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Autore: Follow The Sun    30/10/2014    2 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One direction and two possibilities. 
Capitolo 22.  

Le accarezzai i capelli ormai più mossi, a causa della fredda e umida temperatura di Marzo.
Alcuni riccioli le ricadevano ai bordi della fronte, e li arricciavo dolcemente al mio dito.
Aveva le sue classiche Converse blu consumate e continuava ad alzare il viso verso di me, come se avesse paura che me ne andassi, o che non fossi davvero io, che fosse uno scherzo.
Ma quella volta ero -quasi- sicuro di ciò che stavo facendo.
Perché non lo facevo solo per far felice lei, ma anche per me.

-sembra tutto così assurdo- affermò sotto voce.
-lo è- ridacchiai e le sistemai una ciocca di capelli sulla spalla.
-forse hai ragione- sospirò e si portò le mani sul volto.

Inclinai la testa per poter vedere cosa stesse facendo.

Aveva il suo sorriso che faceva venire un tumore fulmineo agli occhi come se niente fosse.
Era il suo sorriso migliore: soddisfatto e, finalmente felice.

Le baciai la testa, proprio dove la riga formava un percorso a zig zag.

A pensare a noi due, mi venne in mente di Niall e Sophie.
Quei due idioti che credevano che non mi fossi accorto di nulla.

-tu sai qualcosa su Niall e Sophie?- chiesi, con tono più serio.
-perché me lo chiedi?- si girò completamente verso di me, affondando le mani nell'erba umida sotto di noi.
-beh, perché ultimamente li vedo sempre insieme, e l'altra sera li ho visti insieme nel bagno, seduti a terra...abbracciati- sorrisi al pensiero di quei due, in una scena così poco comune ma comunque troppo tenera.


Flashback.

Fui risvegliato da un rumore insopportabile. Sembrava il suono di un elefante che stava vomitando.
Che fosse Niall?
Guardai l'ora sull'orologio fosforescente sulla parete.
Erano le tre e ventidue minuti.
Avevo la bocca completamente asciutta, e la sensazione era davvero disgustosa, dovevo bere un bicchiere d'acqua.
Mi alzai dal letto, facendo scricchiolare alcune molle e camminai fino alla porta socchiusa.
Forse non era proprio il caso di girare mezzo nudo per casa, ma non credo che qualcuno si fosse lamentato.
Notai che la luce del bagno era accesa e delle voci soffocate provenivano dall'interno di essa.
Sbirciai dalla serratura, lo so che è sbagliato, ma era più forte di me.

Sophie era sdraiata a terra, sulle gambe di Niall.

“Oh Cristo.”

Indietreggiai di un passo.
Dovevo andare io in bagno.

Mi piegai di nuovo, cercando di capirne di più.
Niall era piegato con la testa, e stava lasciando dei baci su tutto il volto di Sophie.
Una smorfia si formò sul mio viso ancora indolenzito a causa del sonno.

Dopo alcuni secondi ritornai in camera mia e mi distesi sul letto.

Fine Flashback.


-beh, se sai qualcosa allora, sì, so qualcosa- rise, rendendosi conto del miscuglio di parole.
Aspettai ancora un po', prima di imporle un'altra domanda.
Ero davvero tanto curioso di sapere cosa stesse succedendo tra Sophie e l'altro biondo.
-da quanto?- chiesi, accarezzandole le braccia con tutte e due le mani.
-cosa?- il suo tono ingenuo mi fece arricciare il naso.
-da quanto...va avanti la storia di...sì, insomma, hai capito- alzai gli occhi al cielo.
-Joe?- chiese, e notai le sue sopracciglia alzarsi di scatto.
-che c'entra?- sospirai -aspetta, cosa intendi?- il mio umore, in quel momento, era più sul disperato, davvero non mi andava di parlare di quel ragazzo idiota.
-no, nulla- si grattò la fronte e tornò a strappare piccoli fili d'erba accanto alle sue cosce. 


Niall's pov.

