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Autore: KiRo_chan    18/10/2008    12 recensioni
Quando si vive una vita normalissima, ogni minima cosa può stravolgere il proprio universo.
Quando si desidera una vita tranquilla, quando uno sconosciuto si infila nella tua vita... Cosa si può fare per tornare alla normalità?
Prima fic del duo Kikka&Roro.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il prezzo dell'amore
Capitolo 7 - Avarizia




*\* Ma ciao!
Vi rendete conto che Kikka mi farà fuori, vero? Perché questo capitolo è un'altra anteprima assoluta XD Sì, Kikka mi farà fuori, ma io non riesco a trattenermi... ç.ç Ho passato una mattinata d'inferno, divisa tra dolori alla pancia e fitte lancinanti al capo. Ma il capitolo è finito. Ed è qui.
Se Kikka mi farà fuori, mi spiace, ma... Ma io non riesco a nascondere un capitolo! ç.ç
Quindi... Quindi leggete, commentate, magari aiutatemi a sfuggire all'ira di Kikka.
A dopo! */*






I capelli neri intorno al volto, la gote arrossate e le mani sul volto, Kagome Higurashi si disperava: come diavolo si era permesso di provare a baciarla?

No, non era giusto. E non era possibile.

Poggiò la schiena contro la parete gelida, e sobbalzò leggermente per quel contatto inatteso.

Stupido.

Non le era piaciuto. Era stato scorretto, Inu-Yasha. Ed era stato scorretto il momento, perché troppo romantico – neppure volendo sarebbe riuscita a rifiutare.

E questo la imbarazzava non poco.

Se non fosse arrivato Koga, lo avrebbe baciato.

“Stupida, stupida, stupida”, iniziò a ripetere come in una litania, mentre portava le gambe al petto e appoggiava il capo sulle ginocchia. Aveva un po’ di nausea, e sonno.

Una mano, d’istinto, prese a carezzare il ciondolo che portava al collo, ed un piccolo sorriso ebete si fece strada sul suo viso.

Bello.

Quel pendente era stupendo, ed era sicura che non se ne sarebbe mai separata. Le piaceva troppo, ed aveva un leggero odore salmastro, come di acqua salata – lei amava osservare il mare, e quel piccolo gioiellino le sembrava il dono più prezioso mai ricevuto.

“Signorina?”.

Si alzò di scatto, arrossendo e lasciando andare il ciondolo, che ricadde sulla porzione di seno visibile – indossava una camicia lunga, che soleva usare come pigiama, e che aveva i primi bottoni rotti, saltati via tempo prima durante una lotta all’ultimo sangue con suo fratello per il possesso del Game Boy.

“Er… Salve”.

“Signorina, ero venuta a chiamarla per colazione”, disse l’anziana. Era la custode di casa no Taisho, arrivata lì ai tempi del nonno paterno di Inu-Yasha. Una vecchia yasha dai capelli ormai ingrigiti dal tempo e gli occhi di un celeste acqueo.

“Ah”. Kagome sorrise. “Scendo subito, grazie”.

La donna si inchinò, rivolgendole un’ultima occhiata comprensiva, e la porta si richiuse dietro di lei.

Con un sospiro, la ragazza si voltò verso lo specchio – non le piaceva osservare il suo riflesso.

Finiva sempre col lamentarsi delle dimensioni del seno, o delle gambe troppo sottili. Si piaceva, certo, ma non si considerava bella.

Eh?

Aveva le guance rosse, e gli occhi lucidi come quelli di una bambola. I capelli creavano un graziosissimo contrasto con la pelle pallida e le labbra erano semidischiuse.

Si sentiva strana. In qualche modo, diversa.

Che fosse opera di Inu-Yasha?

Scosse il capo. No, era impossibile.

Inconcepibile.

Un quasi bacio non poteva avere un tale ascendente su di lei, doveva calmarsi. Non poteva permettere ad Inu-Yasha no Taisho di giocare con lei.

