Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: YamaTheShepherd    27/10/2014    2 recensioni
[OT7]
E' un sabato come un altro e come qualsiasi studente, Kim Seokjin, è a scuola. Con la piccola differenza che Seokjin è parecchio più grande di tutti i suoi compagni di classe.
A lui non dispiace andare a scuola, forse è per questo che ha scelto di perdere e ripetere tanti anni; forse è per stare con il suoi cari amici, che ha scelto di farsi bocciare per più volte consecutivamente; forse è semplicemente perché non è abbastanza intelligente da farsi promuovere, perché per quanto gli piaccia andare a scuola a lui non importa assolutamente nulla di seguire le lezioni o studiare a casa. Si limita infatti a rimanere seduto al suo banco, con la testa tra le nuvole. Ad un primo sguardo potrebbe quasi sembrare attento, concentrato nell'ascolto della lezione, ed effettivamente ha anche l'aspetto di uno studente modello, ma per la testa ha tutt'altro.
Lo sa bene quello che da anni è il suo compagno di banco: Kim Namjoon [...]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:
Quasi quasi oggi mi dimenticavo di pubblicare, quando mi rendo conto di quanto crudele possa essere la mia mente ad illudermi sia ancora domenica, benché io sappia perfettamente che non è così, mi sento davvero una persona di cacca - perdonate il termine. Beh, ma a quanto pare anche questa volta me la sono scampata e non ho mancato nessuna promessa... Ad essere sincera questa è più una sfida con me stessa, non sono mai stata brava a rispettare le scadenze, ho sempre fatto tutto all'ultimo secondo e neanche questa volta mi sta andando meglio - devo ancora finire di scrivere il quinto capitolo, ma ssh, acqua in bocca. Spero davvero di riuscirci in settimana o... Boh, mi picchierò da sola.
E dopo questa dimostrazione di rara "sanità" vi lascio alla lettura, alla prossima.
- Yama


Capitolo 4: SKOOL LUV

  

