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Autore: Naturally Sophie    30/10/2014    4 recensioni
Non c'è molto da dire. Io e lui eravamo diversi, molto diversi. Ci odiavamo.
Lui il presunto eroe e io la presunta stronza.
Lui Grifondoro e io Serprverde.
Uno la nemesi dell'altra.
Ma era fin troppo prevedibile quello che sarebbe successo dopo. Siamo diventati amici. Poi migliori amici. E ora che sono all'ultimo anno non so più come considerarlo. Confidente? Fratello? Amore? Nemesi? Amico imbecille? Non so neanche io. Ma so che se non riuscirò a capirlo, credo che lo perderò per sempre.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Wizard Love... capitolo 1

Capitolo 1

ovvero

Come passare da un " Cosa diavolo vuoi?"

a un “ Da quando sei diventato così imbranato, Vigna?” 

in pochi minuti


Leo pov


La guardai andarsene via, arrabbiata e velenosa come un serpente a sonagli. Osservai la sua picchiata maledettamente perfetta e il modo in cui saltò giù dalla scopa, goffo e impacciato.

Lo sanno tutti, ormai, la terra non è mai stata il suo elemento, ma in aria, la sua corporatura ha il modo di far vedere di cos'è capace, specialmente quando le condizioni atmosferiche non sono delle migliori.

L'ho vista trovare il boccino anche in mezzo ad una nevicata a dicembre. Ed era in maniche corte, dicendo che aveva caldo. La partita fu annullata perché si era congelata la scopa a tutte e due le squadre, tranne che a lei che volava spensierata e felice come una Pasqua, catturando i fiocchi di neve con le mani e con la lingua.

Decisi di seguirla per capire cosa caspita le avessi fatto, ma, quando feci per guardare a che punto del Campo era, non la vidi più.

Come cavolo fa a sparire così? Mi chiesi incredulo scendendo dolcemente verso la terra bagnata e , mentre le mie scarpe si impiastricciavano di fango, misi le scopa in spalla e mi diressi verso lo spogliatoio di Serpeverde. Quando mi trovai sotto la tettoia davanti alla porta, sospirai, sentendo i vestiti appiccicati a me come una seconda pelle. Ricordo che mi passai una mano fra i capelli, strizzandoli e scompigliandoli.

Entrai cercando di essere disinvolto, ma in realtà ero... ecco, beh... come si può dire... intimorito? Vergognoso? Sì, esatto, mi vergognavo si essere entrato in un locale femminile, per di più neanche della mia Casa.

Comunque, non appena aprii la porta, mi investì un'ondata di vapore ed un profumo strano, a metà fra l'argan e l'eucalipto. Lasciai vagare lo sguardo nella stanza, trovando una divisa verde e argento ancora umida abbandonata su una panchina.

Ma, oltre al vapore e all'odore gradevole, mi colpirono due suoni, vale a dire lo scroscio incessante di una doccia e di una canzone che ritenevo piuttosto familiare...

Can anybody find me somebody to love?

Each morning I get up and I die a little

can barely stand on my feet

take a look in the mirror and cry

Lord what are you doing to me?

I have spent all my years in beliving in you

but I just can get no relif, Lord!

Somebody, somebody,

Can anybody find me somebody to love?


Si interruppe di colpo e subito dopo realizzai di aver cantato anche io. Ripensandoci ora, mi viene da ridere,ma, in quel momento, desiderai con tutto me stesso evaporare. E quando dico “evaporare”, lo intendo letteralmente. Sparire dalla faccia della Terra.

Osservai un asciugamano volare velocemente per la stanza, per poi scomparire dietro la parete che separa gli spogliatoi dalle docce.

E poi la vidi. Dovetti cercare di dare un contegno al mio povero cuore, che sembrava aver deciso di voler spaccarmi la gabbia toracica.

Avvolta dal telo dei colori della sua casa, con i capelli bagnati e le gocce che le inumidivano le spalle e le braccia e i piedi scalzi che sfioravano appena il pavimento piastrellato, sembrava un'apparizione celeste, una specie di ninfa scorbutica e secchiona che non avevo mai imparato a conoscere né mi ero mai preso il disturbo di fare. Si teneva le mani strette al petto, in un goffo e tenero tentativo di non far cadere l'asciugamano che le fasciava le forme agili e i muscoli guizzanti. Osservai le gocce d'acqua solcarle le braccia e, da come la luce si riflesse, mi sembrarono dei piccoli diamanti.

-Cosa diavolo vuoi? E smettila di guardarmi in quella maniera, per la miseria!- la sentii esclamare e, subito, riportai gli occhi nei suoi. Mi persi per un tempo indefinito nelle sue iridi, annegando e congelandomi in quel color ghiaccio che mi era (e che mi è tuttora) così familiare e che mi fa sentire un idiota dalla furbizia e dall'intelligenza che si celano dietro quegli organi visivi così dannatamente profondi.

