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Autore: fra_piano for ever    28/10/2014    4 recensioni
La vita a volte può essere complicata e particolarmente difficile. Questo i ragazzi dello Studio On Beat lo sanno bene perchè ciascuno di loro quotidianamente si confronta con una realtà più o meno dura e la affronta nel modo che ritiene più giusto. Quest'anno, però, sembrano tutti intenzionati a raddrizzare un po' le cose e a migliorare la propria situazione. Piano piano i protagonisti impareranno a leggere tra le righe del cuore e comprenderanno che, nascosti nel profondo, tra disperazione e dolore, si trovano ancora amore e speranza.
Pairings: Leonetta, Pangie, Diemilla e altri
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Leon, Pablo, Un po' tutti, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Camilla, ferma nello spiazzo davanti allo Studio On Beat, batteva nervosamente un piede per terra, come  scandire un tempo che solo lei conosceva. Dallo sguardo agitato e dagli occhi stanchi della rossaera chiaro che non fosse nel  suo momento migliore. Sfortunatamente, dal giorno in cui lei e Francesca avevano incontrato i due gemelli Juarez, non era ancora riuscita a scambiare due parole con Federico. Inoltre lui e la sua migliore amica, nell'ultimo periodo, si erano avvicinati parecchio e la Torres non vedeva affatto di buon occhio la cosa, conoscendo benissimo il carattere del giovane e di suo fratello Dj. Già Dj... avrebbe dovuto indagare meglio anche su di lui. Poteva essere che vivesse all'ombra del gemello come aveva ipotizzato lei? Non lo sapeva, ma era intenzionata a vederci chiaro su quella faccenda! La cosa più importante in  quel momento, però, era mettere in guardia Federico dal far soffrire la Cauviglia. Mai e poi mai avrebbe permesso a quel viscido Don Giovanni di spezzare il cuore della sua amica! 
In quello stesso istante passarono accanto a lei proprio i fratelli Juarez, con la loro solita aria arrogante e strafottente. “Eccoti! Proprio te stavo cercando!" esclamò la rossa, puntando il dito indice verso Federico, che la guardò confuso. 
“Calmati un po', Torres! Cosa diamine vuoi da me?” domandò il castano, scompigliandosi nervosamente il ciuffo con la mano destra. 
“Devo parlare con te di Francesca! È da un po' che volevo farlo in realtà, ma non ne ho avuto il tempo...” Camilla sembrava una furia con quello sguardo battagliero stampato sul volto e proprio per questo Federico decise di non contraddirla e, con un cenno del capo, fece capire al fratello di lasciarli soli. 
“Non penso di doverti delle spiegazioni riguardo alla tua amica.” affermò il giovane non appena Dj si fu allontanato abbastanza. Quelle parole non fecero che aumentare la rabbia della Torres , che lo fulminò con lo sguardo.
“Io invece penso che tu me le debba eccome! Francesca è una ragazza un po' ingenua, ma io non ti permetterò di farle del male!” 
Federico non si scompose e ridusse gli occhi a due fessure, con aria infastidita: chi credeva di essere quella giovane per dirgli cosa poteva o non poteva fare? “Te l'ho detto e te lo ripeto: quello che c'è tra me e Francesca non ti riguarda.” 
“Allora ci avevo visto giusto: c'è qualcosa tra di voi! State insieme?” domandò la Torres, sentendo il nervosismo crescere dentro di lei. Quel Don Giovanni la indisponeva in una maniera terribile, non lo sopportava proprio!
“Non sono affari tuoi.” ripetè per l'ennesima volta il ragazzo, ruotando gli occhi cielo per l'insistenza della rossa. “E comunque se ci tieni tanto a saperlo parla con Francesca.”
“È esattamente quello che ho intenzione di fare, ma sappi che se le spezzerai il cuore o la farai on qualche modo soffrire te la vedrai con me!” Detto questo Camilla si allontanò a passo veloce, varcando la soglia della Studio. 
“Hey! Nervosa oggi?” domandò Dj, spuntando all'improvviso alla sua destra.
“Lasciami stare! Mi basta e avanza aver sopportato tuo fratello tutto questo tempo, non ti ci mettere pure tu!” lo amminì la rossa, lanciandogli uno sguardo intimidatorio. Il suo unico pensiero in quel momento era trovare la Cauviglia e aprirle gli occhi su Federico, perciò si diresse velocemente verso gli armadietti, sperando di trovare lì la sua migliore amica. 
