Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ginny36    21/10/2008    10 recensioni
"Non sempre le cose sono come sembrano". Nymphadora Tonks, Auror 22enne, si era sempre rispecchiata in quella frase e aveva sempre lottato per affermarla al mondo, ma spesso non era stato così semplice affermare di essere Più di quanto appaia.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Black, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

**Ciao a tutti, bentornati per un nuovo aggiornamento di More than meet the eyes. Onestamente, non avrei mai immaginato di riuscire a mantenere la mia promessa di "consegna settimanale", ma se non altro non ho sforato di troppo! =_=". Il capitolo che segue è diciamo il punto nevralgico di questa storia, pertanto mi è venuto più lunghetto del previsto, ma spero possa farvi solo piacere! Ringrazio sempre con calore coloro che hanno recensito il capitolo precedente maria_chan, lyrapotter, cassandra 287 e TonkseLupinxs , lanciando un piccolissimo appello alle mie vecchie recensitrici che sembrano avermi abbandonata! ç__ç Ho ancora bisogno di voi! ^_^ Inoltre, grazie anche a coloro che hanno letto, che fortunatamente sono sempre tanti, e le 21 persone che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti, buona lettura!!! **

More than meet the eyes

 

7 - Something is gonna change

Quando Nymphadora Tonks tornò a casa erano le 6.30 del mattino e cominciava ad albeggiare, il che significava che aveva circa un'ora e mezza libera, prima di dover andare a lavoro.

Fisicamente distrutta, si buttò a peso morto sul divano sbuffando sonoramente; il turno all'Ufficio Misteri era stato estenuante, mai prima d'ora 7 ore le erano sembrate più lunghe in tutta la sua vita, perfino le ore di Storia della Magia che aveva seguito a scuola erano più interessanti e scorrevano più velocemente. Non capiva come fosse stato possibile trascorrere 7 ore in una stanza assieme a Lupin senza rivolgersi mai la parola, nemmeno una volta. Sapeva benissimo che l'uomo non aveva grande considerazione di lei, ma arrivare ad ignorarla così brutalmente le era sembrata davvero una grave mancanza di rispetto, tuttavia dopo i battibecchi con sua madre era fin troppo stanca per poter affrontare l'ennesima discussione della giornata, così aveva preferito lasciar correre ed assecondare il suo assurdo comportamento, rimanendo a sorvegliare il lato che le era stato assegnato.

Fu con uno sforzo enorme che, alle 7.30, si decise ad abbandonare la morbidezza del suo divano per darsi una rinfrescata sotto la doccia e Materializzarsi subito dopo in ufficio.

- Buongiorno Tonks, sei caduta dal letto per caso? – la canzonò Kingsley. – Non sei mai stata così in orario come oggi, faresti la felicità della Umbridge se fosse qui! -

- Molto spiritoso Kinglsley – ribattè la strega, astiosa.

- Nottata movimentata? – chiese il mago, con uno sguardo penetrante. Era chiaro che stesse celando dietro una domanda apparentemente intima, il suo interesse per il turno appena conseguito con Lupin.

- Come sempre, no? – rispose Tonks, fintamente maliziosa. Ormai avevano imparato a comunicare in codice quando erano in ufficio, le precauzioni non erano mai troppe e, come Moody ripeteva sempre, uno stato di Vigilanza Costante non poteva che giovare, nella loro situazione.

- Ma brava, e dire che puoi anche mascherare le occhiaie coi tuoi poteri, ti invidio molto! – disse Kingsley, sorridendo e facendole un'occhiolino.

- Potrò anche mascherare le occhiaie ma di certo questo non mi garantisce alcun tipo di lucidità mentale… - fece Tonks, sbadigliando sonoramente. – Dimmi che c'è del caffè in quella brocca, ti prego –

- Certo, prendine un po', mi sa che ti ci vuole proprio – rispose l'uomo, porgendole il contenitore.

D'un tratto la porta dell'Ufficio Auror si spalancò e fece il suo ingresso un uomo dalla statura imponente e dalla capigliatura e dal portamento leonino: Rufus Scrimgeour, capo del Dipartimento Auror.

- Buongiorno signor Shacklebolt, signorina Tonks - disse Scrimgeour, con tono autoritario.

- Buongiorno signore – risposero i due Auror.