-ora dobbiamo andare- cercai di spostare l'attenzione di Sophie su di me, inutilmente.
-Sophie...- scossi delicatamente la sua spalla, e le alzai il viso con le mani.
-un altro po'- mi accarezzò il volto con una mano, e la fece successivamente scivolare giù per il mio busto, provocando piacevoli sensazioni nel mio basso ventre.
Arrossii di colpo, non volevo farmi vedere in condizioni simili da lei, da Liam, e dagli altri.
Uscii di corsa dalla casa di Carol per prendere una boccata d'aria.
Forse sarebbe servito a qualcosa.
Negli ultimi giorni erano successe troppe cose, non era abbastanza passare un'intera notte fuori casa a pensare.
Perché la realtà non è come nei film, lì basta fare due passi fuori per avere delle idee brillanti, qui, puoi anche farti la maratona notturna che rimani con gli stessi identici dubbi di prima.
Non sapevo se quello per Sophie era davvero vero amore.
La conoscevo sin da quando aveva cinque anni, ma la conoscevo davvero solo da poche settimane.
Però sapevo che in fin dei conti anche lei provava qualcosa per me.
Non era interesse fisico, insomma, non avevo niente di bello, ero addirittura infermo.
Ma lei, cavolo, lei era qualcosa di speciale, scoppiettante, c'erano momenti in cui sprizzava energia da tutti i pori.
Era la bellezza fatta in persona.
Nei giorni passati da solo in ospedale avevo sentito troppo la sua mancanza, mi sentivo perso, solo. Completamente solo.
E odiavo troppo quella sensazione, l'impressione di essere sempre abbandonato da tutti.
Com'era successo con Dalila, la mia ex.

“Non pensare a lei. Non pensarci!”

Respirai profondamente e chiusi gli occhi.
La mia insicurezza non aiutava per niente in momenti simili.

Camminai per alcuni metri, e il manto lucido della moto di Zayn mi accecò per qualche secondo, essendo riflesso da un lampione poco più avanti.
Mi coprii il volto con una mano.
Mi sentivo così...debole.

Mi sedetti contro al tronco di un albero e abbassai la testa.

-non pensavo potessi essere così interessante-.

Harry?

-adesso lo sai-.

Carol?!

Voltai la testa alla mia sinistra, notando Carol tra le braccia di Harry.
Probabilmente ero sotto effetto dell'alcool.
Ma...ma io non avevo bevuto.
Scossi la testa, di nuovo, cercando di riuscirci a capire qualcosa.
Erano loro, non c'erano dubbi.
Ecco dov'erano finiti per tutto il tempo.


Sophie's pov.

Mi girai verso Liam, che si stava scolando un'altra bottiglia di Coca Cola.
Astemio del cavolo.
-Lee, perché non ti bevi un po' di questa roba?- indicai la bottiglia di Vodka alla pesca mezza vuota, abbandonata sul piccolo tavolo di legno davanti a me.
Fece una smorfia con la bocca, e ritornò a bere quella bibita frizzante.
Mi alzai velocemente dal divano, aggrappandomi ad una lampada.
-uh uh, gira tutto- affermai, ghignando.
Percepii, grazie ai miei sensi astuti, che anche la lampada si muoveva con me.
-la lampada si muove, ragazzi!- alzai l'altro braccio, e puntai l'indice al cielo.
-non sono una lampada-.
Le lampade parlano?!
-ragazzi, le lampade parlano! Che scoperta, chiamate i giornali yeee- e precipitai a terra.
-poverino il mio sedere- massaggiai il mio fondoschiena, e poi appoggiai la mia mano sul tappeto sotto di me.
-sembra fatto di carne cruda- risi come mai nella vita, pur non sapendo il perché.
La lampada si inginocchiò davanti a me e mi porse un filo della corrente.
-ma che, sei matta, così prendo la scossa- ridacchiai e, successivamente, mi sdraiai completamente a terra.
Chiusi gli occhi e riposai per un po'.

-ubriaca marcia- la voce della lampada ora era più chiara, e forse non era davvero stata la lampada a parlare.
-Zayn, sei tuu?- mi tappai improvvisamente la bocca. Il mio alito faceva davvero schifo.
-adesso non sono più una lampada? Peccato-.
Non risposi più, semplicemente mi girai a pancia in giù, accarezzando il tappeto sotto di me.


***


-sembra un cucciolo-.
-un cucciolo di foca-.
-le foche sono carine!-.
-solo perché le si vede il culo, sembra una foca obesa-.
-è più magra di me, mi stai dicendo che sono grassa?-.

Aprii molto lentamente gli occhi.

-no!-.
-ah ecco-.

