Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |       
Autore: Lights    27/10/2014    8 recensioni
BEFORE: Prima di "Vuoi uscire con me, Felicity?" e "Non chiedermi di non armarti", c'erano semplicemente loro: Oliver e Felicity.
Che sarà successo tra Oliver e Felicity nei mesi dopo la lotta con Slade e prima dell'episodio uno delle terza stagione? Scopriamolo insieme.
Raccolta di OS autoconclusive
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Before

Prima di “Vuoi uscire con me, Felicity?” e “Non chiedermi di non armarti

c’erano semplicemente loro: Oliver e Felicity

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Letto -

 

 

 

 

 

Felicity in cima alle scale osservava il nuovo covo. Un moto di orgoglio e soddisfazione le riempì l’animo. Erano state settimane difficili ma alla fine tutto era tornato a scorrere sui propri binari. Slade aveva messo a dura prova tutti quanti, nessuno escluso.

Ognuno di loro, però, era riuscito a rialzarsi e ricostruirsi una vita.

Roy aveva preso consapevolezza del suo ruolo di spalla di Arrow. Aveva abbassato la testa, aperto le orecchie e chiuso il cuore. La ferita dell’abbandono di Thea era ancora aperta e pulsante ma tutta la rabbia l’aveva riversata nell’ascoltare gli insegnamenti di Oliver, che giorno dopo giorno l’avevano portato a essere un degno compagno di missione.

Felicity osservò il costume di Roy chiuso nella teca e il colore rosso sgargiante che emanava sicurezza e forza. L’accarezzò con lo sguardo e la consueta sensazione di orgoglio pervase il suo cuore.

Spostò l’attenzione sulla postazione di Diggle. Sarà papà, pensò provando un’immensa tenerezza. Una nuova vita per un altro inizio era il miglior modo per raccogliere i cocci della vecchia. Una speranza per un futuro felice.

Non c’era persona migliore di Diggle per essere padre. Lui, che l’aveva sempre protetta e accudita fin dal primo giorno che la sua strada si era incrociata con quella di Oliver.

Osservò la divisa del negozio d’informatica dove lavorava da qualche mese. Certo, non era come lavorare alla Queen Consolidated, ma almeno quell’impiego le dava di che vivere e la possibilità di assistenza sanitaria. Inspirò a fondo. Andrà meglio, si ripeté come un mantra.

E poi c’era lui a cui badare. Scese i pochi scalini rimasti e si avvicinò al giaciglio che Oliver si era procurato per passare la notte, dopo che aveva rifiutato la sua proposta di condividere il suo appartamento. Dobbiamo fare qualcosa, si ripromise.

 

 

 

- Roy! – Aveva urlato Felicity quando aveva visto comparire Oliver sostenendo il corpo privo di sensi del ragazzo.

- Sta bene. – L’aveva rassicurata Oliver. - Dobbiamo fare presto!

Diggle gli era corso in aiuto e l’avevano appoggiato sul tavolo.

- Oliver! Che cosa hai fatto al braccio? – Felicity si era avvicinata piano.

- Non è niente, la spalla si è lussata durante il salvataggio.

- Che stai facendo? – Felicity aveva sgranato gli occhi mentre Oliver con un colpo secco si era sistemato la spalla.

- Spogliatelo, dobbiamo fargli una trasfusione.

Era stata una lunga attesa. Le condizioni di Roy lentamente erano migliorate e i tre avevano ripreso a respirare normalmente.

- Roy non è ancora pronto! – Oliver aveva stretto i pugni. – Non dovevo permettergli di venire con me.

- Oliver! – Lo aveva ripreso Diggle. – Ti ha aiuto a sconfiggere l’esercito di Slade.

- Diggle, lascia perdere, è una guerra persa con lui. Incolpare se stesso è uno dei super poteri di Oliver. – Felicity aveva scoccato un’occhiata ironica a Oliver che aveva replicato con una severa.

- Devo tornare a casa da Lyla. Il secondo semestre fa sembrare il primo una passeggiata.

Felicity si era avvicinata a Diggle e aveva sorriso tenera. – Non ti preoccupare, posso rimanere io. Dai una carezza a quel pancino da parte mia. – Lo aveva baciato sulla guancia.