- Sono qui perché mi stavo giusto chiedendo, signorina Tonks, dove fossero i verbali che le avevo chiesto di farmi trovare stamattina sulla mia scrivania – la rimproverò duramente il suo capo.

- Ah… ecco veramente volevo giusto chiederle se può concedermi un po' più di tempo, il materiale è molto vasto e ieri non sono riuscita a lavorarci sopra sufficientemente e… - biascicò Tonks, in imbarazzo.

- Signorina Tonks, cercherò di essere più chiaro possibile…. ESIGO QUEI DOCUMENTI SULLA MIA SCRIVANIA ENTRO DOMANI, va bene? E la avverto sin d'ora, non accetterò alcun tipo di scuse, il suo turno domani comincia alle 12.00, faccia in modo che assieme a lei siano presenti anche quei fascicoli, oppure sarò costretto a prendere seri provvedimenti - disse Scrimgeor, in un tono che non ammetteva repliche. - Shacklebolt, venga nel mio ufficio, voglio discutere con lei del caso Black – aggiunse poi, mentre usciva dall'ufficio dei due Auror, seguito da Kingsley.

Fantastico, davvero fantastico!

Con un vago senso di panico per quello che l'aspettava una volta tornata a casa, Tonks cominciò a frugare sulla sua scrivania, alla ricerca di qualche fascicolo che aveva lasciato in ufficio. Sapeva che a causa del suo impegno con l'Ordine si era arretrata del lavoro negli ultimi giorni, così aveva pensato bene di portarselo a casa e di smaltirlo con calma, ma non aveva fatto i conti con la tragedia mamma , e quindi era rimasta letteralmente fregata. Il solo impulso che tutto il suo corpo gridava a squarciagola era quello di dormire, e l'idea che quando fosse tornata a casa, non solo non avrebbe potuto assecondare quell'impulso, ma avrebbe addirittura dovuto smaltire tutte quelle scartoffie, la mandò completamente in crisi.

Alla fine del suo turno di lavoro, dopo ore interminabili di noia profonda, si rese conto di aver smaltito neanche un quarto di tutto il lavoro richiesto da Scrimgeour, il quale le lanciò un ultimo sguardo molto intenso proprio prima che lei entrasse in ascensore, pronta per tornare a casa.

Ok, sono morta. Sono molto, MOLTO morta!

 

 

*

 

 

Il pomeriggio in Grimmauld Place era stato piuttosto movimentato, poiché una furiosa Molly Weasley litigava piuttosto aspramente da quel che sembravano ore, con un testardo Sirius Black.

- Oh insomma Molly! Come devo ripetertelo, Harry non è più un bambino! Ha 15 anni ormai!!! – urlava Sirius, accalorandosi.

- Appunto Sirius, 15 anni! Non è un adulto e non è maggiorenne, non può partecipare alle faccende dell'Ordine! Perché ti ostini in questo modo, non credi che abbia già abbastanza problemi? E' da irresponsabili pensare di dargli altri grattacapi, di metterlo ulteriormente in pericolo… - ribattè Molly agitata.

- Tu pensi davvero che io voglia metterlo in pericolo? Andiamo Molly, stai vaneggiando! Io credo che lasciarlo nell'ignoranza sia un modo per metterlo in pericolo. Se lui sapesse a cosa va incontro, se lui conoscesse le nostre mosse e soprattutto quelle del nemico, sarebbe più preparato non credi? –

- Lui non deve essere preparato, non dobbiamo coinvolgerlo… -

- Ma cosa dici?! Lui è coinvolto Molly, è coinvolto da quando Voldemort gli ha ucciso i genitori e gli dà la caccia come fosse un cane con un tartufo! –

Al sentir nominare il Signore Oscuro, Molly Weasley rabbrividì vistosamente e soffocò a malapena un gridolino.

- E contieniti, fai parte dell'Ordine, dovresti riuscire a nominarlo o quantomeno a non rabbrividire ogni volta che senti il suo nome – aggiunse Sirius, caustico.

- Non cambiare discorso, stavamo parlando di Harry… - ricominciò Molly, sulla difensiva.

- Ora basta, sono ore che vi urlate contro, smettetela – si intromise Remus, che aveva lasciato la sua poltrona in salotto per recarsi in cucina, attirato e disturbato dai toni soavi dei due contendenti.

- Remus ha ragione, dateci un taglio, state davvero esagerando. Mamma, Harry non è un bambino, non trattarlo come se avesse 5 anni – aggiunse Bill.