Prese la spazzola sul comodino con mano tremante, senza tuttavia riuscire a distogliere il suo sguardo dal riflesso nello specchio – quella era un’altra Kagome, una Kagome felice.

Si spazzolò i capelli lentamente, con tranquillità, canticchiando qualche nota di una nenia sentita da bambina. Poi, sorridendo inconsciamente, indossò un vestito bianco con sfumature rosa che le arrivava al ginocchio, ed uscì dalla stanza.

La debole luce del sole penetrava da una finestra che dava sul corridoio, e lei si soffermò ad osservare una tenda gialla che si muoveva a causa del vento leggero.

“Ehi, cosa fai?”.

Si voltò di scatto, imporporandosi, mentre un ghigno divertito si dipingeva sulle labbra di Inu-Yasha. “Nulla che ti interessi”, sbottò, voltandosi verso la rampa di scale.

“Kagome, non fare l’offesa”, ridacchiò l’hanyou portandosi una mano dietro il capo. Quella mocciosa di prima mattina era insopportabile.

“Non sto facendo l’offesa”. Incrociando le braccia sul petto, iniziò a scendere i gradini.

“Oh, sì che stai facendo l’offesa”.

“No”, fu l’aspro commento di Kagome – Inu-Yasha lesse negli occhi della ragazza un tacito invito a terminare quell’incresciosa conversazione, e preferì seguire il suo consiglio.

Il tavolo del salone era già stato imbandito con numerosi vassoi, contenenti la colazione.

Senza neppure rifletterci, la ragazza allungò la mano verso un cornetto al cioccolato, e lo portò alla bocca. Il sapore dolciastro della nutella la face sorridere, e si leccò le labbra d’istinto.

“Ti piace la cioccolata?”.

Kagome sbatté le palpebre. “Sì, certo. Perché?”.

L’hanyou sorrise, osservando con sguardo critico i suoi cereali. Poi li spinse di lato, allungando un braccio e prendendone uno a sua volta. “Mi serviva un consiglio alimentare”, ghignò.

Lei fece cenno col capo, prima di addentare nuovamente il suo. La cioccolata le colò lungo il mento, sporcandolo tutto, e Kagome si ritrovò a ridacchiare compiaciuta.

Mm?

Un dito della mano di Inu-Yasha passò lungo il contorno delle labbra di Kagome, pulendole dal cioccolato residuo. Poi, sorridendo, lo portò alla bocca. “La cioccolata è davvero buona”, concluse, poggiando nuovamente la schiena contro la sedia e sorseggiando la sua tazza di caffè.

Il volto della ragazza era paonazzo, e si ritrovò a guardare il pavimento con aria assente.

“… Perché?”, mormorò.

“Eh?”.

“Perché lo hai fatto?”, ripeté, torturandosi le mani tra loro.

“Perché la cioccolata non va sprecata”. Con aria saggia, Inu-Yasha si alzò. Protese una mano verso Kagome, quasi a voler sfiorare il suo volto, ma all’ultimo istante la ritirò, scuotendo il capo. “Volevo avvisarti che stamane non ci sarò per tutto il giorno. Ho del lavoro importante da fare, e non posso star qui a farti da balia”.

La ragazza serrò le labbra. “Non ho bisogno di una balia”.

“Sì, invece”. Sorridendo sghembo, si chinò fino a portare i loro volti alla stessa altezza. “Ma non posso essere io, oggi. Mi prometti che farai la brava, e resterai qui?”.

“Non ti prometto nulla”, rise lei, facendo scivolare la sedia lungo il pavimento e alzandosi a sua volta. “Divertiti”.

“Ciao, Kagome”.

“Ciao a te, Inu-Yasha”.

***

Salì la rampa di scale con il cuore a mille.

Cosa le stava succedendo?

Quel saluto era stato così… strano. Aveva avvertito un brivido assurdo, quando Inu-Yasha aveva mormorato il suo nome, e a sua volta aveva desiderato fargli provare quella sensazione.

