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Autore: ShairaKrane    01/11/2014    3 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Try as I might to keep it together
Why is recovery taking forever
Fool the whole world, just until I get better
I'm terrified I'll be faking forever
On and on I wonder what went wrong inside my head
I don't have to have the answers, but tonight I wish I did
All the pain I can't explain away won't fade
All the the secrets silenced by the shame
Don't make me say it


“Ironhide! E' davvero lui?”
Optimus ebbe uno scatto improvviso, in cui si alzò di colpo. Ringraziò che sopra la sua testa non ci fosse un tetto basso, altrimenti lo avrebbe sfondato.
Era incredulo.
Keira lo fissò e sbatté le palpebre. Era un po' confusa dal suo comportamento, non se lo sarebbe davvero aspettato da lui.
“Optimus, conosci il possessore di quella voce?”
Lei tra gli Autobot, aveva conosciuto solamente Ratchet. Era quindi normale che non sapesse chi fosse quel tale.
Il cybertroniano davanti a lei annuì.
“Era l'esperto in armi della mia squadra. Ora che risulta vivo però, si può dire che lo è ancora. -Accennò un sorriso. Esso velava una felicità repressa e la ragazza non era così distratta da non notarlo.- Ma Sentinel...lui lo aveva colpito. Una ferita mortale...come può essere che sia...”
Udì all'improvviso la voce di Alphatron interrompere la sua frase.
“Se permetti, sono qui io a fare le domande, Prime.
Dovresti calmarti, la tua freddezza se n'è andata tutto d'un tratto?”
Il leader degli Autobot s'immobilizzò all'istante. Pensò che se fosse stato umano, sarebbe di sicuro stato in imbarazzo.
Fortunatamente, nessuno dei suoi sottoposti, aveva notato il suo cambiamento improvviso di stato d'animo.
Keira ridacchiò e rispose lei al padre, per difendere anche il gigante di metallo cybertroniano, dietro di sé.
“Senti, senti da che pulpito.
Almeno lui ha tenuto i nervi saldi fino ad adesso, da quando hanno cominciato a dargli la caccia...tu li perdi non appena vedi qualcuno che mi parla o mi ronza attorno.”
Calò un silenzio improvviso e la ragazza capì immediatamente di aver fatto centro, zittendo il padre.
Lo sentì borbottare e poi parlare con qualcuno.
 
When the hope of morning starts to fade in me
I don't dare let darkness have its way with me
And the hope of morning makes me worth the fight
I will not be giving in tonight


Ascoltò Optimus, decisamente su di giri nel sapere del suo compagno ancora in vita. Alla frase della figlia invece, arrossì e dovette guardare di lato.
“Sempre a difenderlo...neanche fosse il suo-” “Si può sapere perchè parli da solo, umano? Ma soprattutto...come sai il mio nome? Per conto di chi sei venuto?
Mah, inutile chiedertelo...sarai di sicuro qui a prendere qualcuno di noi, per portarlo a Lockdown...com'è successo ad altri.”
Ironhide, acidamente interruppe la sua frase, pensata ad alta voce. Notò quanto disprezzo vi fosse nel tono di quell'Autobot nei confronti del genere umano, ma non solo. Tal disprezzo era rivolto in maggior parte a Lockdown.
Eppure...come faceva lui a conoscerlo? Era stato ridotto ad una scintilla, anni prima.
Quel fatto, lasciò il vecchio Decepticon esterrefatto.
“Umano, eh? Stai prendendo un granchio, Ironhide. O meglio, ti stai rivolgendo proprio all'individuo sbagliato, dandogli dell'umano.”
Accennò un sorriso beffardo, mentre iniziò a scrutare tutto lo scaffale. Riuscì a contare tre scintille ,compreso Ironhide, più o meno grandi.
Ciò dipendeva anche dalle dimensioni che il Trasformers aveva avuto in origine, durante la sua creazione.
Tuttavia, si chiese se fossero tutti alleati.
“Siete tutti Autobot in queste scintille?”
Chiese all'improvviso, capendo di aver spiazzato Ironhide. Quest'ultimo doveva essere rimasto sorpreso dalla risposta e la compostezza dell'uomo di fronte a lui.
“Ti aspetti che te lo dica? Non mi fido di te.”
Brontolò lui, facendo un po' tremare la sua scintilla che era attualmente la più grande tra le tre. Colui che un tempo era un Decepticon, alzò gli occhi al cielo.
“Alphatron, non c'è modo che ti ascolti senza che tu gli dica chi ti ha mandato. Lo conosco fin troppo bene.”
Optimus gli suggerì all'orecchio, di scoprire la sua identità seppur a lui scocciasse.
“Va bene...come vuoi tu, amico. -Si rivolse poi ad Ironihide, portandosi una mano sul fianco.- Mi chiamo Alphatron e sono un essere come voi. Mandato qui da Optimus Prime, vostro leader.
Credo che tu abbia ancora memoria di lui, no? O Sentinel ti ha fuso parte di scintilla?”
Disse ironico, notando solo dopo, una piccola depressione sulla superficie della fonte vitale dell'addetto alle armi.
“Sorvolerò sul tuo tono, solamente perchè non sono armato...grr-Un ringhio roco, si udì insieme alla sua voce.- pertanto si, non ho parte dei miei ricordi, ma Prime lo ricordo benissimo. Per cui-
 
