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Autore: crossroads    31/10/2014    3 recensioni
Ricominciare da capo.
Callie e Arizona non hanno fatto altro che raccogliere i cocci di un amore in frantumi,ottenendo solo un amore fatto di crepe pronte a rompersi ad ogni soffio di vento.
Riusciranno a ritrovarsi allontanandosi?
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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Capita che a volte ci si sente confusi,ci si pongono domande,si cercano risposte,ci si sente bloccati,fermi,inetti...si cerca qualcosa che non sappiamo cosa sia,ci si sente  progionieri di se stessi,bisogna perdersi e ritrovarsi,da soli,e magari in due.

 
“Come procede la separazione?”
 
Le parole di Meredith,un pugno nel petto,potevo sentire il sangue bloccarsi nelle vene,un dolore forte,deciso
.
Da quando ci eravamo allontanate non avevo ancora fatto chiarezza su ciò che stava accadendo,
mi ero goduta l’inebriante profumo di libertà,quello che senti quando al mattino ti alzi all’alba,esci e il freddo ti rinfresca i pensieri,il sole ti riscalda le paure e le giornate ti sembrano da riempire solo di cose positive.
Subito dopo la rottura mi sono trasferita in un piccolo appartamento a pochi isolati dalla casa che avevamo appena comprato,avevo deciso io di andarmene,e per questo motivo non potevo cacciar fuori Arizona,ne destabilizzare Sofia.

“Amore,la mamma per un po’ di tempo abiterà in un'altra casa,ma è qui vicino… verrò tutte le sere a raccontarti la tua favola preferita,ok?
Non cambierà niente,la mamma dormirà solo per un po’ di tempo in un’altra casa…”


“Perché mamma?”

Il viso di Sofia si oscurò,ed io mi sentii morire lentamente,mai avrei voluto che i nostri problemi ricadessero sulla mia bambina..
trattenni il groppo in gola e cercai di articolare un discorso per dare un senso a ciò che stavo per  per fare

“Vedi tesoro…a volte due mamme,o una mamma e un papà,hanno bisogno di stare un po’ da sole…
come quando all’asilo giochi tutto il giorno con Zola..qualche volta poi desideri giocare con i tuoi peluches da sola..giusto?”

“Si mamma…!”


“Ecco..ora le tue mamme hanno bisogno di stare un po’ sole”

“Vuoi ancora bene a mamma Arizona?”


“Certo che le voglio bene amore..!Le voglio tantissimo bene,ma giusto che voglia un po’ di bene anche a me stessa”

Sofia mi abbracciò istintivamente con le sue braccine minute e paffutelle, aveva capito già tutto,credo.

Le misi la sua sciarpa e il suo cappello preferito,e per non farle sentire improvvisamente il distacco andai con lei in ospedale per prendere Arizona,
che quel giorno aveva il turno di sera.

Nonostante il freddo ci sedemmo sulle panchine fuori dall’ospedale,e aspettammo insieme che Arizona uscisse.

Non appena Sofia intravide la sua mamma scappo via dalle mie gambe per rincorrerla

“Mamma”
“La mia scimmietta!!!Che sorpresa bellissima…amore mio,fatti abbracciare”


Se la stritolò tutta,Sofia era buffissima,imbottita com’era,mentre correva somigliava più ad un pupazzo di neve che ad una bambina.
Le osservai da lontano,con un po’ di malinconia,come se tutto ciò già non mi appartenesse più.
Potevamo essere proprio una bella famiglia,se qualcosa non fosse andato storto.

Arizona si perse così tanto nell’abbraccio di Sofia che forse nemmeno si chiese come ci fosse arrivata li da sola,
fin quando non mi vide,

“Oh…ehi Calliope”

Era piacevolmente sorpresa,riconoscevo le sue espressioni,riuscivo a leggerle tutto in faccia..dal modo in cui contraeva il naso o storceva la bocca,da come corrugava le sopracciglia a come sorrideva..ogni movimento per me aveva il suo significato.

E quel suo sorriso accennato,la sua fronte lievemente corrugata mi dicevano che quella sorpresa le aveva fatto piacere,ma soprattutto l’aveva stupita.