“Cami!” esclamò Francesca, felice di vederla.
“Ciao Fran. Senti, devo parlare con te riguardo quel Don Giovanni: devi capire che tipo di persona sia realmente.” affermò la Torres.
“Ti riferisci a Federico? Guarda che non è la cattiva persona che pensavamo, passando un po' di trmpo con lui mi sono accorta di quanto possa essere divertente e gentile.” decretò con aria sicura la Cauviglia. 
“Non è vero: è solo un viscido Don Giovanni, devi smettere di frequentarlo!” esclamò stizzita la rossa, puntando i piedi sul pavimento come una bambina che fa i capricci.
“Non puoi parlare così di lui, tu non lo conosci! Sei solo piena di pregiudizi e sei invidiosa perchè io ho un fidanzato e sono felice mentre tu no!” le urlò contro l'italiana. Non poteva permettere che la sua amica criticasse Federico solo per le voci che circolavano su di lui! E poi Francesca si era accorta di amarlo e lo avrebbe difeso dalle accuse di chiunque lo avesse giudicato una cattiva persona. Certo, il giovane Juarez non era di sicuro un ragazzo modello, ma la Cauviglia gli voleva bene con tutti i suoi innumerevoli difetti e quando Camilla ne aveva parlato male, si era sentita in dovere di risponderle per le rime. Quando, però, l'italiana alzò gli occhi e incontrò quelli umidi e arrossati della sua migliore amica, si rese conto di aver esagerato. “Cami aspetta!” la implorò non appena la vide allontanarsi a passo svelto. La seguì fino al bagno delle ragazze e, senza esitare un attimo, spalancò la porta che si era chiusa davanti ai suoi occhi pochi secondi prima. Si sentiva tremendamente in colpa per le sue parole e voleva assolumente rimediare. Subito notò di fronte a lei la Torres, che si sfregava il volto con forza, scossa da ripetuti singhiozzi e piano piano le si avvicinò, fino ad arrivare a pochi passi da lei. Avrebbe voluto getterla le braccia al collo e rassicurarla, ma l'orgoglio la frenava: dopotutto la rossa aveva parlato male di Federico e questa non era una cosa da poco. Rimase immobile ad osservare il pianto della sua migliore amica per parecchi minuti e alla fine, convinta che non sarebbe mai riuscita a parlare con Camilla, decise di andarsene. La porta, aprendosi, produsse però un fastidioso scricchiolio, che portò la Torres a voltarsi. “Fran...” mormorò confusa. Cosa ci faceva lì la sua migliore amica?
“Cami... scusami.” balbettò l'italiana, riuscendo finalmente a mettere da parte l'orgoglio e avanzando qualche passo verso la rossa.
“No, sono io che devo scusarmi. Credevo che Federico fosse una cattiva persona, ma, come hai detto tu, io non lo conosco e quindi non lo posso giudicare. Se tu mi dici che sa essere gentile mi fido.” Con queste parole Camilla colmò la distanza che le separava con un paio di passi e la strinse a sè in un abbraccio che sapeva di perdono e di rinconciliazione.
“Ti voglio bene. Scusami se ho reagito così, ma sei la mia migliore amica e desidero solo il meglio per te. Sii felice con Federico.” sussurrò la Torres. 
Un sorriso riconoscente si fece largo sul volto della Cauviglia: era contenta che Camilla si preoccupasse tanto per lei e la sua approvazione era una delle cose che più desiderava.










Lara percorreva con aria nervosa i corridoi dello Studio On Beat. Non era ancora riuscita ad avvicinarsi a Leon e tutto per colpa di Violetta, che continuava a intralciarle il cammino. Che il giovane Vargas fosse cotto della Castillo era ormai ovvio, ma quello che più la infastidiva era vedere come la nipote della Saramengo non facesse niente per scoraggiarlo, ma, al contrario, lo assecondava sempre. Lei non era una stupida e aveva capito che anche Violetta, seppur non volesse ammetterlo, provava qualcosa per quel ragazzo, ma non le avrebbe lasciato campo libero così facilmente, anzi avrebbe fatto qualsiasi cosa per allontanarla da Leon! Immersa in questi pensieri entrò nell'aula di danza, dove la Castillo stava provando una nuova coreografia, e subito fermò la musica, costringendo la ragazza ad ascoltarla.