Optimus!”


Le scintille, attorno ad Ironhide, emisero lo stesso tono di voce entusiasta. Interruppero la frase dell'addetto alle armi, quasi gridando il nome del loro leader.
Quest'ultimo, li sentì forte e chiaro. Ciò alimentò solamente le sue emozioni, che ancora si sforzava di trattenere.
L'ex-Deception non rimase sorpreso, anzi, sorrise e guardò tutte e quattro le sfere.
“Un attimo...ho sentito bene? Alphatron...tu qui ?”
Se prima non aveva fatto una piega, adesso invece era allibito. Tanto che aveva sgranato gli occhi.
Quella voce...sapeva benissimo a chi apparteneva.
“Ratchet!...quale sei di queste scintille?”
Guardò le due che non aveva ancora identificato. Ma non capì subito da quale di esse provenisse la voce dell'ufficiale medico.
“Ironhide mi copre, sono qua dietro.”
All'istante, Alphatron scostò con delicatezza l'esperto in armi. Lo fece con una mano, nonostante generalmente, ad un umano serva un altro della sua specie, per spostare la scintilla di un Cybertroniano.
Quando si ritrovò davanti Ratchet, notò quanto la sua fonte di vita, emanasse una luce tra le più fioche.
“Ratchet cos-” “Prima tu, vedi di rispondermi! Hai portato qui anche Keira, vero? Sei arrivato a metterla in pericolo!”
Doveva immaginare che lui, sarebbe di sicuro passato a fare domande a raffica. Alphatron alzò gli occhi al cielo e sospirò.
“Keira è al sicuro con Optimus, piuttosto...incontri un amico dopo sei mesi ed è questo il modo di trattarlo?
Pensare che io sono venuto solo per salvarti la pellaccia. Hmpf, bel ringraziamento.”
Alla risposta, Ratchet si zittì e capì nell'immediato di aver sbagliato, per una volta, ad essere impulsivo.
Ironhide tuttavia, era confuso e si rivolse all'ufficiale medico, con un tono decisamente stupito.
“Cosa significa tutto questo? Tu lo conosci?”
Non potendo annuire, l'altro rimase in silenzio. Segno, che l'addetto alle armi, interpretò come un 'sì' .
“E' un Transformers che cinque anni fa ho aiutato. Era stato ridotto a scintilla, proprio come lo siamo noi quattro in questo momento.
Sua figlia mi supplicò di ripararlo e dargli di nuovo un corpo. Da quel momento, siamo stati molto legati e li ho sempre aiutati.”
L'altro rimase decisamente sorpreso e nonostante fosse solo un globo luminoso, fissò Alphatron. Questo si stava massaggiando nervosamente una tempia.
Ringraziò che Ratchet non lo avesse chiamato Starscream, per far capire che fosse quel “Transformers da lui aiutato cinque anni prima”
Interruppe subito però il discorso dato che sentì un'interferenza nella comunicazione con la figlia.
“Direi di ritardare le spiegazioni.
Sarà meglio che io trovi un modo per portarvi via di qui. Non so cosa voglia da voi Lockdown e non mi interessa al momento.”
Lasciò i due sbalorditi e anche le altre scintille presenti.
Si mise poi in cerca di qualcosa da poter utilizzare per portarli via, anche se di sicuro non sarebbe passato inosservato.
“A mano potrei portarvi solo due per volta...”
Mormorò, mentre metteva a soqquadro il locale. Maledì di non essere nella sua forma Cybertroniana, ma soprattutto di non poterla apprendere in un luogo così stretto.
“Porta fuori prima Ratchet e Ironhide, allora!”
Disse una voce con accento piuttosto diverso da quello classico. Essa proveniva dalla scintilla a destra di Ironhide.