- Rimango io. - La voce di Oliver, stanca e pesante, aveva interrotto il silenzio che si era creato.

- Dobbiamo trovarti un posto adatto dove vivere.

- Qui va benissimo.

- Invece no! Rimani a dormire da me stanotte, ho un letto grande e comodo, si sta benissimo in due. – Oliver l'aveva guardata scettico. – Nel senso che puoi dormirci tranquillamente, tanto io non ci sarò, ho del lavoro da sbrigare e rientrerò a casa tardi e non c’è nessun pericolo che venga a letto con te.

Felicity aveva chiuso brevemente le palpebre maledicendosi mentalmente.

- Ci penserò. – Aveva risposto Oliver con un tono più sereno.

Felicity spazientita aveva allargato le braccia. - Non pensare, facciamolo. – Si era bloccata un attimo. Si erano guardati per un breve istante. – Volevo dire che dormi da troppo tempo sul pavimento, è ora che lo fai nel mio letto. – Felicity si era passata una mano sulla fronte per togliere una ciocca di capelli inesistente. – A volte non so proprio perché apro bocca. – Aveva detto più a se stessa battendo in ritirata.

 

 

Che serata lunga e la notte era stata un completo caos. Tutti i pazzi avevano deciso di andare da lei a tormentarla con le cose più assurde. Era stanchissima. Non vedeva l’ora di infilarsi nel suo letto e riposare un po’.

Rientrata, non aveva neanche acceso la luce e si era diretta subito in camera sua.

Si era spogliata lentamente, lasciando cadere i vestiti a terra. Così com'era, aveva sollevato le coperte e si era infilata a letto. Stanca, era stato l'ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi.

Era rimasta in ascolto, non sapeva neanche lei perché, ma l’istinto le stava dicendo che c’era qualcosa che non tornava.

- Felicity… - Quella voce calda aveva richiamato la sua attenzione.

Si era voltata di scatto incontrando il volto di Oliver che la osservava serio. Aveva sgranato gli occhi ricordandosi della proposta.

- Non mi avevi assicurato che non saresti venuta a letto con me?

Felicity aveva aperto la bocca per dire qualcosa ma non era riuscita ad articolare una motivazione valida.

Oliver aveva chiuso gli occhi. – Dormiamo, abbiamo bisogno entrambi di riposare.

Felicity aveva sorriso, intenerita, grata per quel salvataggio in extremis. Aveva osservato per un’ultima volta il viso rilassato di Oliver prima di chiudere gli occhi.

Poi aveva allungato la mano, portandola vicino al cuscino, a pochi millimetri da quella di Oliver.

I loro mignoli si erano sfiorati e qualche istante più tardi le loro mani si erano intrecciate da sole.

 

 

Oliver! Felicity aveva aperto gli occhi di scatto al ricordo e lo aveva trovato addormentato al suo fianco. Si era concessa il lusso di osservarlo per un po', passando su ogni tratto del suo viso totalmente rilassato, e poi era successo: Oliver aveva aperto gli occhi all'improvviso. Si erano fissati per qualche secondo senza muoversi, incapaci di reagire a quella strana situazione.

- Io, beh, in realtà... - Aveva farfugliato Felicity cercando di trovare le parole. - … ciao.

Lui aveva abbozzato un sorriso e poi chiuso gli occhi.

Felicity aveva inspirato profondamente e si era infine alzata. Spalancata la finestra, aveva respirato l'aria fresca del mattino e poi si era voltata incontrando lo sguardo di Oliver.

- Dovresti indossare qualcosa o prenderai freddo.

Non capendo, Felicity si era osservata, riscontrando con orrore che era di fronte a lui in slip e canottiera. Almeno non ho indosso quelli con i panda! Aveva pensato per smorzare il momento imbarazzante.

Aveva afferrato la coperta lasciando lui scoperto. - Vado a preparare il caffè. - Aveva decretato infine cercando di ignorare il corpo mezzo nudo che era nel suo letto.

- Buongiorno, - Il tono caldo di Oliver l'aveva strappata dai suoi pensieri facendole rovesciare il caffè sulla mano invece che nella tazza.

- Ahia!

