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Autore: TheGayShark    01/11/2014    3 recensioni
Crossover Glee/Harry Potter.
Storia ambientata a vent'anni dalla caduta del Signore Oscuro. Un nuovo ordine si è formato nel mondo magico, dove il male non ha mai cessato di esistere. Riuscirà l'amore a farsi spazio nel nuovo regno del terrore?
#Brittana - Il riassunto fa schifo, la storia è un po' meglio.
Genere: Angst, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Puck/Quinn
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Può sembrare un completo idiota, ma al-”
“Che detto da te, poi, è tutto dire.”
Puck aggrottò la fronte, guardando l’amica con aria torva. Sbuffò appena e tentò di riprendere la propria frase, nella speranza di non essere interrotto anche questa volta.
“Ma alla fine”  Scandì ogni parola  per poi fare una pausa, come per assicurarsi di avere il benestare dell’altra. “non è così male.”
Santana aveva passato la mattinata in silenzio, ad eccezione delle piccole sequenze di parole di cui si era avvalsa per insultare chiunque intercettasse il suo sguardo.

Durante la lezione di pozioni non aveva gettato il contenuto del proprio calderone addosso a Sugar semplicemente perché non era sicura che il liquido giallastro che bolliva dentro al pentolone in ferro fosse abbastanza nocivo da impartirle una lezioncina memorabile.
Non era mai stata un genio in quella materia.

Il suo malumore non faceva che aumentare con il passare delle ore, poiché segnava l’inarrestabile avvicinamento della sua punizione.
Se solo avesse avuto un giratempo sarebbe tornata alla serata precedente e avrebbe fatto in modo da eliminare ogni traccia della sua bravata.
Nulla era andato come si era aspettata.

Già il suo risveglio non fu dei migliori, alla sua abituale sveglia – Quinn- si sostituì una ben peggiore: le urla di Sue.
Sue Sylvester era l’insegnante più temuto della scuola.
Quando Santana mise piede per la prima volta ad Hogwarts si imbatté in ogni genere di leggende riguardanti la bionda maledetta e sperò con tutta se stessa di non dover mai avere a che fare con quella tipa.
Ben presto si rese conto che non sarebbe potuto essere possibile: considerata la lunga discendenza di serpeverde della sua famiglia,  con ogni probabilità sarebbe stata smistata anche lei in quella casa.
Quando il cappello gridò a gran voce “Serpeverde” si rassegnò all’idea di dover combattere per sette anni contro quella strega della direttrice della sua casa.
Alcuni dicevano che fosse l’unica degna erede di Tom Riddle, altri che fosse la discendente di Salazar in persona.  Gli alunni più fantasiosi, invece, erano arrivati a raccontare che, come il basilisco, il suo sguardo potesse pietrificare le persone.
Non a caso uno dei suoi soprannomi era Medusa.
Da quando Sue era diventata direttrice dei verdi-argento, i Serpeverde non persero neanche un anno la coppa delle case.
Alla base di tutto, come è ben immaginabile, c’era una politica di terrore. Ogni studente doveva portare almeno cinque punti al giorno, altrimenti avrebbe dovuto fari i conti con la rabbia di Sue Sylvester.
E che Merlino abbia pietà di chiunque non fosse nelle sue grazie e si fosse guadagnato una punizione!
Essendo giocatori della squadra di Quidditch della casata,  sia Puck sia Santana avevano dei trattamenti di favore.  Per quanto riguardava Quinn, invece, lei era un caso a parte. Nessuno si sapeva spiegare esattamente come avesse fatto a diventare la cocca della direttrice.
Ad ogni modo, non bastarono neanche i favoritismi per salvare Santana dalla propria punizione.
Qualcosa era andato storto la sera precedente.
A dire della Sylvester “qualcuno” aveva cantato, e per sfortuna della mora questo qualcuno era decisamente affidabile.
Santana rifletté attentamente su chi poteva averla messa all’angolo e non le ci volle molto per arrivare a pensare a due occhioni blu.
I grifondoro, per quanto coraggiosi, non avrebbero mai rischiato tanto.
Aveva controllato per due volte il dipinto appeso al muro quella sera e di Silente non  c’era neanche un pelo della barba.
Dunque o si era auto costituita in un momento di distaccamento della personalità- alquanto improbabile- o la corvoscemo aveva fatto la spia, da brava studentessa modello.
Era fortunata che non sapesse il suo nome, le ci sarebbe voluto più tempo per mettere in atto una vendetta.
Come si risvegliò passò una buona  mezz’ora tra urla (principalmente della Sylvester) e singhiozzi (esclusivamente da parte della latina) prima di poter ascoltare la sentenza, o meglio la condanna, della professoressa.
La giornata di Santana era segnata ed irreparabilmente rovinata: avrebbe  dovuto passare due ore del suo pomeriggio alle dipendenze di Hagrid, perdendosi così l’allenamento della squadra.

