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Autore: Manga elevato 3    30/10/2014    1 recensioni
(scritta da Ale)
*^* Per la gioia di Zael-senpai, mi sono messa al opera con sta storia *^*
Copia: ReinaxAsterxHanako
La storia é un crossover tra inazuma eleven e Katawa Shoujo (l'ho scritto giusto?)
Praticamente parla di un ragazzo che si trasferisce in una nuova casa, e iniziano a succedergli cose strane.
Spero che leggerete =)
(ho messo altro, perché non trovavo la sezione giusta Ò^Ò)
Genere: Fluff, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aster si era seduto su un muretto da qualche parte, poco distante dalla scuola. Ripensava a Hiroto seduto sul pavimento del bagno che rideva, come se quello che gli fosse appena accaduto potesse considerarsi una cosa divertente.
Sentiva uno strano senso di rabbia e disgusto nei confronti del tipo che aveva ridotto il capoclasse in quello stato pietoso, peccato che non conoscesse ne il nome ne la faccia di quel tizio, altrimenti ci sarebbe stata una tremenda vendetta…
Il bianco tirò fuori una sigaretta dal pacchetto che portava sempre con se, poi tirò fuori l’accendino dalla tasca dei pantaloni, accese la sigaretta e si mise a fumare.
Era talmente intento nel cercare di auto proibirsi di gettare fuoco e fiamme su tutta la scuola, che non si accorse nemmeno della presenza della ragazza dai capelli blu che si trovava alle sue spalle e lo fissava.
-Ah, tu sei la “tipa invisibile” di stamattina.
Mugugnò, gettando la sigaretta, ancora quasi completamente integra, per terra.
La ragazza non rispose, semplicemente, si allontanò come se niente fosse.
“Che tipa strana” pensò Aster, mentre prendeva un'altra sigaretta. Ormai aveva i polmoni ridotti ad un omogenizato, ma non è che gli importasse molto, dopotutto il fumo era un modo alternativo per sfogare la sua rabbia: meglio sprecare un intero pacchetto di marlboro che andare a torturare Hiroto e Riuji fin quando non sputavano il nome.
Riconoscendo un inconfondibile chioma color pistacchio fra gli alberi, buttò anche la seconda sigaretta e si alzò in piedi. Si diede una veloce ripulita ai pantaloni e poi andò in contro a Midorikawa.
-Coso, aspetta!
Disse, alzando la voce per farsi sentire “dall’amico”. Il povero Riuji, consono del fatto che Aster l’avrebbe riempito di domande alle quali non poteva rispondere, si mise a correre nella direzione opposta rispetto a dove arrivava l’altro, sperando di riuscire a seminarlo. Fortunatamente le sue previsioni erano esatte, e in poco tempo non vide più il bianco. Si ritrovò così a ringraziare mentalmente il fatto che Aster fumasse.
Il pistacchio corse ancora per un po’, poi entrò nella scuola e si nascose in biblioteca.
Aster, che non riusciva a capire la reazione di Midorikawa, aveva smesso di correre già da un pezzo, anche perché era rimasto bloccato da un ragazzo che aveva una capigliatura sospetta. Provò a sorpassarlo, ma non c’era verso, quel tulipano vivente non aveva la minima intenzione di lasciarlo scappare.
-Tu sei l’amichetto di Hiroto, vero?
Sorrise, sbeffeggiandolo. Lo afferrò per un polso, credendo di costringerlo a stare li.
Aster lo guardò come se fosse scemo, poi gli diede una ginocchiata nello stomaco. L’altro in preda al dolore mollò la presa sul braccio e si accovacciò.
-Conosci Hiroto? Sei per caso il tipo che l’ha pestato?
L’altro in preda al dolore, mugugnò qualcosa che Aster non capì.
-Senti, frigni talmente tanto che sei persino riuscito a farmi passare la voglia di picchiarti…
Detto questo si allontanò.
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Intanto, a casa Kiyama
Hiroto, nel frattempo era tornato a casa, dove, come al solito non trovò nessuno. Buttò lo zaino con dentro i libri da qualche parte, poi si fiondò al bagno per vomitare. Avrebbe voluto vendicarsi di Claude e ripagarlo con la stessa moneta, peccato che ciò gli era impossibile a causa di una promessa fatta diverso tempo prima.
Quando la nausea finì, si alzò e prese una pastiglia per il vomito e un aspirina per il mal di testa, poi si buttò a peso morto sul divano in soggiorno e si mise a fissare il soffitto. Proprio in quel momento gli tornò in mente il modo in qui Claude l’aveva immobilizzato e spaventato, rendendolo completamente incapace di reagire.