Leonardo, posso sapere cosa stai pensando? Tu la odi ed è chiaro che lei odia te! Cosa diavolo vai ad immaginarti? Una spiaggia? Un tramonto sul mare? La Torre di Astronomia? Due coperte? La cioccolata calda? Il chiaro di luna? Ma sei malato? Siete l'uno la nemesi dell'altra, quasi come Potter e Malfoy!!! Insomma, non sei in un romanzetto da quattro soldi dove lui odia lei e lei lo vorrebbe uccidere dove, alla fine, si mettono felicemente insieme! E' solo uno stupido cliché! Zitta, coscienza!!!

Lei schioccò le dita, riportandomi alla bagnata, calda ed imbarazzante realtà.

-Ehm...ecco... uhm... vo-volevo....-

-E tu dovresti essere Grifondoro? Ma per favore! Sono più coraggiosa io davanti alla mia più grande fobia! E dovrei essere solo una – virgolettò la parola con le dita – stronza Serpeverde che pensa solo al trucco, a preservare il suo sangue puro tramandandolo attraverso i ragazzi più belli e nobili, ai vestiti firmati che il suo caro paparino le compra ogni due per tre.- Mi squadrò, gelida come una giornata di dicembre. Arrivò alla sua borsa, si chinò e ne tirò fuori suoi orrendi occhiali dalla montatura rettangolare che si affrettò ad inforcare e una collana con un ciondolo a forma di luna con cui si mise a giocare nervosamente.

-Te lo chiedo solo un'altra volta, Vigna, poi giuro che ti Schianto. Cosa diavolo vuoi dalla mia povera vita?- Con un gesto stizzito della testa, mandò indietro i capelli perfettamente asciutti.

-Posso sapere cosa caspita ti ho fatto, dato che sei scappata come una furia? E, ultima ma non meno importante domanda, come fai ad avere già i capelli asciutti senza aver fatto un incantesimo?- chiesi e solo dopo mi accorsi dell'enorme guaio nel quale mi ero cacciato. Con un gesto brusco, sia allacciò la catenina al collo esile e mi voltò le spalle.

-Hai ancora il coraggio di chiedermi “cosa ti ho fatto”?- stese le braccia lungo il corpo e chiuse i pugni con rabbia, cercando di restare calma. Percorsi la sua figura con gli occhi, in cerca di qualcosa che non sapevo nemmeno io e trovai una voglia a forma di luna blu, sfumata d'argento a decorarle scapola sinistra. Mi avvicinai cautamente e gliela sfiorai con le dita. Lei sussultò e si contorse per tutta la durata del contatto. Si volto velocemente e mi afferrò la mano, stringendola all'altezza del polso.

-Non. Mi. Toccare.- scandì con una punta di fiatone nella voce. Da quello che scoprii solo dopo, le avevo fatto male.

Ma è normale, quando... ma questa è un'altra storia.

Mi mollò e tornò nel locale dedicato alle docce per poi riemergerne pochi minuti dopo. In biancheria. E con la spalla fasciata.

Avvampai, mentre lei avanzava, agile e flessuosa come un gatto verso la sua divisa per poi piegarla meticolosamente e perfettamente. Si stiracchiò leggermente, per poi tornare alla sua borsa dove pose i vestiti.

-Cosa ci fai ancora qui, Vigna? Devo Schiantarti o lo fai da solo?- mi chiese con una punta di divertimento nella voce mentre si allacciava la camicetta e si infilava la gonna e le calze.- Maledetto regime maschilista del cavolo...- imprecò fra i denti mentre si alzava dalla panca e mi lanciava in faccia i miei indumenti asciutti. -Vai a cambiarti. Subito.- ridacchiò mentre mi allontanavo per mettermi i miei abiti non impregnati dall'acqua piovana.

-Come fai ad avere i miei vestiti?- chiesi mentre la maglia della mia divisa rosso-oro andava a farsi benedire.

Lei non mi rispose, ma vidi solo la sua mano sbucare da dietro il muretto e porgermi un asciugamano. Non lo seppi mai se in quel momento stesse arrossendo o no, ma trovai quel pensiero davvero carino.

Mi asciugai velocemente e mi infilai i pantaloni, mentre litigavo con i bottoni della camicia.

Vidi Luna sbucare da dietro il suo rifugio, con gli occhiali appesi appesi alla cravatta e una mano sugli occhi.

-Sei vestito, almeno per la metà inferiore?- chiese cercando di celare un certo imbarazzo nella voce.

Mugugnai qualcosa che assomigliava vagamente a un sì. Era strano, per noi, i perfetti opposti, ritrovarci in una stanza senza sentire il bisogno di scannarci a vicenda. Lei entrò silenziosamente e si posizionò di fronte allo specchio, con un fermacapelli di legno laccato di blu in bocca.