E' un lunedì mattina; un lunedì mattina come un altro. Fa parecchio freddo, poiché è ancora inverno e la mattina presto la temperatura è sempre più bassa. Sta iniziando a sorgere il sole, la luce dei primi raggi schiarisce il cielo dietro le case e riflette sul bianco della neve che si è posata sul terreno durante la notte e ancora continua a scendere. Non è una novità eppure è sempre bella da vedere, così tutti gli studenti che cominciano a prepararsi per andare a scuola guardano fuori dalla finestra pensando a quanto potrà far freddo, quanto dovranno coprirsi, che paio di scarpe dovranno indossare, quanto sia scocciante camminare sulla strada ghiacciata, ma anche a quanto stranamente bella possa apparire ogni volta la città coperta da quel bianco splendente. 
A differenza di tanti altri studenti, Seokjin e Jimin, in quel momento non stanno guardando la neve e neanche non si stanno preparando per andare a scuola.
Seokjin e Jimin sono a letto. Dormono tra le coperte sfatte e calde, abbracciati l'uno a l'altro. La loro voglia di andare a scuola è pari a zero, e anche se si rendessero conto che è l'ora di alzarsi non lo farebbero, preferendo continuare a rimanere dove sono. 
Quello che è successo la sera prima è una lunga storia; un fiume di sentimenti tenuti nascosti fino a quel momento ha investito entrambi in quella che doveva essere una semplice uscita tra amici, una delle classiche uscite di gruppo della domenica pomeriggio, che si era pian piano trasformata in una serata di "coppia" che aveva colto impreparati entrambi. In particolare Seokjin la cui difficoltà nel nascondere i propri sentimenti e la timidezza improvvisamente provata nel fare qualunque cosa, aveva rivelato molto più di quello che il più grande dei due sperava. E per quanto Jimin fosse tardo per certe cose, davanti ad esplicite dichiarazioni non era riuscito a far altro che boccheggiare, arrossire e abbassare lo sguardo, per poi balbettare qualcosa di sconclusionato che si era rivelata essere una dichiarazione a tutti gli effetti. Perché a Jimin, Seokjin, era sempre piaciuto, solo che nessuno aveva mai fatto caso a lui, nessuno si era mai chiesto cosa in realtà provasse o se magari le sue azioni celassero qualche segreto e secondo fine. A nessuno quindi era mai importato di cercare di capire come Jimin in realtà fosse e lui non si era mai lamentato. Gli piaceva quella leggerezza che gli aleggiava intorno, nessuno pretendeva nulla da lui così poteva fare quello che preferiva senza rovinare le aspettative degli altri. In fondo non era poi tanto stupido. Si godeva, semplicemente, la sua giovinezza; probabilmente male, ma se la godeva.
Così la loro serata si era conclusa nel migliore dei modi: erano stati insieme, avevano abbattuto la barriera della vergogna prendendosi per mano e camminando l'uno vicino all'altro, si erano scambiati qualche incerto bacio, avevano guardato un film prima semplicemente seduti vicini, poi abbracciati come se dovessero proteggersi a vicenda da qualcosa, concludendo il tutto dormendo insieme.
La giornata era stata troppo intensa perché due ragazzi come loro potessero avere la forza di affrontare qualcosa di tanto impegnativo quanto la scuola. Cosa che, diversamente, spettò a Hoseok e Namjoon.
Hoseok, quella mattina era carico di quella meravigliosa cosa chiamata coraggio. Ciò che il giorno precedente era successo a Seokjin e Jimin lo aveva riempito di spirito d'iniziativa e tante buone idee per riuscire a far capire alla ragazza di cui era innamorato, quali fossero i sentimenti che provava. Così entrato in classe un po' prima degli altri, si era seduto al suo banco in attesa che la ragazza in questione facesse lo stesso. Hoseok non viveva in città, così doveva usare i mezzi ogni mattina per raggiungere l'edificio e questo era il motivo per cui arrivava sempre prima degli altri compagni che invece abitavano nei dintorni. Per lo stesso motivo, la ragazza, era una delle prime a mettere piede nell'aula. 
Quella mattina, appena lo fece, fu sorpresa dalla voce del ragazzo.
«Non trovi sia bella la neve?»
Lei, che a differenza del ragazzo era seduta in una fila lontana dalla finestra, aveva posato la sua cartella sul banco e si era avvicinata al davanzale, poggiandovi i gomiti ed avvicinando il volto al vetro freddo. Non gli aveva dato risposte concrete, si era limitata a mugolare in un probabile segno d'assenso, ma solo il fatto che si fosse mossa per andare ad osservare fuori dalla finestra dopo la sua domanda, aveva fatto saltare il cuore a Hoseok fino in gola.
«Forse quando ti trovi a dover venire a scuola sotto la neve non è tanto bella. Ma una volta che sei dentro, guardarla scendere è rilassante.»
Aveva aggiunto osservando le chiazze più scure, umide, sulla gonna della ragazza. Le stava parlando, finalmente, eppure la sua voce sembrava non essere indirizzata a nessuno; anche lui guardava fuori dalla finestra, con lo sguardo felice, ma perso tra i fiocchi che continuavano a posarsi sulle superfici già bianche.
«Ti andrebbe una cioccolata calda, dopo scuola... Con me?»
Le aveva chiesto dopo interminabili minuti di silenzio ad osservare la neve, interrotto dal suono della campanella che indicava l'ingresso di un'orda di ragazzini urlanti di li a poco. Si era così sbrigato, in una richiesta approssimativa che non aveva ricevuto risposta se non l'allontanamento della postazione da parte della ragazza.
Hoseok passò il resto della sua giornata scolastica nel silenzio, parlando solamente con Taehyung, ma senza alzare troppo la voce - cosa che fece preoccupare i professori che gli chiesero per ore perché fosse andato a scuola se stava male. 
A fare chiasso in giro per i corridoi ci pensava Namjoon, in quel lunedì mattina che da normale, come qualunque altro, si stava trasformando in una strana giornata. Si era svegliato con la brillante idea di "trovarsi una donna", perché ogni teppista che si rispetti ha una donna altrettanto rispettabile al suo fianco; aveva quindi stilato una lista delle ragazze che meglio si adattavano a quel ruolo e, partendo dalla prima, bellissima ed irraggiungibile insegnante di matematica, aveva dato il via al suo nuovo progetto.
Un fallimento totale.
La sua giornata scolastica era trascorsa tra urla di ragazzine impaurite, sonori ceffoni, calci per allontanarlo e una punizione che gli imponeva di rimanere a scuola dopo la fine delle lezioni per ripulire i bagni e spalare la neve. Mentre il preside gli faceva la ramanzina su quale fosse il comportamento più consono ad un ambiente scolastico, per non parlare del mondo con cui uno dovrebbe rivolgersi alle ragazzee e, soprattutto, alle insegnanti, Namjoon pensava a Seokjin che probabilmente avrebbe saputo consigliargli un mondo migliore per approcciare con le sue "belle donzelle". Magari lui sarebbe stato in grado di aiutarlo. Lui era sempre in grado di aiutarlo e lo faceva sempre con piacere. Namjoon, in quel momento, pensava che Seokjin forse era l'amico più vicino che avesse.
E altrettanto vicino era Taehyung a Hoseok - ma questo era chiaro a tutti - che, dopo essere venuto a conoscenza di ciò che era successo prima che entrasse, non aveva perso di vista un attimo il suo amico, cercando di risollevargli il morale fino al suono ultimo della campanella. 
Cosa che però, Taehyung, non poteva fare, era tenergli compagnia fino alla fine della giornata, finché non gli fosse passata; così quando uscirono dall'istituito dovettero salutarsi e prendere una strada differente. 
Il morale di Hoseok era a pezzi e si trascinava verso la fermata dell'autobus strusciando i piedi sul marciapiede ripulito dalla neve. Era tanto preso dai suoi pensieri che neanche si rese conto della mano che, battendo sulla sua spalla, cercava di richiamare la sua attenzione. Non se ne rese conto finché non si fece più insistente fino a smuoverlo, allora di girò chiedendosi per quale motivo Taehyung non fosse ancora tornato a casa, ma a chiamarlo non era il suo migliore amico.
«La cioccolata calda... Non ti ho risposto prima. Mi piace, andiamo a prenderla insieme.»
   
 
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