Cap. V°
Prega per lui
-Yu… Yuri…
Quella voce dolce…di chi era?
Dove…dove esisteva ancora qualcosa di dolce in quel luogo? Yuri socchiuse gli
occhi, specchiandosi nelle iridi cristalline di Dimlè, che gli sorrideva in quel
suo modo ingenuo che la rendeva simile ad una bambina.
-Ben svegliato. Come ti
senti?
-Meglio…- rispose, accorgendosi
delle bende che gli fasciavano il torace. Cercò una spiegazione con lo sguardo e
lo spirito si limitò ad alzare le spalle.
-Ti ho solo rimesso in piedi,
niente di più.
-Grazie.
-Ringrazia il tuo amico: se non
avessi seguito le medicazioni che ti ha fatto, non avrei saputo nemmeno da che
parte iniziare.
Già, Boris, il loro infermiere:
senza di lui sarebbero morti tra atroci sofferenze, dato che, tra allenamenti
massacranti e punizioni, le ferite erano all'ordine del giorno. Li aveva
ricuciti talmente tante volte da averne perso il conto.
-Sei pronto a
partire?
-Il gran capo non mi da
alternative- commentò, alzandosi. Una fitta di dolore partì dalla schiena, ma il
rosso si morse un labbro sforzandosi di ignorarla: rimanere avrebbe significato
solo una nuova "seduta" con quel bastardo. Sarebbe venuto il momento in cui
quell'essere avrebbe pagato per tutto.
-Sicuro di
farcela?
-Sì, non c'è problema- replicò,
vestendosi. –Sto facendo la cosa giusta?
-Non vuoi costringerlo a tornare,
solo capire i suoi motivi: il resto sta a Wolborg.
-Al suo posto, preferire morire
piuttosto che tornare qui- pensò, lasciando la stanza, diretto all'ufficio di
Borgof: non che gioisse al pensiero di incontrarlo, ma nessuno metteva piede
fuori da quel carcere senza la sua approvazione. Ci aveva provato, anni
addietro, quando finalmente aveva compreso quanto fosse terribile l'incubo in
cui era entrato. Aveva tentato di scappare…e ne aveva portato i segni per due
settimane.
Ora non combatteva più, si
mangiava l'animo nel silenzio nero di quel luogo, sperando. Sì, nonostante tutto
sperava ancora, anche se la preda inghiottita dal boa aveva ben poche speranze.
Sperava che un giorno l'alba illuminasse il lupo, che lo trovasse ad ululare sul
corpo senza vita del vecchio capo.
Ma per il momento doveva
ubbidire: qualsiasi cosa Borgof ordinasse, Yuri era costretto a sottomettersi, o
ne avrebbe pagato il prezzo.
Bussò alla porta, attendendo la
risposta.
-Avanti. Yuri…- Era stupito: non
si aspettava di rivederlo già in piedi. Quel ragazzo era più robusto di quanto
apparisse. Quel corpo aveva subito ogni tipo di violenza, di abuso, di tortura,
eppure non mostrava alcun segno: era la stessa, splendida bambola di sempre… La
sua bambola, la sua cavia prediletta… Non era riuscito a strappargli del tutto
la capacità di provare dei sentimenti e probabilmente era questo a donargli
l'aspetto di un angelo lussurioso.
Malgrado gli anni di duro lavoro
per potenziare il bit-power del Lupo, Borgof si ritrovò quasi ad augurarsi che
il ragazzo non lo ritrovasse: sarebbe stato suo completamente, senza alcun
limite…
-Intendo partire alla ricerca di
Wolborg.
-Bene. Sai cosa ti attende se
fallirai o se decidi di scappare.
-Sì,
signore.
-Allora non ti rimane che pregare
di avere successo. Puoi andare.
Il sedicenne si congedò, tirando
un sospiro di sollievo: se non altro, ne era uscito intero, anche se lo sguardo
dell'uomo non era stato per nulla rassicurante. Lui desiderava vederlo
tornare mani vuote per stringere i
nodi dei fili del suo burattino. Senza Wolborg non poteva più essere un blader e
Borgo non avrebbe più avuto remore… Come se fino a quel momento ne avesse avute.
Non ne aveva con nessuno e ancor meno con il rosso: se con gli altri si
"limitava" a frustate, con Yuri si dilettava anche in strani esperimenti con le
sostanze più disparate e folli… Per non parlare del fatto che lo violentava da
anni.
Almeno per un po' avrebbe dovuto
guardarsi solo dal freddo e dalle belve, certo meno pericolose del falso
monaco.
-Andiamo,
Dimlè.
Arina capì che era il giorno
della partenza appena sveglia. Non avrebbe saputo dire il motivo di tanta
sicurezza, ma una voce cantava dentro di lei, cantava la vita che le scorreva
nelle vene. si era vestita, aveva preparato lo zaino e detto a Natalia che
sarebbe stata via per un po' di tempo.
E adesso, appoggiata al cancello,
aspettava. Aspettava colui che, a detta di Dimlè, custodiva l'inverno: a lei
pareva impossibile, ma aveva fiducia nello spiritello. Meno negli esseri umani.
Avrebbe tenuto d'occhio quel tipo per proteggere il signore dei ghiacci da ogni
minaccia. Lui rappresentava qualcosa di magico, qualcosa in cui valesse ancora
la pena credere e non avrebbe permesso all'ultimo arrivato di ingabbiarlo come
un animale da esposizione.
