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Autore: Mentos E CocaCola    30/10/2014    1 recensioni
Benvenuti nella cucina di Mentos E CocaCola Parodi, oggi faremo una nuova ricetta.
Ingredienti:
-150g di IMPREVISTI;
-50g di SORPRESA;
-3 cucchiai di INCOMPRENSIONI;
-RISATA in abbondanza;
-5 pizzichi di AMORE;
Mescolate tutti gli ingredienti e fateli cuocere a fuoco lento, otterrete così l'ESTATE PERFETTA!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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P.O.V. Elena
 
Quando Louis scese per la cena piombò un silenzio di tomba in cucina.
-Vi hanno tagliato la lingua?- ci chiese sedendosi vicino ad uno sgabello vuoto, il posto di Maria.
Io e Harry ci guardammo e dato che nessuno voleva spiegare presi la parola.
-Sappiamo cos’è successo stamattina-
Si bloccò per un attimo mentre stava masticando.
-Ve l’ha detto lei?-
-No, è stata Margherita, da dentro lo sgabuzzino ha sentito tutto-
Harry mi prese la mano.
-Secondo me dovresti andare a parlarle Tommo- intervenne lui- Io quando l’ho fatto ho conquistato una ragazza stupenda- disse abbracciandomi.
Mi sciolsi, come si faceva a resistere?
-Stavo per farlo milioni di volte, ma mi sono bloccato davanti la porta, sentendo che piangeva e sinceramente non me la sono sentita- disse riprendendo a mangiare.
Guardai per un attimo allarmata Harry.
La situazione si faceva complicata.
Eravamo molto legate le une alle altre e sapere che una di noi soffriva faceva stare male anche le altre. Noi ragazze ci guardammo e ci alzammo in piedi contemporaneamente.
-Andiamo noi-
Louis annuì.
Appena fuori dalla porta ci fermammo. Avevamo tutte lo stesso dubbio: le sarebbe stata d’aiuto la nostra presenza?
Dalla cucina proveniva un silenzio di tomba. Louis non faceva le sue battute  e gli altri che lo fissavano preoccupati.
-Secondo voi, è meglio se la lasciamo sola?- intervenne Aurora.
-Già, in fondo è una cosa che riguarda solo lei e Louis- continuò Claudia.
-Ehi e Nathan dove lo mettiamo? Non possiamo certo ficcarlo in un cesso e tirare l’acqua, non credete?-
Ecco che si faceva largo la delicatezza e la finezza di quella sbandata di Margherita. La guardammo tutte un po’ male mentre imitava il suono dello sciacquone.
Dalla cucina arrivò la voce di Liam –Pazzoide, sei stupenda quando imiti l’acqua che porta via i bisognini!-
Ma che coppia matta avevamo in casa! Beh, anche Zayn e Aurora erano andati, Niall e Claudia pure, sì, insomma gli unici normali eravamo io e Harry. No, non è vero!
-Ho un’idea- urlò Margherita, salendo in piedi su un mobile.
-Wow, sarebbe la prima volta- disse Aurora mentre Claudia andava a segnarlo sul calendario.
-Udite udite gente: che ne dite di chiamare Nathan e spiegargli l’intera faccenda? In fondo lui la potrebbe capire-
Liam uscì di corsa dalla cucina  e le tappò la bocca con una mela, se la caricò su una spalla e poi fuggì in una stanza con lei.
Sì, erano pazzi. Ce ne accorgemmo soprattutto quando Margherita cominciò a cantare  -Oh, oh, oh Merry Christmas!-
Forse si credeva un sacco pieno di regali.
Louis uscì dalla cucina proprio in quel momento e ci guardò.
-Non dovevate andare a parlarle?-
-Abbiamo deciso che è una cosa che devi fare tu- risposi io- noi intanto dobbiamo fare un’altra cosa-
In fondo l’idea di Marghe non era male.
 