“Dino! Non accetterei mai che tu restassi indietro insieme a Sideswipe! E tu! - L'addetto alle armi brontolò, per poi rivolgersi all'ultimo nominato, che era il globo alla sua sinistra.- Perchè non dici nulla?”
Vi fu un istante di silenzio, prima della risposta.
“Perchè concordo con lui. Siete gli ufficiali di rango più elevato, Optimus penso abbia bisogno più di voi che di noi, al momento.”
Prima che Ironhide potesse controbattere, Alphatron fece una smorfia.
“Qui non c'è nessuno più importante dell'altro. -Pronunciò quelle parole con tono freddo, serrando un pugno.- O usciamo tutti insieme di qui, o non lo fa nessuno di noi.”
Trovò quello che sembrava un carrello per portare i pacchi e prese anche altri teli, di quelli che prima ricoprivano gli scaffali.
Afferrò, in qualche modo, con una mano, la Scintilla di un incredulo Ironhide e la posizionò su quello che sarebbe stato il mezzo di trasporto adatto.
“Sei davvero testardo, lasciami qui e porta via loro! Idiota!”
Brontolò l'addetto alle armi, aggressivamente. Un'altra smorfia si disegnò sul volto del vecchio Decepticon.
Lo guardò con uno sguardo omicida.
“Scordatelo. -Il rosso dietro alle sue lenti a contatto: scintillò.- Non sono venuto fin qui, per farmi dare ordini da qualcuno che un tempo mi avrebbe voluto morto.
Quindi stai zitto, sto facendo un favore ad un amico e non lo deluderò.”
Lasciò letteralmente senza parole tutti i presenti e coprì Ironhide con parte del telo, prima di passare a Ratchet e agli altri Autobot.
“Se ci riesco, voglio passare per la zona di scarico merci.
Keira, sai darmi il via libera?”
Provò a ricontattarla e questa volta ci riuscì, tuttavia...la figlia sembrò agitata.
“Papà! Muoviti ad andartene via di lì.
Hanno scoperto che controllavo le telecamere e Cade sta venendo interrogato nell'ufficio del capo dell'azienda. -Alphatron sgranò gli occhi e uscì subito dalla stanza, tenendo quel carrello ben tra le mani. Ricorrendo anche, alle sue forze di cybertroniano, per portarlo.
Come già detto, un singolo umano non sarebbe capace di trasportare nemmeno una sola Scintilla.- Io mi sto muovendo con Optimus, andiamo a recuperare Cade.
Sfrutta il diversivo a tuo favore, papà. Ti prego.”
Il suo tono era di supplica nei confronti dell'Ex-Decepticon, quest'ultimo però si preoccupò subito per lei.
Si adirò seriamente e più tentò di trattenersi, più si avvicinava all'orlo del suo contegno.
“Non lasciare Optimus. Rimani sempre con lui, chiaro?! Altrimenti...”
La sua frase, suonò molto di monito. Egli utilizzo un tono di voce rude e aggressivo, che lasciò la ragazza senza parole.
“Lasciala fare, Alpha. Keira sa cosa fare.”
Ratchet lo rassicurò, volendo dare man forte alla giovane. Lei, che precedentemente non aveva potuto capire che lui fosse in vita, lo udì.
Tirò un sospiro di sollievo.
“L'hai trovato...”
Mormorò con un filo di voce, chiaro che fosse rimasta intimorita per il tono del padre, di poco prima. Ma all'udire la voce di Ratchet, era tornata serena.
“Si...- Rispose con un filo di voce Alphatron, contrariato nel non doversi preoccupare della figlia.- Fai solo attenzione, pulce...distruggerei chiunque se ti dovesse succedere qualcos-”


Alphatron.”