Udì un rumore nella neve e si
voltò: un paio di zaffiri la stavano fissando, senza emozione o sfumatura. Due
laghi di cristallo, spenti, stanchi. Appartenevano ad un giovane dai capelli
rossi, chiuso in cappotto scuro, che portava sulla spalla la piccola
fata.
-Arina, eccomi qui come ti avevo
promesso. Lui è Yuri Ivanov. Yu, lei è Arina Malenkova, la tua
guida.
I sue si strinsero la mano,
entrambe più fredde del più rigido inverno. Un flash…due mani che si
sfiorano…una mela rossa…
-Non…non ci siamo già
incontrati?- domandò la bruna.
-No, non penso proprio- rispose
Yuri, glaciale. Avrebbe potuto impegnarsi un po' e tentare per lo meno di essere
cortese con chi, forse, gli avrebbe salvato la vita. Ma purtroppo la gentilezza
era una merce rara all'interno del monastero e Yuri non l'aveva mai imparata:
era esperto in sofferenza, in dolore, in torture…ma decisamente il galateo non
era nell'elenco.
-Voglio mettere subito in chiaro
una cosa: se vuoi costringere il Lupo a tornare con te, gira i tacchi e torna a
casa. dovrai lasciarlo libero di scegliere.
Wolborg lo aveva sempre protetto,
aveva cercato più di una volta di aiutarlo, assorbendo parte del suo dolore.
Erano legati da qualcosa che andava oltre il legame tra blader e bit-power…o
almeno così credeva il rosso prima che se andasse.
-Cerco solo delle risposte. Se
sceglierà di restare libero, io lo accetterò.
-Perfetto. A parole sei
convincente, ma sono i fatti che contano- ribatté Arina, prendendo il suo
ciondolo: brillava come una lanterna nella notte e rimaneva sospeso in aria. –Da
quella parte- indicò decisa.
-Kei, tu pensi che ce la
farà?
Il giovane non levò gli occhi
dalla finestra, da cui aveva osservato il compagno allontanarsi. Secondo lui,
stava inseguendo una chimera: Wolborg poteva essere ovunque in quel momento e
dubitava che il capitano avesse successo. Ma sperava di sbagliarsi, fosse solo
per fare un dispetto a Borgof che pregustava già la vittoria e il totale
possesso del sedicenne.
-Huznestov, se ne sei ancora
capace, prega per lui- pronunciò infine. Forse a Yuri non sarebbe servito, ma a
Boris avrebbe dato una speranza e un modo per essere d'aiuto all'amico. Si
sentivano così inutili…
Cosa avrebbe fatto lui,
l'imperturbabile Kei, se la sua Fenice fosse fuggita apparentemente senza un
motivo? Suo nonno lo avrebbe ucciso, ma a parte questo si sarebbe ritrovato
solo: Suzaku era parte del suo vivere, era indispensabile come l'ossigeno o il
sangue.
Probabilmente avrebbe cercato
l'impossibile come Yuri.
-Pregare?!
Nient'altro?!
-Se vuoi che Borgof ti squarti
vivo, io non ti fermo di sicuro- replicò il custode del fuoco. –Non ti
permetterà certo di corrergli dietro.
Boris fu costretto a dargli
ragione: che altro potevano fare se non implorare un essere superiore di
vegliare su Yuri e di dargli una mano? Anche se per loro i santi non avevano mai
intonato salmi, limitandosi a girarsi, ignorando quanto accadeva nel
monastero.
-Buona fortuna, Yu- gli augurò.
–Ne hai bisogno più di chiunque altro.
L'inverno suona la sua
canzone…non è un salmo, ma suona come la salvezza…
Lo aspettavate da tanto, ma
finalmente ecco il nuovo capitolo di questa insolita ff (In cui io, come al
solito ne passo di tutti i colori… -.- NdYuri) (Sai che non mi mancavi? NdA)
(Posso immaginarlo. Ormai mi rifiuto di commentare la presenza costante di Kei,
malgrado sia io il protagonista della storia… -_-" NdY) (Non farmene pentire…
NdA)
Vi ringrazio per la vostra
pazienza e passo subito a rispondere ai commenti:
Keila91: Qui non c'è nessuna tortura, ma non credere che, visto
che non è più nel monastero, il nostro Yu avrà vita facile! Ti ringrazio per
aver commentato l'ultimo straziante capitolo e spero di leggerne uno su questo.
Ciao! ^_^
Iria: Come vedi la tua attesa è stata premiata e sono
finalmente riuscita a scrivere un nuovo capitolo!! (Scendono dal soffitto dei
coriandoli e delle stelle filanti per celebrare l'evento) Yu, dovrai patire
ancora per un po': non pensare che, adesso che sei fuori dal monastero, per te
la vita diventi più facile. Ho ancora mille cose da farti succedere prima della
fine. Iri, preparati, perché il meglio deve ancora venire! Ciao!
^___^
Eagle Fire: Ecco il seguito, finalmente! Yu è la vittima di questa
storia e ne passerà ancora un sacco prima del finale. Mi fa piacere che la fic
ti piaccia e aspetto un tuo commento! Ciao! ^__^
Padme86: Capitoli meno intensi del precedente ma la storia
continua. Ora che Yu ed Arina sono partiti, succederanno loro mille e più
imprevisti. Aspetto di leggere un tuo commento. Ciao! ^_^
Nissa: Anche se in
ritardo sei sempre la benvenuta, lo sai! Spero che la storia continui a
incuriosirti, anche perché il bello avverrà adesso. Quindi, aspetto un tuo
commi, se ti va. Baci! ^_^