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Autore: SkyDream    31/10/2014    8 recensioni
[Continuo della storia "Dolce notte, Kazuha"]
[Dal testo]
senti un peso sul tuo petto, all’altezza del cuore: lei è lì, dorme serena e con il volto angelico, tiene le mani davanti al viso per pararsi dal sole e cerca di farsi più piccola possibile senza distogliere il viso dal tuo corpo.
La tieni molto volentieri lì, sembra così piccola e indifesa da farti intenerire,
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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Buongiorno, piccola
 
Ma lei fu più veloce e scivolò tra le sue braccia tornando a dormire serenamente cullata dal suo battito.
Lo amava, e lui amava lei, e quella non sarebbe stata l’unica dolce notte della loro vita insieme.



Al mattino ti risvegli lentamente, le tue palpebre sbattono un paio di volte prima di assimilare perfettamente il luogo attorno a te. Prendi un bel respiro ma senti un peso sul tuo petto, all’altezza del cuore: lei è lì, dorme serena e con il volto angelico, tiene le mani davanti al viso per pararsi dal sole e cerca di farsi più piccola possibile senza distogliere il viso dal tuo corpo.
La tieni molto volentieri lì, sembra così piccola e indifesa da farti intenerire, le scompigli il ciuffo e metti una mano sulla sua schiena e una sulla sua fronte per sentirla vicino a te più di quanto non lo sia già.
Lei si muove leggermente, e poi torna a stringersi a te come prima, e puoi solo riempirti la testa di infinite domande su di te, su di lei e soprattutto su di voi.
Cosa succede? La sera prima eri inebriato dal desiderio di baciarla e di adorare la sua pelle sfiorandola con le labbra, lei aveva sussurrato il tuo  nome e si era aggrappata dolcemente alla tua schiena senza reprime un brivido che, però, non l’aveva svegliata; lì era uscito fuori tutto il tuo senso di protezione –e forse un po’ di possessione- nei suoi confronti e non ci hai capito più nulla.
Cosa provi per lei, Heiji? Cosa ti ha spinto a respirare così vicino a lei e a farci l’amore con i sensi?
Sì, perché il suo calore ti aveva inebriato il tatto.
Il suo profumo di millefiori ti ha stordito… l’olfatto.
Il suo respiro dolce aveva rilassato la tua mente…l’udito.
Le sue labbra dolci avevano sconvolto il tuo senso del gusto.
E poi, la sua pelle chiara e la sua posizione indifesa, ti aveva quasi appannato la vista dall’emozione. Continui a domandarti perché ti sei comportato così, perché? Datti una risposta, e che sia finalmente quella vera…Hattori.
Risponditi, non bendarti gli occhi con la paura. Ammettilo…
La ami.

Lei apre gli occhi e mugola a labbra chiuse, porta una mano alle palpebre e le strofina un po’ prima di prendere la tua mano e spostarla dalla sua fronte. Alza il volto verso di te, ha la stampa di una piega della tua maglietta su una guancia, i capelli spettinati e le iridi arrossate e lucide di sonno. Così diverse dalle tue, azzurre come il mare e letteralmente perse in un oceano di domande che ti stanno facendo impazzire.
“Cosa è successo, Heiji?” Ti chiede con voce impastata tipica della mattina, tu non rispondi e ti limiti a spostarla dolcemente sul materasso freddo e ad alzarti per cambiarti, la sveglia segna le sette in punto.
“Sentivi freddo”- cominci a dirle- “Ti sarai avvicinata troppo per scaldarti, mi sono svegliato così stamattina…” Apri la valigia e prendi l’occorrente per una doccia calda, giusto per rilassarti ancora un po’ in vista del lungo viaggio di ritorno.
“Mi dispiace…potevi spostarmi, non era la mia parte del letto…veramente.” La guardi e ti avvicini a lei sorridendo ironico.
“Sì, così ti svegliavi di malumore e mi toccava sopportarti per tutta la giornata.”Dici, e lei ti risponde con la lingua di fuori mentre scende dal letto e si lega la coda con il fiocco rosso del giorno prima.
Ti avvii verso il bagno ma ti fermi quando capisci che si sta legando i capelli, ti volti a vederli per un‘ ultima volta sciolti… quando sarà la prossima? Lei ti guarda e i vostri sguardi si incrociano, torni sui tuoi passi silenziosamente e chiudi la porta del bagno con la speranza di riordinare le idee.
Vuoi tornare indietro nel tempo, vero?
“No, è stato un errore…” Dici a te stesso.
Vuoi un’altra notte al suo fianco, con lei tra le braccia e i suoi profumi inebrianti?
“No, non la voglio un’altra notte così…è stato un errore, accidenti..” Ma il tuo pensiero assume una nota contrastante al pensiero. Apri i rubinetti dell’acqua calda ma prima di toglierti il pigiama ti guardi allo specchio, pensi che le tue mani l’hanno toccata per una notte intera.
Che le tue braccia l’hanno scaldata dal freddo, che i tuoi baci l’hanno rasserenata e che il mal di testa sembrava passato.
Cosa aspetti imbecille? Che qualcuno te la rubi e se la porti via da te per sempre? Esci da questa dannata porta e vai a dirle tutto!
E veramente spalanchi l’uscio, stringi gli occhi in un moto improvviso di coraggio e vai a urlarle che lei è la cosa più importante che esista… ma quando li riapri trovi davanti a te una scena che non dimenticherai mai, che rimarrà in eterno nella memoria: è alzata a pochi metri da te, senza maglietta e ti da la schiena –non si accorge della tua presenza- ha indosso un paio di jeans scuri e tra le mani due magliette scure che non riesce a scegliere…poi noti la sua biancheria rossa, leggermente velata e scruti ogni angolo della sua schiena perfetta e nivea a eccezione di una cicatrice che  conosci fin troppo bene.
Immediatamente dovresti tornare indietro, invece la tua mente –bastarda- ti ricorda la morbidezza delle sue guance e ti rende regista e spettatore del film più sconcertante e splendido della tua vita…la mente comincia a vagare…
Sfiori la sua schiena, sfiori la biancheria scarlatta per tutta la sua lunghezza e avvicini le tue labbra al suo collo, lo baci e lei sussulta ma non si scosta, non reclama. Si abbandona totalmente e tu la prendi in braccio e la fai sdraiare sul materasso sotto di te, mentre i vostri occhi luccicano e i suoi capelli si sciolgono sparpagliandosi per tutto il cuscino dove avete dormito insieme…dove hai assaporato  le sue labbra per la prima e splendida volta.
“HEIJI!Che ci fai qui!” Lei arrossisce fino a divenire fosforescente, si mette la giacca rossa e alza la lampo in un colpo solo mentre tu sei costretto a sederti un momento su una sedia per prendere fiato, quel film ti ha scombussolato più di quanto già non lo fossi prima. Sei completamente fuori gioco e come se non bastasse il suo profumo continua a sentirsi per la stanza e ti fa andare in tilt.
“Ma sei un maniaco?” Alzi lo sguardo con fare interrogativo e prima che tu possa reclamare ti ritrovi cinque dita in piena viso.
“Ma sei scema? Ti pare che sono un maniaco che ti guarda mentre ti cambi?”
“L’hai appena fatto! Non me lo aspettavo da te!”
“Sei tu che ti sei cambiata in camera, potevo uscire da un momento all’altro, dovevi aspettare che finissi di fare la doccia!” Reclami mentre nascondi il fiatone cercando qualcosa dentro la valigia.
“Avevi l’acqua aperta! Pensavo fossi sotto la doccia!” Urla lei allacciando la scarpa rossa e facendo per uscire.
“Dovevo prendere il bagnoschiuma!” Reclami ancora uscendo una bottiglietta arancione dalla borsa.
“Idiota!” Ti risponde sbattendo la porta e facendoti leggermente trasalire, questo film non lo dimenticherai mai…proprio come la sua pelle candida.
“Accidenti a te, Kazuha!” Urli in pieno dialetto del Kansai mentre ti rendi conto che lei è la causa principale della tua confusione mentale. Entri nuovamente in bagno e solo allora noti che tra le mani hai una bottiglietta di succo d’arancia…sì, Heiji, sei proprio un idiota.