- Siamo ancora nel mondo dei sogni? - Le aveva preso la mano e fasciata con lo strofinaccio. - Faccio io, è più sicuro. Ora capisco perché non mi volevi portare il caffè, per la mia incolumità, giusto?

Felicity aveva strabuzzato gli occhi. Da dove nasce tutta questa ironia? Si era chiesta notando quanto Oliver fosse a suo agio nella sua cucina.

I due erano seduti attorno al tavolo e sorseggiavano in silenzio il caffè.

- Bella casa. Piccola ma carina.

- Immagino, passare da una mega villa a mo' di castello a un miniappartamento non deve essere facile, come si dice: dalle stelle alle stalle. - Felicity si era morsa il labbro per quell’uscita poco felice. - Intendevo che non hai più gli agi, beh in effetti dopo l'isola non penso che tu badi più a queste cose e quindi... - Oliver l'aveva bloccata con la mano.

- Va bene.

- Come va la spalla? - Aveva chiesto Felicity cambiando discorso.

- Un po' dolorante, ma ho sopportato di peggio.

- Aspetta... - Felicity si era alzata ed era corsa nell'altra stanza. Poco dopo era tornata con una pomata. - Spogliati. - Aveva ordinato.

Oliver l'aveva guardata incerto per quella richiesta. - Vuoi che lo faccia io? - Il suo subconscio era andato completamente in tilt quella mattina. - Non voglio approfittare di te, voglio solo spalmarti questa pomata che è miracolosa. Ne ho usata a chili dopo la lotta con Slade. Avevo ematomi dappertutto. - Aveva sorriso divertita, ma subito dopo si era morsa la lingua accorgendosi dell'espressione grave comparsa sul viso di Oliver. Stamattina è meglio se sto zitta. - Oliver... - Aveva tentato.

- Devo andare. - Oliver si era alzato di scatto dirigendosi nell'altra stanza.

- Aspetta! - L'aveva afferrato per il braccio. - Smettila di incolparti sempre. È stata una mia scelta stare al tuo fianco, tu non c'entri niente. Hai capito? Ora vai a sederti e togliti la maglia, altrimenti giuro che te la strappo da dosso! - Felicity si era morsa il labbro. Perchè?

Oliver non aveva detto nulla, si era sfilato la maglia e si era seduto sullo sgabello in attesa dalla sua mossa.

In silenzio si era avvicinata, aveva messo un po' di crema sulla mano e delicatamente gliela aveva spalmata sulla pelle.

A quel tocco Oliver aveva sussultato.

- Scusa, mani fredde. - Felicity stava per toglierla ma lui l'aveva bloccata.

- Continua.

 

 

Un rumore alle sue spalle la fece voltare.

- Niente lavoro? – Chiese Oliver sorpreso di vederla lì.

- No, giornata libera. – Felicity si fermò a fissarlo. Sorrise soddisfatta. – So anche come impegnare questa giornata. – Si sedette sul giaciglio che faceva da letto a Oliver. – Perché non ne approfittiamo? – Batté la mano sul materasso sgangherato.

Oliver aprì la bocca sorpreso più che mai. – Come, scusa?

- Sì, dai, è il momento giusto. Diggle è impegnato con Lyla, Roy chissà dov’è, tu ed io potremmo… - Fissò maliziosa la brandina. – Che ne dici?

- Felicity…

Felicity si alzò e gli andò incontro. – Che succede, non ti va? Non ti puoi tirare indietro proprio oggi che abbiamo l'occasione. – Si avvicinò un altro po’. – Vedrai, sarà fantastico. – Sorrise, a poca distanza dal suo viso.

- Felicty, - Oliver non riuscì a proseguire.

- Oliver, è ora, abbiamo aspettato fin troppo . – Appoggiò la mano sulla sua guancia.

Oliver posò la mano sulla sua. - Felicity, - La guardò intensamente. Lei rimase colpita dalla profondità di quello sguardo. - Io... - Oliver scivolò con gli occhi sul giaciglio e poi ritornò su di lei.

- Non voglio più rimandare, Oliver.

- Felicity, - Oliver si staccò da lei senza lasciare la sua mano. - Non credo che sia giusto, noi...