- Sentito Molly, perfino tuo figlio è d'accordo con me – disse Sirius con soddisfazione.

- E certo, potevi avere l'appoggio solo di un altro ragazzino! – rispose aspra la strega.

- Non sono un ragazzino io! – si difese Bill, rabbiosamente.

- Ok basta, ora per piacere state tutti zitti un attimo – fece Remus, pacato. – La questione è tanto importante quanto delicata ed io credo che entrambi abbiate in qualche modo ragione. Molly, io capisco il tuo voler difendere a tutti i costi Harry, del resto nessuno di noi vorrebbe che gli accadesse qualcosa, però credo che Sirius abbia ragione a dire di non trattarlo come un bambino, perché di certo non lo è –

Sirius ghignò sfacciatamente all'indirizzo della strega, che fece per ribattere.

- Tuttavia – aggiunse il licantropo - è pur vero che Harry ha già abbastanza problemi senza aggiungervi anche le preoccupazioni e le difficoltà dell'Ordine, soprattutto ora che Dolores Umbridge è ad Hogwarts e quindi l'occhio del Ministero è dentro la scuola e vede tutto, riferendolo chiaramente a Caramell… Non mi meraviglierebbero grossi guai legati a leggi emanate del Ministro, sotto la guida della Umbridge, che interferiranno con il regolare svolgimento delle attività scolastiche -

- In effetti non mi sorprenderebbe se la Umbridge insegnasse ai ragazzi ad uccidere i Mezzosangue, piuttosto che Difesa contro le Arti Oscure – borbottò Sirius, seccato.

- Un motivo in più per non coinvolgere maggiormente Harry negli affari dell'Ordine. Sarà già abbastanza frustrato da quella donna, senza essere a conoscenza degli scarsi progressi che stiamo conseguendo giorno dopo giorno – continuò mesto il licantropo.

Nessuno seppe come ribattere ad un'affermazione tanto vera quanto drammatica; purtroppo non c'erano stati significativi progressi negli ultimi mesi, non erano riusciti a trovare altre persone che volessero unirsi alla causa, e non c'erano grosse tracce dell'attività di Voldemort, cosìcchè brancolavano praticamente nel buio.

Nella piccola cucina calò un silenzio carico di rassegnazione, che fu interrotto bruscamente da un forte tonfo proveniente dall'atrio ed il conseguente urlo del ritratto di Walburga Black.

- Dev'essere arrivata Tonks – fece Bill, ridacchiando e incamminandosi verso l'uscio di casa Black.

- Ti do una mano, non è facile zittire mia madre – aggiunse Sirius, seguendo il ragazzo.

- Zozzura! Feccia! Schifosi ibridi e mezzosangue in casa mia! Disonore della nostra casata! Andate via!!! – ululò il ritratto della signora Black.

- Taci stregaccia! – urlò Sirius sopra le grida del ritratto, aiutato da Bill a richiudere le pesanti tende che normalmente coprivano la vista della signora Black.

- Scusatemi, sono mortificata… - biascicò Tonks quando le grida della zia furono cessate, rialzandosi e cercando di riprendere tutti i fascicoli che erano rovinati a terra insieme a lei, durante la caduta.

- Non preoccuparti cuginetta, ormai ci siamo abituati – la canzonò Sirius, ammiccando all'indirizzo della giovane.

- Ti do una mano – disse prontamente Bill, aiutando la strega. – Che diavolo è questa roba? –

- Lavoro – sussurrò mesta Tonks.

- E scommetto che sei qui e non a casa tua perché non avevi niente di commestibile in casa, vero? – infierì Sirius.

Tonks non rispose, ma arrossì fino ai capelli, provocando un ascesso di risate sia in Bill che in Sirius, che aggiunse – Lo sapevo! –

- Dai Sir non la sfottere così, non vedi che aria sciupata e stanca che ha? – disse il giovane tra le risate, passando un braccio attorno alle spalle della ragazza.

- Ma poverina – fece sarcastica la voce di Remus, che li aveva raggiunti nell'atrio, diretto nuovamente sulla sua poltrona. Alla vista del braccio di Bill attorno alle spalle di Tonks, sentì un moto di rabbia farsi strada dentro di lui.

- Grazie dell'aiuto Bill, questi fascicoli li appoggio sul tavolino in salotto – disse Tonks, ignorando bellamente il commento di Remus.