Perfetto, si addice ad un capitano.

Quando scoccò l’ora x , Santana si rifiutò categoricamente di presentarsi in quella catapecchia, per nulla al mondo avrebbe aiutato il guardiacaccia. Specialmente perché   avrebbe dovuto rivedere quelle due bestie enormi e bavose che qualcuno osava chiamare cani.
Sembravano piuttosto dei thestral mannari, o qualcosa di simile insomma.
Puck mise piede nella sala comune dei Serpeverde  e vi  trovò l’amica, con la tuta indosso e la firebolt in mano.
Si guardarono in silenzio per svariati secondi, poi il sorriso spavaldo sul viso di Santana sparì.
Borbottando parole che sicuramente non erano inglesi, scese le scale del sotterraneo e fece ritorno alla sala dopo una manciata di minuti, con la divisa normale dei serpeverde.
Noah decise che, da bravo amico, l’avrebbe accompagnata da Hagrid, con il quale era già in buoni rapporti per via delle numerose ore di punizione passate insieme.
Una volta fuori dal castello aveva fatto salire l’amica sulla Nimbus, per percorrere più rapidamente la strada.
Santana inizialmente aveva fatto storie perché era abituata a comandare e quindi a guidare da sé la scopa, ma Puck non si fece spaventare. 
“Mia scopa, Io padrone!” erano state le quattro parole tramite le quali aveva imposto a Santana di salire come passeggera.
Ed ora erano lì, seduti sull’erba  fresca, illuminata dal freddo sole di novembre.
La mora faceva un gran sbuffare, scuoteva la testa come una pazza.
Puck passò un po’ di tempo con lei prima di alzarsi ridacchiando.
“Dove pensi di andare, Pucktetico?” Santana alzò lo sguardo allarmata in direzione dell’amico.
Io ho un allenamento che mi aspetta.”
Il sorriso del ragazzo non fece che irritarla di più.
Lei si mosse  per portare la mano alla bacchetta, ma Puck fu più veloce.
Gli bastò pronunciare un incantesimo di richiamo  per far scivolare legnetto dalle mani della ragazza direttamente alle proprie. “Scusa zuccherino, ordini di Medusa.”
Alzò le spalle, come per scaricare la colpa unicamente sulla direttrice dei Serpeverde.
Santana restò immobile, privata della bacchetta non era poi così minacciosa.
Si voltò dall’altra parte, indispettita. E quello era un amico?
“Ti conviene andare o farai tardi, San.”
“Si beh, non credo che quell’energumeno sappia leggere l’orologio.” Sputò Santana, più arrabbiata che mai.
“No, ma di certo sa contare i rintocchi della campan-”
“VAI, JARVEY.”*
Puck alzò le mani in segno di resa. Avrebbe avuto maggiori risultati se al posto della mora ci fosse stato Pix, sicuramente era più ragionevole di lei.
“Ti passo a prendere tra due ore. Sempre che Thor non ti abbia ancora sbranata..”
Salì a cavalcioni della scopa e volò via ridendo, prima che Santana potesse anche solo ribattere.
Se prima era soltanto irritata ed incazzata come  uno Spinato, ora aveva anche un briciolo di paura da portarsi dietro.
Grande.
 Si alzò in piedi, consapevole che se solo avesse provato a saltare quella punizione la Sylvester l’avrebbe ridotta in cenere, ma a differenza delle fenici lei non sarebbe rinata.
A testa bassa, pensando a tutti gli insulti che aveva nel repertorio da rivolgere alla buona stella che ultimamente gliene stava facendo passare di cotte e di crude, si avvicinò verso il rudere in cui a quanto pare viveva quel barbone.
Bussò alla porta per ben tre volte, ma non rispose nessuno.
Convinta di aver fatto il possibile per scontare la propria pena, Santana si girò per tornare al castello.
Lei ci aveva messo tutta la sua buona volontà, non era colpa sua se non l’aveva trovato.
Fu proprio quando si girò che vide l’ultima cosa al mondo che desiderava vedere.
“Oh Salazar, no. Piuttosto un acromantula!”
Il cane  inclinò la testa a lato, probabilmente domandandosi cosa ci facesse quella tipa nel suo territorio. Smise di scodinzolare e arricciò il muso fino a ringhiare.
Santana non poté fare a meno di paragonarlo mentalmente a Quinn, la somiglianza in quel gesto era.. totale.
Sentì una risatina alle sue spalle, e Thor smise di ringhiare.
Miracolo.
“Ne sei proprio sicura? Ce ne sono a bizzeffe, qua.”
Prima che la serpeverde potesse anche solo pensare di girarsi, il cane prese a correre in sua direzione.
Sprovvista di bacchetta non era che una piccola personcina indifesa, perciò fece ciò che le riusciva meglio in questi casi: urlare.
Si portò le mani davanti al viso e tentò di ripararsi, serrò gli occhi e si espresse in quello che più che un grido sembrava una specie di allarme ad ultrasuoni.
Il cane la sorpassò come se non esistesse nemmeno e si gettò tra le braccia della persona alle sue spalle.
Quando riuscì a superare lo spavento si voltò e vide la seconda cosa che avrebbe voluto non vedere.
Una chioma bionda.
Sciarpa blu e nera.
Quante possibilità c’erano di rincontrare la persona che l’aveva messa nei guai?
Ah, ma adesso l’avrebbe sentita.
