Aggiornamento
rapido, stavolta. La storia si sta davvero snodando tutta nei miei pensieri, e non
riesco a fare a meno di scrivere. Grazie Sabri per il
commento. Sono contenta che ci hai capito qualcosa nel caos di quel capitolo… l’ultimo
pezzo era un po’ contorto, me ne rendo conto.
Al prossimo capitolo. Baci, Kla x3
Cap.19 – A una
porta dalla Verità
- Heilà
Trunks! Tuo padre ha rifilato a te la ragazzina? –
chiese con tono sempre più cinico.
- Vattene via Cell –
- Altrimenti? – lo provocò il
mostro – Cosa pensi di fare, eh? –
Il giovane saiyan, rimase senza risposta. Sapeva benissimo di non
potere niente contro la forma perfetta di Cell. Non
era riuscito a fare niente quando l’aveva affrontato insieme a suo padre,
terminando lo scontro con una rovinosa sconfitta e uscendone vivo per miracolo.
Ma non aveva intenzione di farlo avvicinare a Mirai, e lo avrebbe ostacolato
con tutte le sue forze. Senza poter ribattere, si trasformò in super saiyan e accentuò la posizione di difesa.
- Beh, adesso cominci davvero
a farmi paura… - lo prese in giro il mostro.
- Maledetto… - soffiò il
giovane.
Con uno scatto, Cell colse di sorpresa Trunks,
lanciandogli una sfera di energia che il giovane riuscì a bloccare con una
barriera a pochi centimetri dal viso. Contrastare quell’energia gli costava
un’evidente sforzo, ma non aveva intenzione di mollare.
Sarebbe morto.
Ma quell’essere spregevole
sarebbe arrivato a Mirai poggiandogli i piedi sulla schiena.
- Mirai, allontanati! Ti
prego, allontanati! Mi senti? – continuava a implorare il ragazzo. Lei,
inginocchiata dietro di lui, tra le macerie che le escoriavano le ginocchia,
tra la polvere che le imbiancava i capelli e la pelle, lo osservava con occhi
spalancati.
- Non lo ascoltare, Trunks! Non ascoltarlo! Non è vero! – ripeteva alternando
il tono della voce, prima basso, poi alto improvvisamente, fin quasi ad urlare.
- Vattene Mirai! – gridò
allora il saiyan con tutta la voce che aveva. Il suo
ultimo grido. Ogni respiro, oramai, era forza preziosa che gli serviva per
guadagnare qualche istante di vita.
Una piccola folata di vento
investì alle spalle i due giovani. Non se ne accorsero granché. In quella
confusione, un po’ di venticello era davvero il problema minore.
- Tho!
Guarda chi si vede! – tuonò d’improvviso la voce di Cell
–Son Goku! – ed interruppe all’istante l’attacco. Trunks
ebbe un lieve contraccolpo, fece un passo in avanti e riprese l’equilibrio; poi
si voltò con uno scatto.
- Signor Goku! – esclamò
rincuorato.
Il saiyan
si chinò su Mirai, la prese per le braccia aiutandola ad alzarsi, e Trunks si avvicinò a loro.
- Signor Goku, non so come
ringraziarla! Non sapevo più… -
- Poggiami una mano sulla
spalla, Trunks – lo interruppe lui senza togliere lo
sguardo dal mostro che aveva di fronte. Sapeva di non potersi permettere il
lusso di abbassare la guardia.
- Finalmente ci rivediamo,
Goku! Sarà molto più divertente battermi con te, che con quel moccioso… -
- Non sono qui per te! – ribattè il saiyan - Non sono
ancora trascorsi dieci giorni! – poi il suo volto, sempre così allegro e
spensierato, si incupì ancora di più – E tu hai ucciso degli innocenti nel
frattempo. Sei un essere viscido Cell. Ma ti pentirai
di ciò che hai fatto – lo minacciò.
- Mi sono accorto di aver
commesso un madornale errore – si difese il mostro, sempre con tono
canzonatorio – Dieci giorni sono davvero troppi. Mi sto annoiando a morte. Voglio
combattere subito –
- Non sono qui per te. Non
voglio più ripeterlo – ribadì Goku, portandosi l’indice e il medio della mano
destra alla fronte.
- Non farlo! Ti troverò in
capo al mondo! – gridò Cell, avendo perfettamente
intuito le intenzioni del guerriero. Ma Goku non lo ascoltò. In un istante la
sua figura scomparve, insieme a quella di Trunks e
Mirai.
I tre si materializzarono
d’improvviso al palazzo del Supremo, generando lo stupore dei presenti.
- Kakaroth!
– balbettò Vegeta, preso alla sprovvista – Che ci fai, qui? – poi lanciò
un’occhiata distratta anche a Trunks e Mirai,
inarcando un sopracciglio come a voler mostrare il proprio disappunto.
- Chi c’è nella stanza dello
spirito e del tempo? – chiese Goku, con apparente furia.
- È appena uscito Piccolo.
Adesso devo entrare io, e poi… -
Ma Goku si mosse di scatto,
trascinandosi dietro Mirai per un braccio, senza ascoltare il resto delle
parole di Vegeta, tanto che il principe dei saiyan si
innervosì.
- Che cosa hai in mente, eh?
– grugnì a denti stretti, raggiungendolo e bloccandogli la strada. Ma Goku
pareva essere davvero irrequieto. Rimase per un attimo a fissare il coetaneo,
severo, sperando che desistesse dal voler attaccare rissa.
