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Autore: Lutea Eos    02/11/2014    3 recensioni
“Al non ti odia perché ti chiami Malfoy. Ti odia perché sei tu.”
“Questo dovrebbe confortarmi? Non spiega nemmeno precisamente perché mi odi. L’ho sedotto e abbandonato?” La canzonò Scorpius, con poca ilarità nella voce.
Rose fece qualche passo in silenzio, fino alle prime abitazioni “Tu mi piacevi e tu mi facevi soffrire, quindi Al ti odia.” .” Scorpius si bloccò per qualche istante [...] “Per quanto tempo?” Chiese quello alla fine, tornando a seguirla. D’altronde, andavano nella stessa direzione. “Per quanto tempo?” Le chiese di nuovo, col tono che usava per fare le domande agli insegnanti.
“Sette anni” Terminò di confessare Rose
*
Rose Weasley, aspirante giornalista, si trasferisce in una sperduta cittadina babbana, lasciandosi alle spalle Hogwarts, da poco terminata, e con essa il ragazzo che le è sempre piaciuto, Scorpius Malfoy. Ma non ha tenuto conto di chi potrebbe essere il suo nuovo vicino di casa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La tela imperfetta'
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Albus camminava con le mani nelle tasche continuando a pensare a quanto era successo la sera precedente: dalla rissa sfiorata alla lite scoppiata nell’appartamento di Rose poco dopo. La cugina provava un misto di sentimenti che di fatto le impedivano di permettere ad Albus un sano duello con Malfoy: da una parte non voleva più dar adito a sue possibili reazioni, visto come si era comportato, dall’altro era nettamente contraria al semplice fatto che qualcuno potesse toccare il suo biondino, anche se si trattava di Al.

Albus aveva sempre rispettato questo volere della cugina quando erano a scuola e in parte era merito di Flitt se era riuscito a trattenersi: si offriva così spontaneamente come capro espiatorio che rifiutarlo sarebbe stato un atto scortese. Ora però non poteva davvero continuare così o sarebbe esploso. Malfoy prendeva in giro Rose e lui doveva fare qualcosa, se lei non se ne rendeva conto.

Però aveva bisogno che Rose non sospettasse dei suoi piani o avrebbe cercato di fermarlo in ogni modo. Per questo quella mattina si era mostrato condiscendente e stava facendo quello che lei, ancora abbastanza arrabbiata, gli aveva intimato senza troppi complimenti: andare da Tyra e farsi consegnare il ciondolo che indossava la sera precedente. Albus sospirò: aveva capito perché Rose avesse mandato proprio lui ma non condivideva l’entusiasmo della cugina. Perché doveva far sì che Tyra potesse fraintendere il suo comportamento? Fraintendeva già abbastanza senza bisogno di aiuto.

Tra un pensiero e l’altro si accorse di essere arrivato alla casa che cercava. Avrebbe potuto aprire il piccolo cancello e andare a bussare direttamente alla porta ma sarebbe stato troppo intimo. No, era meglio suonare, decisamente.

Tyra gli aprì in tuta e gli fece un grande sorriso quando capì chi era. Tutto come previsto.

“Hai litigato con Rose?” gli chiese non appena Albus l’ebbe seguita dentro casa.

Cosa le faceva pensare di essere diventata la sua confidente prediletta? si chiese Al. Mise però da parte la sua irritazione perché era il modo più veloce per raggiungere il suo obiettivo. “No, riusciamo sempre a chiarirci tra noi. Ora va tutto bene”.

“Finché non riuscirai a far sì che Rose cessi di idealizzare Malfoy non sarà tutto a posto” gli rispose con una lucidità che in effetti Albus non si aspettava. Il ragazzo però non rispose: non voleva parlare di Rose con Tyra, non in quell’ambito e in quel momento.

“Devi volerle molto bene ma nello stesso tempo esserne quasi intimorito per continuare a starle vicino senza litigare in continuazione”.

L’analisi della bionda stava diventando eccessivamente corretta “Cosa te lo fa pensare?”

“Beh, al mondo ci sono cose peggiori delle pene d’amore da patire. Non la pensi così?”

Albus cominciò a essere seriamente preoccupato. Un conto era se Tyra aveva estorto a Rose informazioni sul suo carattere: non l’avrebbe gradito ma avrebbe potuto capire la situazione di Rose. Tuttavia la biondina sembrava aver colto il lato più cinico del suo carattere che si sforzava di mitigare anche con la cugina.

