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Autore: Ossimoro Vivente    18/10/2014    3 recensioni
"-Ma io so che un giorno tu uscirai dal tuo bozzolo. Non importa il tempo che ci impiegherai, so che non è così facile uscirne, ma ce la farai. Diventerai forte. Tutti usiamo questa scusa del “non saper come comportarsi”, ma poi arrivano momenti nella vita in cui sorpassi quella linea e combatti tutte le tue debolezze. Tutti hanno la paura, è vero, ma anche il coraggio: bisogna solo impegnarsi nel cercarlo e scovarlo. Io credo in te, Crona. Quando tu lo avrai trovato riuscirai a credere in te stessa.-"
Anche voi avete sempre pensato che Crona sia una cavolo di femmina piatta, vero?! (certo che sì!!) Beh, ecco una CroxKid basata su 8 simmetrici (o quasi) capitoli che descrivono i loro momenti e il modo in cui si sono conosciuti questi due personaggi che, a mio parere, stanno meravigliosamente insieme.
Spero tanto di avervi interessato.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota autrice: la prima parte scritta in corsivo è un'anticipazione dell'ultimo capitolo fatta per incuriosire, messa insieme al primo vero capitolo per fare 8 SIMMETRICI capitoli, come mi ha insegnato il saggio Death the Kid...Insomma, motivi di coerenza, non voglio fare 9 capitoli fra cui uno scialbo e senza significato, quindi via! Buona visione!

1: OCCHI
Era l’ennesima volta che si trovava in quella solita posizione da asociale.
Raggruppava quelle esili gambe acchiappandole per le scarne caviglie, e la testa  sempre china a guardare passivamente le ginocchia. Un ciuffo lilla le divideva gli occhi di un blu profondo.
La porta venne di nuovo bussata, sta volta quasi impercettibilmente. Da fuori si poteva sentire il fruscio di morbidi ciuffi che, insieme alla fronte, si appoggiavano delicatamente al legno. Una voce ovattata e bassa, decisamente diversa da quella della precedente Maka, fece capolino rimbombando tra le piastrelle bianche dei muri.
-Crona, ti prego, potresti almeno farmi entrare nel mio stesso bagno?-
Si era chiusa là dentro. Non si sentiva a suo agio, e non poteva stare lì fuori. Doveva per forza limitarsi a fuggire e nascondersi imbarazzata.
Non rispondere Crona, non osare fiatare.
Si diceva stringendo le gambe ancora più a sé.
In realtà avrebbe voluto dare vita a un discorso ricco e degno di un film da Oscar, avrebbe voluto sfogarsi, ma la paura l’attanagliava, e si ostinava a non muovere un labbro.
Le dava fastidio il fatto di ritrovarsi in bagno. Non sapeva come comportarsi nei bagni altrui. Non le era mai successa una situazione del genere, ma di una cosa ormai era certa: aveva rovinato la giornata a tutti ancora una volta. Soprattutto a lui.
 
La sottile figura di Crona si trovava davanti alla maestosità della grande Shibusen. Il sole se ne stava andando sospirando stanco morto con una goccia di bava che gli scendeva giù per la bocca. Non c’era nessun’altro a parte lei.
Il vento le faceva ondeggiare dolcemente i ciuffi più lunghi. La mano destra stringeva l’avambraccio sinistro, come se si sentisse davvero piccola rispetto all’enorme edificio. Gli occhi assorti, persi nellla parte più alta di esso.
Maka le aveva salvato la vita. Si era appena iscritta a quella scuola. Era al sicuro almeno. E per la prima volta si ritrovava da sola, senza i quei codini biondi a farle compagnia, a stare lì chiedendosi le domande più assurde sul futuro che le spettava.
Ma continuava ad avere paura. Sapeva che non era ancora finita, nonostante tutto.
-Nervosa?-
La ragazza si scosse a quella voce, e si voltò di scatto.
La prima cosa che notò fu l’insieme di quelle tre strisce bianche che si facevano ben notare, visto che erano l’unica cosa asimmetrica che trovava in lui.
Chi era quel ragazzo…?
Se lo ricordava vagamente quando lei, in veste di Drago Nero voleva divorargli l’anima, presa da una incontrollabile e profonda follia. Ma non sapeva il suo nome.
Imbarazzata e spaventata da quella comparsa, non trovò il coraggio di chiederglielo. E finì con il non spiccicare una parola.
Lui era con le mani in tasca a guardarla quasi attentamente, poi si avvicinò  a passi sonori e ritmici e si rivolse alla Shibusen sospirando.
-Inimitabile la bellezza di questa scuola, non credi? E’ proprio degno di mio padre fare un edificio così magnificamente simmetrico.-
Crona cominciò a capire perché quel ragazzo si vestisse a quel modo così elegante e nobile. Non solo per la simmetria.
Giusto, lui è il figlio del Sommo Shinigami.
L’asimmetrico si girò verso di lei come ad attendere una risposta.
Solo in quel momento si accorse del colore dei suoi occhi. Ne venne ipnotizzata e si sentì trapassata da parte a parte da quello sguardo. L’anima della ragazza ricevette una forte scossa elettrica.
Che sia questa la risonanza?
Crona non ne era sicura. Si chedeva molto spesso cosa fosse la risonanza fra due o tre anime, perché non l’aveva mai sentita in vita sua.
Lui la stava studiando con la massima attenzione anche se cercava in tutti i modi di non darlo a vedere, approfittando del fatto che non erano mica vicini un centimetro l’uno dall’altra, ma a pochi passi. Però lei lo sapeva: stava analizzando ogni piccolo particolare che la ragazza aveva in viso.
Scommetto che sta pensando a quanto i miei capelli siano asimmetrici.
Ma non le venne da arrossire, perché si stava interessando a quello sguardo e ormai c’era dentro.
-Sono… gialli?- chiese in un fiato.
Di colpo Crona si irrigidì incredula del fatto che non l’abbia semplicemente pensato.
Ma che diav…
Troppo tardi.
Lo sguardo attento del ragazzo si riscosse interrogativo. La violetta poteva vedere le sue guance bianche velarsi di un colore più acceso, anche se lui continuava a mantenere la sua solita espressione seria.
-D-di cosa stai parlando?-
Crona si limitò ad abbassare lo sguardo.
-I tuoi occhi… sono gialli. Non ne ho mai visti di quel colore…-
Perché non sto balbettando come mio solito?
-Ah…- anche lui abbassò lo sguardo, anche se in quel contesto sarebbe stato meglio guardarsi negli occhi.
 – Capisco, anche io mi sono accorto solo adesso che hai gli occhi blu.  Ero sicuro li avessi violetti come i capelli…-
-Come io pensavo tu li avessi scuri-
Una conversazione senza balbettare… Gli ho risposto senza vergogna. Che diavolo mi sta succedendo? Neanche con Maka faccio così.
Il corvino cercò di cambiare argomento.
-E’ la prima volta che ti vedo da quando eravamo su quella nave-
Se lo ricorda anche lui.
-Spero che tu sia stata accolta a dovere dall’iscrizione, quindi è bene che mi presenti ufficialmente.-
Detto questo, tese una mano con il braccio ben diritto.
-Benvenuta, Crona.-
Fra i due venne una piccola sferzata di vento a scompigliar loro i capelli mentre il tramonto inclinava pian piano le loro ombre.
-Chiamami Kid.-
 
   
 
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