“Ho pensato che potevamo portarla a cena al fast food”

Sofia cominciò a correre e saltellare davanti a noi,anticipandoci la strada verso l’auto,adorava i fast food,ma ovviamente la portavamo molto poco,con una pediatra in casa poi…

“Si!Mi sembra un ottima idea”

Nei suoi occhi leggevo tanto entusiasmo,sembrava serena e felice di avermi li,mente io dentro stavo morendo perché avevo paura di crearle false aspettative .
Durante la cena notavo che Arizona mi lanciava occhiate,occhiate complici,innamorate,mi cercava,voleva un contatto con me,mentre io ad ogni suo sguardo mi concentravo su altro…sulle mani sporche di Sofia,sul panino,o semplicemente mi limitavo a guardare la gente ad altri tavoli.

Mi sentivo fuori posto e non vedevo l’ora di tornarmene a casa.

Lei..la  mia fidanzata,che era diventata mia moglie,lei che non aveva accettato mia figlia,ma era stata da subito sua mamma…lei che mi conosceva,mi capiva,lei che fare l’amore significava fondersi e non riconoscersi più,diventare un’unica persona,sentirti unite..una sola cosa..ora non sapevo più chi era.

La sentivo lontana,distante,estranea,le sue mani ,la sua bocca,il suo corpo..non sentivo niente più mio.

Avevo trattenuto troppe parole dentro,non riuscivo più a condividere niente con lei.

Ed era così strano…fino a poco tempo prima eravamo ancora noi,ora…non riuscivo nemmeno a parlarle,a guardarla negli occhi,a confidarmi con lei,ad avere un contatto,al punto che quando le nostre mani si incrociarono a tavola,per caso,scattai e rabbrividii tirandomi indietro.

“Scusami,non volevo..."
Disse Arizona con voce bassa e incerta,la bloccai quando inutì che stava cercando di farfugliare qualche altra cosa

“Non è successo niente”

Non riuscivo ad essere più me stessa,sentivo il bisogno di scappare,non riuscivo a stare con lei,non volevo stare con lei,perché stare ancora con lei significava dover mandare giù troppe cose.

Non mi era mai capitato prima.
Un po’ mi odiavo,un po’ non mi capivo.

Finita la cena tornammo a casa,Sofia si era  addormentata nel sedile posteriore,così decidemmo che era meglio lasciarla dormire  a casa di Arizona,dove ovviamente aveva tutte le sue cose,i suoi giochi…svegliarsi in un'altra casa avrebbe potuto destabilizzarla un po’ “
Arrivate a casa lasciai che Arizona si avviasse verso l’entrata,mentre io presi in braccio Sofia facendo attenzione a non svegliarla,la portai in camera e piano piano le sfilai i vestiti per metterle il pigiama,le rimboccai le coperte e stetti sulla porta in silenzio a guardarla per un po’…l’indomani avrei sentito la mancanza del suo buongiorno.

“Sogni d’oro piccolina”

Quando feci per chiudere la porta della cameretta di Sofia mi accorsi che Arizona era  fuori dalla nostra camera che mi guardava,la guardai per un attimo,con un sorriso malinconico 

“Buona notte anche a te…”

“Callie..”

Prese fiato come a voler dire qualcosa 

Mi voltai senza dire niente,non volevo essere complice delle sue parole..

 Ci ripensò,non disse niente,forse mi conosceva bene anche lei e aveva capito che non mi andava di ascoltarla

“Notte anche a te”

Me ne andai,lasciai l’auto parcheggiata nel retro del nostro giardino e mi incamminai a piedi verso il mio nuovo appartamento,avevo bisogno di prendere un po’ d’aria,di camminare,di stare da sola…

Mi sentivo inadeguata qualsiasi cosa facessi,e nessuno poteva capirmi,perché io nemmeno ci riuscivo.

Respiravo l’aria gelida della notte a grandi boccate,con i pugni stretti dal freddo nelle maniche del giubotto.

Non volevo stare sola,non volevo stare con lei,non volevo stare a lavoro ne con gli amici,volevo solo stare bene.

Una volta a casa,dopo la doccia, mi misi subito a letto,puntai la sveglia e provai a dormire.

Lo schermo del telefono si illuminò

“Non so perché ti scrivo,buona notte”
  
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