Il silenzio stava però calando in maniera imbarazzante, quindi Albus si risolse a dire qualcosa “A volte non riusciamo a porre le cose in prospettiva. La maggior parte delle volte è così; nel caso di Rose è anche sfortuna”.

“Certo che ritrovarlo come vicino di casa dev’essere stato inaspettato” commentò Tyra tirandosi a sedere sul davanzale aperto della finestra.

“Una persecuzione, più che altro” le fece eco Albus agguantando una sedia e sedendosi a cavalcioni. Tyra sospirò. “Rose mi ha mandato perché vorrebbe che tu le prestassi il medaglione che portavi ieri sera” le disse Albus approfittando del silenzio.

“Perché?”

“Perché le piace, credo. Non farmi queste domande da donne” brontolò Albus.

Tyra si appoggiò con la schiena alle piastrelle e tirò le ginocchia verso il suo corpo “È complicato”.

Albus attese qualche minuto che lei continuasse ma potè avvertire solo qualche macchina e qualche uccello fuori dalla finestra. Fu il suo turno di chiedere perché.

“Era di mia madre”.

Ah, questo passato Albus non l’aveva messo in conto. “Mi dispiace” disse, sentendosi anche un po’ fuori luogo con le sue richieste.

Tyra sorrise “Credo stia bene. Semplicemente non è più qui”.

“Vivi con tuo padre?” cercò di capire Albus.

La ragazza annuì.

“Quando è successo?” chiese ancora Albus.

“Quando avevo quindici anni” disse Tyra guardandolo attentamente. Sembrava quasi che cercasse qualcosa.

Albus si voltò ma trovò solo quella che gli parve una normale mensola “Ho qualcosa di interessante dietro?” le chiese, anche per smorzare l’atmosfera.

Tyra rise “No, è interessante la situazione”. Lo sguardo smarrito di Albus la fece proseguire “Quello che mi ha aiutato non è stato affatto significativo per te” gli fece notare senza amarezza “Me lo aspettavo”.

Albus aveva le idee sempre più confuse “Di cosa stai parlando?”

“Quando avevamo quindici anni noi due ci siamo incontrati, una sera, in un pub di Londra” gli spiegò lei pazientemente.

Albus si strofinò i capelli alla base del collo mentre cercava di pensare. In effetti all’epoca il gruppo si era appena formato e durante l’estate si divertivano ad andare in giro per locali e strimpellare qualcosa: l’unico patto con i rispettivi genitori era che Louis non li portasse fuori Londra. “Quindi… ci hai sentito mentre suonavamo?”

“Sì. Poi abbiamo fumato una sigaretta all’esterno. Cioè, io e Louis abbiamo fumato, tu ci hai provato”.

“Louis fuma roba troppo forte per me, ok?” Scattò Albus, come si era abituato a fare con gli amici.

Tyra tornò a distendere le gambe con una risata più liberatoria delle precedenti, mentre Albus cercava di ricomporsi “Dunque abbiamo parlato e io ti ho detto qualcosa che ti è sembrato importante?”

“E mi hai dedicato una canzone” terminò Tyra.

Al si mise a gesticolare battendo i pollici tra loro. Non era inusuale per lui suonare canzoni a braccio ma d’altra parte non era solito dedicarle a sconosciute. Ora lo faceva, ma qualche anno prima era più riservato e non lo avrebbe fatto tanto a cuor leggero. Doveva esserci un motivo valido, Tyra doveva averlo colpito in qualche modo.

Al si alzò di scatto dalla sedia, facendola anche rovesciare, e puntò l’indice contro Tyra “Tu!” sbraitò.

“Sono sempre io, sì” gli confermò quella sporgendosi per controllare la sedia.

“Louis mi ha preso in giro per un mese a causa tua! Tutta colpa tua!” Le disse riprendendo la seggiola e rimettendola in piedi.

“Allora ricordi?”

Albus fece un sospiro “Louis mi aveva incaricato di convincerti a fermarti dopo l’esibizione. E tu te ne sei andata!” Concluse teatralmente spalancando le braccia.

“Mi avevi convinto a tornare da mia zia!” gli disse Tyra sullo stesso tono, ormai divertita.

“Le mie capacità di seduttore hanno subito uno smacco tremendo. Per fortuna Fred è totalmente negato o sarei diventato la pecora nera del gruppo” le fece notare Albus, rincarando ancora la dose “Tutto per colpa tua!”