Felicity seguì lo sguardo di Oliver che si alternava dal letto a lei e comprese l'errore.

- Oh. Mio. Dio. - Esclamò a bassa voce lasciando di scatto la mano di Oliver. - No, no, no, - Sventolò le mani davanti al suo viso. - Io non intendevo portarti a letto ma solo avere un letto a disposizione. Maledizione! - Esclamò imbarazzata. Inspirò a fondo per connettere di nuovo cervello alla bocca. - Tre. Due. Uno. - Aprì gli occhi e lo osservò seria. - Non puoi continuare a dormire su quella specie di letto. Hai bisogno di riposare. Neanche il divano di casa mia va bene. Con questo non voglio dire che mi dispiace ospitarti, anzi, amo passare le notti con te. – Dannazione! Cado sempre lì. Stupida bocca senza filtri. La mano scivolò dal viso al petto. – Hai bisogno di stabilità, perché non iniziare con un letto nuovo?

Oliver sorrise. – Va bene, hai vinto. Come farò a pagarlo?

- Sapevo che ti avrei convinto. C’è proprio una svendita in un negozio appena fuori città. Non ti preoccupare, te lo compro io. Hai fatto tanto per me, è giusto che sia io a fare qualcosa per te. - Gli fece l'occhiolino soddisfatta.

 

 

Il campanello di entrata del negozio li accolse al loro ingresso. Non dovettero attendere molto che una signora di mezza età gli diede il benvenuto.

- Buongiorno, ragazzi. Posso esservi utile?

- Cercavamo un materasso. - Risposero all'unisono Oliver e Felicity. Si guardarono sorpresi della sintonia e si sorrisero.

- Come lo volete? Una piazza, matrimoniale, alla francese? Tradizionali o a molle; di lana; in lattice, ad aria o ad aloe vera; anti-acaro e anallergico, naturale ed ecologico; in poliuretano espanso, multi onda o memory foam.

Felicity osservò Oliver che le rivolse un’occhiata.

- Mi sa che non avete idea di cosa sto parlando. - La signora sorrise divertita. - Va bene, facciamo così. Proseguite per questo settore e provate uno ad uno. Il materasso è importante e non solo per dormire. - Rise divertita facendo l'occhiolino a Oliver. - Prendetevi tutto il tempo che volete. Non passano molti clienti e quei pochi che vengono, mi piace coccolarli. Testate pure ogni materasso come meglio credete.

Felicity a quell'ultima insinuazione diventò di un bel rosso bordeaux.

Oliver le fece segno con la mano di avviarsi e si addentrarono nel mondo materasso, come citava il cartello all'ingresso.

Si fermarono davanti a tre materassi di diversa misura: singolo, alla francese e matrimoniale.

Felicity si picchiettò il mento indecisa. - Come lo preferisci?

- Matrimoniale: è più comodo. - Rispose prontamente Oliver.

- Immagino anche perché. - Si lasciò sfuggire Felicity, ironica, ed evitando l'espressione contrariata di Oliver, proseguì nell'altro settore.

- Non credevo minimamente che esistessero così tanti tipi di materassi. – Felicity, sorpresa, si guardava attorno leggendo le didascalie di ogni letto. - Oliver! - Squittì divertita afferrandogli il braccio. - Questo materasso è ad acqua! Non ho mai provato un materasso ad acqua. Chissà com'è?

Oliver sorrise intenerito da quella reazione infantile. - Proviamolo! - Si buttò sul materasso che prese a ondeggiare. - Dai, che aspetti? Vieni! 

Felicity lanciò un’occhiata alle sue spalle, prese coraggio e si buttò anche lei sul materasso. La spinta fu troppo energica: il materasso ondeggiò con più violenza e la spinse addosso ad Oliver.

- Ehi, - Oliver prontamente l'abbracciò per tenerla ferma. La fissò negli occhi. Erano tremendamente vicini e da quella distanza il profumo delicato di Felicity gli solleticava le narici. Inspirò a fondo e si rilassò all'istante.

Felicity rise divertita per quella novità. Appoggiò il capo sul petto di Oliver. - Scusa, non credevo che la risposta sarebbe stata così burrascosa.