Velocemente, raccolse i suoi indomabili e meravigliosi boccoli di un colore simile a quello dell'oro rosso e li spinse a forza nel fermaglio, imprecando poco signorilmente diverse volte. Poi si voltò verso di me e la vidi arrossire violentemente, dato il mio petto nudo, per poi avvicinarsi con fare deciso a me.

La superavo (e la supero ancora) di tre centimetri, ma non glieli ho mai fatti pesare più di tanto.

-Lo sapevo...- sussurrò inviperita fissandomi la clavicola desta : come lei, infatti, avevo una voglia che rappresentava il suo esatto opposto, ovvero, un sole rosso sfumato d'oro. - Me l'aveva detto!- disse prima di bagnarsi le dita sotto il rubinetto.

-Cosa cavolo...?-

-Zitto. Guarda e impara.-

Mi mise le dita umide e gelate sulla voglia e percepii una stilettata di dolore indescrivibile. Mi contrassi e mugolai fino alla fine del contatto,

che avvenne pochi secondi dopo.

-Ora capisci perché non possiamo toccarci a vicenda.- esordì glaciale. - Mettiti a posto, adesso!- esclamò imbarazzata girandosi e andandosene via. Portava delle scarpe da ginnastica babbane nere, vecchie e sciupate, differenti dai soliti e scomodi mocassini di pelle o le (ancora più agnostiche) ballerine. Lo trovai strano: perché mai una Serpeverde portava delle scarpe rovinate e non curava il suo aspetto?

Riuscii finalmente a riabbottonarmi la camicia e, quando venne il momento della cravatta, cominciai ad imprecare come un gentleman inglese non avrebbe mai dovuto fare.

-Problemi?- chiese mentre inforcava di nuovo gli occhiali e slacciava i primi tre bottoni della camicia immacolata.

Scoraggiato, le mostrai la cravatta, credendo di non potere cadere più in basso di così. Lei sospirò e sollevò un angolo della bocca in una specie di sorriso.

-Da quando sei diventato così imbranato, Vigna? Ti manca l'aria piemontese?- esatto, io, Luna, un mio amico e una sua amica oltre che una ragazza di Tassorosso , siamo tutti italiani D.O.C. Arrossii senza ritegno a quell'esclamazione e lei dovette accorgersene, perché dopo poco disse :- Lascia stare, ti insegno io- e, con una pazienza che non credevo le appartenesse, mi istruì su come annodare perfettamente la cravatta, stringendomela lei attorno al collo. Le sue dita lunghe, affusolate e callose si muovevano come in preda ad una crisi epilettica e io ne ero totalmente ipnotizzato.

Quando ebbe finito, alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi, mentre un brivido la percorreva.

-Cosa c'è?- chiesi d'istinto

-Sarà meglio sbrigarsi, ha smesso di piovere e sento che qualcosa di brutto sta per accadere.- il suo volto era funereo.

Feci appena in tempo a prendere le mie cose prima che lei mi trascinasse fuori dagli spogliatoi per poi dirigerci verso il castello.

Aveva ragione: quel giorno, il nostro centenario e stimatissimo preside, il Professor Albus Percival Wulfric Brian Silente, morì per una Maledizione Senza Perdono che l'aveva scaraventato giù dalla Torre.

Da quel giorno, nessuno di noi fu più lo stesso e io cambiai irrimediabilmente in peggio.





Angolino Dell'Autrice Matta Che E' Perennemente In Ritardo



Ehm... ciao... SCUSATEMI IO VOLEVO AGGIORNARE, SOLO CHE CALLIOPE NON SI DEGNAVA DI AIUTARMI!! Mi dispiace davvero tantissimissimo, ma fra le interrogazioni di greco/latino e le verifiche di latino (tutte andate bene ^-^) non ho avuto molto tempo per mettere questo capitolo. Spero di essermi fatta perdonare data la lunghezza del chappy e ...è morto Silente!!! T-T Comunque, i nostri due paladini si ritrovano nella stessa stanza senza scannarsi... ottimo, direi!

Lo so, ci sono molte lacune e misteri, ma non preoccupatevi, li ho messi apposta per invogliarvi la leggere!! (Ma chi vuoi che legga, Soph, fa schifio... -.-” Zitta gemella malvagia!!)

In ogni caso, mi dileguo e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno messo questo sclero fangirliano fra le preferite e le ricordate e chi mi ha messo fra gli autori preferiti. Vi ringrazio anche delle bellissime recensioni e vi avviso che non pubblicherò il prossimo capitolo se non otterrò più di quattro recensioni.

Detto ciò, buona vita a tutti.

Bacioni

Sophie

   
 
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