“Lara, c'è qualche problema?” domandò sorpresa Violetta che, non avendola sentita entrare, non si era accorta della sua presenza fino a qualche istante prima.
“Tu sei il problema! Ti ho chiesto se ti piaceva Leon e tu mi hai risposto di no, quindi fatti da parte e lasciami provare a conquistarlo!” sbottò adirata la sua interlocutrice.
“Ah guarda quel Vargas te lo puoi prendere senza problemi, tanto a me non fa ne caldo ne freddo.” affermò con tono incolore la giovane Castillo, sistemandosi alcune ciocche che, mentre provava, erano sfuggite dall'ordinata coda di cavallo in cui aveva raccolto i suoi capelli quella mattina.
“Non è vero! Non credere che io sia scema: ho visto come lo guardi e poi in questi giorni eravate sempre insieme!” esclamò furiosa Lara. Non sopportava le persone che mentivano, sopratutto quando queste si intestardivano a voler negare l'evidenza! Perchè era evidente che Violetta incoraggiava i sentimenti di Leon.
“Senti non ho nè il tempo nè la voglia di discutere con te e comunque sappi che non sono io a cercare Vargas, è lui a cercare me! Quel ragazzo sa essere incredibilmente pesante e fastidioso!” Violetta sperò con quella frase di allontanare tutti i dubbi di Lara. Aveva già abbastanza problemi a cui badare e poi lei non voleva neanche sentir parlare di amore. Doveva ammettere, però, che l'ultima volta che aveva parlato con Leon fosse rimasta piuttosto sconvolta. Ok, aveva intuito che quel giovane provasse qualcosa per lei, ma mai avrebbe immaginato che lui avrebbe potuto lasciarselo sfuggire in quel modo! Era rimasta letteralmente senza parole e, un po' per questo e un po' perchè preoccupata da quello strano calore che le aveva invaso l'anima nel sapere di essere ricambiata dal giovane Vargas, era fuggita via, lasciandolo da sola nel bel mezzo del corridoio. Da quel giorno aveva sempre cercato accuratamente di evitarlo e, con un po' di fortuna, era riuscita nel suo intento. Aveva bisogno di ancora un po' di tempo prima di trovarsi faccia a faccia con lui, dopo le sue ultime parole, che l'avevano destabilizzata non poco.
“Violetta! Mi stai ascoltando?!” le domandò con stizza Lara, notando lo sguardo perso nel vuoto della sua compagna di malefatte. 
“Sì scusami... dicevi?”  La Castillo si costrinse a tornare alla realtà, sforzandosi di ascoltare la sua interlocutrice e cacciando fuori dalla mente i pensieri riguardanti il giovane Vargas.
“Ti stavo chiedendo se ti puoi fare da parte una volta per tutte e lasciarmi campo libero con Leon.” affermò l'altra, con le mani suoi fianchi e un'aria corrucciata sul volto.
“Ti ho già detto di sì! Non mi interessa, così come non mi interessa nessun'altro ragazzo!” sbuffò esasperata Violetta. Quanto poteva essere difficile far cambiare idea alla sua amica? Quella ragazza era terribilmente testarda! Sperava solo che Lara potesse riuscire nel suo progetto di conquistare il giovane Vargas, così che lei avrebbe trovato più facile mettere a tacere il cuore e soffocare quei sentimenti sempre più intensi che provava per lui.










I due fratelli Juaréz camminavano fianco a fianco per i corridoi dello Studio On Beat, immersi in un profondo silenzio. 
“A cosa pensi?” domandò il moro, notando l'aria assorta del fratello.
“Stavo riflettendo sulle parole di Camilla. Forse lei ha ragione: non dovrei stare con Francesca. Lei non è come tutte quelle oche che sono abituato a frequentare... la Cauviglia è una ragazza seria.” Dj rimase piuttosto sorpreso dalle parole del fratello e lo guardò confuso, il suo gemello non si era mai preoccupato di far soffrire le tante giovani che avevano perso la testa per lui.
“Non mi guardare così, lo so che questo comportamento non è da me, ma con Francesca è diverso. Ho intenzione di parlarle e di chiederle di essere solo amici.” spiegò Federico, sotto lo sguardo non molto convinto del moro.
“E tu pensi davvero che lei accetterà? Credi che quando lei saprà che l'hai illusa per tutto questo tempo vorrà esserti amica?” gli domandò il gemello, cercando di farlo ragionare. 
