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Autore: GeorgiaRose_    31/10/2014    5 recensioni
Salve a tutti! Sono Martina Stoessel e ho 17 anni. In questo momento sono in aeroporto con mio padre… Ci stiamo trasferendo per l’ennesima volta a causa del suo dannato lavoro: il commercialista. Il mio rapporto con lui non è dei migliori, infatti litighiamo in continuazione, che sia per un motivo o per un altro.
Purtroppo mia madre è morta quando io avevo solo 4 anni, ed è stato da quel momento che mio padre è totalmente cambiato.
Questa volta andremo a vivere a Buenos Aires, mi ha sempre affascinato quella città e non vedo l’ora di vederla, sperando di incontrare persone simpatiche.
Sono al terzo anno di superiori e la mia nuova scuola si chiama “Istituto Baldracchieri”.
Bene! Questa è la mia vita e questa sono io!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi ho deciso di mettere all'inizio l'angolo autrice e questo perché voglio che siate solo voi a commentare questo capitolo, io non lo voglio fare ahah E il perché lo scoprirete solo alla fine. Vi dico solo che è molto Jortinosoooo aaaw Buona lettura.
Smack Smack.



Martina è ormai da due ore chiusa nella sua stanza. Le sue cinque “care” amiche l’hanno letteralmente scaricata lì dentro, chiudendo poi la porta a chiave. Sarebbe un normale Sabato, ma sente agitazione oltre alla porta, e anche qualche voce maschile, ma cerca di non farci caso.
Guarda l’orario: è appena passata la terza ora. Tre ore chiuse lì dentro. Sono le 21:00 ormai. Ma che staranno combinando lì fuori quelle cinque psicopatiche aiutate da “qualcuno”?
Si alza velocemente dal letto sul quale ha passato le ultime tre ore, si avvicina alla porta e inizia a bussare.
-Ragazze ma si può sapere che state combinando?- Chiede.
-Ehm, Tini… Solo altri due minuti, davvero…- Sente la voce di Lodo attraverso la porta.
-Ma che state facendo?
-Lo vedrai tra poco!- Urla un’eccitata Cande.
Passano ancora diversi minuti, quando Martina sente due giri nella serratura. La porta si apre e da dietro spuntano le sue cinque amiche che si affrettano a richiudere la porta alle loro spalle, prima che Martina possa vedere oltre.
-Ragazze, si può sapere che avete combinato? Ho passato tre ore qui dentro…
-Sì, Tini, e ti chiediamo scusa per questo. Ma, adesso, tu ci devi promettere una cosa. Ce la prometti?- Chiede Cande.
-Ma se non mi ha neanche detto cosa…
-Adesso noi ce ne andiamo- Inizia a spiegare Lucia. –Appena sentirai la porta di casa sbattere, potrai uscire… Anche se ti sembrerà strano fai tutto quello che c’è scritto, ti prego!
-“Tutto quello che c’è scritto”? Ma di che parlate?- Chiede una confusa Tini.
-Lo vedrai, ma tu ce lo prometti?- Chiede Mechi.
Tini sospira.
-Va bene, ve lo prometto.- Si rassegna lei.
-Perfetto! Ciao Tini!- La bacia sulla guancia Alba, seguita dalle altre quattro.
-Ah, e divertitevi!- Urla Lucia prima di uscire dalla camera.
-“Divertitevi”? Ma cosa…?- Tini non potrebbe essere più confusa.
Dopo circa trenta secondi sente la porta di casa sbattere. Le sue amiche se ne sono andate. Può uscire.
Si avvicina la porta e abbassa lentamente la maniglia per poi uscire. Vicino alla scalinata, trova un portacandele alto e, attaccato al corrimano, c’è un biglietto. Si avvicina immediatamente, per poi leggerlo.
“Se vuoi sapere dove andare
Alla fine della scala dovrai arrivare”
Cosa? Ok, è strano, e non poco.
