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Autore: Eylis    18/10/2008    1 recensioni
L’aveva osservata tutta la sera, senza che lei se ne accorgesse. Ad un primo sguardo sembrava come al solito, ma ormai la conosceva, quando si dimostrava così allegra senza un vero motivo stava nascondendo una sua preoccupazione. Non disse nulla, non era ancora il momento. Quando fu tardi e Valeria doveva prepararsi per andare a casa la fermò.
“Aspetta, ti porto a casa io questa sera, non scappare. Vieni qui…”
Valeria la guardò interrogativamente, ma lasciò che Giulia la attirasse a sé e la facesse sedere sulle sue gambe, sul divano.
“Tu sei il mio piccolo tesoro, lo sai? Voglio che tu sappia che qualsiasi preoccupazione tu possa avere ne puoi parlare con me, quando vuoi, e vedremo di risolverla assieme.” La baciò sulla fronte, cullandola come una bambina. Le fece appoggiare il capo sul suo petto e le sussurrò all’orecchio. “Anch’io ti voglio bene, ricordatelo sempre.”
[...]

Paola, Valeria, Siria, Giulia, Giada. Le vite di cinque ragazze si intrecciano in modo indissolubile per dare vita a delle storie dolci, romantiche, dolorose e divertenti. È una storia che ho iniziato tempo fa, pubblicarla dovrebbe servirmi da stimolo per continuarla... Dato che non è a capitoli ne pubblico un pezzo alla volta interrompendola dove più mi sembra approppriato!
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vite - Parte Decima

Giulia
“La ringrazio signora, arrivederci! … Come dice? Ha chiamato Paola a cercarla? D’accordo, glielo riferirò. Domani riporterò io a casa Valeria. Buona serata!” Appese il telefono e si girò verso Valeria. “Le ho detto che non stai bene, che dormirai qui e che domani ti riporterò a casa io. Paola ha chiamato per cercarti…” Valeria annuì, senza alzarsi dal divano.
“Parliamo un po’? Credo sia ora, ormai.” Aveva sempre saputo che si trattava di Paola, anche se ben poco avrebbe potuto lasciarlo supporre.
“Non so come spiegarti…”
“Non importa, provaci. Vedrai che ci riuscirai, basta iniziare.”
“D’accordo…”

Parlarono a lungo, soprattutto Giulia ascoltò a lungo. Seppe ogni cosa della storia fra Paola e Valeria, molto di più di quel che già aveva sentito, perché Valeria aveva sempre voluto lasciar da parte quella relazione che riteneva parte del passato. Riconobbe alcuni suoi atteggiamenti e scoprì altre parti che non conosceva, perché con lei non emergevano. Quando arrivarono al punto del racconto in cui si trovò a descrivere la rottura la voce di Valeria tremò. Giulia la guardò facendole un cenno d’incoraggiamento, ma non la fermò e non la toccò, sarebbe equivalso a bloccarla nuovamente. La storia continuò, a tratti a grandi passi, a volte fermandosi sui minimi particolari, e in altri momenti ancora tornando indietro per riprendere dei dettagli o ricordare qualcosa che era stato dimenticato. Fino a che, con molta fatica, Valeria le descrisse le emozioni provate negli ultimi mesi e finalmente quanto era successo qualche ora prima.
“Io non riesco a capire, Giu, tu sei tutto per me, eppure a volte quando penso a Paola è come se una parte di me vorrebbe poter tornare con lei, vorrebbe averla… ancora per sé… E oggi… non so perché l’ho fatto, non ero io a decidere come muovermi, il mio corpo si è spostato da solo… Mi dispiace, tanto! Aiutami ti prego, non voglio perderti…” Finalmente pianse, e finalmente Giulia la strinse a sé. Dentro di sé era scossa da quel racconto, ma prevalse la sua parte razionale. Non poteva arrabbiarsi con la sua piccola Valeria, le voleva troppo bene, e capiva che era qualcosa di troppo forte per lei perché potesse controllarlo. Ma c’era un problema da risolvere, prima che fosse troppo tardi. Ammettendo che non fosse già tardi…

Ormai era tardi, la notte avanzava, e Valeria era esausta. Giulia la portò in camera e la mise a letto come fosse stata un bambina, rimanendole accanto fino a che si fu addormentata. Poi tornò nel salotto, prese il telefono e dopo averlo cercato nell’elenco compose il numero.
“Pronto?”
“Paola?”
“Sì, chi è?”
“Sono Giulia…” Per qualche secondo dall’altra parte non si sentì nemmeno un respiro, poi una lieve risposta.
“Ciao…”
“Scusami per l’orario, ma avevo bisogno di parlarti. Vale mi ha… è arrivata qui qualche ora fa quasi sconvolta e dopo qualche insistenza sono riuscita a farle raccontare tutto.”
“Mi dispiace Giulia, non volevo che succedesse, davvero!” La voce di Paola era quasi angosciata.
“Non preoccuparti, so bene che non lo volevi, ti ho vista con Siria… Ma sono molto preoccupata per Vale, mi ha raccontato anche tutta la vostra storia e credo ci sia qualcosa di irrisolto fra voi, qualcosa che l’ha portata a questo. Credo sia stato il fatto che hai conosciuto Siria a far uscire il tutto, perché prima non ha mai percepito nulla…”
“Io non lo sapevo, non mi aveva mai detto nulla… con me si è sempre comportata normalmente…”
“Anche con me perlopiù, anche se a volte era un poco strana. Ma credo abbia tenuto tutto dentro di sé fino a scoppiare, come al solito. Cercherò di capire cosa c’è che non va perché tutto si possa risolvere, ma credo avrò bisogno del tuo aiuto…”
“Certo, è ovvio… Ma… ora come mi devo comportare con lei? Io… proprio non me l’aspettavo…”
“Come sempre, se puoi. Lei rimane comunque una tua amica, spero…”
“Sì, tengo molto a lei, non me ne allontanerò per questo.”
“Grazie Paola, ti farò sapere qualcosa appena possibile.”
“Grazie a te, ero davvero molto preoccupata, ora mi hai rassicurata, avrei dovuto sapere che poteva contare su di te…”
Giulia sorrise nel sentire queste parole.
“Sì. Ora ti saluto, torno da lei. Buonanotte!” Quando Paola l’ebbe salutata a sua volta riagganciò il telefono e tornò nella camera immersa in una piacevole penombra. Si cambiò velocemente e si mise a letto, stringendo Valeria. Aveva ancora i capelli umidi per il pianto, li carezzò scostandoglieli dal viso. Si dice che la notte porta consiglio, pensò, speriamo che questa notte ci porti davvero qualche buona parola…