La voce di Optimus, si udì in tutta la sua profondità e serietà, essa sovrastò quella dell'altro. Interruppe così una delle solite frasi dell'Ex-Decepticon.
Il suo era il tono di una persona che ci teneva a mantenere la sua parola.
Di un individuo, con un onore rinato da dover proteggere...e anche qualcos'altro.
“A tua figlia non succederà nulla. E' sotto la mia protezione, te l'ho già detto.
Ora pensa solo a fuggire da lì.”
Fu poi lui a chiudere seccamente le comunicazioni, lasciando a occhi sgranati, un incredulo Alphatron.
Continuava ad andare verso la zona di scarico merci, tuttavia non poteva far a meno di pensare alle parole di quel leader.
“Optimus...ma che gli sarà preso?”
Mormorò, prima di arrivare finalmente alla zona destinata.
Ratchet fece per dire qualcosa, ma un auto verde e nera, suonò loro il clacson, per attirare l'attenzione dell'Ex-Decepticon.
“Crosshairs?”
L'Autobot fece una leggera sgommata, per poi parcheggiarsi davanti a lui e al carrello.
“Credo vi serva una mano.”
Disse beffardo, mentre l'altro gli si avvicinò rapidamente e Crosshairs aprì subito le porte per permettergli di posizionare sui sedili le Scintille.
“Presto. Non abbiamo molto tempo.”
“Non dovresti essere con Optimus e gli altri?”
Chiese Alphatron, salendo e sedendosi sul sedile del guidatore. Sentì una risata provenire dall'Autobot.
“Ho solo voluto fare un po' di testa mia. Mi stai simpatico dopotutto, mezza calzetta.”
Fece infine inversione a u, in modo rapidissimo.
L'ex-Decepticon fece un sorriso ironico. Mezza calzetta, eh? Gli avrebbe dimostrato chi fosse colui che stava definendo “mezza calzetta”.
 
I'm sorry about your parents, they sound like bad people
Your daddy sounds like a jerk
I guess your mama didn't know the gift she got when she got you
I'm sorry about your life, you had it pretty rough
Bending over backwards, never good enough
You poor thing, it must suck to be you
And I know it's not your fault, it never is, is it?


