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Autore: Ship_COFFE_Bar    26/10/2014    6 recensioni
AU, Thorki, possibile innalzamento del rating col proseguimento della trama.
...
L'ha fatto di nuovo.
Ha sognato Loki.
Ha sognato di fare sesso con lui.
...
Durante il quale, i nostri due beniami impareranno cosa vuol dire
"al cuor non si comanda"
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest
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-14-



L'equilibrio naturale delle cose dev'essersi fottuto completamente, si era detto Tony, 

squadrando la strada sterrata davanti a sé, illuminata solo dalla luce giallastra dei 

fanali, mentre cercava di immaginarsi nel suo appartamento, insieme a Steve, con 

dei popcorn e un vecchio film di quelli che gli fanno sempre venire gli occhi lucidi 

(anche se non lo ammetterà mai).

E invece eccolo lì, incastrato nell'abitacolo della sua macchina, sobbalzante, 

mentre cerca di ignorare le parole di Thor, che continuano a rimbalzargli da una 

parete all'altra del cervello.

Le nocche, ormai sbiancate, sono ancorate al volante, le dita che lo artigliano 

impotenti, nel vano tentativo di non perdere il controllo.

Alla radio una versione disturbata di "Micro Cuts" gli stride nelle orecchie,

riempiendo il vuoto che il silenzio delle frasi precedenti ha lasciato.

"Non so come sia successo. Lo giuro. Non ho saputo..."

Tony chiude gli occhi con un sospiro tremante di rabbia. Gli accordi delle chitarre 

salgono, e la voce di Bellamy* si fa sempre più acuta. 

Inspira, espira, inspira espira; dannazione, ricordati di respirare. Mantieni stabile il 

battito cardiaco, non far fremere quelle cazzo di ciglia e per l'amor di Dio, non 

stringere i denti. 

Tony si sforza di seguire i consigli della vocina nella sua testa, chiedendosi se sia 

effettivamente giusto ciò che sta facendo. Sta accompagnando uno stupratore dalla 

sua vittima; poco importa che lo stupratore sia uno dei suoi migliori amici e che la 

vittima sia il fratellastro del suddetto. La situazione è del tutto folle. 

Folle. Folle. Gusta la parola nella sua mente, rigirandola e assaporandola in silenzio, 

fra lo stridere delle chitarre e il rullare della batteria e quella voce così acuta, 

maledizione, sempre più acuta...

Con un gesto scocciato della mano spegne la radio, svegliando Thor dallo stato di 

trance in cui era piombato dopo avergli rivelato il mortal segreto.

I suoi occhi azzurri sono umidi e limpidi, Tony può leggervi dentro tutto quello che 

gli passa per la testa in quel momento.

Dolore. Rimorso. Rabbia, frustrazione, desiderio e voglia e 

nonononononsbagliatoquesto è...

Poi Thor richiude gli occhi, e si accascia sul sedile, stringendosi nella giacca 

come se improvvisamente avesse un freddo incredibile.

La macchina sobbalza di nuovo e a Tony sembra di sentire un singulto, ma si dice 

che non è possibile. Che Thor non sta veramente piangendo. Cristo, no.

-Vedi di farla finita. Dio; smettila di fare la principessina- quasi urla, guardandolo 

accartocciarsi su sé stesso: è grottesco, come vedere il sole che richiude i 

suoi raggi, ridotti a pallida carta, ripiegarsi e morire con un singolo rantolo di dolore.

-Mi dispiace- 

-Non basta- 

-Lo so- passano minuti di silenzio, durante i quali Tony sente solo un altro 

singhiozzo.

-Lo so-

...

Loki è nella vasca, di nuovo. 

Con la lametta, di nuovo.

E un insopportabile calore fra le gambe. Di nuovo. 

-Mn- l'acqua bollente gli accarezza la pelle, scottandola, arrossandola, 

marchiandola come propria; è un abbraccio cauterizzante e doloroso, privo d'amore 

e pieno di possesso.

Loki si lecca le labbra, mentre fa scorrere il metallo sul polso e una mano 

sull'erezione. C'è quasi un qualcosa di sacrilego, nel brivido che gli scuote la 

schiena, un qualcosa di proibito ed eccitante.

