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Autore: Ossimoro Vivente    26/10/2014    2 recensioni
"-Ma io so che un giorno tu uscirai dal tuo bozzolo. Non importa il tempo che ci impiegherai, so che non è così facile uscirne, ma ce la farai. Diventerai forte. Tutti usiamo questa scusa del “non saper come comportarsi”, ma poi arrivano momenti nella vita in cui sorpassi quella linea e combatti tutte le tue debolezze. Tutti hanno la paura, è vero, ma anche il coraggio: bisogna solo impegnarsi nel cercarlo e scovarlo. Io credo in te, Crona. Quando tu lo avrai trovato riuscirai a credere in te stessa.-"
Anche voi avete sempre pensato che Crona sia una cavolo di femmina piatta, vero?! (certo che sì!!) Beh, ecco una CroxKid basata su 8 simmetrici (o quasi) capitoli che descrivono i loro momenti e il modo in cui si sono conosciuti questi due personaggi che, a mio parere, stanno meravigliosamente insieme.
Spero tanto di avervi interessato.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2: POESIA
Era finita l’ennesima lezione di Stein.
Mentre i ragazzi chiacchieravano come loro solito, Crona era in disparte che si sistemava silenziosamente e a capo chino i libri da mettere nella cartella.
Maka ogni tanto le dava una gomitata
-Dai, Crona, partecipa alla conversazione-  le diceva con un sorriso.
Lei rimaneva muta a mettere tanti fogli volanti in un libro a caso mentre la ragazza dai codini biondi la guardava sbuffando insoddisfatta con la testa appoggiata mollemente alla mano.
Crona non conosceva ancora nessuno a parte Maka, che le stava sempre accanto, e quel poco di Kid, e in quel momento gli altri ragazzi non avevano un argomento interessante da dirle per farla integrare. Da parte sua, lei stessa non si aspettava che accadesse una cosa simile.
Non so come compor…
-Posso leggere?-
Crona alzò lentamente la testa. Davanti al suo banco Kid indicava uno dei tanti fogli volanti che teneva sparpagliati qua e là. Lei esitò a sguardo basso, mentre l’asimmetrico continuava a guardarla inerte.
Cosa gliene fregava di una passivona  perennemente impaurita come lei? Come mai quell’interesse? Lei non aveva nulla di speciale. Senza forza, senza bellezza, quasi senza vita. Si sentiva un fantoccio intorno a delle personalità multicolore. E lei cos’aveva di speciale? Paura. Depressione. Negatività. Passività.
Da quando aveva visto quel ragazzo non riusciva a levarsi dalla mente quegli occhi dorati che, a differenza di lei, erano così risoluti e decisi, e che le infondevano più sicurezza come nessuno mai aveva fatto con lei. Ammirava quegli occhi, e quella naturalezza composta e tranquilla presente nei suoi modi di fare, che la attiravano così tanto.
Maka l’aiutava, Maka la rendeva felice col suo essere solare, le manteneva la speranza.
Ma con Kid non aveva bisogno di aiuto, non Kid trovava subito la determinazione, la sicurezza, il coraggio, considerando che al suo primo incontro non aveva balbettato neanche una volta, e allo stesso tempo la calma. Sentiva un atmosfera pacata e così accogliente.
Crona non aveva capito che cos’era quella scossa che aveva sentito nella propria anima quel giorno davanti alla Shibusen, ma era talmente abituata al disinteresse umano verso di lei che non le passò neanche per l’anticamera del cervello che lui fosse semplicemente interessato ai sentimenti che provava la ragazza.
Compassione, scommetto. Solo compassione.
Non le veniva altro in mente.
 -Ho paura che poi ti metti in un angolo a pentirti di essere nato, come hanno fatto gli altri-  disse con l’ingenuità di una bambina.
D’altronde era naturale che succedesse una cosa simile anche a lui, ed era doveroso  riferirglielo per spegnergli la già futile attenzione che stava instaurando nei suoi confronti.
Nessuno mi capisce. Sarebbe stato comunque inutile.
-Tu non avere paura allora- fu la sua semplice risposta.
Crona rimase interdetta a quelle parole.
Io ho sempre paura.
Si rese conto. Così scosse la testa come a cacciare via il timore.
Seriamente, devo smetterla.
E alla fine acconsentì di fargli leggere quel foglio.
All’improvviso Black Star fece capolino sovrastando un Kid concentrato su quello che c’era scritto su quel foglio. Si mise a pronunciare a gran voce il proprio nome come se stesse aprendo un concerto rock: lui fu il miglior pretesto per cominciare a far parte della comitiva. Perché appena Black Star faceva lo scemo il Maka-Chop arrivava puntuale come un orologio svizzero a lasciargli il solito spazio rettangolare fumante sulla testa.
-Smettila, la spaventi con il tuo essere idiota!-
E, difatti, la violetta venne colta di sorpresa ritrovandosi quasi tremante.
-Scusalo, è sempre stato così inopportuno e  pieno di energia- si sdebitò Tsubaki mentre accorreva l’azzurro a sventolargli un ventaglio giapponese davanti ai suoi occhi a girella.
Così subentrò Soul che brontolava qualcosa su quanto ciò che era successo era stato poco fico, e le pistole di Kid reagirono in modo totalmente opposto: una scuoteva la testa ad occhi chiusi, l’altra rideva rumorosamente.
A vederle si ricordò di Kid chiedendosi se era già in un angolo con un’aura di oscurità tutta intorno, così si girò a lui curiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Il corvino era con una mano in tasca, e con l’altra a tenere il foglietto che stava ancora leggendo con sguardo assorto.
Aveva finito.
Così lo riposò dov’era e alzò il capo verso di lei; si accorse che lo stava guardando e si limitò a rivolgerle un veloce sorriso accennato, per poi partecipare a quello che stavano facendo quelli scalmanati.
Crona ondeggiò lentamente i suoi ciuffi per girarsi davanti a sé.
Nessun parere: invece di deprimersi, lui le aveva semplicemente sorriso.
Che strano ragazzo.
   
 
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