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Autore: redeagle86    20/10/2008    5 recensioni
Una storia che avrà per protagonista il nostro Yuri Ivanov (Evviva!! Una ff con me come interprete principale!! NdYuri) (Io aspetterei a festeggiare... NdA). Il nostro russo si troverà ad affrontare mille avversità, alla ricerca di...
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. V°

Prega per lui

 

-Yu… Yuri…

Quella voce dolce…di chi era? Dove…dove esisteva ancora qualcosa di dolce in quel luogo? Yuri socchiuse gli occhi, specchiandosi nelle iridi cristalline di Dimlè, che gli sorrideva in quel suo modo ingenuo che la rendeva simile ad una bambina.

-Ben svegliato. Come ti senti?

-Meglio…- rispose, accorgendosi delle bende che gli fasciavano il torace. Cercò una spiegazione con lo sguardo e lo spirito si limitò ad alzare le spalle.

-Ti ho solo rimesso in piedi, niente di più.

-Grazie.

-Ringrazia il tuo amico: se non avessi seguito le medicazioni che ti ha fatto, non avrei saputo nemmeno da che parte iniziare.

Già, Boris, il loro infermiere: senza di lui sarebbero morti tra atroci sofferenze, dato che, tra allenamenti massacranti e punizioni, le ferite erano all'ordine del giorno. Li aveva ricuciti talmente tante volte da averne perso il conto.

-Sei pronto a partire?

-Il gran capo non mi da alternative- commentò, alzandosi. Una fitta di dolore partì dalla schiena, ma il rosso si morse un labbro sforzandosi di ignorarla: rimanere avrebbe significato solo una nuova "seduta" con quel bastardo. Sarebbe venuto il momento in cui quell'essere avrebbe pagato per tutto.

-Sicuro di farcela?

-Sì, non c'è problema- replicò, vestendosi. –Sto facendo la cosa giusta?

-Non vuoi costringerlo a tornare, solo capire i suoi motivi: il resto sta a Wolborg.

-Al suo posto, preferire morire piuttosto che tornare qui- pensò, lasciando la stanza, diretto all'ufficio di Borgof: non che gioisse al pensiero di incontrarlo, ma nessuno metteva piede fuori da quel carcere senza la sua approvazione. Ci aveva provato, anni addietro, quando finalmente aveva compreso quanto fosse terribile l'incubo in cui era entrato. Aveva tentato di scappare…e ne aveva portato i segni per due settimane.

Ora non combatteva più, si mangiava l'animo nel silenzio nero di quel luogo, sperando. Sì, nonostante tutto sperava ancora, anche se la preda inghiottita dal boa aveva ben poche speranze. Sperava che un giorno l'alba illuminasse il lupo, che lo trovasse ad ululare sul corpo senza vita del vecchio capo.

Ma per il momento doveva ubbidire: qualsiasi cosa Borgof ordinasse, Yuri era costretto a sottomettersi, o ne avrebbe pagato il prezzo.

Bussò alla porta, attendendo la risposta.

-Avanti. Yuri…- Era stupito: non si aspettava di rivederlo già in piedi. Quel ragazzo era più robusto di quanto apparisse. Quel corpo aveva subito ogni tipo di violenza, di abuso, di tortura, eppure non mostrava alcun segno: era la stessa, splendida bambola di sempre… La sua bambola, la sua cavia prediletta… Non era riuscito a strappargli del tutto la capacità di provare dei sentimenti e probabilmente era questo a donargli l'aspetto di un angelo lussurioso.

Malgrado gli anni di duro lavoro per potenziare il bit-power del Lupo, Borgof si ritrovò quasi ad augurarsi che il ragazzo non lo ritrovasse: sarebbe stato suo completamente, senza alcun limite…

-Intendo partire alla ricerca di Wolborg.

-Bene. Sai cosa ti attende se fallirai o se decidi di scappare.

-Sì, signore.

-Allora non ti rimane che pregare di avere successo. Puoi andare.

Il sedicenne si congedò, tirando un sospiro di sollievo: se non altro, ne era uscito intero, anche se lo sguardo dell'uomo non era stato per nulla rassicurante. Lui desiderava vederlo tornare  mani vuote per stringere i nodi dei fili del suo burattino. Senza Wolborg non poteva più essere un blader e Borgo non avrebbe più avuto remore… Come se fino a quel momento ne avesse avute. Non ne aveva con nessuno e ancor meno con il rosso: se con gli altri si "limitava" a frustate, con Yuri si dilettava anche in strani esperimenti con le sostanze più disparate e folli… Per non parlare del fatto che lo violentava da anni.

Almeno per un po' avrebbe dovuto guardarsi solo dal freddo e dalle belve, certo meno pericolose del falso monaco.

-Andiamo, Dimlè.

 

Arina capì che era il giorno della partenza appena sveglia. Non avrebbe saputo dire il motivo di tanta sicurezza, ma una voce cantava dentro di lei, cantava la vita che le scorreva nelle vene. si era vestita, aveva preparato lo zaino e detto a Natalia che sarebbe stata via per un po' di tempo.

E adesso, appoggiata al cancello, aspettava. Aspettava colui che, a detta di Dimlè, custodiva l'inverno: a lei pareva impossibile, ma aveva fiducia nello spiritello. Meno negli esseri umani. Avrebbe tenuto d'occhio quel tipo per proteggere il signore dei ghiacci da ogni minaccia. Lui rappresentava qualcosa di magico, qualcosa in cui valesse ancora la pena credere e non avrebbe permesso all'ultimo arrivato di ingabbiarlo come un animale da esposizione.