P.O.V Maria
 
Ve la smettete manacce del cacchio a toccare quelle stupide labbra?
Per caso vi sembro isterica? Forse un pochino. Ma il fatto era che non sapevo con chi sfogarmi: le ragazze non sapevano niente di Nathan tranne Margherita e lui…
Ero seduto sul letto e a appoggiavo la testa sulle mie ginocchia.
Mi avrebbe preso di sicuro un colpo alla spina dorsale dato che non avevo cambiato posizione per tutto il pomeriggio.
Avevo selezionato il numero di Nate da circa tre ore, volevo chiamarlo…ma dopo quello che avevo fatto…no, non potevo.
Spensi finalmente quell’aggeggio del cavolo. Sospirai passandomi le mani tra i capelli. Il fatto era che non ce l’avevo con Louis per avermi baciata ma perché mi aveva rubato il mio primo bacio. Quel bacio che doveva essere di Nathan e che io avevo rifiutato da brava cretina che ero.
Bruuuuuuuuum.
Cos’era stato quel tuono che mi aveva sconquassato le orecchie? Non c’era Margherita nei dintorni con i suoi rutti ultrasonici, quindi poteva essere solo una cosa: il mio stomaco.
Cavoli, era da quella mattina che non mangiavo!
-Fame?-
Mi venne quasi un colpo. Mi girai di scatto verso la porta. C’era lui, che sorrideva divertito, con un vassoio in mano.
-Vattene!- gli dissi, voltandomi dall’altra parte.
- Hai saltato due pasti più il tè delle cinque…-
Alzai gli occhi al cielo.
-Non fingerti preoccupato per me Tomlinson, non attacca-
Lui si avvicinò al mio letto, appoggiò il vassoio sul comodino e si sedette.
Ma sì, con comodo mi raccomando, in fondo ce l’ho solo a morte con te, che vuoi che sia!
Lo guardai truce.
Di certo provava un gusto immenso nel tormentarmi, come spiegare altrimenti il fatto che mi avesse baciata e che ora mi stesse scassando le balls?
-Se svieni sappi che farei di tutto per sorreggerti tra le mie braccia- disse, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Spostai subito il viso. Ma che gli prendeva? Gli occhi azzurri mi guardavano insistenti, la mano che si era avvicinata al mio viso si stava abbassando lentamente e la bocca era piegata in un sorriso amaro.
Quando aveva detto quella frase la bocca dello stomaco si era contorta in un nodo, di sicuro era la fame…o forse…no no era la fame!
-Peccato che ho lo stomaco vuoto Tomlinson altrimenti avrei già vomitato-sdrammatizzai, gattonando sul letto per avvicinarmi al vassoio: avevo una fame tremenda.
Mi sedetti proprio vicino a quello scimunito che però aveva tutta la mia stima, dato che mi aveva portato un kebab enorme. Ok, stavo sbavando!
-Preparati Tomlinson ad assistere ad uno spettacolo altamente schifoso e che può bloccare la tua crescita-
In effetti il kebab era la cosa più sbrodolante del mondo. Mordevi il panino da una parte e la salsa ti sporcava tutta la maglietta e il fatto che questo kebab fosse molto ma molto strapieno non facilitava di certo le cose.
Ma io avevo fame  e di certo non mi fregava granché di fare una figura di cacca con quel rimbambito di Tomlinson.
Addentai il panino e mi esplosero in faccia cento chili di salsa.
-Buonissimo- dissi quando ebbi finito. Louis mi sorrise divertito, mi passò un dito sulle labbra e poi se lo portò alla bocca.
- Adoro il kebab- disse in estasi. Gli diedi un calcio.
-Idiota-
-Ehi, ma che ho fatto?- disse innocentissimo.
Sbuffai, andando in bagno per lavarmi le mani, dato che ero piena di salsa ovunque.
-Comunque grazie per il kebab, idiota-
-Anch’io ti voglio bene-
Mi asciugai le mani e poi tornai da lui. Si alzò e si avvicinò alla porta.
-Perfetto, adesso abbiamo chiarito tutta la storia di stamattina…-
Lo guardai malissimo. Mi era sfuggito qualcosa o era lui che faceva lo stupido? Sicuramente la seconda.
-Non so se te ne sei accorto ma abbiamo parlato solo di kebab, ergo non è tutto chiarito-
Lo bloccai appena in tempo dato che stava per scappare. Lo tirai verso di me, prendendolo per il colletto della maglia tanto da ritrovarmi faccia a faccia con lui.
-Adesso mi spieghi perché lo hai fatto- gli dissi minacciosa.
-Ehm, perché sono un idiota?-
-Tomlinson, non deve essere per forza la cosa che vorrei sentire-
Lui sorrise.
