La luce della lampada da comodino illumina le candide pagine del libro appena acquistato.
Seijuro cerca di sistemare meglio gli occhiali cadenti sul naso e di riprendere la sua lettura. Impresa non propriamente facile, visto che il suo compagno si è appropriato di metà del suo corpo utilizzandolo come cuscino – molto comodo, a giudicare dalla sua espressione.
Kouki nemmeno ci faceva caso, a quel gesto. Semplicemente, di notte, si avviluppava al compagno e rimaneva lì fino al mattino. E a Seijuro non rimaneva altro che subire. Fino al suo risveglio.
Non se ne lamentava affatto, quando la presa di Furihata diventava tanto simile a quella di un boa constrictor e paralizzava metà delle sue membra.
Con dovuta calma Seijuro riprende la sua lettura, non prima di aver affettuosamente passato le dita tra le ciocche castane del compagno con la mano intrappolata. Kouki mugugna qualcosa, struscia la sua guancia contro il tessuto del suo pigiama e abbozza un lieve sorriso compiaciuto.
Agli occhi di Akashi non c’è cosa meno vulnerabile e più bella.
Con dovuta calma, allora, chiude il libro curandosi di lasciare un segno. Ormai è tardi, avrebbe ripreso la giornata successiva. Dopo essersi tolto anche gli occhiali e spento la luce, Seijuro si sdraia e avvolge le mani intorno alla vita del castano.
Questi sospira, quasi sollevato, e Akashi lo attira un poco a sé. Sorride, affondando il volto nei suoi capelli e chiudendo gli occhi.

« Buona notte anche a te, Kouki. »