Fermate le risa si staccò da lui, cercando di non fare movimenti bruschi per non agitare le acque. Si appoggiò con le spalle al materasso e rimasero entrambi in silenzio a fissare il soffitto.

- Oliver, - Iniziò piano.

Lui si voltò a guardarla.

- Mi viene da vomitare, stupido ondeggiamento. Oddio, il mio stomaco.

- Evita di pensarci, concentrati su altro. - Le afferrò la mano e la fece alzare, ma in quel modo il materasso prese a muoversi di nuovo.

- Oliver. - Felicity chiuse gli occhi. Si concentrò sulla mano stretta in quella di Oliver. Sì sentì afferrare per il braccio e venire spinta fuori.

Di nuovo con i piedi per terra. Inspirò a fondo per cercare di calmare la sensazione di nausea. Un leggero venticello soffiava sul suo viso. Aprì gli occhi e incontrò Oliver che soffiava debolmente sul suo viso.

- Meglio?

- Sì, grazie. Scartiamo il materasso ad acqua, altrimenti non potrò mai venire a letto con te. - Strizzò gli occhi massaggiandosi la tempia con la mano. - Lascia stare.

Senza aspettarlo Felicity proseguì nella ricerca.

Si fermò di fronte al cartello che diceva: novità.

Lesse ad alta voce. - Materasso naturale: si inquadra perfettamente nell’ottica di una costante ricerca di un rapporto armonioso tra uomo e natura. Essa dona i materiali migliori perché l’uomo possa riposare in modo sano e corretto e recuperare giorno per giorno energia e forza. - Osservò Oliver e poi il materasso, ancora Oliver e poi di nuovo il materasso. - Questo è perfetto per te!

Si sedette, accarezzandolo con la mano, e poi si distese completamente. Il suo corpo provò subito una delicata sensazione di protezione e accoglienza. Proprio come accadeva con lui.

Oliver era rimasto a osservare la scena, seguendo attentamente le mosse di Felicity e notando quanto lei fosse stata rapita da quel materasso.

- Vieni? - Lo incoraggiò Felicity. - Si sta benissimo!

Oliver si distese anche lui. Respirò a fondo e lasciò che i muscoli si rilassassero. Avvertì lo spostamento di Felicity che nel frattempo si era messa sul fianco e lo osservava contenta.

- Che ne dici?

Oliver osservò i suoi occhi che sprizzavano gioia. Rimase a osservarla per diverso tempo senza dire niente. Stava bene, non era mai stato così bene come in quel periodo, e tutto questo era grazie alla sua Felicity. - Che ne pensi?

- Si sta da Dio, è comodissimo. A dire il vero su questo materasso farei di tutto, tranne che dormire… - Fissò Oliver. - Ho detto oltre che dormire, vero?

Oliver scoppiò a ridere.

- Lo prendiamo? - Chiese Felicity eccitata e mettendosi a sedere.

- Sì. - Acconsentì Oliver sedendosi di fronte a lei.

- Piano A: approvato. Dammi un altro paio di giorni e poi partiamo con il piano B.

- Come? Scusa? - Le afferrò il braccio. - Che cosa stai complottando?

- Riconquistare il tuo posto di Amministratore Delegato alla Queen Consolidated!

Oliver la guardò strabiliato prima di sprofondare sul materasso.

L'uragano Smoak aveva appena iniziato a stravolgergli la vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

Ben trovati! Guardando il primo episodio della terza stagione, gli autori di Arrow ci hanno lasciato con tanti punti di domanda. Con il primo episodio della terza stagione ci hanno mostrato un mondo Olicity, senza darci il giusto sapore di quei mesi che Oliver e Felicity hanno trascorso tra la fine della lotta con Slade e l’inizio della terza stagione.

Before raggrupperà questi “buchi” in One Shot autoconclusive che pubblicherò ogni volta che l’ispirazione mi coglierà.

 

 

Come sempre, un doveroso grazie a vannagio e jaybree che mi seguono passo-passo in ogni mia impresa!

 

 

Momento pubblicità!

Entrate nel nuovo gruppo di FB [OLICITY] Oscure Lotte Illecite Creano Incontri Troppo Yeah per parlare di tutto e di più!

 

 

Alla prossima!

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Lights