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Autore: addict_with_a_pen    29/10/2014    2 recensioni
Patrick deglutì un paio di volte a vuoto prima di alzare lo sguardo verso lo sconosciuto in mutande. Era davvero un bel ragazzo: capelli neri, occhi marroni ma assolutamente stupendi ed il sorriso più bello che avesse mai visto. Gli diede la bottiglietta e stette a fissarlo imbambolato per tutto il tempo in cui bevve. Cosa gli aveva preso?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Patrick era sempre stato il più lento tra i suoi compagni di classe a cambiarsi dopo ginnastica e ancora una volta era rimasto solo a rivestirsi di tutta fretta. Proprio mentre stava per allacciarsi le scarpe ed andarsene da quella stanza puzzolente di sudore, comparve un’ altra classe, venuta per cambiarsi a sua volta. Il problema era che erano molto più grandi di lui, forse diciannove anni, mentre lui era solo un povero ragazzino di sedici. In genere anche a sedici anni si è grandi, maturi, ma Patrick no. Lui era rimasto indietro, non nel senso che non era intelligente, poichè lui lo era e anche molto, solo che non era mai stato bravo a relazionarsi con gli altri e quando lo faceva o almeno ci provava riceveva sempre critiche o prese in giro. Era totalmente chiuso in sè stesso, senza un briciolo di autostima. Aveva un solo amico, Joe, che come tutti i suoi compagni lo aveva lasciato lì, solo con una classe di diciannovenni bastardi. Avrebbe voluto scomparire. Fortunatamente fu come se fosse invisibile, poichè nessuno si accorse di lui, o forse no? Si allacciò in fretta l’ ultima scarpa, raccolse le sue cose, le mise nello zaino, prese la bottiglietta per bere ed alzò lo sguardo; grande errore. Comparso dal nulla, silenzioso come se fosse invisibile, si ritrovò davanti un ragazzo con addosso solo i boxer, anzi, si ritrovò davanti i boxer più che il ragazzo. Avvampò.
“Potresti farmi dare un sorso?” chiese riferendosi alla bottiglietta che Patrick teneva in mano. Deglutì un paio di volte a vuoto prima di annuire ed alzare lo sguardo verso lo sconosciuto in mutande. Era davvero un bel ragazzo: capelli neri, occhi marroni ma assolutamente stupendi ed il sorriso più bello che avesse mai visto. Gli diede la bottiglietta e stette a fissarlo imbambolato per tutto il tempo in cui bevve. Era rapito dal suo pomo d’ Adamo che si muoveva su e giù e da ogni suo piccolo movimento. Cosa gli aveva preso? Quando lo sconosciuto finì e gli restituì la bottiglia, gli sorrise ringraziandolo e rimase a fissarlo per quelli che a Patrick parvero anni. Perchè non se ne andava!?
“Non mi dici nemmeno prego?” Patrick si ricompose in fretta e sussurrò un “prego...” poco convinto, diventando ancora più rosso. Non gli piaceva parlare con gli sconosciuti, soprattutto se erano ragazzi di diciannove anni in mutande vergognosamente attillate. Sapeva che doveva alzarsi e anche subito se non voleva far tardi alla sua prossima lezione, ma qualcosa in quel ragazzo lo aveva rapito e così rimase a fissarlo per ancora qualche minuto, non preoccupandosi se questo se ne accorgesse o meno. Proprio mentre il tempo di contemplazione stava diventando troppo e vergognoso, Joe comparve sulla porta dello spogliatoio:
“Patrick è da una vita che ti cerco! Quanto pensi di stare ancora lì seduto? Muovi il culo!” Patrick, come svegliato da un sogno, si alzò di scatto a raggiunse l’ amico, non notando che lo sconosciuto lo stava a sua volta fissando sorridendo.
“Patrick...” pensò.
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“Si può sapere perchè ci hai messo così tanto? Cioè, so benissimo che sei la persona più lenta del mondo, ma oggi hai battuto il record.” Patrick, che stava frugando nel suo armadietto alla ricerca di nemmeno lui sapeva cosa, sospirò rumorosamente per poi chiudere l’ anta cigolante e guardare l’ amico con aria preoccupata.