Paola
Tornò nella propria camera e si sdraiò sul letto, meditabonda. Siria se ne era andata da poco, rimanevano solo lei ed i suoi pensieri. Ora che aveva avuto del tempo per riflettere sugli eventi del pomeriggio ed aveva parlato con Giulia era molto più tranquilla, ma ancora non capiva cosa aveva spinto Valeria a comportarsi in quel modo. Secondo Giulia si trattava di qualcosa rimasto in sospeso fra di loro, ma cosa? E anche se avesse saputo di cosa si trattava, come avrebbero potuto risolverlo? Come si poteva tornare indietro nel tempo? Sospirò ed abbracciò istintivamente il cuscino. Avrebbe voluto che Siria fosse ancora con lei, per farsi coccolare fino a dimenticare ogni cosa.

Giada
Da quando aveva scoperto che Siria aveva una ragazza ogni genere di pensiero l'aveva attraversata, al punto che non aveva ancora trovato una soluzione. Inizialmente ne era rimasta tanto sconvolta quanto felice. Aveva anche meditato di minacciarla di raccontarlo a tutti, senza avere un chiaro scopo. Poi aveva pensato d'avere dunque speranza, ma ogni giorno vedeva la ragazza tanto innamorata che non credeva che avrebbe lasciato Paola tanto presto. Non senza un aiuto, almeno. Alla fine era giunta alla conclusione che non avrebbe fatto nulla, soprattutto perché temeva di ferirla, ed aveva ripreso a comportarsi normalmente con la ragazza. A volte Siria le chiedeva come stava, e non le negava mai l'affetto quando capiva che ne aveva bisogno. Ma quegli abbracci per Giada erano pericolosi, le facevano venire alla mente strane tentazioni, decisamente fuori luogo. Aveva paura di quello che avrebbe potuto fare. Soprattutto temeva quel pensiero che sempre più spesso la sfiorava. Ora che aveva aperto gli occhi si rendeva conto che effettivamente era ammirata da molti ragazzi nella scuola, nonostante questo non le importasse minimamente. Questo significava che aveva un certo fascino. Da qualche tempo una vocina dentro di lei la incitava a sfruttare questa sua peculiarità per fare un tentativo verso Siria.

Una volta arrivata a scuola si infilò nell'aula ancora vuota, si sedette al proprio banco e tremante estrasse un piccolo foglio dalla propria cartella. Lo spiegò e lo rilesse, poi lo infilò fra le cose di Siria ed attese che questa arrivasse. Ben presto l'aula iniziò a riempirsi, pian piano arrivarono tutti i membri della classe, ed un istante prima che la campanella suonasse giunse anche Siria.
"Ciao!" Giada le sorrise.
"Buongiorno Siria. Sempre in ritardo vedo, eh?" Siria ebbe un mugolio di protesta.
"Ma non è vero, oggi sono puntuale, non essere cattiva!" Giada rise.
"Hai ragione, però ammetterai che arrivi sempre all'ultimo minuto!"
"Mmmh... mi sa che hai ragione, purtroppo..." Siria si finse avvilita, e Giada le sorrise dolcemente. Non poteva fare a meno di amarla, non poteva, era così bella ed innocente... Al suo confronto si sentiva un mostro. Avrebbe solo voluto poterla sfiorare piano e farla sua, ed invece fingeva una semplice amicizia. In quel momento Siria trasse a sé ciò che le occorreva per la lezione e scorse il biglietto infilato fra le sue cose. "Cos'è?" Curiosa lo aprì.
"Non è nulla di speciale, davvero... L'ho scritta ieri durante una lezione e volevo che tu la leggessi."
"Oh, grazie!" La ragazza prese a leggere la breve poesia sotto lo sguardo attento di Giada. Quand'ebbe finito rialzò lo sguardo. "Ma è splendida! Non sapevo tu fossi una così brava scrittrice!" Giada si schermì.
"Suvvia, ora non esagerare... Non è niente, davvero, però ci tenevo che tu l'avessi." Siria le sfiorò una mano in un segno di gratitudine che fece perdere un battito a Giada, poi volse la propria attenzione sul professore. L'amica invece continuò ad osservarla. Era così felice in quel momento, avrebbe voluto poter fermare il tempo.

  
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