Non subito, magari. Prima le avrebbe lasciato accarezzare quell’essere bavoso che in quell’istante si faceva grattare la pancia  dalla ragazza.
“Hagrid, l’ho trovata!”
La biondina si mise a urlare tra una coccola e l’altra.
Quindi la stavano cercando?
Santana dischiuse le labbra per dire qualcosa ma una mano pesante si posò sulle sue spalle, facendola quasi cadere.
“Ti stavamo aspettando!”
‘ti’? Aveva sentito bene?
Guardò schifata la mano premuta sulla sua spalla, accanto a quel mezzo gigante si sentiva più bassa del solito.
Se la tolse di dosso con un aria di superiorità scolpita sul viso.
“Andiamo, abbiamo tanto da fare.”
Hagrid s’incamminò, facendo segno alle due di seguirlo.
Non che non si aspettasse un simile trattamento da una ragazzina viziata convinta nell’importanza dei purosangue, però faceva sempre male quando qualcuno gli ricordava di essere un diverso.
Questo Brittany lo capiva, perciò dopo un’ultima carezza a Thor si alzò, scoccò un’occhiataccia alla latina e tentò di sorpassarla.
Qualcosa le afferrò il braccio.
“Un centauro!” la bionda si voltò spaventata, ma quando prese il proprio tempo ad osservare meglio la situazione notò che le dita strette attorno al suo polso appartenevano alla mora. Tirò un sospiro di sollievo, provocando una risata di cuore da parte di Hagrid.
Santana roteò gli occhi, sembrava tutto un  grande scherzo.
“Come ti è venuto in mente?!”
Brittany la osservò, cercando di decifrare quella frase criptica.
Negli occhi di Santana bruciava una strana fiamma.
Il viso della bionda si illuminò, forse aveva capito di cosa stesse parlando.
“La foresta è piena di Centauri. E’ uno dei motivi per cui non ci possiamo andare.
Hagrid però dice che sono persone brave ed è vero, ne ho conosciuto uno che si chiama tipo Firenze--”
“Fiorenzo!” L’omone qualche metro più avanti rispetto alle ragazze la corresse.
“Fiorenzo!” Si portò la mano libera sulla fronte. “Non lo ricorderò mai! Beh, Fiorenzo mi ha promesso di farmi vedere un unicorno! Quindi no, non sono cattive persone. Ed è naturale che abbia pensato subito che tu fossi un centauro.”
Santana non aveva capito un accidente. Non era nemmeno certa che i Centauri fossero classificabili come persone.
Continuava a domandarsi perché quella fosse una Corvonero e per quale motivo fosse con lei ed Hagrid, quel giorno.
A meno che.. certo! Era ovvio. Aveva fatto la spia e l’avevano punita.
Giustizia.
Santana scosse il capo dopo un imbarazzante silenzio e l’attirò a sé.
Non voleva che quel mezzo gigante mezzo balordo la sentisse, perciò tenne un tono di voce molto basso ma ugualmente  minaccioso.
“Come ti è saltato in mente di spifferare quello che hai visto l’altra notte?!”
Questa volta fu Brittany ad essere confusa.
“Spifferato cosa?”
“Lo sai cosa!” Sbottò la mora, attirando l’attenzione di Hagrid.
Come poteva fare la finta tonta con tanta nonchalance ?
“Beh, visto che sembrate in buoni rapporti potreste lavorare assieme.” Decretò Hagrid, felice di sapere che la biondina si era fatta un’amica.
Aveva un occhio di riguardo per quella corvonero tanto speciale.
Faceva amicizia a fatica perché tutti in quella scuola la credevano ‘strana’.
 Certo, forse sarebbe stata più azzeccata in Tassorosso ma chi era lui per giudicare? Il cappello avrà avuto le sue ragioni per averla smistata in quella casa, e se c’era una cosa che aveva imparato durante tutti quegli anni di permanenza al castello era che il cappello difficilmente sbagliava.
Brittany era come un fiore che tardava a sbocciare, ma era proprio ciò che la rendeva speciale.
La frase che Hagrid le ripeteva più frequentemente era  qualcosa di simile a “i ragazzi d’oggi proprio non sanno aspettare, quando diventerai un giglio meraviglioso si mangeranno le mani per non averti trattata bene”.  
Non vi dico lo stupore sul viso dell’uomo quando questa gli disse che a lei andava bene anche una ragazza.
Alla fine arrivarono di comune accordo alla conclusione che poco importava se ad amarla era un ragazzo o una ragazza.
Hagrid era diventato una specie di padre per quella ragazzina.
Da quando aveva messo piede ad Hogwarts Brittany aveva trascorso quasi tutti i pomeriggi ad aiutare il guardiacaccia nei compiti dai più semplici ai più complessi.
Alla fine del quinto anno lo aveva addirittura informato che avrebbe intrapreso la stessa strada dell’uomo, perché cura delle Creature Magiche l’appassionava troppo.
Aveva sempre sognato di poter vivere tra riccio corni, ippogrifi e la natura, più in generale.
Ciò che Hagrid sperava, però, era che Brittany potesse condividere quello stile di vita con una persona.
Una persona speciale quanto lei.
Santana non gli piaceva molto, quell’aria da figlia di papà dal sangue puro e cazzate varie la rendeva quasi insopportabile.
In cuor suo sperava che Brittany potesse cambiarla un po’, come aveva  fatto ai suoi tempi Lily con Severus.
Magari sperando in un risultato migliore.