Udì un rumore nella neve e si voltò: un paio di zaffiri la stavano fissando, senza emozione o sfumatura. Due laghi di cristallo, spenti, stanchi. Appartenevano ad un giovane dai capelli rossi, chiuso in cappotto scuro, che portava sulla spalla la piccola fata.

-Arina, eccomi qui come ti avevo promesso. Lui è Yuri Ivanov. Yu, lei è Arina Malenkova, la tua guida.

I sue si strinsero la mano, entrambe più fredde del più rigido inverno. Un flash…due mani che si sfiorano…una mela rossa…

-Non…non ci siamo già incontrati?- domandò la bruna.

-No, non penso proprio- rispose Yuri, glaciale. Avrebbe potuto impegnarsi un po' e tentare per lo meno di essere cortese con chi, forse, gli avrebbe salvato la vita. Ma purtroppo la gentilezza era una merce rara all'interno del monastero e Yuri non l'aveva mai imparata: era esperto in sofferenza, in dolore, in torture…ma decisamente il galateo non era nell'elenco.

-Voglio mettere subito in chiaro una cosa: se vuoi costringere il Lupo a tornare con te, gira i tacchi e torna a casa. dovrai lasciarlo libero di scegliere.

Wolborg lo aveva sempre protetto, aveva cercato più di una volta di aiutarlo, assorbendo parte del suo dolore. Erano legati da qualcosa che andava oltre il legame tra blader e bit-power…o almeno così credeva il rosso prima che se andasse.

-Cerco solo delle risposte. Se sceglierà di restare libero, io lo accetterò.

-Perfetto. A parole sei convincente, ma sono i fatti che contano- ribatté Arina, prendendo il suo ciondolo: brillava come una lanterna nella notte e rimaneva sospeso in aria. –Da quella parte- indicò decisa.

 

-Kei, tu pensi che ce la farà?

Il giovane non levò gli occhi dalla finestra, da cui aveva osservato il compagno allontanarsi. Secondo lui, stava inseguendo una chimera: Wolborg poteva essere ovunque in quel momento e dubitava che il capitano avesse successo. Ma sperava di sbagliarsi, fosse solo per fare un dispetto a Borgof che pregustava già la vittoria e il totale possesso del sedicenne.

-Huznestov, se ne sei ancora capace, prega per lui- pronunciò infine. Forse a Yuri non sarebbe servito, ma a Boris avrebbe dato una speranza e un modo per essere d'aiuto all'amico. Si sentivano così inutili…

Cosa avrebbe fatto lui, l'imperturbabile Kei, se la sua Fenice fosse fuggita apparentemente senza un motivo? Suo nonno lo avrebbe ucciso, ma a parte questo si sarebbe ritrovato solo: Suzaku era parte del suo vivere, era indispensabile come l'ossigeno o il sangue.

Probabilmente avrebbe cercato l'impossibile come Yuri.

-Pregare?! Nient'altro?!

-Se vuoi che Borgof ti squarti vivo, io non ti fermo di sicuro- replicò il custode del fuoco. –Non ti permetterà certo di corrergli dietro.

Boris fu costretto a dargli ragione: che altro potevano fare se non implorare un essere superiore di vegliare su Yuri e di dargli una mano? Anche se per loro i santi non avevano mai intonato salmi, limitandosi a girarsi, ignorando quanto accadeva nel monastero.

-Buona fortuna, Yu- gli augurò. –Ne hai bisogno più di chiunque altro.

 

L'inverno suona la sua canzone…non è un salmo, ma suona come la salvezza…

 

 

 

Lo aspettavate da tanto, ma finalmente ecco il nuovo capitolo di questa insolita ff (In cui io, come al solito ne passo di tutti i colori… -.- NdYuri) (Sai che non mi mancavi? NdA) (Posso immaginarlo. Ormai mi rifiuto di commentare la presenza costante di Kei, malgrado sia io il protagonista della storia… -_-" NdY) (Non farmene pentire… NdA)

Vi ringrazio per la vostra pazienza e passo subito a rispondere ai commenti:

 

Keila91: Qui non c'è nessuna tortura, ma non credere che, visto che non è più nel monastero, il nostro Yu avrà vita facile! Ti ringrazio per aver commentato l'ultimo straziante capitolo e spero di leggerne uno su questo. Ciao! ^_^

 

Iria: Come vedi la tua attesa è stata premiata e sono finalmente riuscita a scrivere un nuovo capitolo!! (Scendono dal soffitto dei coriandoli e delle stelle filanti per celebrare l'evento) Yu, dovrai patire ancora per un po': non pensare che, adesso che sei fuori dal monastero, per te la vita diventi più facile. Ho ancora mille cose da farti succedere prima della fine. Iri, preparati, perché il meglio deve ancora venire! Ciao! ^___^

 

Eagle Fire: Ecco il seguito, finalmente! Yu è la vittima di questa storia e ne passerà ancora un sacco prima del finale. Mi fa piacere che la fic ti piaccia e aspetto un tuo commento! Ciao! ^__^

 

Padme86: Capitoli meno intensi del precedente ma la storia continua. Ora che Yu ed Arina sono partiti, succederanno loro mille e più imprevisti. Aspetto di leggere un tuo commento. Ciao! ^_^

 

Nissa:  Anche se in ritardo sei sempre la benvenuta, lo sai! Spero che la storia continui a incuriosirti, anche perché il bello avverrà adesso. Quindi, aspetto un tuo commi, se ti va. Baci! ^_^

  
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