Scende in fretta le scale, per poi trovare un altro biglietto sulla fine del corrimano.
“Indovina Indovinello:
Come si chiama il tuo ragazzo, quello bello?”
Ehm, ok… Possibile che si tratti di Jorge?
A pochi metri di distanza, vicino alla tenda, trova un altro biglietto.
“D’ora in poi sarà lui a parlare,
Ma, ci raccomando, non ti arrabbiare.
Oltre la porta dovrai andare,
per poi iniziare a camminare.”
Perfetto, deve uscire di casa. Fin qui ci è arrivata.
Prende il telefono, le sue chiavi e poi esce, di corsa.
Chiude la porta alle sue spalle e trova dei petali di rose rosse per terra.
Esce dal portone ed inizia a seguire quella scia e nota, vicino ad ogni albero del sentiero, circa dieci, un cuore di cartoncino rosso attaccato.
Si avvicina al primo albero e legge il biglietto.
“Ti chiedo scusa.” Dice semplicemente questo.
Si avvicina ad un altro albero.
“Ti chiedo scusa per non averti ascoltata.”
Poi..
“Ti chiedo scusa per non essermi fidato di te.”
“Ti chiedo scusa per averti aggredita.”
“Ti chiedo scusa per averti fatto soffrire.”
“Ti chiedo scusa perché ti amo.” È Jorge, niente più dubbi.
“Ti amo perché sei la persona più speciale che potessi incontrare.
Ti amo perché i tuoi abbracci mi fanno tremare le gambe.
Ti amo perché nei tuoi occhi potrei perdermi.
Ti amo perché sei unica al mondo.
Ti amo perché sei un sogno che si è realizzato.” Questo dice il settimo cuore rosso. Martina inizia ad avere gli occhi lucidi.
“Ti amo perché sei la persona che voglio al mio fianco per sempre.
Ti amo perché sai sempre come farmi sorridere.
Ti amo perché con te il tempo vola, e, senza te, sembra non passare mai.
Ti amo perché sono geloso da morire, ma allo stesso tempo mi fido di te in modo Assoluto.”
“Ti amo perché quando mi dici ti amo mi vengono gli occhi lucidi.
Ti amo perché non mi immagino senza te(e non voglio neanche provarci).”
“Ti amo perché sei tu.” Questo è quello che invece dice il penultimo cartoncino.
Martina si avvicina all’ultimo, sempre seguendo il percorso di petali di rose rosse.
“Se mi vuoi trovare, se mi vuoi perdonare, io ti sto aspettando. Nel luogo dove tutto è iniziato esattamente un mese fa.”
Buenos Aires, il centro. Il mare. Quel giorno dove Jorge le spiegò tutto, quel giorno tanto perfetto.
Deve arrivarci, deve farlo. È un obbligo.
Alza gli occhi e, guarda caso, c’è un taxi rosso. Ma da dove lo ha preso quello Jorge? Non importa… Si avvicina. Entra in auto e l’autista parte senza nemmeno ascoltare la destinazione.
Dopo circa venti o anche trenta minuti, il taxi si ferma e l’autista consegna un ennesimo biglietto a Tini.
“Ti amo.”
Martina legge queste due parole con il sorriso sulle labbra per poi mordersi il labbro inferiore. Sarà una bella serata.
Esce dal taxi e poggia i piedi su un tappeto di petali di rose rosse. Non può togliersi quel sorriso da ebete che le si è formato in faccia.
Si guarda intorno; non c’è nessuno, sembra quasi che Jorge abbia chiesto a tutti di stare a casa per non disturbare.
Continua a seguire il sentiero, anche se sa la strada a memoria.
Entra in spiaggia ed inizia a camminare sulla sabbia umida. Ad un certo punto si sente toccare la spalla; si volta e in men che non si dica si sente abbracciare da due forti braccia. Il suo odore. Quanto le è mancato?
Ricambia immediatamente l’abbraccio, che si scioglie poco dopo.