“Ma Hagrid,  pensavo che oggi ti avrei potuto aiutare con Fler--”
Brittany provò a protestare, ma la mano possente dell’uomo si levò in alto, intimandola di zittirsi.
“No, continua il tuo progetto di classificazione. E tu, signorinella..” puntò il dito paffuto contro il petto di Santana. “L’aiuterai. Come un elfo domestico.”
Santana alzò il sopracciglio, come aveva osato paragonarla ad un tale essere?
Poi però si rese conto della spettacolare occasione che quell’energumeno le aveva appena fornito.
Quale modo migliore per una vendetta?
Avrebbe addirittura potuto colpirla con un ramo d’albero e seppellirla nel bosco. O farlo passare per un incidente.
“Non so, non credo sia giusto schiavizzare gli elfi, Hagrid. Lo sai.”
Brittany incrociò le braccia, liberandosi finalmente dalla presa della mora.
Su certe cose  non le andava proprio di scherzare.
Hagrid sembrò notevolmente dispiaciuto.
“Qualsiasi cosa sia muoviamoci, voglio finirla in fretta.”
Entrambi si voltarono verso la mora, stupefatti.
Mai e poi mai si sarebbero aspettati che una serpeverde morisse dalla voglia di classificare piante, insettini e creature di ogni genere.
I due si scambiarono uno sguardo  confuso, alla fine del quale Brittany alzò le spalle.
Hagrid afferrò uno zainetto posato sul tavolo alle sue spalle, sul quale erano disposte anche diverse Mandragore, e lo porse alla bionda.
“Bene, allora andiamo!”




**********************
Scusate, non volevo spezzare il capitolo in due ma alla fine è stato necessario, altrimenti veniva una roba troppo lunga..
Uhm, prossimamente assisteremo ad un omicidio o alla nascita di qualcosa?
Solo Santana può saperlo.
Grazie a chiunque segua la storia, grazie specialmente a Cri, mi ha fatto piacere la recensione. :3
Spero di poter aggiornare in fretta.
Scusate gli errori, non è betata.
Alla prossima! :3
The Gay Shark
   
 
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