- Ehm, forse è meglio se te li porto io Tonks… Non vorrei che si sparpagliassero di nuovo a terra – disse Bill ridacchiando, e liberando le mani a Tonks, portò i fascicoli in salotto.

- Grrrazie – rispose rabbiosamente la ragazza, indirizzando una linguaccia a Bill.

Il gruppo si spostò in cucina, dove Molly si era già messa all'opera per la cena.

- Hai un aspetto terribile cuginetta – sentenziò Sirius.

- Grazie Sir, sei veramente gentilissimo – ribattè aspra Tonks, buttandosi a peso morto su una delle sedie della cucina. – Credo che avresti la mia stessa faccia se non mangiassi qualcosa di decente da ieri a pranzo e soprattutto, non dormissi da più di 24 ore –

- Tonks cara, stai scherzando? – chiese preoccupata Molly.

- Purtroppo no, tra il turno di notte e quello di lavoro non ho avuto un attimo di tempo… E non è finita qui… - sussurrò la ragazza, con la testa tra le mani.

- Ma ti fa male strapazzarti in questo modo! Dovresti cercare di essere un po' più equilibrata… - cominciò Molly, con tono preoccupato.

- Eddai mà, non partire con la solita solfa “non vedi come sei sciupata cara, dovresti avere ritmi più umani e mangiare regolarmente”, ha a malapena la forza di reggersi in piedi, non credo che la sopporterebbe – disse Bill, salvando Tonks dalle grinfie della madre.

- Molte grazie Signor Prefetto, mi salvi sempre, in ogni situazione! – sorrise Tonks, all'indirizzo dell'amico.

- Dovere signorina Tonks – rispose Bill ammiccandole.

- Ci siamo persi qualcosa mi sa – fece Sirius confuso.

- Niente – disse Bill, sghignazzando. – E' solo che Tonks a scuola non era proprio quel che si dice una studentessa modello… Non mi riferisco al profitto, ma era una gran combinaguai! -

Tutti i presenti si voltarono a guardare Tonks, il cui viso aveva raggiunto una decisa sfumatura mattone, seguito a ruota dai suoi capelli.

- Ecco, veramente… Bè si insomma, la mia innata goffagine, unita ad una spiccata mancanza di disciplina era un po' un problema all'epoca, difatti la professoressa Sprite, che era il capo della mia Casa, si rammaricava molto di questo fatto, poiché per i voti che avevo sarei potuta diventare Prefetto ad occhi chiusi – biascicò Tonks.

- Solo che ti mancava la cosa più importante… Comportarti bene! – aggiunse Bill scoppiando a ridere, seguito da tutti i presenti.

- Si bè, in effetti non posso proprio negare che non sia stato così, però in qualche occasione, ovvero quando avevo la fortuna che fosse lui a sgamarmi, almeno mi copriva! – rispose Tonks sorridendo.

- Solo perché, come dicono i Babbani, non c'era sfizio a sparare sulla croce rossa! – la canzonò Bill, in preda alle risate.

- Che bastardo! – ribattè Tonks indignata, che gli diede dei pugnetti sul braccio come punizione.

- Ahia, eddai scherzo! Ahia! –

- Ma se ti sto a malapena sfiorando?! Non lamentarti, femminuccia! –

Le frecciatine dei due ragazzi avevano sicuramente rallegrato i toni tesi che erano stati protagonisti indiscussi del pomeriggio a casa Black, lasciando il posto ad un'allegria generale.

Remus guardava la scena seduto al tavolo da pranzo in un misto di seccatura e di invidia; non capiva come si potesse essere così infantili talvolta, ma al contempo agognava quel genere di spensieratezza che sapeva non avrebbe mai potuto raggiungere, data la natura della sua condizione. Non era mai stato solito scherzare molto, soprattutto in questo modo, all'epoca della scuola era sempre stato spronato dai suoi inseparabili amici, ma dopo la morte di James e Lily Potter nulla era stato più lo stesso, e si era pian piano completamente chiuso ed auto destinato ad una vita di tristezza e solitudine.

Poi l'aver ritrovato Sirius due anni prima aveva riacceso in lui un po' di quel guizzo vitale che aveva dolorosamente soffocato per ben 12 anni, ma si trattava di quella che lui definiva una sensazione fittizia e passeggera, un'illusione: quelli come lui erano destinati alla solitudine, non potevano aspirare ad essere felici e spensierati come quei due giovani.