-Non posso credere che tu sia qui, davvero. Dopo quello che ti ho fatto passare, non so… Ti chiedo scusa...- La ragazza lo interrompe.
-Ti ho già perdonato, Jorge.- Soffia ad un millimetro dalle sue labbra.
Martina lo bacia. Quanto gli sono mancate quelle labbra?
Jorge ha passato tutta la mezza mattinata libera e il pomeriggio a prepararle una magnifica sorpresa qui al mare, ma ancora non è il momento di mostrargliela, mentre gli altri ragazzi si sono dedicati a sistemare la casa e i biglietti sugli alberi.
-Non lasciarmi più, Jorge!- Gli dice riabbracciandolo.
-Mai più, Amore, mai più.
Si prendono per mano per poi incamminarsi.
-Non me lo sarei mai aspettata!- Ammette lei -Quei bigliettini sono veramente bellissimi, Jorge.
-Se non fosse troppo banale, direi “Mai quanto te”, ma mi contengo.- Ride lui. –E comunque le sorprese non sono ancora finite.- Riprende.
-No?
-Assolutamente no! Vieni con me!- Dice iniziando a correre.
Corrono per forse dieci o venti minuti, ma Martina non se ne accorge, troppo occupata ad osservare il sorriso e gli occhi del suo perfetto ragazzo illuminati dalla Luna.
-Eccoci qui!- Dice indicando una casa.
-Che cos’è?
-Non vedi? È una casa. Fino a domani mattina è tutta nostra!- Dice lui, facendo arrossire Tini.
-Hai affittato una casa sulla spiaggia? Tu sei pazzo.
-Sì, hai ragione! Sono pazzo di te!- Le dice prima di prenderla per la vita e farla girare, per poi ribaciarla.
-Andiamo?
Lei annuisce.
La casa è a due piani. Al piano di sotto c’è il bagno, con una cucina ed un soggiorno illuminati da una luce soffusa rossa, che rende tutto molto romantico.
Mentre al piano di sopra c’è una camera da letto, un secondo bagno ed un terrazzino.
Quando entrano, Tini sente un profumo.
-Cos’è quest’odore?- Chiede, appunto.
Jorge sorride per poi allontanarsi. Lei lo segue. Appena entrano in cucina, la bocca della ragazza assume una perfetta forma di “O” per lo stupore.
-Wow, Jorge! Hai davvero fatto tutto questo?
Una tavola, due sedie, lume di candela.
-Questo ed altro per te!- Dice avvicinandosi al tavolo. Prende una sedia per poi allontanarla dal tavolo e permettere a Tini di sedersi.
-Che gentiluomo!- Dice, facendo sorridere il suo ragazzo.
-Buonasera signori! Questo è il vostro Menù!- Facundo entra in sala, vestito da perfetto cameriere.
-Facu?
-Sì, signorina?
-Ma sei tu?- Chiede, toccandogli gli strani baffi appiccicati proprio sotto al naso, ridendo anche leggermente.
-Certo che sì! E non mi tocchi i baffi!
Martina apre il Menù: solo due portate… Non può far altro che ordinarle.
Facundo si ritira, portando con sé anche i due Menù.
-Potevate anche evitare il Menù: ci sono solo due portate più il dolce!- Ride Tini.
-Abbiamo voluto essere professionali!- Esclama, facendo ridere la ragazza.
-Sei bellissima quando sorridi.
La ragazza abbassa il capo, arrossendo per l’ennesima volta.
-E lo sei ancora di più quando arrossisci.- Afferma, prendendole le mani al di sopra del tavolo. –Ti amo.
-Ti amo.- Risponde lei.
Questa volta ad entrare in sala è Xabi, anche lui vestito da perfetto cameriere, ma in più ha un cappello da aiuto-cuoco in testa.
-Ecco a voi, signori. Il cuoco spera che vi possa piacere!- Afferma prima di dileguarsi.
-Si può sapere chi è il cuoco?- Ride Tini.
