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Autore: Admin Hermy    25/10/2014    5 recensioni
Mentre nel mondo dei maghi succede quel che succede, tra matrimoni, nascite e compagnia bella...cosa diavolo fanno tutti quelli che ormai sulla terra non ci sono più?
E' un'idea assurda, ma voi ve lo siete mai chiesto?
Non lo so, spero solo di non essere la sola...xD
Nella mia contorta mente ho immaginato un "paradiso dei maghi" dove i personaggi che tanto abbiamo amato (Grazie Jo -_-) guardano tutto ciò che succede.
Ma non ve lo racconterò io, lascerò la parola al caro Fred :D
Spero amiate leggere questa storia come io ho amato scriverla
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non sono un tipo da rimpianti. Ogni cosa che faccio la faccio perché sono convinto e sono consapevole delle conseguenze delle mie azioni.
Ma quando una decisione ti viene imposta, quando non sei tu a scegliere, quando non hai alternative…cosa fai?
Quando la morte ti prende all’improvviso, cosa fai?
Avere rimpianti è inevitabile quando muori. Rimpiangi non aver fatto tutte quelle cose che avresti voluto fare, ma che continuavi a non fare perché “ma tanto ho ancora tutta la vita”.
Ma la cosa peggiore è quando rimpiangi di non aver amato abbastanza. Di non aver mai fatto capire abbastanza a una persona quanto per te fosse importante, perché da vivi diamo tutto per scontato.
Non ho mai detto a mamma che la adoravo, anche se aveva un disturbo ossessivo impulsivo per l’ordine; non ho mai detto a papà che non mi importava che lavoro facesse e quanti soldi portasse a casa, per me era perfetto comunque.
Non ho mai detto a Percy che nonostante fosse un “Prefetto Perfetto” io tifavo per lui.
Non ho mai detto a Bill che da piccolo volevo essere figo come lui.
Non ho mai detto a Charlie che era il fratello maggiore migliore del mondo.
Non ho mai detto a Ron che, anche se quando mangiava era un animale, gli volevo un bene dell’anima.
Non ho mai detto a Ginny che era la ragazza più tosta che conoscessi.
Non ho mai detto a Harry che per me era l’ottavo dei fratelli Weasley.
Non ho mai detto a Hermione che le volevo bene, anche se delle volte era una “Prefetta Perfetta” come Percy.
Non ho mai detto a George…
Quante cose non ho detto a George?
Non gli ho mai detto che gli volevo bene. Lo davo per scontato che lui lo sapesse.
L’ho urlato, l’ho urlato col cuore in gola, ma lui non mi sentiva.
Era troppo tardi per dirglielo. Eravamo in due posti troppo lontani.
Ero solo vicino alla pozzanghera. Ero lì perché un po’ me lo sentivo che quel giorno sarebbe successo qualcosa.
Sapete, si dice che i gemelli sono uniti da un legame speciale, qualcosa che va oltre ogni sentimento conosciuto, ed è quello che a me è sempre successo con George. Ecco perché in quel momento io ero lì.
La pozzanghera si accese. George era lì con Teddy, steso su un prato circondato da alberi. Guardando meglio capii che è la collinetta dove andavamo a giocare a Quidditch.
‘…e mentre lanciavo il bolide, quello che fa? Lo blocca e mi inizia a rincorrere per il campo!’
‘Ma che non lo aveva capito che è il tuo ruolo lanciare i bolidi?!’
‘Ma che ne so Teddy…certi di Serpeverde sono dei soggettoni che non ci puoi stare appresso’
‘George…’
‘Mh?’
‘Mi parli di Fred?’
Mi sentii una morsa gelata nello stomaco.
‘E cosa vuoi sapere, sentiamo’
‘Mi racconti di quando ve ne siete andati da Hogwarts?’
‘Ma te l’ho raccontato mille volte!’
‘Daaaaaaaaaai’