Il cuore aumenta i suoi battiti, lo sente, mentre inarca la schiena pallida, le braccia 

bollenti che gli cingono tutto il corpo si modellano intorno a lui, sfiorandolo, 

baciandolo, purificandolo. Emette un sospiro di sollievo quando arriva al culmine, 

sciogliendosi nel liquido bollente e nell'ebbrezza dell'orgasmo. 

L'aria sa di sangue, vapore e sesso. Loki rimane immobile, le braccia abbandonate 

ai lati della vasca come due vermi mollicci e arrossati dal calore.

Dalle labbra di seta esce una risata appena accennata, mentre i muscoli si 

tendono a formare un lieve sorriso.

Dalla lama nella sua mano cadono gocce scarlatte, mentre il sangue sui polsi ha 

smesso di colare da pochi secondi. Loki avvicina il piatto della lametta alla lingua, 

lappando voluttuosamente il sangue rimasto. 

È un miracolo se non si trancia la lingua. 

Il sapore ferroso gli si mischia alla saliva, inondandogli la bocca e mandando in 

cortocircuito i nervi che si innescano mandando al cervello segnali contrastanti.

Con l'eleganza degna di una ballerina e la sensualità di una pantera, esce dalla 

vasca; le gambe lunghe scivolano oltre il bordo, i piedi si poggiano sul morbido

tappeto, la schiena si snoda sinuosamente, la curva dei glutei emerge dall'acqua. 

Tiene ancora la lama stretta nella mano, mentre si avvicina allo specchio

completamente appannato.

Vi poggia una mano, pulendolo la condensa in corrispondenza del suo riflesso.

Il suo volto è magro, più pallido del solito; ma Loki si trova bello.

Non strano, non diverso, non eccitante. Bello.

Quel pallore più accentuato sulle gote, le leggere occhiaie e gli occhi lucidi, ornati 

dalle lunghe ciglia. Ma è ancora lui? Non saprebbe dirlo. Fino a quel momento non 

si era mai preso del tempo per guardarsi. Per capirsi. Per amarsi.

-Bello- sussurra, accarezzandosi una guancia. -Bello- e la lama cade con un tonfo 

sul tappeto. 

Si umetta nuovamente le labbra, sensuale, e si vede assottigliare lo sguardo, 

(è malizia, quella?) tracciando con la mano il profilo dei suoi stessi fianchi. 

No, quello nello specchio non è lui; non può essere il ragazzino di nemmeno due 

mesi prima: quello che si lasciava baciare e trattare come una tredicenne in calore. 

Questo è ...nuovo. Bellissimo. Potente.

Allaccia con malavoglia l'asciugamano intorno alla vita, uscendo dal bagno insieme 

ad una grossa nuvola di vapore. Lasciando impronte umide sul pavimento, 

raggiunge la sua stanza, dove chiude la porta con un tonfo. 

È con gioia infantile che si butta sul letto sfatto, affogandosi nelle coltri delle

coperte.

-Bello-

Si lecca le labbra.

...

La dottoressa McEvan non si aspettava di vederlo arrivare così presto. 

A dir la verità, non si aspettava di vederlo arrivare e basta.

Si perde un attimo ad osservarlo, stabilendo che il ragazzo che la fissa, 

comodamente stravaccato sulla poltrona di fronte, con quel sorriso sghembo sul 

viso, non è Loki.

Poggia la cartella sul tavolino davanti a sé, mentre con calma glaciale, gli pone 

alcune cortesi domande.

-Loki, come mai sei venuto oggi? Non c'era nessuna visita e sono appena le sei del 

mattino, tua madre sa che...-

-Dottoressa, con tutto il rispetto, se mia madre sa o non sa, non sono affari suoi- la 

donna rimane interdetta, mentre lui si passa una mano fra i capelli scuri, ancora più 

lunghi di quanto li ricordava.

-Perché sei qui?- chiede allora, improvvisamente fredda, scegliendo di stare al suo 

gioco. Curiosa di vedere quanto in là può spingersi prima di vedere quegli specchi 

verdi rompersi in mille pezzi. "Per quanto continuerà questa recita?"

Impossibile dirlo con certezza.

Loki si piega in avanti, le mani incrociate sul grembo.