Ero ancora distesa sul pavimento, così cercai appoggio su di esso.
La testa girava vertiginosamente, e mi sembrava impossibile tenere aperti gli occhi ancora qualche secondo di più.
-mmh- mormorai, non riuscendo a pronunciare neanche un monosillabo sensato.
-si è svegliata, non ci credo!- esclamò Harry, battendo le mani.
La luce, nel salone, non era molto chiara, probabilmente era ancora notte.
-che cos..mh mmh- provai a parlare, senza risultati.
-sei ancora a casa mia, e hai dormito tutto il giorno- rise, come se fossi un fenomeno da circo.
Appena mi sarei ripresa, se la sarebbe vista con me.
Non era giusto prendermi in giro, insomma, era stato Zayn ad incitarmi con quella cavolo di bottiglia e lo stupido gioco dell'obbligo o del bicchiere. O forse era della verità e del bicchiere. Non lo so.
Sapevo solo che avevo bevuto troppo, e i giramenti di testa non cessavano.

Puntai i polpastrelli sul tappeto, facendo leva, cercando di alzarmi.
E fu un successone! Infatti caddi, senza ritegno.

Carol ed Harry si misero a ridere.
“Ridete pure, stupidi molluschi.”

La volta successiva, provai a mettermi in ginocchio.
Fortunatamente il mio senso dell'equilibrio era migliorato, e riuscii ad alzarmi, appoggiandomi al divano.

-ce l'ha fatta!- urlò Carol, indicandomi.
-urla di meno, mi scoppiano le orecchie- borbottai, alzando la testa verso Harry, che mi guardava divertito.

Focalizzai al meglio la situazione, Harry teneva un braccio sulle spalle fi Carol, e lei se la rideva sotto ai baffi.
-ditemi che è un incubo- mormorai, sbattendo la testa contro al cuscino del divano, per poi affondarvici. 

Sentii qualcuno sollevarmi per le spalle, e successivamente mi ritrovai completamente distesa sul divano.
-stavo cercando di rimettermi in piedi-.
-non sei in grado di farlo- Niall ridacchiò.
-ah-.

Passarono interminabili minuti in cui Niall mi picchiettava la schiena con le dita, e sentivo i sospiri di Harry avvicinarsi e allontanarsi ripetutamente.

-tra qualche giorno torno in Irlanda-.
SBAM.


***


-apri quella porta!- Harry bussò alla porta per l'ennesima volta.
-per favore…- e in più si aggiungeva Niall.
-rispondi a tuo fratello!- Anne urlò dal piano di sotto.
E poi? Ci mancava solo mio padre.
Ah no, lui non era a casa.

Affondai di nuovo la testa sul cuscino, ormai imbevuto di mascara, dopo averci pianto sopra.
Niall aveva cercato di spiegarmi che sarebbe dovuto partire due giorni dopo, e non sapeva quando sarebbe tornato.
Non poteva di certo permettersi di fare avanti e indietro Londra/ Mullingar ogni settimana, ovvio che no.
Certo, sarebbe stato bellissimo, ma chi avrebbe badato a spese?

Sospirai rumorosamente, per l'ennesima volta, e qualche lacrima mi solcò il viso ormai rosso.

-almeno dì qualcosa!- urlò Harry, battendo i pugni sulla porta.
-oh, ma cos'è tutto questo casino?- si lamentò Anne, salendo al piano di sopra.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui si poteva sentire solo i loro passi dal corridoio.

-forza, aprimi- Anne bussò dolcemente alla porta, e dal suo tono di voce, capii che voleva parlarmi ragionevolmente.
Ma io non volevo.

-aprimi-.
-non voglio insistere, ma almeno parla, dì qualcosa-.
-ma ci sei?-.
-Sophie?-.

Dopo all'incirca venti secondi rifiutò di andare avanti e si arrese.
Di nuovo sola.

Io fatto è che volevo rimanere sola, ma allo stesso tempo volevo parlare con qualcuno, sfogarmi, prendere tutti a martellate con una padella.
Sì insomma, non avevo le idee molto chiare.

Mi alzai dal letto per prendere il telefono che era stato precedentemente adagiato con poca cura sul pavimento e cercai Niall nella mia rubrica del telefono.

A: Niall

Voglio solo dirti che non ti odio.
Ma mi hai ferita nell'anima.
Davvero, non avresti potuto dirmelo prima?!