-Lo vedrai.- Risponde prima di iniziare a mangiare.

***

Quando anche il dolce finisce nello stomaco dei due ragazzi, la tavola viene sparecchiata e tutto lo ‘staff’ esce dalla cucina.
Ruggero ha un cappello da cuoco in testa, mentre Facu è vestito da cameriere, infine Xabi, Samuel e Josh sono dei perfetti aiuto-cuochi.
-Speriamo che la cena sia stata gradita. Arrivederci, signori.- Saluta Ruggero, prima di andarsene seguito dagli altri.
-Ma che cosa avete escogitato?- Dice Tini  ridendo.
-Chiudi gli occhi.- Sussurra, ignorando la sua domanda.
-Cosa?
-Chiudi gli occhi.- Ripete e lei esegue gli ordini.
Jorge si alza lentamente per poi avvicinarsi a Tini, e accasciarsi dietro di lei, le sposta i capelli sulla spalla e prende dalla giacca un piccolo contenitore ricoperto di camoscio dal quale prende una collana che attacca poi al collo di Tini.
-Ti piace?
Una splendida collana d’argento. Il ciondolo è un infinito con la scritta “Ti amo” in basso a sinistra.
Tini si volta immediatamente per poi abbracciare il fidanzato.
-Ti amo tanto, Jorge.
-Anche io Tini, anche io.- Sorride lui.
-È davvero bellissima, ma io non ho nessun regalo per te…- Si mortifica lei.
-Ehi, il mio regalo sei tu.- Afferma, facendole ritornare immediatamente il sorriso.
-Non lasciarmi più Jorge.- Afferma, invece, lei, dopo averlo riabbracciato.
-Te l’ho già detto Tini: mai più.- Le dice, accarezzandole la testa.
-Andiamo di sopra?- Le chiede.
-Di sopra?
-Sì… C’è una sorpresa!- Esclama.
-Un’altra sorpresa?
-Certo, vieni!
La conduce al piano di sopra per poi uscire sul terrazzino poco dopo di lei.
-Jorge, mai qui è tutto buio!
-Aspetta!- Jorge si avvicina al davanzale, dal quale prende una busta trasparente con all’interno un qualcosa di bianco. La caccia fuori e Tini si rende conto che è una di quelle lanterne cinesi.
-Che ci scriviamo?- Chiede Jorge con un pennarello nero nella mano destra.
-Dai a me!- Esclama la ragazza prendendo il pennarello.
Disegna un cuore con una freccia e dentro ci scrive i loro nomi, e poi, fuori dal cuore, scrive ‘Per sempre’.
-Ti piace?- Chiede lei, sorridendo.
-Sì! Ma manca una cosa!- Le dice riprendendosi il pennarello.
-Cosa?
Jorge in basso a destra scrive “Un saluto a Maria!”, un gesto molto dolce da parte sua, come se la lanterna potesse raggiungerla lì in cielo e salutarla.
Martina lo abbraccia.
-Sì, adesso è proprio perfetta.- Afferma lui.
-Tu sei perfetto, Jorge.
-Non stai parlando con te stessa, Tini.- Scherza lui.
-Ma io non sono perfetta: quando sono sovrappensiero o nervosa, dimentico completamente le buone maniere, a volte mangio come un maiale, non sono per niente una figlia modello, e a volte posso essere egoista ed anche testarda, quindi non puoi dire che sono perfetta!- Esclama.
-Ehi, amore, tu sei perfetta così come sei. Altrimenti non ti amerei, no?- Le chiede dolcemente, facendole arrossire. Jorge sa che Tini arrossisce solo in via eccezionale, e quel piccolo gesto lo fa sempre emozionare.
Prende l’accendino rosso dalla tasca posteriore dei jeans e, dopo vari tentativi, riescono a far volare la lanterna.
Tini poggia la testa sulla spalla sinistra del suo fidanzato, mentre quest’ultimo le cinge la vita.