In viaggio per soccorrere Cade, Keira si era zittita. In particolar modo, era rimasta in silenzio, seduta a bordo di quel camion rosso e blu, fin da quando lui, Optimus, l'aveva difesa a spada tratta.
Era persino arrossita, poiché non se lo sarebbe mai aspettata.
Cos'era preso a quell'Autobot? Ogni qual volta ne aveva la possibilità, continuava a difenderla dalle frasi di monito del padre.
In lontananza, vedeva la KSI, ma più che pensare a Cade, continuava a pensare al Leader degli Autobot.
“Optimus-”
Fece per iniziare la frase, ma l'altro la troncò sul nascere, in modo frettoloso.
“Non è il momento più adatto per rispondere alla tua domanda, lo farò quando avremo un attimo di calma.
Quindi, prima recuperiamo Cade e la facciamo pagare a chi c'è dietro tutto questo...prima potrò risponderti.”
Seppur sorpresa, lei potè percepire una velata tensione nella voce di lui. Nonostante essa fosse metallica, la sentì tremare verso l'inizio, quasi volesse risponderle in quel momento.
Ma non poteva.
Giunsero alla KSI infine, ma gli Autobot non sarebbero rimasti a lungo a guardare.
Bumblee infatti, essendo uno tra i più impulsivi, fu il primo a sfondare dei vetri all'entrata dell'edificio.
Optimus sospirò, ringraziò soltanto che avesse prima fatto scendere dal veicolo gli altri due umani.
Dietro di loro, con una sgommata, arrivò anche Crosshairs con naturalmente, i suoi passeggeri.
“Ehi gente, ci siamo anche noi.”
Annunciò nell'immediato con fare baldanzoso, mentre Alphatron si affrettava a scendere, portando la Scintilla di Ironhide e Sideswipe nella sua Lamborghini, ancora parcheggiata all'entrata della KSI.
Tornò poi indietro di corsa per prendere Ratchet e Dino.
“Optimus!”
Il primo ulrò e si guadagnò l'occhiata del Leader, anche se era ancora in forma di camion.
“E' un piacere vedere che sei ancora vivo, Ratchet!”
Detto quello, l'Ex-Decepticon, si affretto a sistemare anche loro in macchina e raggiunse l'Autobot che aveva il comando.
“Qual è il piano? Lasciare andare Bee in avanscoperta?”
Aprì la portiera del guidatore e tirò giù dal camion, Keira. Lo fece un po' di prepotenza, con un umore piuttosto alterato. Soprattutto nel parlare con il leader degli Autobot.
“Pap-”
Non gli fu difficile trascinare la figlia a sé e abbracciarla, la sollevò addirittura quasi lei fosse una piuma.
Optimus sembrò però essere contrariato dalla sua azione nei confronti della ragazza, rispose quindi quasi con un fare distaccato.
Ma subito tornò l'Autobot di sempre.
“No, faremo irruzione anche noi.
 
Autobot, in marcia!”


Detto ciò, lo fecero.
Ciascuno di loro si trasformò, iniziando così a sfondare le pareti dell'edificio. Alla ricerca di Cade Yaegar.
Fu Bumblebee però, a trovarlo per primo, insieme a Drift. Per cui Optimus e gli altri, si diressero nell'immediato verso i laboratori.

I know what it's like staying up all night nursing wounds
It takes more than I have, pick fights with the past, I always lose
Oh, don't you know? That's no way to live
I know what it's like staying up all night nursing wounds


“Voglio andare con loro.”
Mormorò Keira, vedendo tutti sparire dentro l'edificio. Il padre incrociò le braccia al petto e la fissò con cipiglio decisamente severo.
“Per quale motivo? Non potresti far niente.”
Disse in tono piuttosto secco, lei girò la testa di scatto. Non ce la faceva più.
“La vuoi smettere? Non riesco a sopportarti.
Da quando hai trovato Ratchet e gli altri, continui a trattarmi come una bambina e non con il tuo solito fare scherzoso, NO!
Sei pesante e mi opprimi come se stessi facendo qualcosa di male.”
Gli rispose a tono, con freddezza. Decisamente arrabbiata. Si alterò tanto, che di scatto corse dentro l'edificio alla ricerca degli Autobot e in particolar modo di Optimus, con cui qualche ora prima, aveva parlato.
Era l'unico che si era curato di ascoltarla e di darle dei consigli. Ora, in qualche modo, sentiva che sarebbe successo qualcosa, che al Leader degli Autobot non sarebbe piaciuto per niente.
 
I get it, give me a little credit
I remember when I was that pathetic
Wear my scars on my sleeve, for all the world to see
Like look what they did to me quick, lay on the sympathy thick
You probably have the right to feel how you do
You were mistreated and cheated out of the childhood you needed
And now you'll never succeed if you're so convinced you're defeated
If you're obsessed with your yesterday then you're destined to repeat it
And I know it's not your fault, it never is, is it, is it, is it?


Due ore prima....


