La ballerina, l'amazzone, la schiappa ...
Ino
era sempre la più abile,
in quella stanza cosparsa di specchi. Ricordava perfettamente la voce
remota
della maestra, e le sue compagne, sedute in disparte.
Ricordava
come la musica le
perforasse i timpani, docile ma invisibile. La sua corsa leggera,
braccia in
seconda, piedi in quinta. E il tutto spariva. I passi? E chi se li
ricordava?
Lei danzava,e quando danzi i passi te li detta il cuore, la musica, il
ritmo
che ti scorre nelle vene.
Ricordava
il perfetto Arabesque, i pliet misurati. Il suo corpo diventava
meccanico, come se il
cervello non lo controllasse più. quando moriva la musica,
moriva il ritmo e la
sua danza si spegneva, i piedi in posizione di partenza, le braccia
sollevate e
perfettamente coordinate al resto del corpo, e un sorriso un
po’ troppo
orgoglioso che, magari, avrebbe fatto meglio ad evitare.
Tutti,
estasiati, battevano
la mani. L’insegnante e le compagne la lodavano con parole
adoranti e pacche
sulla schiena. Sembrava fosse nata per quello. Per lei danzare era una
magia
particolare, sollevarsi sulle punte, stendere le braccia, rilassare il
corpo.
La
sua vita era questo. Lei
era la bella Ino, quella dotata, quella che vinceva sempre. Lei partiva
dal
presupposto di vincere.
Forse
la colpa non era tutta
sua. Se magari gli altri l’avessero trattata come una comune
mortale, forse
avrebbe imparato a perdere.
Invece,
gia dopo la quarta
lezione, aveva guardato in faccia sua madre, e, con un sorriso a
trentadue
denti, aveva esclamato quelle parole che le avrebbero rovinato la vita:
-
Voglio fare la ballerina.-
***
Tenten
aveva sempre sognato
di avere un cavallo.
Il
suo primo impatto non fu
proprio positivo, quando da piccola, al circo, correva e sghignazzava
con i
suoi amici, e si era ritrovata
davanti
un’enorme stallone, candido, di pura razza spagnola.
L’aveva
squadrata quasi con
compassione, e lei poteva intravedere il suo sguardo profondo al di
sotto della
criniera lucida e arricciata. Si era scostata all’indietro,
facendo sbuffare il
cavallo, che la guardò scuotendo la criniera, infastidito, e
pestando rabbiosamente
lo zoccolo a terra.
Il
primo cavallo ha odiato
Tenten. E la cosa era reciproca. Cosa
ci
trovavano a spassarsela sopra a quei bestioni? E se
s’imbizzarrisse? E se
scartasse? È uno sport da incoscienti!
Poi
a suo fratello fu
regalata una cavalla. Fenech. E il ragazzo amava galoppare assieme a
lei per i
campi, poi iniziò ad allenarsi per le gare. Si
classificò tra i primi posti in
piccole gare di periferia, si classificò primo al Toscana
Tour. Spasimava per
il concorso a cui teneva di più, il Dodo. Ma non
poté mai parteciparvi.
Un
incidente in moto gli fu
fatale. Andò fuori strada in una calda notte di giugno.
Tenten rimase molto
scossa. Ogni volta che si avvicinava alla cavalla, sola nella stalla e
messa in
vendita dai suoi genitori, vendeva lo sguardo di suo fratello in lei.
Sembrava
volesse dirle
qualcosa. Quel qualcosa si realizzò una volta che Tenten le
fu saltata in
sella.
Era
come essere rinati.
Come
essere liberi …
***
Sakura
era la studentessa
modello. Colei che risolveva un’equazione in trenta secondi,
quella che aveva
un vocabolario di tutte le lingue stampato in mente, quella che
correggeva i
professori. Non aveva perciò molti amici. Lei era allo
stesso tempo la “secchiona”,
la “cocca del prof” e altri appellativi crudeli che
le sputavano addosso i suoi
compagni.
Lei
non ci vedeva nulla di
male, ad amare lo studio. Per questo, nella sua pagella ornata di 10,
spiccava
come un calcio nello stomaco il 5 a Educazione Fisica.
Quando
facevano l’arrampicata
su per la corda, le fragili mani della rosa, abituate a impugnare solo
libri,
non sostenevano il peso del corpo, e lei rovinava a terra. Quando
correva
sembrava una gallina che tenta di scappare in tutti i modi dalle
grinfie del
macellaio. Nel lancio del peso, quando non si dava il peso in testa o
su un
piede, faceva sì e no un metro e trenta (quando andava
d’incanto). Era un’autentica
schiappa.
Ma
non ci dava poi tutto
questo peso. Se avessero fatto una gara di velocità, o di
forza della mente,
lei sarebbe spiccata. La sua alleatissima mente le confermava il
soprannome di “fronte
spaziosa”, di alcune compagne crudeli.
A
volte passava davanti alla
fotografia di un salto compiuto in modo eccellente da un fantino e dal
suo
cavallo, oppure una ballerina, col suo tutù che la faceva
vagamente
assomigliare a un cigno, ma entrambi impeccabili e perfetti.
Lei
si avvicinava, e in
quelle foto sognava, e su quegli argomenti scriveva. Sulle sue due
passioni. Ma
non aveva mai veramente desiderato che fossero gli altri a scrivere di
lei …
Signori
e signore, grande
notizia! A causa di classico cattivo tempo invernale, la sottoscritta
si è
dovuta trovare uno sport alternativo all’equitazione (che
ricomincerà dalla
prossima primavera.). Ho optato, appositamente per voi, per danza
classica! No …
a dire il vero non l’ho fatto appositamente per voi, ma
vabbè … risultato? Ci
capisco qualcosa anche di danza, e potrò portare avanti
questa ff in modo
decente!
Itachina:
Se hai iniziato da
poco, è normale il dolore alle giunture! Lo so, è
terribile, ma poi, se
continuerai ad andarci con costanza e farai un po’ di
esercizi ginnici, vedrai
che passerà! Grazie mille!
Princess
of Sharingan: è
sasuke il montato!! E anche parecchio. Grazie comunque.
Dado
e Kikka: Grazie!
Mimi
18: … non lo so se poi
le farò incontrare … alla fine, forse
sì. Sakura poi, ne avrebbe bisogno.
Grazie molte per la recensione.
Recensite,
e al prossimo
chappy!
Baci.
Kyuubi