-È bellissima.- Sorride.
-Come ho già detto, direi volentieri che sei tu quella bellissima qui…- Tini lo interrompe.
-Ma smettila…
-Vorresti dire che non è vero? No, perché se è così hai bisogno di un oculista, la cosa è grave!- Ribatte serio.
-Scherzi.- Afferma lei, ridacchiando.
-Assolutamente.- Si avvicina, forse fin troppo. –Sei stupenda.- Dice, per poi baciarla con foga. Questo bacio è diverso dagli altri: è dolce, ma allo stesso tempo passionale, è carico d’amore, ma allo stesso tempo è ‘veloce’.
-Jorge…- Si ferma d’un tratto lei.
-Sì?
-Voglio essere tua.
-Cosa? Tu, dici…
-Fammi tua.
-Ma sei sicura?- Chiede lui, già al settimo cielo, ma se lei risponderà di no a questa domanda, sicuramente non la forzerà.
-Sì, Jorge sì!
La ribacia e in un battito di ciglia si ritrovano in camera da letto.
Per il momento è Jorge a dominare la situazione, ritrovandosi sopra di lei e alternando baci tra labbra e collo, il suo punto debole. Lui si leva in un millesimo di secondo la giacca nera, rimanendo in camicia aderente. -Ammetto che avrei preferito la togliessi prima la giacca.- Gli sussurra lei, facendolo avvampare leggermente. –Stoessel, bastava chiedere.- Le risponde per poi toglierle il maglioncino di lana. -Hai freddo?- Le chiede. -No…- Lui riprende a baciarla, accarezzandole allo stesso tempo i fianchi, mentre lei prende a sbottonargli la camicia. Quando finalmente gli stacca l’ultimo bottone, lui se la sfila alla velocità della luce, ma comunque non lasciando andare le labbra di lei. Martina inizia ad accarezzargli i pettorali, tracciandogli i punti più marcati, proprio come ha fatto la scorsa volta, solo che oggi andranno molto più oltre. -Tini, se non ti senti pronta puoi ancora dirlo. Per ora posso ancora trattenermi, ma non credo di poterlo più fare tra un po’.- Le confessa, staccandosi dalle sue labbra. Martina ribalta la situazione mettendosi a cavalcioni su di lui e prende a baciagli il collo e poi le labbra. –Ti basta come risposta?- Gli sussurra all’orecchio, con voce sensuale. –Ecco, adesso non posso più trattenermi.- Dice lui, prima di ribaltare ancora la situazione. Con un gesto veloce le toglie i pantaloni, senza neanche sbottonarglieli, troppo impegnato ad osservare il suo perfetto corpo, ancora troppo coperto per i suoi gusti. Riprende a baciarla. È lui a dominare il gioco. In pochissimo tempo le sue mani passano dai fianchi della ragazza alla sua schiena e in circa dieci secondi riesce a sganciarle il reggiseno che butta poi in chissà quale parte della stanza. Lei, d’istinto, si copre mai Jorge le sussurra all’orecchio –Non devi vergognarti, sei stupenda.- Martina sorride e lui, per non farla sentire troppo in imbarazzo, riprende a baciarla ma facendo cadere comunque l’occhio ogni tanto. È davvero bellissima. –Sei la cosa più bella che mi potesse capitare!- Queste e altre frasi le sussurra Jorge, per tutta la nottata. Quando finalmente vengono entrambi si accasciano l’uno accanto all’altro.
 –È stato stupendo, Jorge.- Gli dice, affannata.
-È stato amore, molto semplicemente.- Le dice poggiando la testa sotto il suo seno, mentre lei gli accarezza i capelli.
-Ti amo tanto, Jorge.- Gli sussurra per poi prendergli il volto tra le mani e portarlo all’altezza del suo. Lo bacia.
-Anche io, Martina.
Jorge l’abbraccia da dietro.
-Buon mesiversario, amore mio.

  
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