- Signor Goku, che cosa ha
intenzione di fare? – la domanda di Trunks, alla fine
era la stessa di quella di Vegeta. Solo che il figlio seppe porla con molto più
garbo. E a lui, Goku sentì di dover dare davvero delle spiegazioni.
- L’obiettivo di Cell era lei, vero Trunks? –
chiese rapido.
- B…beh, sì… - balbettò incredulo
il giovane – Ma lei come… -
- Non ho sentito traccia
della tua aura finché non ti sei trasformato. Tu, da quando sei venuto via
dall’isola di Genio, hai sempre tenuto a zero la tua aura. Sbaglio? –
- No… è come ha detto lei… - Trunks appariva sempre più confuso. Vegeta, nel frattempo,
cercava di capire qualcosa.
- Quindi Cell
vi ha localizzati cercando l’aura di Mirai! Vuol dire che conosce la sua aura,
e che… che stava cercando proprio lei. – concluse Goku, fissando la ragazzina
che ancora non aveva mollato. Lei, spaurita, restava immobile con lo sguardo sul
pavimento. Non sembrava totalmente presente, con il pensiero.
- Quindi non mi sono
sbagliato! – intervenne Vegeta, d’improvviso, prima che Trunks
potesse mostrare il suo assenso – Quella che ho sentito prima era davvero
l’aura di Cell! –
- Sì, papà. Quel mostro ha
attaccato me e Mirai mentre eravamo in un villaggio – poi il più giovane tornò
con gli occhi sull’altro saiyan – Quel che lei dice è
giusto, signor Goku. Infatti Cell… - ma si interruppe.
Guardò Mirai, senza riuscire a vederle il volto, coperto dai capelli, e non
proseguì.
- Infatti Cell,
cosa? – lo incitò Goku. Trunks, scosso da quelle
parole, trasalì e riprese la parola.
- Infatti Cell…
- abbassò lo sguardo - …si è rivolto a lei… diciamo che le ha parlato come se
la conoscesse… -
Vegeta sgranò gli occhi –
Quando l’ho trovata, effettivamente… - parve pensarci su, poi riprese - …
effettivamente, non sembrava ignorarla come il resto dei presenti. Quando lei
ha sprigionato quella strana energia che mi ha permesso di – deglutì – di
fuggire… l’ho sentito dire qualcosa. L’ho sentito maledire qualcuno. Ora che ci
ripenso… ha detto … - anche Vegeta cercò con lo sguardo la figura della
ragazzina – Ha detto Mirai –
- Ho capito – soffiò Goku, riprendendo
a camminare – Trunks, vieni con me –
- E adesso dove vai, Kakaroth? –
- Mi dispiace Vegeta. Dovrai
allenarti domani – rispose senza nemmeno voltarsi verso il suo interlocutore, e
lasciandolo ad augurargli maledizioni e sciagure.
Mirai seguiva l’uomo che la
trascinava senza proferire parola, né discutere. Non alzava gli occhi dal
terreno, e non mostrava reazione a ciò che le succedeva intorno. E sì che Goku,
dal nervoso, forse un po’ troppo il braccio lo stringeva.
Trunks le si affiancò, voleva chiederle qualcosa, voleva
rassicurarla con un tocco sulla spalla. Ma la camminata era a passo spedito, e
lei sembrava non essersi nemmeno accorta della sua presenza. Decise di
aspettare che Goku si fermasse, cosa che avvenne dopo un percorso lastricato e
affiancato su ambo i lati da colonne alte e bianche, davanti a una grande porta
decorata.
- La stanza dello spirito e
del tempo? – sfuggì di bocca a Trunks, che conosceva
bene quel portone.
- Salve Goku – si palesò
d’improvviso mister Popo, alle loro spalle.
- Ciao Popo.
Dobbiamo usare la stanza, se non ti dispiace – la domanda di Goku, fu più
retorica che altro
- So che doveva entrare
Vegeta – rispose lui, con la sua solita inespressività.
- Siamo d’accordo con lui –
per Goku, essere d’accordo con Vegeta significava avergli imposto una sua
decisione. E si era quasi stupito di non aver dovuto prenderlo a cazzotti per
convincerlo a far slittare di un giorno il suo allenamento.
- Allora, fate pure –
concluse lo strano ometto nero.
Goku si voltò, spalancò la porta
della stanza speciale e si voltò verso Trunks,
fissandolo negli occhi.
- Forza, entrate – lo incitò.
- Ma signor Goku! Mirai non
può sopportare le condizioni che ci sono in questa stanza! Non è allenata a
sufficienza! –
- Lei non sa azzerare la sua aura.
Se non entra qua dentro, Cell la troverà di nuovo –
Era vero. Se ne rese conto
subito anche Trunks. E sapeva bene cosa avrebbe
significato un secondo incontro con Cell. Stavolta,
non avrebbe potuto difenderla.
- Insegnale il controllo
dell’aura. Solo quando saprà tenerla perfettamente azzerata potrete uscire.
Solo allora – si raccomandò Goku, scandendo particolarmente le ultime due
parole.
- Farò del mio meglio –
acconsentì il giovane saiyan con un cenno deciso del
capo – Vieni Mirai – si rivolse poi alla ragazza, prendendola per le spalle.
Lei, senza fiatare, lo seguì.
Un ultimo sguardo tra i due
guerrieri, poi la porta si chiuse, lasciando Goku e i suoi mille quesiti lì
fuori, e Mirai con le risposte che inconsciamente portava con sè lì dentro.