-Ti va di fare una cosa strana?-
Lo bloccai sulla porta. Quel ragazzo mi aveva stufato: o mi dava una risposta o mi dava una risposta. Non c’erano alternative.
Un silenzio calò nella stanza. Lui serrò le labbra e qualche volte se le inumidiva, mi ritrovai a fissarle come una beota.
Maria scantati, brutta imbecille, guarda che si è accorto!
Alzai lo sguardo e infatti incontrai i suoi occhi azzurri che fissavano i miei.
-Rispondi alla domanda Tomlinson!-
Si passò una mano tra i capelli e se li spettinò in cerca di una risposta da darmi.
-Non lo so, va bene? Magari te lo dico dopo-
Aspetta un momento, dopo cosa?
Mi ritrovai in un attimo caricata sulle sue spalle come un sacco di patate. O mio Dio!
Adesso mi uccide, adesso mi uccide!
-Mettimi giù, imbecille- urlai dato che stava scendendo le scale per andare al piano terra e avevo una paura matta di cadere in avanti e fracassarmi tutte le ossa.
-Non ci penso neanche, sei stata in quella camera per troppo tempo, è ora di sgranchirti un po’ le gambe-mi disse, cercando di bloccarmi le mani e le gambe con scarsi risultati dato che sbracciavo come un ornitorinco.
I ragazzi ci guardarono con due occhi grandi come frittate. Ci credo, doveva essere uno spettacolo abbastanza strano.
-Vi prego, aiutatemi!-
Nessuna risposta alla mia richiesta di aiuto. Ma quanto erano carini e dolci, sempre pronti ad aiutare “fanciulle leggiadre in difficoltà”, dei veri cavalieri insomma.
Le mie amiche erano chissà dove e non potevano di certo aiutarmi.
Louis aprì la porta e disse-La rapisco, casomai ci vediamo dopo-
-Va bene, ciao Louis- dissero in coro, rimettendosi a giocare con la play.
Come “Va bene ciao Louis”?! aveva detto che mi stava rapendo. Erano dei pazzi sconsiderati, io ero sull’orlo dal finire su un articolo di cronaca nera, Louis dal diventare un ricercato e loro dicevano “va bene, ciao Louis”, come se avesse detto “vado a prendere una boccata d’aria”! roba da drogati!
Quando fummo sulla strada, mi fece scendere. Ci avevo quasi rinunciato!
Appena fui coi piedi per terra, mi accorsi che ero rimasta con i vestiti di quella mattina a mezzogiorno: salopette corta con sotto una canottiera.
Insomma stavo morendo dal freddo.  Per non parlare dei capelli che erano raccolti in una coda morbida di lato, il problema era che alcune ciocche erano sfuggite dall’elastico e mi ricadevano sul viso.
Lo fulminai con lo sguardo, mentre rideva.
-Che imbecille- borbottai mentre mi facevo una coda decente.
-Allora dove andiamo?- gli dissi spazientita, cominciando a saltellare sul posto dato che avevo un freddo cane.
-Cominciamo a camminare-
Lo guardai scettica.
-Come così? Senza baffi finti, occhiali da sole o parrucche?-
Lui mi fece l’occhiolino e cominciò a camminare.
-È proprio questa la figata-
Lo guardai male per poi raggiungerlo.
-Ti diverti con poco, ragazzo. Comunque potevi anche aspettare che mi cambiassi, ho un freddo cane…-
Mi interruppi sentendo che mi metteva la sua felpa intorno alle spalle. Quel gesto mi ricordò Nathan: troppe volte lo avevo fatto restare nudo e al freddo.
-Grazie- dissi abbassando lo sguardo.
-Figurati-
Wow, che fantasia che hai, Maria, brava, puoi dirgli anche qualcosa di più. Stavo per aprire bocca, quando un urlo mi perforò i timpani. Mi voltai allarmata e vidi un’orda di ragazzine in calore correrci incontro.
-Finiremo schiacciati-
-Non oggi-
Mi prese la mano. Cominciammo a correre per sfuggire a quell’ammasso urlante di galline e la cosa peggiore era che a ogni passo se ne aggiungevano sempre di più.
Ora capivo perché a Louis piaceva: il cervello non pensava a niente se non a correre e a sopravvivere. Era un modo per dimenticare solo per un attimo tutte le preoccupazioni che si aveva in testa e io in quei giorni ne avevo veramente tante.
Eravamo nel bel mezzo di “Free Runner, corri o muori”.
-Per di qua- disse lui, tirandomi dentro un vicolo.
Il branco di scimmie urlatrici ci sorpassò da brave stupide che erano.
Ci appoggiammo alla parete e poi scoppiammo a ridere.
-Devi ammetterlo, è fichissimo- mi disse lui tra una risata e l’altra.
-Sì, è abbastanza fico-
 