Tyra si rimise in piedi “Però è bello sapere che ti ricordi di me”.

“Non in senso positivo” borbottò Albus, tornando a intrecciare le mani. Gli tornò in mente anche la conversazione di poco prima e capì quanto non avesse avuto i solito filtri con quella ragazzina. D’altronde, era una sconosciuta, non poteva certo aspettarsi di rivederla dopo anni!

“Vado a prenderti il medaglione” gli disse lei superandolo.

Tyra non ci mise molto e tornò con l’oggetto al collo “Vengo con te per mostrarlo a Rose, così magari non c’è bisogno che glielo presti, va bene?”

Albus si sentì impossibilitato a negare, dunque accettò con un cenno del capo mettendosi in piedi.

*

Scorpius stava studiando intensamente il cielo dopo la tempesta della notte. Doveva trovare i punti esatti in cui il colore sfumava dal bianco pallido al grigio intenso. Forse in corrispondenza dei pini sulla collina, si disse rimettendosi in piedi. Il risultato sulla tela gli avrebbe detto se aveva ragione.

Mentre tornava in casa sentì bussare insistentemente alla porta. Automaticamente, la aprì con la bacchetta a distanza: Felix sarebbe entrato tranquillamente. Se non fosse stato lui… il babbano di turno doveva avere un buon motivo per venire lì.

Era già pronto a occultare il legnetto da qualche parte, dal momento che Felix avrebbe spalancato la porta mandandola a sbattere contro il muro quindi non poteva essere lui, quando alla vista gli comparve Rose Weasley.

Era veramente lei, con un’orribile maglia larga che anche sua nonna avrebbe gettato tra i reperti archeologici. Eppure Narcissa amava vestire vecchi abiti, il che era tutto dire.

“Ma tu non vieni mai ad aprire la porta?” gli chiese la ragazza mentre la chiudeva dietro le sue spalle.

Non quando gli ospiti potevano fare tutto da soli. “Ma chi ti ha detto di entrare?” le rispose a tono.

“Devo parlarti e ho bisogno di calma. In più, se Al scopre che sono qui ti maledice, quindi lo sto facendo per il tuo bene. Ringraziami, Malfoy” fece quella superandolo a grandi passi. Si fermò indecisa un attimo vicina al divano e virò verso le sedie.

Scorpius si rese conto di aver creato un mostro: cosa era successo alla ragazzina timida che conosceva? Quella che arrossiva quando lo insultava?

Probabilmente si era omologata alla massa.

Valeva davvero la pena di provare come aveva pensato il giorno prima?

“Ieri sera mi ha fatto molto riflettere” esordì la ragazza che si era accomodata.

La Weasley avrebbe dovuto essere molto convincente con le sue scuse riguardo allo schiaffo per poter avere ancora la sua possibilità. “Sul tuo talento innato nel rovinare le situazioni?”

La Weasley lo fissò sconcertata, poi parve capire “Non ho molto da riflettere su quello che ho fatto con te ieri sera. Stavo parlando di un evento accaduto dopo, mentre Tyra e Al mi accompagnavano a casa…

“Cos’è che abbiamo fatto ieri?” le chiese con tono curioso Scorpius, perché non poteva accettare di essere accantonato così.

“Qualcosa che il tuo orgoglio dovrebbe ricordare. Ma non sono qui per parlare di questo, possiamo essere seri?”

“È tutto ciò che voglio” disse Scorpius sedendosi anche lui.

“Stavo dicendo… Ho intravisto al collo di Tyra un medaglione che sembrava proprio quello che portava al collo Elisabeth nel ritratto che ha Durward in casa. Però ho anche pensato alle tue parole sul non dargli false speranze, così volevo sapere se anche a te sembra uguale: oltre a me, sei l’unico che conosco che abbia visto quel ritratto”.

Scorpius aveva fatto molto più che vederlo ma non l’avrebbe mai detto a quella ragazza, così rispose disinteressato “La mia memoria fotografica non è sempre affidabile”.

“Quindi è per questo che rimani ore a fissare la collina? Per essere sicuro di riuscire a tornare a casa?” chiese lei senza riuscire a trattenersi.

Scorpius le rispose basito “Non avevamo stabilito una tregua, non eravamo seri?”

“Sì, scusa” disse lei portandosi alcuni ricci dietro l’orecchio nel modo meno elegante che Scorpius avesse mai visto.