La ragazza stava seguendo con lo sguardo il padre che si muoveva nell'edificio, grazie alle telecamere.
Considerava quel compito in parte noioso, dato che non le piaceva osservare mentre qualcun altro era in azione. Specialmente il padre, che la lasciava sempre a svolgere tal ruolo...
Sospirò.
Quel suo buttare fuori aria, attirò l'attenzione dell'Autobot dalla carrozzeria blu e rossa, seduto dietro di lei.
“Qualcosa non va, Keira?”
Lei sbattè velocemente le palpebre e scosse la testa, gesticolando.
“No no, ero solo persa nei miei pensieri. Tutto qua.”
Sforzò una risata, ma Optimus non era per niente stupido e capì immediatamente che lei sembrava essere disturbata o tormentata da qualcosa.
“Per favore...cosa ti reca fastidio?”
A quel punto, lei non potè più nascondere niente. Sospirò per l'ennesima volta, prima di appoggiarsi con la schiena, alla poltrona su cui era seduta.
Guardò per aria e decise di rispondergli.
“Non mi piace far sempre la parte dell'osservatrice. Guardare soltanto, non è come agire. -Il leader degli Autobot si spostò di fianco a lei e si sedette nuovamente a terra, con un tonfo metallico.- Vedi Optimus...mio padre è sempre stato iperprotettivo, per questo motivo non ho mai avuto molti amici al di fuori di alcuni compagni di scuola...che poi ho perso per ovvi motivi. Tra cui lui...”
Si massaggiò una tempia con due dita.
“Una volta fece persino tremare e scappare per la paura, un ragazzo con cui ero uscita...non mi ero trovata bene con lui e glielo stavo dicendo.
Tuttavia, mio padre ci aveva impiegato poco ad apparirgli alle spalle e a spaventarlo.”
Sbuffò e guardò l'immagine di Alphatron nel monitor del computer, dove girava per la KSI.
Anche Optimus ci buttò un'occhiata, prima di tornare con l'attenzione su di lei.
“Quello che vuoi dirmi, è che hai paura di non riuscire a vivere a causa sua?”
All'improvviso, lei sgranò gli occhi e gesticolò rapidamente in segno di negazione. Una frase del genere poteva essere capita in più modi.
“Non è quello che intendo! Gli voglio bene e...uff, purtroppo un po' si...è così.
Se continuerà di questo passo, non potrò muovermi senza che mi opprima. Cerco sempre di scherzare...ma a volte è troppo.
Mentre cercava Ratchet negli ultimi mesi, la situazione era anche migliorata, perchè si distraeva...però non rimarrà distratto per sempre.”
Ammise, rilasciando l'ennesimo sospiro, incrociando le braccia. L'Autobot, in un certo senso, sembrò capirla.
I suoi occhi avevano visto molteplici situazioni umane e ora anche la sua. Come anche, stava osservando quella di Cade con Tessa.
Aveva inoltre presente, anche la propria esperienza con Bumblebee, quindi comprendeva. Decise quindi di raccontarla, come esempio.
“Keira...ascoltami: io sono quasi un padre per Bumblebee. Non l'ho mai dichiarato a nessun altro Autobot, ma tengo a lui proprio come a un figlio.
Anni fa, è stato il primo di noi ad arrivare qui sulla terra, per proteggere Sam Witwicky. -Fece una pausa, in cui si mise a fissare il vuoto.- Fu una decisione sofferta, ma dovetti lasciarlo andare e dargli una possibilità per dimostrare chi potesse essere.”
Accennò un sorriso e notò come Keira stesse seguendo il discorso con interesse.
“Quindi ora ti fidi ciecamente di lui?”
Chiese, piegando leggermente la testa di lato. Lui ridacchiò e scosse la testa.
“Ovvio che no. Al momento è come un adolescente senza limiti, lo devo tener d'occhio.
Ma fortunatamente, non crea alcun problema. E' impulsivo, ma può essere frenato certe volte. -Continuò a sorridere.- Tutto questo è per dire che un po' capisco Alphatron, tuttavia è esagerato. Tu sei stata l'unica che dopo una vita di atti malvagi, l'abbia apprezzato e amato.
Penso che per questo motivo, lui abbia paura di perderti e rimanere da solo.”
Lei strinse i pugni e si sentì in colpa per i propri pensieri, dopo le parole di Optimus. Tuttavia, lui non aveva ancora finito il suo discorso.
“Ciò nonostante, penso che lui debba imparare a lasciarti andare. Sei un volatile a cui hanno tarpato le ali, in questo momento.
Credimi, il suo affetto lo accieca e non gli permette di vedere come in realtà ti senti. Devi parlare e piuttosto andargli anche contro. -Fece un altra pausa, in cui guardò altrove, prima di tornare con lo sguardo su di lei.- Lo so, è strano detto da me...ma ribellati e dimostragli quel che sai fare. Dovrà capire prima o poi qualcosa.”
Cercò di mormorare il tutto, in modo da non farsi sentire da nessun altro. Keira sorrise per quei consigli, nonostante ne fosse rimasta decisamente sorpresa.
Davvero il leader degli Autobot gli stava dicendo quelle cose? Era ironico. Ammise però, che anche quel suo lato, le piaceva.
Chinò la testa in segno di ringraziamento.
“Grazie, Optimus.”
Lui stesso, ricambiò il suo gesto scuotendo il capo.
“Se necessario, mentre sarò con voi, ti darò una mano. Ora che ti ho dato questi consigli, mi sembra il minimo farlo.”
La ragazza tentava di non mostrarsi sorpresa, ma si mise felicemente a ridacchiare.
“Quando ti vidi la prima volta...ti credevo un tipo serio e accademico, chiuso su alcune sue considerazioni riguardo all'onore e altro. -Fece una pausa, in cui sorrise.-
Ma mi sbagliavo...da quando hai risparmiato mio padre e mi hai affidata a lui, hai cominciato ad apparire sempre più umano ai miei occhi. - Tal frase lasciò sgomento l'Autobot, anche se non lo dimostrò.
Nemmeno Keira lo notò.- Quindi perdonami, Optimus Prime.
Mi sono fatta delle idee che non si avvicinano per niente alla tua persona, oppure sei così...ma è solo una tua facciata.”
Lo fissò qualche istante con sguardo intenso e lui non fiatò, sentì tuttavia quasi un peso calare sulle sue spalle robotiche. Come se quella ragazza avesse centrato qualche fattore importante, riguardante lui.
Il momento, venne interrotto dalla voce di Alphatron, che chiamò Keira.
“Ops, mi stavo quasi dimenticando di lui.”
Ridacchiò in modo buffo e rispose.
Optimus la fissò per qualche istante, mentre rispondeva al padre e dopo diversi minuti, si guardò la mano.
La sua espressione, parve confusa. Nessuno però, lo notò. Keira forse, aveva visto qualcosa in lui che solo negli ultimi tempi aveva iniziato a mostrare?
 