Quell’Inu-Yasha era stato solo frutto di una sfida?

Scuotendo, spalancò la porta della sua stanza, alla ricerca del suo i-pod.

Aveva bisogno di rilassarsi in qualche modo, e ascoltare qualche canzone era il metodo migliore per togliersi Mr. Provo-a-rubarti-un-bacio dalla testa.

Pigiò il tasto play con forza, ma la melodia che le inondò il cervello fu una nenia lenta e pacata – serrando le labbra, iniziò a scorrere i titoli, alla ricerca di qualcosa di più adatto al suo umore.

Ricerca vana, dato che il suo lettore conteneva solo canzoni dolci e piene di belle parole d’amore.

Dannato aggeggio.

Senza la forza di togliersi le cuffie, si lasciò scivolare sul letto, tra le coperte di seta – il letto era stato rifatto da poco, e le lenzuola odoravano ancora di sapone. Sorrise compiaciuta, rivoltandosi supina e stringendo il morbido cuscino tra le dita.

Il suo umore stava mutando troppo, in quei giorni. Cinque minuti prima era furiosa, cinque minuti dopo euforica. Quella situazione stava mandando in tilt la sua vita.

Si tirò a sedere, osservando con attenzione tutto, di quella stanza. I suoi libri erano accantonati in un angolo, così come il suo portatile e il suo diario segreto – non che lei lo usasse! Semplicemente, le era sempre piaciuta l’idea di avere un luogo dove poter scrivere i propri sentimenti senza paura di venire giudicata. Era stato suo fratello a regalarglielo, l’anno prima, perché la sorellina aveva un dannato bisogno di sfogarsi.

Sospirò, cercando all’interno del suo zaino di scuola qualcosa. Quando il mazzo di chiavi di casa Higurashi le finì tra le dita, sorrise, e cercò la chiave giusta.

Le pagine erano quasi totalmente intatte.

Qua e là, qualche Caro Diario, subito però cancellato da una marcata linea fatta con la biro. Si sentiva infantile, a scrivere su quel coso.

Era un diario profumato, di quello con le pagine impregnate di profumo e i cagnolini disegnati negli angoli più disparati.

Quando il disegno di un cucciolo di samoiedo le finì davanti, soppesò l’ipotesi di accartocciare la pagina, ma i dolci occhi del cane le impedirono l’inutile gesto.

Diavolo.

Si passò una mano sugli occhi, tentando di frenare le lacrime, ma era inutile.

Alla sorellina,

spero che tu sia sempre felice!

E scusa se questa dedica l’ho scritta nel diario,

ma non sapevo dove altro metterla!

Sota.

“Dannato ragazzino”, singhiozzò.

La lontananza da casa era opprimente, e sentiva un grosso macigno in petto.

Chissà come stava la mamma! E il piccoletto! E… e anche suo padre, dopotutto.

Si lasciò cadere su di una sedia, inclinando il capo all’indietro e distendendo le gambe, mentre la presa sul diario si serrava ancor di più. Lo strinse al petto, e lasciò che il sonno la avvolgesse.

***

“Sei viva?”.

Riaprì con una sforzo immane gli occhi, e tentò di focalizzare la figura innanzi a sé.

Niente da fare, l’argento si fondeva con il rosa e con l’oro, e tutto le appariva una chiazza confusa dipinta da un pittore daltonico.

“Sì”, mormorò, mentre il desiderio insopprimibile di sbadigliare la assaliva.

“Oh, bene. Non sei scesa a cena, e pensavo che ti fosse successo qualcosa”.

Le orecchie, fino a quel momento così poco attente, captarono ad una ad una le parole di quello che, non poteva sbagliarsi, era Inu-Yasha.

Assottigliò gli occhi, e la sua figura prese a rendersi più nitida – “Sto benissimo, grazie”, commentò con voce assonnata, tentando di tirarsi su.  Era intorpidita. Si sarebbe riaddormentata volentieri, perché la stanchezza degli ultimi tempi l’aveva assalita. 