“Dovrò anche andare a casa della tua amica a vedere il medaglione? Puoi scordartelo” riprese lui. Anche perché andare a casa della babbana voleva dire farsi accompagnare dalla Weasley, che voleva dire passare altro tempo a parlare con lei.

“L’ho qui, me lo sono fatta prestare dopo innumerevoli raccomandazioni” fece estraendolo.

Scorpius rimase colpito dalla sua efficienza: forse non stava usando quell’oggetto come scusa per parlare con lui. Si concentrò sul piccolo tondo che era stato poggiato sul tavolo ed ebbe un’ulteriore conferma del suo ragionamento: sembrava davvero molto simile a quello del quadro.

“Ci ho pensato molto e forse il colore non è proprio lo stesso. Anche la dimensione non mi convince…” la Weasley lo riprese e se lo poggiò sul collo “Vedi? Mi sembra più grande. Però non sono riuscita ad accantonare completamente la prima impressione quindi sono venuta”.

“Perché non riuscivi a lasciar stare la tua idea?” le chiese Scorpius prendendole l’oggetto dalle mani.

La Weasley annuì.

Scorpius esaminò da vicino il medaglione rigirandoselo tra le dita.

“Ho anche pensato che è probabile che con i secoli abbia cambiato colore. Sarebbe forse troppo strano trovarlo esattamente identico, non credi?” La Weasley stava davvero condensando i ragionamenti di una notte in dieci minuti, pensò Scorpius.

“Un manufatto di questo tipo è chiaramente incantato. Quindi non ragionare con metodi babbani” la zittì lui.

Quel ciondolo poteva effettivamente essere quello che sembrava, ma solo Durward avrebbe potuto dirlo con certezza.

“Non è metallo babbano, ho fatto alcune prove ed è un manufatto magico” continuò imperterrita lei.

Ma se aveva già fatto tutto perché veniva da lui? “Potrebbe essere quello che pensi” concluse restituendoglielo. Anche se le prove portavano tutte in quella direzione c’era però un fatto molto inspiegabile, chissà se la Weasley aveva la risposta anche a questo “Postulando che lo sia, come sarebbe finito in una casa babbana?”

“Potrebbero averlo acquistato”.

“Quindi cercherai il proprietario precedente? E poi quello ancora precedente? Andando avanti finché non sarai tornata all’epoca di Durward?” chiese, sapendo che la Weasley si doveva esser resa conto della lunghezza degli svariati secoli che intercorrevano tra la loro epoca e quella dell’uomo Durward.

“Non lo so, per ora dovevo solo essere sicura che non mi fossi immaginata la somiglianza. Se avrò bisogno di altri consulti ritornerò” disse alzandosi con decisione.

“La tua timidezza è diventata sfacciataggine, non ce l’hai una via di mezzo?”

“Ho esaurito la gentilezza con te” commentò Rose. Poi parve ripensarci e si bloccò ancora un istante “Nessuno è perfetto, né tu  né io; ma con te ho sempre cercato di essere inappuntabile. Tuttavia nel complesso pare che i miei difetti siano sopportabili, a detta delle persone che ho intorno” Scosse le spalle come per fermare i pensieri “forse dobbiamo solo cercare le persone che riescono a sopportare i nostri difetti”.

Scorpius la guardò accompagnare la porta finchè questa non si chiuse con uno scatto. Non la sentì salire le scale ma dopo qualche minuto udì un calpestio nell’appartamento sopra il suo: era tornata a casa.

Scorpius contemplò il legno della cucina per qualche minuto prima di realizzare che la Weasley lo aveva appena sorpreso come nessuna era riuscita a fare: né mutismo ostinato, né lacrime e scuse.

Rose Weasley era inafferrabile. Combattiva e arrendevole, coraggiosa e timida, onesta fino al midollo, dimostrava la mutevole indole umana. E per la prima volta non considerò l’animo umano in maniera negativa: anche le singole sfumature dell’alabastro non erano poi così belle.

 

 

 

Con un po’ di ritardo, vi regalo un brano dal punto di vista di Scorpius. Non mi soddisfa appieno però, devo lavorarci.

Non ci crederete ma ho scritto davvero il primo incontro di Tyra ed Al di cui parlano, se lo volete leggere è qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2890229&i=1

 

Vi ringrazio sempre tantissimo, soprattutto quel gruppetto di affezionati che continua a seguirmi. Se potessi vi abbraccerei XD

A presto!

 

   
 
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