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Autore: Jane_sfairytales    27/10/2014    6 recensioni
"La ragazza rimase lì immobile a guardare il cielo, cercando di ritrovare lassù la calma e le risposte che non aveva." (cap.18)
Chi vincerà il torneo da lei indetto? Chi avrà la sua mano ed il suo regno? Cosa ne sarà di lei e della sua gente?
Sono queste le domande che affollano la mente di Ebe, giovane principessa di Genea, regno dell'antica Grecia, poiché senza eredi maschi, il peso di tutte le responsabilità ricade sulle sue esili spalle: riusciranno a sostenerlo?
Benvenuti in questo viaggio nel mondo degli dei, degli eroi e della filosofia e non abbiate timore la nostra principessa non si lascerà scoraggiare; lei ha un'arma segreta: l'ironia.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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EPILOGO


Alle nozze sincere di due anime | impedimenti non so.
Non è amore | l'amor che muta se in mutare imbatte | o, rimuovendosi altri, si rimuove, |
oh no: è faro che per sempre è fisso | e guarda alle bufere e non dà crollo.

(Shakespeare, Sonetto CXVI)

 
La famiglia era finalmente stata riunita, ciascuno dei principi aveva ritrovato il proprio posto nel mondo ricoprendo il ruolo che loro spettava e l’allegria regnava sovrana; era stato uno spasso viaggiare avanti e indietro da un regno all’altro tutti insieme e la principessa aveva finalmente capito il reale significato di “famiglia”. C’era un solo problema: da quando Niall l’aveva chiesta in sposa, non avevano più potuto passare del tempo da soli! Per quanto i fratelli tentassero con ogni stratagemma di garantir loro un po’ di intimità, non avevano trascorso che pochi istanti appartati e a lui mancava la loro intimità, il poterla sfiorare, accarezzarle i capelli e soprattutto guardarla negli occhi, perché in pubblico era quasi sempre costretta ad indossare il velo. Quindi era normale che fosse impaziente: aveva dovuto aspettare fino a gennaio per sposarla e l’attesa era stata uno strazio. E ora si sfregava le mani nervoso, camminando su e giù per il palazzo che era stato dei suoi genitori, tremendamente in ansia per ciò che sarebbe accaduto quel giorno. Era strano che quel mare di emozioni intense che provava si ammucchiassero in un unico groppo alla gola.
Louis lo trascinò a cavallo e lo condusse lungo la strada per Genea, perché ormai il ragazzo era passato alla fase di immobilismo traumatico.
 
Non riusciva a stare un secondo fermo: la attendeva sulla collina assieme a tutti gli uomini delle loro famiglie congiunte, della città e quanti stranieri fossero venuti ad assistere all’evento, ma lui non riusciva a rilassarsi; erano mesi che aspettava quel giorno, erano mesi che non la vedeva davvero: non ce la faceva più! Stava odiando qualsiasi rituale della cerimonia: voleva soltanto abbracciarla dannazione. E riaverla con sé: non erano bastate tutte le pene del torneo?
Quando vide il corteo di donne giungere da lontano sbottò in un esasperato «Finalmente! » ; gli uomini intorno a lui risero sommessamente ed Harry gli posò una mano sulla spalla per fargli forza.
« Sai, è pur sempre mia sorella, potresti almeno fingere un po’ di contegno. » Concluse con un occhiolino e lo sposo sbuffò. Quando la processione si spostò sulla destra, il ragazzo trattenne il fiato rabbrividendo per l’emozione, ma appena la vide, lo rilasciò tutto d’un botto mettendo su un’espressione sconsolata: si era dimenticato del velo. Ebe rise sommessamente chinando il capo di fronte a quell’espressione da cucciolo bastonato: aveva anelato e temuto quel momento, l’espressione che avrebbe avuto Niall nel vederla. Nonostante lo amasse continuava ad aver paura, che fosse solo un sogno, che il matrimonio fosse qualcosa di troppo grande per lei che della vita conosceva quasi niente e adesso lui la guardava come se lo avesse trafitto; prese a tremare ansiosa, ma continuò ad incedere sotto il suo sguardo blu. Voleva che la trovasse bella, che la desiderasse e non solo in quel momento, ma per sempre.
 