P.O.V. Margherita
 
Ma perché alla porta dovevano suonare proprio quando io e Liam stavamo abbracciati sul divano a vedere un film comico?
Presi Watson e mi avvicinai alla porta urlando –Wendy, Wendy!-
-Cucciola- mi girai un attimo verso Liamino, che se ne stava sul divano. Indicò la porta.
-Niente spargimenti di sangue, intesi?-
-Uffa, non si può fare proprio niente in questa casa!-
Aprii la porta e mi ritrovai davanti Nathan Sykes!
Restai a bocca aperta e per chiuderla dovetti usare Watson. Lui mi guardò e sforzò un sorriso.
-Tua sorella è in casa?- mi chiese abbassando lo sguardo. Lo feci entrare, mentre tenevo fermo a fatica Watson. Calma, socio, non è ancora la tua ora!
No, fermo…inutile, stava sfuggendo al mio controllo.
-Ahi!-
Nathan mi guardò con due occhi grandi così, massaggiandosi la testa, mentre Liam ridacchiava.
-O Dio scusa, Watson a volte è così violento che…cattivo Watson, cattivo!- e gli diedi una sculacciata. Il mio socio doveva assolutamente imparare l’educazione o non sarebbe andato da nessuna parte.
-Sta parlando con un cucchiaio!- disse Nathan, guardando Liam, spaventato.
-Benvenuto nel mio mondo- disse il mio Liamino alzandosi e venendomi ad abbracciare.
-Ehi ragazze, credo sia arrivato quel ficone di Nathan Sykes- urlò Elena dal piano di sopra.
Chi ha detto che sono l’unica pazza isterica di questa casa? Chi?
Nathan si guardò intorno con una faccia da Ma-dove-sono-capitato? E cercò anche di scappare quando vide una mandria scendere le scale.
Ah, ehm, non era una mandria, erano quelle tre pazze che lo avevano chiamato. Liam mi prese per mano e mi condusse nella stessa stanza dove mi aveva rinchiuso quella mattina. Ma stavolta non avevo fatto niente! Watson, preparati a colpire!
Liam si chiuse la porta dietro le spalle e mi guardò, passandosi una mano in mezzo ai capelli. Era disperato.
-Che è successo Polpettino? Non hai visto la puntata di Dora l’esploratrice?- chiesi abbracciandolo. Non vi posso certo dire che era morbido. Diedi un colpo sul suo petto con Watson.
-Sei pieno di muscoli, Liamino, non è che ti dopi?-
Lo guardai con lo stesso sguardo che avevo lanciato a mia sorella quella volta che mi aveva perso il segno del libro che stavo leggendo. Dopo  naturalmente l’avevo uccisa, peccato che era sopravvissuta!
Prese il mio viso tra le mani e mi guardò negli occhi.
-Dobbiamo mandare via Sykes, Marghe-
-Perché invece non lo uccidiamo, avevo visto un coltello in cuci…-
Mi tappò la bocca con le sue labbra morbide e calde. Quando si staccò appoggiò la fronte sulla mia.
-Ascoltami, dobbiamo convincerlo ad andarsene…-
-Tu lo sai che non si schioderà da quel salotto, vero? Direi di passare alle maniere forti, tu lo distrai mentre io lo spingo a forza fuori dalla porta, alla più brutta uso il piede di porco-
Mi guardò male.
-Quante volte ti ho detto, cucciola, che le persone non si uccidono?-
-Intendevo per fargli alzare le chiappe-
Rise per poi farsi serio, guardandomi negli occhi. Il mio dolce Liamino Pandone Polpettino!
Mi accarezzò le labbra con il pollice. Sentivo il cuore tamburellare fortissimo. Eppure ero sicura: non avevo ingoiato Jumanji di recente. Si avvicinò lentamente facendo prima sfiorare le nostre fronti, poi i nostri nasi ed infine le nostre labbra. Le sue accarezzarono lentamente le mie. Altro che bacio perugina, questo sì che era un bacio dolcissimo.
Lo approfondì subito, infilando le mani tra i miei capelli, mentre le mie erano attorno al suo collo. Quando le nostre labbra si separarono avevamo ancora gli occhi chiusi. Sentivo il suo respiro affannato sulla mia pelle, il suo profumo. Lo strinsi nella “morsa della piovra”.
-Andiamo a cacciare Nathan Sykes- dissi decisa prendendolo per mano e insieme tornammo in salotto per…
Ci bloccammo. Quel bacio era stato più lungo del previsto.
Maria e Louis erano arrivati.


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ECCO UN NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI POSSA PIACERE.

VI PREGO FATEVI SENTIRE, MI STO DEPRIMENDO!:))))
 
  
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