 

 

*

 

 

La cena si svolse in grande armonia, completamente dimentichi del pomeriggio di battibecchi che avevano affrontato. Molly cominciò a lavare i piatti, aiutata da Sirius, mentre Remus si isolò nuovamente in soggiorno, in compagnia di un altro libro.

- Non faresti meglio ad andare subito a letto? – le suggerì Bill, dopo quello che sembrava essere il millesimo sbadiglio.

- Magari… devo assolutamente portare a termine quel lavoro, altrimenti è la volta buona che Scrimgeour mi caccia a pedate dal Ministero – rispose la strega, stiracchiandosi ed alzandosi dalla sedia.

- Bè, buona fortuna allora. Io torno a casa, domattina mi aspetta un'intensa giornata lavorativa e voglio essere riposato –

- Dai, ti accompagno al camino – disse Tonks, incamminandosi verso il salotto.

- Grazie Tonks. Ciao Sir, mamma ci vediamo domattina! –

- Notte Bill – risposero entrambi.

Una volta in salotto, trovarono Remus assorto come sempre nella lettura di uno dei suoi soliti romanzi.

- Io vado, ci vediamo domani Remus – fece Bill, cordiale.

- Bene, notte Bill – rispose Remus educatamente.

Ma tu guarda, solo con me si dimentica le buone maniere!!!

- Notte Tonks - disse il giovane, porgendole la guancia.

- Notte Bill, a domani – rispose la ragazza, dandogli un bacio sulla guancia, ed un attimo dopo lui era sparito tra le fiamme.

Bene, ora a noi due.

Finalmente avrebbe avuto la possibilità di dirne quattro a quell'antipatico, così Tonks si buttò a peso morto sul divano affianco a Remus, che sbuffò infastidito.

- Qualcosa non va? – chiese lei, ostentando ingenuità.

- Mi chiedevo come mai, con tanti posti in questa casa o a casa tua, ti sei seduta proprio qui – disse lui, in tono piatto.

- Accidenti che entusiasmo Lupin! Ti dà così fastidio stare a contatto con me? Guarda che non ti contamino mica, anche ieri sera mi hai ignorata per tutto il tempo! Dovessi mica diventare un po' più gentile nei miei confronti, non sia mai! – rispose sarcastica Tonks.

- Veramente mi risulta che sia il contrario – rispose secco il licantropo.

- Scusa? Ti spiegheresti? –

- Non sono certo io a contrassegnare come letali i giorni in cui mi capita di avere dei turni con te. Mi dispiace, ieri sera ti hanno assegnata al mostro , può capitare ti devi rassegnare. Così ieri sono andato ad esiliarmi dall'altro capo della stanza, in modo da renderti le cose più facili -

- Cos…? Davvero guarda, non riesco a capire i tuoi vaneggiamenti! Contrassegnare i giorni? Ma che… - rispose confusa Tonks, che guardava Remus come se fosse uno scappato dal reparto psichiatrico del San Mungo.

- Ti facevo meno ipocrita sai? Il tuo simpatico calendario, sul quale hai carinamente contrassegnato la data di ieri come letale, il tuo umore assassino… Ora sto ancora vaneggiando? –

Si sarebbe aspettato qualunque risposta, meno quella che ovviamente la strega gli diede.

- Ahahahhahahahahaah!!! Oddio, potrei svenire dalle risate!!! – ribattè la strega, tenendosi la pancia dalle risate.

- Lo trovi divertente? - ringhiò Remus, arrabbiato.

- Siii! Sai perché? Perché in un modo o nell'altro sei sempre il Signor Sottutto! Vediamo, sei entrato senza permesso in casa mia, hai sbirciato tra i miei affari e sei pure giunto alla conclusione sbagliata! Si perché, mio caro, quelle scritte servivano a ricordarmi che avevo preso appuntamento con mia madre, la quale talvolta sa essere così odiosa da far concorrenza alle mie care ziette, quindi capirai che è una situazione mooolto pericolosa! Inoltre, ho dovuto rinunciare alla mia giornata libera per trascorrerla insieme a lei, non mi sono rilassata, non ho fatto uno straccio di compere e come se non bastasse non mi sono messa in pari col lavoro d'ufficio, il che significa che ora sono qui, nuovamente sommersa dalle carte! Ma naturalmente tu hai frainteso, prendendomi tra l'altro per una persona orribile, che potrebbe disprezzarti per la tua condizione, quindi sono IO che dovrei sentirmi offesa! –

Remus rimase impietrito di fronte alla figuraccia che aveva appena fatto. Possibile che di fronte a lei dovesse sempre fare la figura dell'idiota? Arrossì furiosamente e ringraziò mentalmente l'assenza di altre fonti di luce che non fossero il camino di casa Black.