“Forse apprezzerà la mia sincerità...” suppose il castano. D'altronde si rendeva conto che era meglio finire lì quella storia, piuttosto che continuare a lasciare che i sentimenti che Francesca provava verso di lui crescessero sempre di più. Non voleva far soffrire la Cauviglia, sentiva una grande simpatia nei suoi confronti. Mai aveva avuto una ragazza con cui confrontarsi, a cui raccontare le sue preoccupazioni e suoi successi come faceva invece con Francesca. Er quella l'amicizia? Non lo sapeva, ma ciò di cui era certo era di voler smettere con quella farsa prima che fosse troppo tardi.
“D'accordo, fa come credi...” mormorò poco convinto Dj, consapevole che niente di quello che avrebbe detto avrebbe potuto cambiare l'opinione del gemello. 
I due continuarono a camminare fino al parcheggio dello Studio, dove avevano lasciato le loro moto, senza più dire una parola. 
“Aiuto! Aiuto! Vi prego aiutatemi!” gridò qualcuno, rompendo il silenzio che era sceso intorno ai fratelli Juaréz. Federico si bloccò con il casco a mezz'aria esubito si voltò verso Dj, vedendo riflessa nei suoi occhi la stessa paura che immaginava esserci nei suoi. Altre grida si levarono nell'aria e i due giovani, voltandosi nella direzione da cui esse provenivano, individuarono la persona a cui appartenevano. Disteso a terra sullo spiazzo dello Studio, poco lontano da loro, Andres Calixto, uno dei loro compagni della scuola di musica, si dimenava inutilmente, aggredito da due ragazzi a loro completamente sconosciuti. Il più grosso, un giovane dalla pelle scura e un fisico possente, bloccava il loro amico per le spalle, mentre l'altro, un tipo alto e dalla folta chioma corvina, lo tempestava di pugni e calci. Il primo pensiero di etrambi i fratelli Juaréz fu quello di scappare, ma, superata quella fase iniziale di paura, Federico decise di intervenire. Infatti, nonostante di solito fosse un tipo pacifico, detestava profonadamente le ingiustizie e gli sembrava una vigliaccheria lasciare Andres in balia di quei loschi personaggi. “Chiama la polizia.” ordinò al suo gemello per poi iniziare ad avvicinarsi a Calixto e ai suoi aggressori.
“Aspetta! Cosa hai intenzione di fare? Guarda che questi tipi sono pericolosi!” lo ammonì Dj.
“Tranquillo, so quello che faccio. Tu non preoccuparti e chiama la polizia.” ripetè il castano.
Con passo veloce, Federico arrivò nello spiazzo davanti allo Studio e subito si buttò addosso al giovane dai capelli scuri, spostandolo di lato con uno spintone. 
“Che vuoi?” domandò furioso il moro, riducendo gli occhi a due fessure per poter scrutare meglio quello scocciatore che si era messo in mezzo. 
“Che diamine fate? Non vedete che gli state facendo male?!” domandò con rabbia il castano, indicando il povero Andres che, ancora steso a terra, respirava a fatica. Le condizioni del giovane non erano delle migliori: un labbro gli sanguinava copioso e l'occhio destro era contornato da un alone violaceo. I due aggressori spostarono lo sguardo sulla loro vittima e automaticamente un ghigno beffardo si impadronì dei loro volti. 
“È quello che questo buffone si merita! È un completo imbecille!” esclamò il ragazzo dalla pelle scura, assestando un forte calcio a Calixto, ancora steso a terra. 
“Smettila! Lascialo in pace o te la vedrai con me!” esclamò Federico, mettendosi in mezzo tra lui e Andres. Se quei due tipi volevano fare a botte non si sarebbe certo tirato indietro, lui non era un codardo e avrebbe aiutato il suo amico! 
“Hai sentito Broadway? Crede di farci paura.” lo derise il moro, per niente spaventato dal giovane Juaréz. Non aspettò neanche una risposta dal suo compagno di malefatte, si avvicinò al castano e, senza alcun preavviso, gli tirò un forte pugno nello stomaco. Federico rimase senza fiato e boccheggiò in cerca d'aria per parecchio prima di riuscire a riprendersi del tutto.
“Ma siete pazzi? Toglietegli subito le mani di dosso!” urlò furioso Dj, che, vedendo suo fratello in difficoltà, era subito corso ad aiutarlo. Non era esattamente un tipo coraggioso, ma, nonostante tutto, voleva bene al suo gemello e non l'avrebbe mai lasciato solo in una situazione come quella.