Il vagone non è particolarmente pieno nonostante l’orario, vi sedete uno di fronte all’altra e lei esce un libro pronta a passare almeno due ore di treno in pieno silenzio. E solo allora ti ricordi di una cosa che quel moscerino di Shinichi –attualmente Conan- ti aveva rivelato…
“Ricorda, spesso durante la notte apriamo gli occhi e ciò che vediamo, al mattino, lo ricordiamo come sogno.”
“Kazuha…” Lei alza lo sguardo dal libro a te e ti guarda interrogativa. “Hai sognato questa notte?” Lei ti fissa con uno sguardo che dice ‘che razza di domanda è?’ ma poi annuisce e torna alle sue pagine ingiallite.
“E cosa hai sognato?” Stavolta arrossisce, non è capace di mentirti e apre e chiude più volte le labbra pentendosi ogni volta di proferire parola.
“Hai sognato un abbraccio?” –annuisce alzando il libro sul volto per nascondersi. “Hai sognato che qualcuno che conosci bene ti teneva molto vicino…che ti sfiorava?” Tenti in ogni modo di bloccare il nervosismo ma stranamente ti sta dando la carica per dirle una buona volta ciò che provi. Lei annuisce, lo noti dal movimento della sua coda che oscilla leggermente.
“Tutto ciò che hai sognato…è accaduto realmente, Kazuha.” Il treno continua veloce, il libro cade a terra con un tonfo andando avanti di un paio di capitoli rovinati dal tempo, le sue labbra sono schiuse e gli occhi sgranati in un’espressione tra lo sconvolto e il sorpreso.
“Quindi…tu mi hai anche…” Si sfiora le labbra con le dita tremolanti, scende fino alla gola e alla clavicola segnando con sconvolgente perfezione il percorso fatto dalle tue labbra scure.
“Mi dispiace, non avrei dovuto lo so…ma avevi freddo e la mia intenzione principale era scaldarti ma poi tu e il tuo dannato profumo mi avete fatto partire il cervello e, la cosa più sconvolgente Kazuha…” Dici tutto di botto, lo tiri fuori come se stessi confessando il segreto più brutto e bello della tua vita… “e che non me ne sono pentito e che se tornassi indietro sbaglierei nuovamente e nuovamente ancora e così all’infinito…accidenti!” Ti maledici per come l’hai detto. Ma forse è meglio così.
Vai per dirle altro, probabilmente altre scuse, ma qualcosa blocca e serra le tue labbra…qualcosa di morbido e caldo, seducente e unico al mondo. Dove lo hai sentito? Ah, giusto, è quel gusto dolcissimo che ti ha conciliato il sonno questa notte…il sapore inconfondibile delle sue labbra. La tiri sulle tue ginocchia e la stringi a te come se non si potesse fare altro in quel momento.
“Ehi…” Le sussurri quando lei si allontana a prendere fiato e affonda gli occhi verso il basso e fissa il libro caduto poco distante.
“Sì…”
“Buongiorno, piccola…”

 

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