- Io… non so che cosa dire… - farfugliò, in difficoltà.

- Credo che “scusa” sia la parola adatta – ribattè Tonks, glaciale.

- S-sono mortificato… io… s-scusami, sono un idiota – fece Remus, con voce sommessa.

- Accidenti, il Signor Sottutto mi ha detto scusa! E' un miracolo! Questa frase rimarrà negli annali degli aforismi del professor Lupin! – lo canzonò Tonks, con tono scherzoso, rifilandogli una linguaccia.

- Ora non esagerare… - rispose Remus, accennando un sorriso.

- Oddio, hai perfino sorriso! Mamma mia, è proprio un evento storico! – continuò Tonks, esterrefatta dalla reazione del mago. In breve però si accorse che lui era realmente imbarazzato dalla situazione, così decise di venirgli incontro e toglierlo d'impaccio. – Cosa stai leggendo? Mi sembra che per una volta si tratti di un libro dalla grandezza accettabile! -

- Ah, è un romanzo babbano, niente di speciale – si affrettò a rispondere il licantropo.

- Mh, Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio… Sembra interessante! – disse la strega, leggendo dietro la copertina. – Di che parla? –

- E' la storia di una famiglia londinese dell'ottocento, con dentro tutti gli usi, i costumi e le peculiarità del romanzo romantico ottocentesco… Diciamo che è un bello spaccato della società dell'epoca – spiegò il mago.

- Dev'essere davvero interessante, ti spiace se ci do un'occhiata? –

- No certo, fa pure – rispose Remus, porgendole il libro.

- Oh no, non serve. Tu continua a leggere, io comincio da dove leggi tu – disse Tonks, avvicinandosi a Remus per vedere meglio e poggiando la testa sulla spalla dell'uomo.

Il licantropo si irrigidì appena: era strano averla così vicina a lui, poteva sentire il calore del suo corpo ed il profumo dei suoi capelli… Di certo era una distrazione immensa, non sarebbe riuscito a leggere nemmeno una riga….

- O-ok… - farfugliò, la gola d'un tratto troppo secca per aggiungere altro.

Tonks gli sorrise di rimando e lui si ritrovò a pensare che non gli aveva mai sorriso prima e che inoltre era veramente carina quando sorrideva in quel modo. Scosse impercettibilmente la testa, dandosi più e più volte mentalmente dell'idiota. Si costrinse a leggere senza porre troppa attenzione alle sensazioni che stavano scaturendo dalla vicinanza con quella buffa ragazza e così facendo riuscì ad arrivare all'ultima parola della pagina che stava leggendo.

- Posso girare la pagina, o stai leggendo ancora? – sussurrò il licantropo, girandosi verso Tonks.

Si accorse che la ragazza era completamente rilassata ed appoggiata alla sua spalla, le palpebre abbassate, il respiro lento e regolare, le labbra appena un po' schiuse; si era addormentata.

Remus rimase immobile per qualche minuto a contemplare quella visione, non solo non voleva sciupare il momento, ma soprattutto non voleva svegliarla per nessuna ragione. Era stanca morta, si meritava quel riposo.

Poi con dei gesti estremamente lenti, si scostò appena da lei, facendola dapprima stendere sul divano, per poi poterla prendere delicatamente in braccio, diretto in camera sua.

- Ehi Lunastorta, ma che fai? – chiese Sirius, entrando in salotto ed osservando incredulo la scena.

- Shhh! Parla piano. Si è addormentata e la sto portando in camera mia, così potrà riposarsi in santa pace – sussurrò il licantropo.

- Ceeerto, la porti in camera tua per farla dormire… - sussurrò a sua volta Sirius, con tono malizioso.

- M-ma che dici, è ovvio che lei dormirà in camera mia, io dormirò sul divano. Non farti strane idee, sei tu il pervertito Black, non io – disse Remus, incamminandosi al piano di sopra.