-Per parlare un po'- la dottoressa alza un sopracciglio, inspirando.

-Di cosa vorresti parlarmi?-

-Sesso- la donna strabuzza gli occhi, raddrizzandosi. -Prego?-

-Oh, non faccia così. Ha sentito benissimo- la sua voce è un sussurro, i suoi occhi 

assottigliati come quelli di un gatto, vengono subito catalogati come pericolosi.

-Non credo di capire dove tu voglia andare a parare-

-Stia tranquilla, non le proporrò di giocare al dottore; sono gay- ride, ed è qualcosa 

di spaventoso e affascinante, di terrificante e bellissimo. 

Un magnifico controsenso su due lunghe gambe.

-Lei lo ha mai fatto?- cosa diamine vuole che gli risponda? Dovrebbe cacciarlo 

oppure raccontargli di Jack? Della serata in discoteca, del ritorno a casa, dell'odore 

del suo dopobarba appiccicato sulla pelle, della convivenza, del sesso arrabbiato e 

di quello incazzato? 

-Sì- 

Oppure potrebbe raccontargli dell'improvviso malore, del test, della pancia che si 

gonfia col passare dei mesi e della scomparsa di Jack.

-E? Su, prometto...- qui si interrompe, scoprendo la clavicola (il morso è solo 

un poco più sbiadito) e tracciando una croce sulla pelle bianca e tesa.

-...Prometto di non dirlo a nessuno- l'ultima parola è un sibilo, la sua lingua saetta a 

umettare le labbra rosse come quella di un serpente.

-Loki...-

-Andiamo. Non mi dica che ha paura?- la donna si morde con forza l'interno delle 

labbra, cercando di non urlare. Di non urlargli del dolore ancora più forte, delle 

scopate nonostante tutto, del bagno, di quelle macchie di sangue e di quella cosina 

che è morta nel cesso del suo appartamento, con Jack nella stanza accanto che si 

faceva una sega.

-Penso che tu debba andare- il sorriso strafottente di Loki si spegne, sostituito da 

una smorfia annoiata. Si alza dalla poltrona, stizzito, passandosi nuovamente una 

mano fra i capelli.

-Cristo. E io che credevo che fossi una interessante. Invece sei come tutti gli altri. 

Cristo santo, che pena- gli occhiali le scivolano sul naso, e non ha nemmeno la 

forza di gridargli di sparire. Lui se ne va, il maglione che gli ciondola sulle spalle 

magre. 

Il lieve ondeggiare dei suoi fianchi la ipnotizza fino a quando non è sparito dietro la 

porta dello studio.

...

La macchina parcheggia sul vialetto, le gomme che stridono sui sassi. Le luci sono 

accese, il sole è appena sorto e una sfumatura rosea tinge il cielo.

È con timore reverenziale che Thor esce dall'auto, inspirando l'aria fresca come il 

più buono dei profumi (gli basta solo pensare che quella stessa aria l'ha respirata 

anche Loki). Tony invece è rimasto in macchina, le mani ancorate al volante. 

Thor si volta a fargli un cenno, una volta arrivato davanti alla porta, e vede gli occhi 

bruni che lo osservano stanchi, prima che le palpebre si chiudano e che la 

macchina si rimetta in moto. Rimane ad osservarla anche quando è solo un puntino 

nella strada, anche quando non riesce più a raggiungerla con lo sguardo.

Sospira, volgendosi nuovamente verso lo scrostato bianco della porta. 

L'odore del legno e dell'erba bagnata, il lieve profumo delle rose e della lavanda, 

che stanno ormai appassendo, divorate dal freddo si Dicembre che bussa alle 

porte.

L'umido e gli scricchiolii delle assi della pavimento della veranda...

Si sente attraversare da un piccolo sé stesso con una palla in mano, si osserva 

correre e lanciare la sfera in aria. Non la vede ricadere. 

La porta si è aperta.

Quando Frigga alza lo sguardo per incrociarlo con il suo, Thor sente la lingua 

attorcigliarsi e gli occhi pizzicargli.

-Ciao, mamma- sussurra, i pungi talmente stretti da lasciare il segno delle unghie 

sui palmi. 

Lei non risponde, si limita ad un cenno, mentre si scosta dalla porta.

