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Autore: Root    25/10/2014    4 recensioni
BOO SPOILER
Nico aveva pensato molte volte a quanto ironico fosse l'essersi innamorato di un figlio di Apollo; lui, figlio degli Inferi e dell'oscurità, innamorato di un figlio del dio del sole. Era incredibilmente, assolutamente ironico.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Isn't it ironic?
Personaggi: Nico Di Angelo, Will Solace
Avvertimenti: Spoiler!, Slash
Desclaimer: Tutto ciò cui mi sono ispirata appartiene solo ed unicamente a Rick Riordan
Note: Non vedevo l'ora di riuscire a scrivere qualcosina su questi due, perché sono incredibilemnte felice che Nico sia finalmente felice, e lui e Will sono carinissimi, sono già diventati un OTP *w* Un giorno scriverò qualcosa di meglio su questa ship, diciamo che per il momento questo è solo un esperimento (volevo anche metterci qualcosa riguardo alla questione di Octavian, ma sarà per la prossima volta), ma spero comunque che vi piaccia :)



 

Nico non riusciva a ricordare esattamente quando era accaduto: quando aveva iniziato a non trasalire più al tocco delle mani di Will Solace, quando aveva smesso di cercare di liberarsi dalla sua stretta, quando, al contrario, aveva iniziato a desiderare quel tocco e la presenza del figlio di Apollo accanto a sé.
Non riusciva a ricordare da quando, mentre camminava da solo per le strade del Campo Mezzosangue, i suoi occhi si muovevano alla ricerca del biondo familiare dei suoi capelli; né ricordava da quando trascorreva più tempo in infermeria ad aiutarlo, piuttosto che in solitudine nella casa numero tredici.
Probabilmente era iniziato tutto dopo i tre giorni in cui aveva dovuto stare fermo e a riposo in infermeria, su ordine del suo nuovo dottore.
Nico non si era reso conto di quanto effettivamente fosse sfinito finché non gli fu data l'opportunità di riposare. Si era convinto di star bene, di essersi ripreso da quando era finita la guerra, e pensava che non sarebbe mai stato in grado di restare a riposo per tre interi giorni, costretto a letto senza poter fare nulla di produttivo.
Invece fu come se, nel momento stesso in cui Will lo fece stendere sul letto, le sue membra e il suo spirito si fossero resi conto di non aver riposato come si deve da giorni -no, mesi, forse anche anni-, di aver trasportato per mezzo mondo l'enorme e potente statua di una divinità greca, di aver combattuto contro Giganti, lupi mannari e centurioni romani dalla dubbia sanità mentale; e, come se non bastasse, aveva anche rischiato di svanire completamente, diventando parte di quelle ombre in cui era abituato a viaggiare.
Non fu perciò una gran sorpresa che Nico trascorse quasi tutti e tre i giorni per intero a dormire, recuperando le forze, godendosi il sonno meritato di chi aveva più e più volte rischiato di morire per il bene del mondo intero.
Ogni volta che apriva gli occhi, Will era lì accanto al suo letto, pronto a sorridergli, a chiedergli se si sentisse meglio, a controllare di nuovo le sue ferite. A Nico non piaceva essere toccato, eppure si era velocemente abituato al tocco delicato ed esperto delle mani di Will. Erano sempre calde, Nico lo aveva notato da subito, chiedendosi se era una caratteristica dei figli di Apollo o solo di Will Solace.
Nico non si accorse di quanto si fosse abituato alla presenza dell'altro, finché non gli fu permesso di lasciare l'infermeria. Era trascorso pochissimo tempo, eppure il figlio di Ade già ne sentiva la mancanza. Si diede dello stupido e cercò di non pensarci ma, alla fine, i suoi passi lo condussero nuovamente lì. Individuò immediatamente Will, anche tra gli altri numerosi curatori.
-Mi chiedevo se ti servisse una mano- gli disse e, per un attimo, pensò che sarebbe rimasto accecato dal sorriso raggiante del figlio di Apollo.


Nico non ricordava come fosse accaduto ma, da quel momento, lui e Will erano praticamente sempre insieme. Quando Will doveva lavorare in infermeria, Nico era lì a dargli una mano; quando Nico aiutava Percy a dare lezioni di spada ai giovani semidei, Will era lì ad assistere; quando entrambi avevano un po' di tempo libero, andavano sulla spiaggia, o al laghetto o da qualunque altra parte.
Nico non era rimasto al Campo Mezzosangue per Will ma, ogni volta che posava gli occhi su di lui, era contento di aver fatto quella scelta.
Will era riuscito a convincerlo ad andare al falò, anche se Nico passava la maggior parte del tempo a cercare di non farsi notare mentre continuava a lanciargli sguardi. La luce delle fiamme disegnava ombre sul suo viso, i suoi capelli sembravano risplendere come fuoco e i suoi occhi blu assumevano una tonalità che Nico non avrebbe saputo descrivere a parole. Nico aveva incontrato Apollo, il dio del sole; Will gli assomigliava più degli altri suoi figli, ma c'era qualcosa in lui, qualcosa che Nico non era in grado di individuare, che lo rendeva decisamente più affascinante di suo padre.
Fu proprio al falò, che si baciarono la prima volta.
Quando tutti i semidei se ne stavano ormai tornando alle proprie case, Will lo trattenne per un polso. Il pensiero di divincolarsi e liberarsi dalla stretta non lo sfiorò neanche. Nel giro di pochi minuti rimasero da soli.
Le fiamme del falò non si erano ancora spente del tutto, e Nico si costrinse a concentrarsi su di esse, evitando di fissare lo sguardo sul ragazzo accanto a lui.
-Nico...- lo chiamò Will, e Nico si voltò verso di lui.
Will aveva gli occhi fissi nei suoi e l'espressione di qualcuno che vuole dire qualcosa ma non sa come, né se vuole dirla davvero.
Prima che Nico potesse aprire bocca, Will riprese a parlare, tutto d'un fiato, come se avesse paura che il coraggio di parlare potesse abbandonarlo da un momento all'altro.
-Mi piaci, Nico, mi piaci davvero tanto.
Nico non era certo di aver sentito bene, non era possibile che Will avesse davvero detto quelle parole.
Nico aveva pensato molte volte a quanto ironico fosse l'essersi innamorato di un figlio di Apollo; lui, figlio degli Inferi e dell'oscurità, innamorato di un figlio del dio del sole. Era incredibilmente, assolutamente ironico, e Nico non si era permesso di indugiare sulla possibilità che Will potesse davvero ricambiarlo.
Eppure adesso era proprio lì, e le parole che aveva appena pronunciato continuavano a ripetersi nella mente del giovane figlio di Ade.
-Anche tu mi piaci, Will- riuscì a dire dopo una manciata di secondi, con la consapevolezza che il suo viso doveva essere ormai completamente rosso.
-Posso baciarti?- gli chiese Will a voce bassa. Nico non ricordava quando si era avvicinato così tanto, ma adesso c'erano solo pochi centimetri a separarli, erano abbastanza vicini da far nascere in lui il prepotente desiderio di eliminare quella distanza.
-Dovresti decisamente farlo.
Finalmente, labbra di Will si posarono sulle sue, e Nico decise che non era importante se lui era figlio del buio e Will della luce, perché forse era ironico ma, senza dubbio, era anche giusto.

  
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