Sinceramente non avrebbe mai pensato che l’urlo di Hanako, della sua vecchia amica, sarebbe tornato di nuovo per tormentarlo. Lo torturava, gli perforava il cervello senza concedergli un attimo di tregua. Maledisse di nuovo il tulipano. Alla fine non c’è l’aveva tanto con lui per averlo picchiato e umiliato, ormai a quello ci era abituato. Era semplicemente incazzato nero per il fatto che quello stronzo, con tutte le registrazioni che avrebbe potuto fare e utilizzare contro di lui, aveva scelto proprio quella.
Aveva promesso che non sarebbe mai più stato il ragazzo violento di un tempo, ma non aveva mai detto niente sui filmini mentali omicidi. Pensò e ripensò a cosa avrebbe potuto fargli, ma ogni piano gli sembrava troppo banale, usarlo come bersaglio per le freccette o bruciarlo vivo erano atti troppo, come dire, barbari? Gli venne in mente di scatenargli contro Aster, ma non sarebbe stato giusto.
Ad un tratto però qualcosa lo fece distrarre. C’era uno strano odore di bruciato.
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Tornando ad Aster
Le lezioni erano finite da un quarto d’ora, Aster provò a cercare Riuji ancora per un po’ma non lo trovò da nessuna parte. Troppo stanco per continuare le ricerche decise che era meglio andare a casa e magari, più tardi, tipo dopo cena, andare a vedere come stava Hiroto. Visto che il rosso abitava vicino a lui, non sarebbe stato un problema trovarlo.
Stava attraversando il parco giochi, se tagliava per di li la strada diventava un po’più corta, quando si imbatté nuovamente in una figura a lui famigliare, ovvero, “la strana ragazza invisibile”. La ragazza era seduta su un altalena e osservava i bambini che correvano spensierati per il parco. Era strano, ma in quel momento ad Aster parve di vedere che la blu stava sorridendo.
Un po’incerto, decise di avvicinarsi.
Stava per aprir bocca per catturare la sua attenzione, quando venne fermato da quest’ultima:
-Ciao Aster.
Il ragazzo non disse niente, semplicemente fece un cenno con la testa.
-Come va?
Attaccò bottone Reina, cercando in vano di sembrare simpatica. La ragazza fece un lungo sospiro, poi, senza rendersene conto, mormorò:
-Ho un brutto presentimento…
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Hiroto scese le scale che portavano in cantina, cercando la fonte dell’odore sospetto. Più in basso scendeva, e più sentiva caldo, troppo caldo. Uno strano pensiero lo colse mentre raggiungeva il luogo dove voleva andare, aveva la sensazione che la caldaia stesse bruciando. Quando vide che la porta anti incendio si era gonfiata per trattenere le fiamme, corse di nuovo in soggiorno cercando disperatamente il telefono per poter chiamare i pompieri.
Tuttavia, mentre componeva il numero, si rese conto con orrore che la caldaia non era l’unica cosa che stava bruciando. Una fiammata improvvisa fece capolino dalla cucina, bruciacchiando un po’ il tavolo da pranzo. Spaventato lasciò cadere a terra il telefono, senza nemmeno attivare la chiamata.
Tutto questo gli ricordava qualcosa a qui preferiva non pensare. Non bastava il fatto che la registrazione dell’urlo di Hanako l’avesse lasciato sconvolto, non bastava nemmeno il fatto che era stato picchiato, doveva proprio bruciargli anche la casa? Tra l’altro, l’attuale incendio era quasi identico a quello che aveva distrutto parte della casa accanto alla sua qualche anno fa.
Inorridito dai vecchi ricordi e spinto dal senso di sopravvivenza,  si  getto contro le fiamme che aveva iniziato a sbarrargli la strada e corse fuori di casa. Visto che i suoi vestiti avevano preso fuoco, per spegnerli, iniziò a rotolarsi sul cemento della stradina davanti a casa sua.
Urlava per il dolore e per la paura. Si dimenava e si contorceva.
Proprio in quel momento arrivò Aster.
-Aster, aiutami! La mia casa, la mia casa sta bruciando!
Strillò spaventato il rosso, mentre l’altro cercava di bloccarlo per calmarlo.
-Aiuto, le fiamme stanno distruggendo tutto…
Piagnucolò Hiroto, in preda al panico.
Aster lo guardò negli occhi.
-Hiroto, calmati, qui non sta bruciando niente.
Disse, con una calma inquietante.
-È tutto nella tua testa. Non c’è nessun incendio.
Concluse, costringendolo a voltarsi verso la casa, che era perfettamente intatta. Niente fiamme, niente che andasse a fuoco, niente di distrutto, era tutto normale, la casa era perfettamente a posto.
 
 
Angolino lupa solitaria:
Ale: Ringrazio tanto Lucinda250 per aver avuto lo stomaco di recensire il precedente capitolo ^O^
Hiroto: Perché in questo capitolo soffro di allucinazioni? Questo é maltrattamento! è_é
Ale: Taci, plebeo Ù.Ù Comunque, ringrazio anche le 736 persone che hanno letto! ^_^ 
Ale/Hiroto: Ciaooooooooo e alla prossima ^^

 
  
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