Un forte odore di tè alle erbe proviene dalla cucina, Thor alza leggermente il mento, 

cogliendone lo speziato sentore.

-Papà ti ha chiamato?- 

-Sì- la segue fino alla cucina, dove si lascia cadere su una delle sedie. Fuori dalla 

finestra, il rosa sta svanendo, sostituito dal glaciale azzurro. Il cielo torna del suo 

monotono color grigiastro.

"Schifo" pensa, prendendo fra le mani la tazza che Frigga gli porge. Il caldo quasi 

gli ustiona le mani, ma non lascia la presa. Un rivolo di vapore gli riscalda il viso, 

accarezzandogli la guancia come una materna carezza.

-Lui come sta?- la madre gli da le spalle, intenta a versare dell'altro tè nella sua 

tazza. Lo raggiunge solo dopo una decina di secondi, anche lei ha le mani 

aggrappate alla tazza, come fosse l'unica cosa che le permette ancora di reggersi in 

piedi.

-È cambiato- mormora, dopo un lungo sorso. Thor fa altrettanto, annuendo.

-Cambiato...?- 

-Non come credi tu. È diverso- si umetta le labbra, secche, passandosi una mano 

fra i capelli lunghi. Thor osserva la marea di sensazioni che le passano sul volto, in 

silenzio, azzardandosi a sorseggiare un po' del liquido nella tazza.

-Diverso- ripete Frigga, vuotando completamente la tazza.

Thor rimane immobile, ancora.

-Perché mi hai fatto entrare?- gli domanda, e la vede esitare. Si volta verso di lui, 

l'espressione congelata di chi ha visto troppo. Poi parla. La sua voce balsamo.

-Perché me lo chiedi?- Thor sente ancora quel fastidioso prurito ai lati degli 

occhi, e si passa una mano su di essi. 

Quando capisce di non poter più fermare i singhiozzi, si copre interamente il viso 

con le mani, improvvisamente accecato dalla luce artificiale della cucina.

I passi della madre sono attutiti, le sue braccia lo stringono dolci ma decise, in un 

abbraccio al sapore della nostalgia degli anni passati.

Lui abbandona le braccia ai lati del corpo, e le lacrime prendono ad accavallarglisi 

sulle guance con furia; si impigliano sulla barba leggermente troppo lunga e sulle 

ciglia chiare.

-Sei il mio bambino. Lo sarai sempre; lo sarete sempre- la sente sussurrare, mentre 

gli passa una mano sulla testa, districandogli i nodi dei capelli.

-Mi dispiace- serra le palpebre, passandosi nuovamente il dorso della mani sugli 

occhi, alzandosi lentamente dalla sedia. Ricambia brevemente l'abbraccio, prima di 

staccarsi, abbassando lo sguardo.

-Dov'è?- è in quel momento che sente lo scalpiccio delle scarpe nel corridoio, e 

appena dietro allo stipite della porta un mulinare d'inchiostro. 

Vi si getta. 

...

Loki si sente afferrare il braccio con forza, e non è nemmeno all'inizio delle scale. 

Strattona, sentendo la stretta chiudersi sempre di più.

-Lasciami- intima, scattando in avanti e cercando di liberarsi. Nulla. Solo l'ennesimo

strattone al braccio, che lo fa mugolare di dolore.

-Loki, dove sei stato?- Frigga lo guarda severa, gli occhi improvvisamente lucidi.

-Lasciami!- ripete, senza voltarsi. Thor ancora non parla, rimane in silenzio, 

studiandolo.

"Voltati. Fammi vedere, voglio vederti, Loki" gli afferra la spalla, costringendolo a 

girare il busto. 

"Bellissimo"

I suoi occhi sono circondati da un alone d'ombra, leggermente arrossati, le pupille 

sono affogate nel verde delle iridi.

le ciglia sono in costante movimento, intente a coprire il moto degli occhi, che si 

spostano ad evitare il suo sguardo.

La bocca è rossa e sottile come la ricordava, la clavicola è rimasta appena 

scoperta. Riesce ad intravedere il marchio che lui stesso ha lasciato.

-Come puoi perdonarlo?- sibila, ma non è rivolto a lui. Frigga sussulta, sgranando 

gli occhi. 