- Certo, come no… -

Remus entrò cautamente nella sua camera ed adagiò lentamente Tonks sul suo letto, togliendole le scarpe e rimboccandole le coperte.

- Buonanotte e sogni d'oro, ragazzina – sussurrò, dandole un bacio sulla tempia.

Si concesse un ultimo sguardo, prima di lasciare la sua stanza e chiudere la porta.

 

 

*

 

 

Il mattino successivo, Nymphadora Tonks aprì gli occhi e notò di essere in una camera che non era la sua; cercò di ricordarsi come fosse finita in quella camera, ma aveva un vuoto totale nella testa, l'ultima cosa che ricordava era di aver letto qualche riga del libro di Lupin…

Oh cazzo, mi sono addormentata!!! Ed il lavoro è ancora tutto lì!!! Merda, merda merda!!!

Con un moto di panico crescente, si alzò dal letto a velocità supersonica, si infilò le scarpe e si fiondò fuori dalla stanza, scendendo rapidamente le scale e sbattendo violentemente contro Sirius.

- Ahia! Ma che? Ah Tonks, era ora! Stavo giusto venendo a svegliarti, sono le 11, hai dormito quasi 12 ore di fila! – disse Sirius, sorridente.

- Oddio, le 11?! Siriuuuss!!! Perché non mi hai svegliata prima?! Ieri sera sono crollata e non ho messo apposto i verbali, ora Scrimgeour mi AMMAZZA, mi fa a pezzi e vende i miei organi al mercato nero! – sbottò Tonks, afferrando Sirius per il bavero della maglietta.

- Tonks… Così mi soffochi… Lasciami… - biascicò l'uomo, in difficoltà. Quando lei lo lasciò andare, aggiunse – Non devi preoccuparti per i verbali, ci ha già pensato qualcun altro, qualcuno che ti ha prestato la sua camera ed il suo letto portandotici in braccio, qualcuno che è rimasto in piedi tutta la notte per aiutarti… Fossi in te darei un'occhiata al salotto, io vado a farmi una doccia –

- Ma che..? – balbettò Tonks incredula, scendendo le ormai poche scale che la dividevano dal salotto.

Quello che vide era una sagoma appallottolata sul divano in una coperta consunta, dalla quale spuntava appena il viso di Remus Lupin, profondamente addormentato. Sul tavolino poi, notò che non c'erano più i suoi appunti disordinati, bensì le pergamene erano state tutte compilate ordinatamente e con una grafia impeccabile. Allibita e senza parole, notò un piccolo bigliettino poggiato in cima alla pila di documenti, dove erano scritte poche righe nella stessa ordinata grafia.

 

Con la speranza di farmi perdonare per la mia idiozia.

Mi auguro di aver fatto un buon lavoro, buona giornata

Remus.

 

Ha fatto tutto questo per me…

D'istinto guardò il volto dell'uomo addormentato, come se lo vedesse per la prima volta; i capelli chiari, leggermente striati di grigio, ricadevano scomposti sul viso, attraversato da un paio di pallide cicatrici, segni incontrovertibili della sua maledizione, il respiro profondo e calmo, l'espressione rilassata e da bambino… Si riscosse dai suoi pensieri quando entrò nel suo campo visivo l'orologio appeso alla parete, che segnava, a suo avviso dispettosamente, le 11.30.

Le serviva senza ombra di dubbio il tempo per tornare a casa a darsi una ripulita, così senza indugiare oltre si incamminò rapidamente verso il camino, documenti alla mano, e si diresse a casa con una grande consapevolezza: qualcosa era cambiato.

 

**Penso che questo sia il capitolo che mi sia piaciuto di più scrivere fino ad ora, ed al contempo anche il più difficile, poichè non è facile gestire e descrivere i sentimenti ed il legame in precario equilibrio tra i due protagonisti, spero di essere stata all'altezza e di avervi trasmesso almeno un pò dei sentimenti di entrambi. Come sempre vi chiedo una recensioncina, anche e soprattutto come critica costruttiva al mio lavoro, poichè è anche grazie ai vostri commenti, positivi o negativi che siano, che si migliora e ci si evolve. Al prossimo aggiornamento, che spero di effettuare la settimana prossima... Diciamo che sarò più veloce se mi aiuterete XD (ricatto per le recensioni) Un bacio! **

Ginny36

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ginny36