete venire un po’ in terrazza? Non sono nemmeno le dieci”

“Oh, no scusa,io sto qui a provare” disse Max con aria innocente. Da una parte gliene fui grata, anche se sapevo che lo faceva a posta per lasciarci soli, così dissi: “Vengo io” e ci avviammo insieme in terrazza, dove però trovammo Rossella e Andrea,  intenti nel conversare dolcemente mentre guardavano le stelle.

Così ci avviammo fuori il giardino, parlando davanti un bicchiere di thè freddo alla pesca.

“Le tue amiche sono fenomenali” mi disse Niko. “Davvero uniche, specialmente Cristina! Ma allo stesso tempo sono così diverse da te…”

“Beh, si,sono la più introversa tra loro”

“Ma no, mi riferisco alla maturità, si vede che sei più “Grande” di loro mentalmente” spiegò, “Ma cos’erano quelle frecciatine su un certo Daniele?” chiese poi, riferendosi a quando Brunella lo aveva nominato circa i miei eventuali fans.

“Ah, Daniele! No, niente…”

“E’ quel ragazzo che ti stava intorno, quello biondo?”

“Ehm si” affermai stupita. “Diciamo che mi è stato sempre intorno in questi due giorni, sono anche andata ad una sua festa…”

Con una certa soddisfazione notai il suo sguardo farsi indagatore, ma non ebbe il tempo di dire nulla dato che Rossella e Andrea, che erano appena arrivati poco distanti, si stavano stringendo in un abbraccio fin troppo affettuoso.

“Ma guardali” me ne uscii per sdrammatizzare, “Sembra di stare al Grande Fratello, ihih”

“Noi non possiamo biasimarli, no?” affermò lui tra lo scherzo e il serio, facendomi rimanere pietrificata.

Eppure, constatai con un senso di sollievo che nonostante fossi appena tornata da casa, a differenza delle settimane precedenti non sentivo affatto la nostalgia di casa, anzi…!

 

Qualche Anticipazione:

 

“Basta con i commenti! Dobbiamo veder cosa fare ora che siamo stati scoperti…” esclamò deciso Vincenzo, aggiustandosi gli occhiali sul naso.

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Ritornando al mio “Ruolo”, chiusi gli occhi e presi in mano un bigliettino a caso. Lo aprii molto lentamente, facendoli trepidare tutti e tre, finché alla fine non lessi: Francesco.

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“Dubito che un film che ha come titolo il nome di due ragazzi possa essere d’azione, ad essere sinceri” ammisi. “Comunque congratulazioni! Se vuoi posso sempre farti da manager, ihih…” 

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“E’ che quella canzone è… era la nostra canzone… mia e del mio ex… Ma… non può essere lui…” risposi con la gola secca.

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“Oh, ma è magnifico Ros!” esclamai abbracciandola. “E’ fantastico! Siete una bellissima coppia!” dissi, il che era vero.

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“E, ehm, dimmi Francesco, cosa vincerà chi azzeccherà la scommessa?” chiesi con aria da finta tonta.

  
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