‘Va bene…In poche parole, progettavamo da tempo di andare via dalla scuola, ma volevamo farlo con classe, con stile. Alla Fered e George praticamente. Così riempimmo un corridoio di Palude Portatile e aspettammo. Arrivò la Umbridge furiosa, con Gazza dietro tutto una gioia perché non vedeva l’ora di prenderci a frustate. E mentre quel rospo rosa sbraitava su tutte le punizioni che ci avrebbe inflitto, noi chiamiamo le scope con un incantesimo di appello e voliamo via acclamati dalla folla. Mentre andavamo via, Fred disse una frase che è rimasta nello storia di Hogwarts. Urlò a Pix “Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix!” e lui si tolse il cappello e si mise sugli attenti. Noi facemmo inversione di marcia e ce ne andammo in un modo assolutamente figo verso il tramonto. Roba da gran signori Teddy, da gran signori’
Quando io e George facciamo le cose le facciamo SEMPRE da gran signori, ammettiamolo.
O meglio, quando facevamo le cose.
‘Adoro questa storia George! Fred doveva essere proprio divertente!’
‘Ma io ero più bello!’ disse ridendo
Ma io avevo più ragazze!!
‘Ma non ti manca?’
George smise di ridere. Guardò Teddy con gli occhi velati e un mezzo sorriso sulla bocca.
‘No Teddy, non mi manca. Il concetto di “mancare” è troppo banale. Io sento un vuoto, come se una parte di me se ne fosse andata in quella guerra.. Quando Fred morì, piansi per giorni. Piansi tutte le mie lacrime, cacciai fuori tutto il dolore che avevo. Ma poi ho pensato “Ma io, con Fred, che figura ci faccio se viene a sapere che piango per lui?”. E non ridere Teddy! Suvvia, non posso dare a Fred così tanta importanza, non può sapere che ho pianto per lui!’
Rise amaramente e poi continuò.
‘Seriamente, Teddy. Lui mi manca da morire, ogni giorno. Ma penso che lui non sarebbe particolarmente felice se sapesse che noi qui stiamo male. Diceva sempre che noi dovevamo far piangere dal ridere, ma per tristezza. Così ho deciso di andare avanti facendo tutte quelle cose che avremmo voluto fare insieme e mantenendo vivo il suo ricordo. Non mi sono buttato giù e ho fatto in modo che non lo facesse nessun’altro. A lui piacerebbe così. Certo, è inevitabile che qualche volta ceda e cada nell’abisso, ma l’importante è risollevarsi, Teddy. Un’ultima cosa, piccolo marmocchio mannaro: dì sempre alle persone quanto bene gli vuoi, perché un giorno potresti non averne più l’occasione, e non è bello. Non è bello avere il peso di non aver mai fatto capire a una persona che non c’è più quanto bene gli volevi e gli vuoi ancora’.
Allora lo urlai. Lo urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
“TI VOGLIO BENE GEORGE!”
Ma lui non mi sentiva.
La pozzanghera iniziò a sfumare e l’immagine di Teddy e George con essa.
“NON ORA; TI PREGO! NON ORA! GEORGE! GEORGE! IO TI VOGLIO BENE! GEORGE!!”
La pozzanghera si spense.


HOPPA!
Il capitolo più triste nella storia dei capitoli tristi, lo so. Ma sentivo il bisogno di chiarire come vedo il rapporto Fred/George dopo la morte del primo. 
Come si sarà capito, non ho una visione catastrofica della situazione di George. Non lo immagino come un depresso alcolizzato senza più voglia di vivere o di fare qualunque cosa. 
Non so se accetterete questa mia visione del loro rapporto, ma io non ci posso fare nulla se il mio cervello vuole vederla così.
Giuro che questo è l'ultimo capitolo triste che faccio, e giuro che è l'ultimo scritto in questo...ehm..stile(?) un po' diverso dal solito.
Ora scusate, ma vado a piangere nel bagno.


Ps: Serena e Pio, se state leggendo...si, vi voglio male.
 
   
 
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