umano...


Una semplice parola, che ora continuava a ronzargli per la testa. Una parola, a cui di sicuro avrebbe dovuto imparare a dare un significato...che nel corso degli anni, forse aveva ignorato inconsapevolmente.




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L'angolo dell'autrice:
Oh bene, finalmente riesco a finire anche questo capitolo <3 come sono felice!
Chiedo venia per i vari ritardi, ma oltre ora alla scuola, mi si formano anche difficoltà varie e quindi ho bisogno talvolta della positività degli Autobot e la determinazione di Optimus per andare avanti :(
E' un periodo del cavolo, ma spero che anche scrivere, mi aiuti a debellarlo <3
Inoltre essendo io una cosplayer, è probabilme che tra un po' possa avere ritardi ancora più prolungati di pubblicazione. Ho un progetto su Optimus in ballo, quidi possibile che mi richieda decisamente molto tempo.
Vedrò comunque di far arrivare un capitolo quando posso!
Detto questo: ringrazio tutti colo che seguono la mia Fic, e chi recensisce ovviamente. Con questi mi scuso, perchè non mi piace rispondere a uno per uno, perdonatemi e non voletemi male <3
Tuttavia, sono felicissima che molti di voi abbiano apprezzato il ritorno in scena di un certo Autobot e ora forse di qualcun altro... ;D
Ringrazio ancora la critica costruttiva dell'ultima volta e spero di poter migliorare ancora tanto!
Con questo, chiudo questo mio piccolo spazio di ringraziamenti e sfogo, per augurarvi una buona lettura, scorrevole e piacevole, del capitolo! <3
Un abbraccio.
XamuPrimeOakenshield


 
   
 
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