“Oh, ma guarda! Ce n'è un altro che le vuole prendere!” esclamò Broadway, mettendo subito in mostra i suoi muscoli particolarmente sviluppati per spaventarlo. Dj deglutì con aria nervosa. Avrebbe voluto scappare a gambe levate, ma si costrinse a rimanere immobile al fianco del fratello.
“Penso che dovremo passare alle maniere forti, allora.” ghignò il giovane dalla chioma corvina, estraendo dalla tasca dei jeans un coltellino e puntandolo verso i due fratelli Juaréz. Federico e Dj si guardarono con aria terrorizzata. Quel ragazzo poteva arrivare ad essere tanto violento? Stava solo scherzando o faceva sul serio? Prima che potessero trovare una risposta a quei quesiti, un rumore di sirene in avvicinamento li fece sobbalzare tutti e quattro.  
“Marco! Sta arrivando la polizia!” urlò in preda al panico Broadway, tirando per un braccio l'amico che rimise velocemente a posto il coltellino, con un'espressione infastidita e lievemente preoccupata sul volto. “Siete stati voi, vero?” domandò poi con furia, scompogliandosi nervosamente la chioma corvina. “Ce la pagherete, non sapete contro chi vi siete messi!” sbraitò poi, prima di fuggire a gambe levate con il suo compagno di malefatte. 
“Oh, finalmente ce ne siamo liberati.” sospirò sollevato Dj, mentre suo fratello aiutava Andres ad alzarsi da terra. 
“Come ti senti? Tutto bene?” domandò Federico, controllando le condozioni del giovane Calixto.
“Poteva andarmi peggio. Vi ringrazio per essere intervenuti.” rispose riconoscente il moro.
“Stai tranquillo: sta arrivando la polizia, ti porteranno in ospedale.” A quelle parole del castano, l'amico sobbalzò spaventato. “No, non voglio andare con loro.” affermò con aria nervosa il ragazzo.
I due fratelli Juaréz si guardarono con aria confusa, perchè Andres sembrava così terrorizzato al solo pensiero di vedere gli agenti? Come se li avesse letti nel pensiero, il bruno rispose ai loro interrogativi: “Se la polizia mi troverà ridotto in questo stato mi farà delle domande e io cosa potrò rispondere? Li avete visti quei due, no? Sono tipi pericolosi e io non voglio altri guai.”
“Ma perchè ti stavano picchiando?” si intromise nella discussione Dj.
“Non sono cose che vi riguardano. State il più lontano possibile da quei tizi e non date loro altri motivi per essere arrabbiati con voi, lo dico per il vostro bene!” esclamò Calixto, sperando che i due fratelli Juaréz avrebbero seguito il suo consiglio. 
“E tu che farai?” domandò Federico, cambiando il discorso. Di sicuro non si sarebbe arreso così e avrebbe cercato di incastrare quei loschi individui, ma non se la sentiva di contraddire Andres quando era ridotto in quello stato pietoso. 
“Chiamo subito il comando di polizia e dico che si è trattato solo di un errore. Marco e Broadway sono molto potenti, è meglio non mettersi contro di loro.” affermò Calixto, allontanandosi faticosamente a causa del dolore per le percosse ricevute ed estraendo il cellulare dalla tasca della felpa.
“Credi che quei tizi si vendicheranno?” domandò Dj, ancor sotto shock per quanto era successo.
“Nah! Quella gente minaccia ma non agisce. Come dice il detto? Can che abbia non morde! Stai tranquillo.” lo rassicurò Federico, montando in sella alla sua moto e dirigendosi verso casa, subito seguito dal fratello.










NOTE AUTRICE: Capitolo movimento questo 11! Innanzitutto abbiamo il confronto Camilla/Federico che era rimasto in sospeso, poi un litigio tra la Torres e Francesca e una discussione tra Violetta e Lara riguardo a Leon. Mamma mia com'è insopportabile Lara! Qualcuno le spieghi che deve stare lontana da Vargas! >.< Infine abbiamo una rissa tra Marco e Broadway e Andres nella quale intervengono anche Federico e Dj per motivi che restano oscuri ma che si scopriranno più avanti. Bene, vi saluto,
hugs and kisses,
Francy
P.S. Perdonate eventuali errori ma non ho avuto tempo per ricontrollare.


   











 
  
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