Desiderava solo dormire.

Le gambe si erano intorpidite, e cadde in avanti, finendo tra le braccia di Inu-Yasha.

“Sicura di reggerti in piedi?”, chiese il ragazzo con un ghigno, facendo per prenderla in braccio.

“Sì, ne sono sicura”, ringhiò lei, senza tuttavia opporsi. Quando l’hanyou la sollevò, sentì un impulso ordinarle di posare il capo sul suo petto.

E così fece.

Si lasciò andare contro di lui, stringendo tra le dita la camicia del ragazzo e sposando gli occhi verso la finestra. Era notte, e il buio rendeva tutta quella situazione dannatamente romantica.

“Dove vogliamo andare?”, le soffiò Inu-Yasha in un orecchio, mentre lei sbatteva le palpebre, confusa.

Andare?

E perché?

Si stava così bene, tra le sue braccia!

“Dove vuoi tu”, mormorò infine, sentendo i battiti del suo cuore aumentare e una strana sensazione di rabbia. Si stava forse rincitrullendo?

Nascose il capo nel petto di Inu-Yasha, mentre il respiro le si faceva irregolare. Doveva essere un sogno, decise. Un bel sogno, in cui lei era la principessa e lui il suo principe. Sì, proprio così.

Sentì distintamente le voci cacofoniche dei camerieri, che chiedevano loro perché la signorina Kagome stesse sonnecchiando tra le braccia del padrone, ma rimase nella sua posizione, mentre l’hanyou faceva scorrere il vetro della porta del balcone e uscivano all’aria aperta.

La posò su di una panchina, e le si sedette accanto, mentre lei alzava gli occhi verso il manto stellato e sorrideva. Le era sempre piaciuto, guardare le stelle.

“Oggi c’è il plenilunio”, commentò a bassa voce Inu-Yasha, osservando la luna dar sfoggio di sé.

“Già. Ma io preferisco il novilunio”, mormorò convinta Kagome, alzandosi e accennando qualche passo di danza, divertita. L’erba era umida e lei era a piedi scalzi, quel contatto la mandava in estasi.

Decise che si sarebbe goduta appieno quel sogno.

“Inu-Yasha”, sussurrò, prendendo una mano del ragazzo tra le sue e facendolo alzare. “Ti andrebbe di danzare con me?”.

“Danzare con te?”. Deglutiva rumorosamente, e continuava ad osservare inebetito il volto di Kagome.

Lei, d’altro canto, annuiva entusiasta. Le era sempre sembrato un bravo ballerino.

Presero a muoversi, pestandosi i piedi a vicenda e ridendo contenti. La tiepida brezza notturna sferzava il volto di entrambi, e l’espressione divertita di Inu-Yasha era impagabile.

Stremati, caddero al suolo, continuando ad osservare il cielo.

“Kagome?”.

Lei si voltò, ancora sorridente. “Sì?”.

“Ho bisogno di te”.

Si era fermato.

Il tempo si era come fermato.

Era rimasta congelata nella sua posizione, gli occhi incatenati a quelli di lui. Sentiva il fiato caldo di Inu-Yasha colpirle il volto.

La pelle morbida del ragazzo.

Le sue labbra che le sfioravano la guancia, e poi scivolavano sulla bocca, fino ad imprigionarla con la sua.

Chiuse gli occhi, senza sapere che fare, e lasciò che lui la baciasse. Il cuore batteva forte, e quella sensazione non le dispiaceva.

Era come in una fiaba.

Il principe l’aveva baciata.

Ma era lei la principessa che lui aspettava?

Le corse una tremula lacrima lungo la guancia, mentre si distaccava – aveva il fiatone e gli occhi lucidi. Lo ammonì di non seguirla con un’occhiata disperata, prima di voltarsi e raggiungere di corsa il piano superiore.

Ho bisogno di te.