Il ragazzo la osservò chinare il capo e ammirò la corona di mirto che glielo cingeva. Forse sorrideva imbarazzata, oppure si sentiva delusa dalla sua reazione? Si impegnò ad osservare ciò che di lei non glie era precluso e la sua espressione si distese, lasciando svanire anche tutta la tensione accumulata in uno stato di beatitudine: era bellissima ed era la donna che amava. Osservò la tunica color oceano, come il soffitto della sua camera, la camera dove si erano conosciuti e a poco a poco innamorati; cadeva morbida sui suoi fianchi formando un lungo strascico, ed un corto peplo dorato le cingeva le braccia altrimenti nude; fasce d’oro le ornavano la vita e i polsi. Il suono dei flauti la condusse fino a lui che poté cogliere la sua espressione divertita ed imbarazzata mentre si sforzava di guardare fisso davanti a sé, ascoltando le parole dell’anziano sacerdote Astreo. Niall invece no, non riuscì ad ignorarla e la guardò splendere al suo fianco; dunque si perse ogni singola parola del vecchio tanto che, quando li trascinarono nell’acqua gelata della sacra fonte, sobbalzò bruscamente ritornando alla realtà. Li asciugarono in fretta, per la temperatura gelida e poi li fecero risalire a cavallo, alla volta del palazzo reale. Continuò a scrutarla insistentemente: voleva parlarle, sfiorarla, immergersi nei suoi occhi, perché i riti nuziali erano così crudeli? Ebe sorrise scuotendo il capo di fronte alla sua impazienza e lui si concesse un sorriso tirato, finché non scorse gli occhi di lei incatenare per un istante i suoi, allora riprese a non capire più niente di ciò che accadeva intorno, come se Eros l’avesse trafitto con una freccia mortale. Non ascoltò nulla delle chiacchiere o delle congratulazioni che gli uomini gli fecero al banchetto, troppo impegnato a scrutare la sua Musa che si divertiva dall’altro lato della sala. Quando giunse il momento di darle il suo dono, i fratelli dovettero tirarlo a forza su dalla sedia.
 « Oh, ehm… » imbarazzato si passò una mano tra i capelli e guardò la sua quasi-sposa di sottecchi. « Ebe io… cioè noi… insomma ho scritto una cosa per te e vorremmo fartela sentire. » E, prendendo la lira che Harry gli porgeva, prese a cantare assieme ai fratelli le parole che aveva composto per lei. Alla fine fece spallucce ed ammise : « Ti amo. »
La principessa voleva alzarsi, saltargli al collo ed abbracciarlo fino a togliergli il respiro, ma la mano di Adele la costrinse a tavola e non poté dimostrargli quanto si sentisse fortunata e commossa.
« Grazie. » Riuscì a sussurrare con voce rotta. Niall le sorrise inchinandosi e tornò al posto: adesso era Ebe a non prestare più attenzione a null’altro che non fosse la sua personale incarnazione di Poseidone. Lo aveva fatto apposta ad indossare gli stessi abiti del primo giorno di torneo, lo sapeva; strinse la sua collana tra le mani e ripensò a tutti i bei momenti passati insieme: non aveva più alcun dubbio, qualunque cosa fosse successa, non si sarebbe mai pentita della scelta fatta quel giorno.
Finalmente il banchetto giunse al termine e li adornarono di corone di fiori e li unsero con unguenti profumati. Salirono sul carro guidato dai loro cavalli ed Harry sedette tra loro, stuzzicandoli benché sapesse che non potevano rispondergli, o forse proprio per questo. Il viaggio fino a casa del ragazzo fu ancora più estenuante di tutto il resto, e i canti non alleviarono affatto l’attesa. I due giovani tirarono un sospiro di sollievo quando finalmente posarono i piedi a terra e Niall introdusse gli ospiti nel suo palazzo. Quando tutti furono in cerchio attorno a loro, si volse verso di lei respirando profondamente per calmarsi. Afferrò il lembo del velo e le sue mani tremavano; lo sollevo con decisione. Il cuore gli si bloccò quando finalmente si immerse nel cioccolato fuso che erano gli occhi di lei, un po’ lucidi di commozione. E la sua sposa, perché adesso era indissolubilmente sua, gli sorrise teneramente, quasi tirando un sospirò di sollievo.
« Finalmente. » Sussurrò perché solo lui potesse sentirla e Niall rise, chinandosi poi a baciarla dolcemente. La folla si profuse in urla di giubilo e fece loro dono di focacce di sesamo e degli auguri più sinceri per una vita piena e felice. Allora Louis si adoperò ben bene a cacciare tutti, anche i servi, e dopo che il re li ebbe salutati commosso, fece loro un cenno d’intesa prima di sparire assieme ai fratelli, un po’ troppo sorridenti per fare pensieri candidi.
Niall le prese la mano senza ancora riuscire a guardarla, perché ora che erano soli, non riusciva a capacitarsi di cosa era accaduto: aveva paura di nuovo. Si scrutarono di sottecchi, i volti terrorizzati e si risero in faccia perché era tutto troppo buffo. Finalmente il ragazzo la abbracciò affettuosamente, perché avevano ritrovato il loro equilibrio, nulla era cambiato nonostante la lunga attesa, e rimasero per un po’ all’aria aperta ad osservare il cielo freddo e limpido.
« Perseo. »
« Andromeda. »
« Chioma di Berenice. »
« Ebe. » La vide sorridere come tanto tempo prima e i suoi occhi luminosi e limpidi lo scrutarono.
« Non è una costellazione… » sussurrò riprendendo le stesse frasi di giugno.
« Lo so… è una stella cadente, proprio qui accanto a me. Tra le mie braccia per sempre. » Bisbigliò baciandola teneramente: erano marito e moglie, si sarebbero appartenuti per l’eternità!


Spazio d'autrice.
E anche questo mondo torna a dissolversi tra le pieghe della realtà.
Ringrazio tutti voi che ne avete fatto parte, accompagnando Ebe nella sua avventura per affermare se stessa ed essere felice.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e, citando Shakespeare:
"Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.[...]
A tutti buonanotte dico intanto,

finito è lo spettacolo e l'incanto."
Nel caso cercaste un altro sogno, potete visitare il mio profilo. (sto pubblicando una seriehttp://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=12594&i=1 )
Spero di rivederci presto, con affetto,
la vostra
Jane.
P.S. chiedo venia per l'assenteismo, ma l'università non perdona.
 
  
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