-Come? Dopo quello che...- stringe i denti, le ciglia fremono ancora di più, 

circondando completamente l'abbacinante verde smeraldo.

-Loki..- la donna si avvicina, tentando di ritrattare, di dire qualcosa che non suoni 

come un ridicolo e penoso "mi dispiace".

-Mi fai schifo. Mi fate schifo- con uno strattone più forte riesce a liberarsi dalla 

presa, salendo le scale velocemente. Non si volta. Non guarda indietro.

Thor rimane lì, con un braccio teso e gli occhi rivolti alla fine delle scale, dove Loki è 

sparito.

...

Chiude la porta dietro di sé, cercando a tentoni la chiave sul pavimento. 

Non la trova. Sente passi pesanti sulle scale, e si immobilizza, gli occhi quasi fuori 

dalle orbite.

I passi si fanno più vicini. Cerca disperatamente la chiave, ma  non 

c'è. Probabilmente è scivolata sotto al comodino.

Allora si getta con tutto il suo peso sulla porta, sentendo spingere dalla parte 

opposta.

Ansima, ma non regge. Dopo poco, si lascia cadere sul letto, sentendo la porta 

aprirsi con un tonfo. Non ha nemmeno la forza di mettersi a sedere.

-Ti prego...ti prego- mormora affondando i singhiozzi nelle coperte calde e 

profumate. I passi gli si avvicinano, e sul materasso si concentra un altro peso.

La mano che gli accarezza i capelli, la conosce bene: è rude, impacciata, calda e 

grande. Scivola dalla nuca al collo in una carezza calma, applicando una leggera 

pressione. Loki sente i muscoli rilassarsi, mentre la carezza si estende alle spalle.

-Loki. Guardami- è stupito di quanto la voce sia vicina. Si mette a sedere, le guance 

arrossate. Thor gli ha preso il volto fra le mani, le loro labbra sono a meno di un 

centimetro.

-Cosa vuoi farmi?- c'è un che di rassegnato, nel suo tono, qualcosa di 

tremendamente triste.

Quando le labbra si scontrano, Loki rimane immobile, sentendo le braccia forti che 

lo cingono a sé. La lingua gli preme sulle labbra, come a chiedere il permesso di 

entrare. Loki schiude la bocca con un mugolio, abbassando lentamente le palpebre. 

Il calore che lo avvolge subito dopo, gli scaccia ogni pensiero dalla testa. Ogni 

dolore. Ogni sofferenza.

E allora via con lo show. 

...

-Tu non l'hai ancora fatto- Loki ansima, coglie quella frase distrattamente, fra una 

carezza ed un effusione. 

-Nessuno ti ha mai amato veramente, in quel modo- gli sussurra ad un orecchio, 

premendolo contro il materasso.

Loki riconosce silenziosamente la veridicità di quelle parole.

Poi è solo piacere.

...






-Angolo autrice-
Salv- EHY! Giù i forconi e le torce!
Innanzitutto, chiedo scusa per l'ENORME ritardo, ma davvero ero in una crisi pazzesca, poi la scuola, le serie tv da recuperare (ok, seriamente, Supernatural? Una decima stagione? Davvero?!) e...eh.
Sto chappy è un casino. Sono riuscita ad infilarci (come sempre, guarda un po') i Muse. E va bene. Poi ho cercato di metterci un sacco di sentimenti. E va bene. 
Poi ho reso il tutto una cazzata e non va bene. Heh.
Spero che non sia troppo orrendo, incomprensibile e stupido. In caso contrario...siete autorizzati a linciarmi *A*
Mi scuso se nello scorso capitolo non ho risposto alle recensioni. I'm sorry. 
Comunque, specifico che, per chi se lo è chiesto, non faccio apposta, a scrivere il testo da una parte sola. È che io scrivo dal mio tablet, e il mio tablet, (che è un tipo intelligente) non mi imposta il testo in modo diverso. 
Detto ciò, mi dileguo. 
Un saluto

Im a Murder girl
P.S: al massimo un altro paio di capitoli e poi smetterò di stressarvi con 'sta "storia" 
P.P.S: lo so, sono stronza, ma io non le so scrivere le scene di sesso. Se proprio non potete farne a meno, contattatemi via messaggio privato, vedremo quel che si può fare.
  
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