*Roro's Whisper*  
*\* E alloraaaaa?
Allora, cari. C'è qualcosa di interessante, in questo capitoletto?
[I lettori (O, meglio, le lettrici) non prestano attenzione a roro, rileggendo le ultime righe del capitolo, incredule. Non se lo aspettavano]
Er... Ragazze... Sono qui! Ho... Ho scritto il capitolo in modo dolce, non potete trascurarmi così, dai... ç.ç Vi pregoooooo! Potreste almeno prendere in analisi che io esisto, no?
...
Ok, come non detto.
Il capitolo si commenta da sè, e spero che l'ultima parte sia sembrata almeno un po' sognante, un po' una parte di un bel sogno in cui Kagome era finita. E il confine tra sogno e realtà è davvero, davvero sottile...
RINGRAZIO:
Beverly Rose Ma ciao! Le ostilità qui ci son state, a tuo parere? XD Poi... Ma povero Koga! Non è mica colpa sua se è inutile! XD (*Koga piange in un angolino*) Comunque, visto che ci sono riusciti? XD Alla fine, Koga è andato via... Il seguito l'ho potato celermente, vero? *.* Bacioni, ciao Bev!

maryku ù.ù Tranquilla, Maryku, ti avviso non appena posto questo capitolo - se ci sei. XD Kikka è lietissima di sapere che Sessho le è uscito IC (*Kikka balla il tango*). O.O Addirittura il tango, Kikka-chan? (*Kikka annuisce*) Ah... XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!

Bchan Chissà... Magari gliel'ha regalato solo perché era dell'idea che le sarebbe piaciuto XDXDXD Tu continua pure a fare ipotesti!

Arwen_90 Sono del tuo stesso parere: i gioielli acquistano maggiore valore, se hanno una storia dietro. E sono felice che la mia idea sia andata così bene - avevo pensato di lasciarla in mano a Kikka XD. Ti sembra che lo sviluppo di questo capitolo sia carino? *.* Fammelo sapere, baci!

arya79 Oddio, grazie mille per i complimenti. Sei gentilissima! ^^ Lo sviluppo c'è stato... Che te n'è parso? Baci!

Kagome19 Al dunque ci sono arrivati, eh? Sempre se tu intendi questo dunque... XD Siamo felici di sapere che la storia ti aggrada. Baci!

mikamey Mm... Il soprannome mi piace ^^. Secchan è il solito antipatico, ma è pur sempre lui, no? Per Ayame... Chissà! Magari la inseriremo XD Bisogna vedere come svilupperemo questo lavoro... XD Spero che il capitolo sia stato all'altezza dei precedenti! Kiss!

kaggychan95 ù.ù Eh no. Koga non aveva nulla da fare, nono. La nausea... La nausea... XD Ce lo vedo con la nausea! Visto che dopo il quasi bacio ce n'è stato uno nuovo? Visto? Visto? *.* Si sono baciati! XDXDXD Sono scema, lo so. Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento!

LittleBloodyMary Il motivo del rapimento, neh? ... Se ti dico che io ho solo una vaga idea? XD No, naturalmente scherzo. Le idee ci sono, e sono tante. Bisogna solo metterle su carta, ecco. Che te n'è parso del passo avanti? XD Ciao!!!

ryanforever ù.ù Koga è un rompiscatole, l'ho sempre detto. Ma si sono rifatti alla grande, non trovi? Il passo avanti è stato enorme... XD Spero che il capitolo ti è piaciuto. Besos!

daygum Siamo felici che la storia sia di tuo gradimento! E' sempre piacevole sentirselo dire. Come hai avuto modo di leggere, lo sviluppo c'è stato... Ma come la prenderà Kagome? Chissà... XD Baci, alla prossima!
 
Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le preferite! *.* Vi lovvo! (XD Oddio...).
ù.ù Spero che il capitolo sia stato all'altezza dei precedenti, e che sia decente! Bacioni!
Kikka-chan, tocca a teeeeeee! XD
  
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