“Credo di non stare bene... Credo di avere un problema.” Joe fece una faccia ancora più preoccupata di quella di Patrick.
“Che genere di problema?”
“Beh, vedi...” proprio mentre stava per cominciare il suo racconto, comparve ancora il ragazzo di poco fa e, anche se adesso indossava pantaloncini e maglietta da ginnastica, Patrick non potè fare a meno di arrossire a di boccheggiare alla ricerca d’ aria quando i loro sguardi si incrociarono ma soprattutto quando lui gli sorrise. Perchè reagiva così!? Era tutto dannatamente gay e la cosa lo stava cominciando a mandare in ansia.
“Patrick... che diavolo hai visto? Stai bene? Mi devo preoccupare?” Joe stava facendo decisamente troppe domande tutte senza risposta. Il ragazzo non si muoveva; stava lì, appoggiato al muro con le braccia conserte a fissare e a sorridere ad un Patrick sempre più in imbarazzo. Che fosse venuto lì solo per quello? Solo per prendersi gioco di lui come ormai facevano tutti quanti? Beh, aveva ragione solo per metà, poichè lui era venuto lì per vederlo e per vedere la sua reazione che poco fa aveva trovato assolutamente troppo dolce, ma non aveva la minima intenzione di ridere di lui. Patrick cominciava a sentirsi mancare quando approfittò di un secondo di lucidità per letteralmente scappare in bagno seguito da Joe, sempre più perplesso. Quando si chiusero la porta alle spalle, Patrick esplose:
“C’è l’ eventualità che io provi attrazione per... un ragazzo.” Joe scoppiò a ridere, una risata sincera e di gusto.
“Attrazione? Eventualità? Semmai volevi dire gay! Ma sei serio?” Quando vide che l’ espressione sul volto di Patrick era seria e turbata la smise definitivamente di ridere.
“Oh cazzo.” disse soltanto queste due parole.
“Ti prego è già una situazione abbastanza complicata ed imbarazzante, non ti ci mettere anche tu! Aiutami piuttosto!” Joe cercò di fare il tono di voce più serio possibile, ma fallì miseramente:
“Come fai a dire di esserlo, insomma, che ti ha fatto questo ragazzo per cui si presume tu provi attrazione?”
“Mi ha chiesto di bere dalla mia bottiglietta negli spogliatoi, prima che tu arrivassi e... beh, era in mutande e non so, non riuscivo a ragionare e...”
“Per Dio ti sei eccitato soltanto vedendogli il pacco! Patrick sei assolutamente e totalmente gay. Mi fai senso quando fai questi discorsi...” Patrick tirò uno spintone a Joe, imbarazzato oltre ogni limite.
“Abbassa la voce! Non voglio che lo sappia tutta la scuola, e no! Per l’ amor del cielo non mi sono eccitato! Ero solo imbambolato, tutto qui.” Joe trattenne una risata con scarso successo.
“Tutto qui? Dio sei già messo malissimo... Come si chiama?” Patrick scosse la testa.
“Non nè ho idea...”
“Trick, hai avuto il tanto nominato colpo di fulmine con un ragazzo che hai visto una volta sola in mutande a di cui non sai neanche il nome?” Patrick annuì mentre Joe sospirò sconsolato.
“Se solo lo vedessi Joe! È bello da far male...”
“Okay, ora non esagerare ed evita di dire cose poetiche da checca.” Patrick si rabbuiò poichè Joe non capiva,e come biasimarlo? Nemmeno lui ci capiva nulla, era tutta una novità inaspettata.
Detto questo, uscirono dal bagno ed andarono nelle rispettive aule. Se solo si fossero girati un attimo avrebbero visto un ragazzo bello da far male sorridere estasiato. Doveva assolutamente conoscere quel Patrick, costi quel che costi.
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Fa precchio schifo, lo so, ma mi ha convinta Alice a farlo, quindi è colpa sua:) Spero che qualcuno di voi possa apprezzare solo un pochino questo obrobrio. <3
  
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