Alzai il viso sullo specchio.
Il mio aspetto non era tra i migliori.
Indossavo la felpa verde di Niall, e i pantaloni a fiori di Carol cadevano pesanti sui miei polpacci.
Non indossavo neanche le calze, e per di più sentivo il bisogno urgente di andare in bagno.

Mi alzai barcollante, ancora sfinita per la corsa precedente.
Ricordo che, dopo aver ricevuto la “bella notizia”, corsi via da quella casa, cadendo a terra più volte.


Flashback.

Alzai la testa, pensando di avere, in realtà, frainteso quelle semplici parole.
Il suo sguardo mi diede la conferma: un po' sorpreso e molto dispiaciuto.
Mi alzai in piedi barcollando, un po' per la sbronza, e un po' per la caviglia malandata, e mi avvicinai a loro, che se ne stavano tranquilli appoggiati al bancone della cucina.
Girai la testa verso Niall, che era ancora chinato verso il divano.
-voglio andare a casa- mormorai, appoggiandomi alla spalla di Harry.
-cinque minuti- rispose Carol, fulminando sia me che Harry.
-Sophie, non dici niente?- scherzò Harry, indicando il biondo a pochi passi da me.

-tra poco torna in Irlanda-.
-il tuo follettino piccolino coccolino-.
-e chissà quando lo vedrai!-.

Con la testa appoggiata ancora alla sua spalla, mi feci forza e lo spinsi via da me.

-sei un coglione!- urlai, correndo verso la porta.

La aprii con una mossa veloce e uscii da quella casa ormai tanto familiare, per dirigermi poi sul marciapiede.
Vedevo sfocato a causa delle lacrime imminenti, ma non sapevo come trattenermi.
Sentii due mani reggermi per le spalle, ma subito mi scostai, asciugandomi un occhi con la mano destra.
Osservai la mia mano, si cui si era formata una grande nera, e subito la andai a pulire sulla grande felpa verde che avevo addosso.
Alzai gli occhi su Niall.
Mi stava osservando a occhi sbarrati, e con le mani sospese a mezz'aria.

-non piangere-.

Il tono in cui pronunciava la “g” e la “r” era totalmente e puramente irlandese, quel tono che da sempre mi era sembrato familiare ma anche così di poco conto, e mi fece arricciare il naso.

Posò una mano sulla mia guancia e asciugò il trucco e una lacrima interrotta.
Scossi la testa, un po' come si vede nelle scene dei film, e corsi via da lui.

Non appena superai il cartello che indicava il divieto di sosta, posto all'incrocio delle due strade di casa mia e casa sua, caddi per terra, di faccia.

Niall era proprio dietro di me, pronto ad afferrarmi, ma devo dire che non aveva un bel tempismo.
Mi porse una mano, tremante, ma io rifiutai miseramente, rialzandomi a fatica, reggendomi al palo alla mia destra.

-come puoi chiedermi di non piangere?- mormorai, tirando su con il naso.

Feci alcuni passi, e mi appoggiai al muretto della signora Heldens, la mia vicina di casa.
Era davvero troppo, non vedevo l'ora di tornare a casa mia.

-Sophie?- quello non era Niall.
Mi girai verso quel suono, e così facendo, i giramenti di testa aumentarono.
Harry era in piedi in mezzo alla strada, con una fascia per capelli in testa, e la faccia sconvolta.
Ancora una volta sembrò quasi che un centinaio di spilli mi stessero pungendo gli occhi.

Fine Flashback.


Il corridoio, fortunatamente, era libero, e non ci furono problemi nell'entrare in bagno.

“Dove sono le salviette struccanti quando servono?”

Cercai in ogni cassetto e finalmente le trovai, accanto al gel per capelli di Harry.

“Ma che roba è questa?”

Il gel per capelli di Harry era giallo mostarda.
Che schifo.

-che fai con la mia tinta?-.

Mi girai improvvisamente, cadendo a terra, per il poco equilibrio.






SCUSATE!
Davvero, tutte quante, perdonatemi per il mio enorme ritardo!
Che poi il capitolo non è neanche tanto lungo...
Vi chiedo solo di portare pazienza, la scuola mi sta togliendo tutto il tempo libero e solo oggi ho trovato del tempo per finire di scrivere :(
Spero di aver combinato qualcosa di buono.

Bene, io mi ritiro.
Spero di aggiornare al più presto.

A presto,
-ValeLoka00

P.s.: per qualsiasi cosa, sapete che potete contattarti in messaggio privato ;)
  
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