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Autore: Emmy_Cr_    02/11/2014    3 recensioni
Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Arthur Kirkland usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Alfred a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro.
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero.
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Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, Francis Bonnefoy usciva dall'ufficio alle due, andava a prendere suo figlio Matthew a scuola e lo accompagnava alla lezione di hockey sul ghiaccio, al palazzetto vicino casa loro.
Si sedeva sugli spalti e aspettava, congelandosi fin nelle ossa, che le due ore e mezza di allenamenti finissero.
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FRUK. FRUK EVERYWERE.
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ATTENZIONE: Il rating diventa rosso nel capitolo 6!!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie ''cause FACE family is the rule'
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Intermezzo, sei anni dopo: Padri, uguali anche se di diversa nazionalità.
 
 
Quando Elizaveta si svegliava, la prima cosa che sentiva erano le parole, un po' sconclusionate dei suoi figli. 
A sei anni, Lovino si era rivelato ormai lo scorbutico fratello, mentre Feliciano quello dolce. 
Roderich, che adesso era il giornalista di punta della rivista di Francis, li ascoltava mentre preparava loro la colazione. 
Quella mattina però, qualcosa era cambiato.
Aprì gli occhi verdi e se ne ritrovò due uguali davanti al viso. 
 
- Madre. 
 
- Figlio. 
 
Il viso di Lovino la osservava dall'alto, inginocchiato sul materasso. 
 
Aveva solo sei anni ma era molto intelligente e scaltro, molto più di quanto un bambino di sei anni dovrebbe essere. 
 
Gli fece una carezza sulla guancia sinistra e, per un momento, gli occhi del bambino si socchiusero godendosi la dolce carezza della madre. 
 
- C'è qualcosa che mi devi dire, figlio? 
 
Il bambino aprì gli occhi di colpo e inclinò la testa come suo padre. 
Padre che dormiva ancora saldamente abbracciato a Elizaveta. 
 
- Lo zio Bastard... Antonio, va al Comic Con con la zia Bella... possiamo...
 
In quel momento la porta si fracassò contro la parete e Feliciano si lanciò sul letto, sulla schiena di Roderich che gemette malamente.
 
- Mamma! Mamma ! Mamma, mamma! Lo zio Tonio va con la zia Bella al Comic Con! Andiamo con loro! Dai! Dai Dai! Ti preeeeeeeeeeeeeeego! 
 
Lovino lo spinse a sedere e si avventò su di lui. 
 
- Feli! Ce l'avevo in pugno! La stavo per convincere poi arrivi tu e puff! Mi distruggi il lavoro! 
 
Il piccolo mise su un tenero broncio e gli fece la pernacchia. 
 
- Ma il mio metodo è il migliore!
 
- Ah si? E perchè? 
 
- Perchè io sono nato prima e quindi sono il più 
grande! 
 
Lovino, a quel punto scattò. 
 
- Non è vero sono più grande io!
 
- No io! 
 
- Io! 
 
- Io!
 
- IO!
 
- IO! 
 
A quel punto si fece sentire la voce di Roderich, potente sopra le risa della moglie, ancora soffocata contro la spalla della donna. 
 
- Secondo la legge dei gemelli, il primo a nascere è il più piccolo... 
 
I gemelli si zittirono per alcuni secondi poi ripresero, se possibile, ancora più forte di prima. 
 
- Io sono nato dopo!
 
- No, io!
 
- Io! 
 
- Io! 
 
I due iniziarono a darsele di santa ragione, 
rincorrendosi per la casa. 
Roderich seppellì il viso nel cuscino e sospirò. 
 
- Non hai intenzione di andare vero? 
 
Nessuna risposta. 
 
- Veta? Ci vorrebbe l'aereo! 
 
Ancora silenzio. 
 
Osò alzare lo sguardo e vide gli occhioni verdi, così simili a quelli di suo figlio, guardarlo implorante. 
 
- Ti prego Veta... non con lo spagnolo! 
 
La ragazza spinse il labbro inferiore inferiore e lo fece tremare con grazia fino a che, con uno sbuffo seccato l'austriaco cedette. 
 
Elizaveta lanciò un gridolino e gli si gettò addosso baciandolo dolcemente. 
 
- Grazie Roddy!
 
- Mh, si certo... vai a vestirti, sennò col cavolo che prendiamo l'aereo per il comic con!
 
Osservò sua moglie scattare fuori dal letto e poi sprofondò la testa nel cuscino sconfortato. 
Non si sarebbe rilassato neanche quella domenica...
 
 
- Ivan? Ivan, hai sentito Veta di recente? 
 
Il russo continuò imperterrito ad aiutare Ludwig con un esercizio di chimica. 
 
- La miscela isotopica è, quindi...- 
 
Gilbert chiuse il libro, guadagnandosi non uno, ma ben due sguardi assassini. 
 
- Non mi importa se non vi va bene, ho parlato con Veta dieci minuti fa, domani sveglia alle sei, alle sette in aereoporto, ci ritroviamo con gli Edelstein e andiamo al Comic Con. 
 
Ludwig si illuminò. 
 
- Mi posso vestire? 
 
- Si!
 
- No. 
 
Gilbert si voltò voltò verso Ivan e lo guardò sconcertato. 
 
- Perchè non si può vestire? 
 
Il russo lo guardò e si voltò verso la camera da letto. 
 
- Perchè non ci andiamo. 
 
- Perchè no? 
 
Ivan si voltò un'ultima volta. 
 
- Ho detto no, e niente mi farà cambiare idea. 
Glibert, furioso come una bestia gli andò dietro. 
 
- Perchè no? Dammi una buona ragione. 
 
- Non mi va. 
 
 
 
- Daddy! Daddy! Ha chiamato la zia Veta! Daddy! 
 
Alfred fece il suo ingresso in salotto camminando un metro per aria. 
Francis, che stava aiutando Matthew a fare dei compiti, si illuminò. 
 
- Davvero?? 
 
Alfred invece, contento che qualcuno lo avesse considerato, gli si avvicinò saltando sul posto e prendendogli le mani. 
 
- Si! Si! E si mascherano! 
 
- Oddio! Davvero? 
 
- Si!
 
Padre e figlio iniziarono a saltare sul posto mentre Arthur e Matthew li guardavano basiti. 
 
- Alfred! Tu hai sedici anni! Francis! Tu ne hai trentaquattro! Non andrete ad una cosa così stupida come il comic con, vestiti per di più! 
 
 
 
 
Domenica mattina, ore 09:29
 
 
- Questo posto è fantastico! 
 
- Puoi scommetterci! 
 
- Guarda Al! Due vestiti da Gigante Corazzato!  
 
Matthew indicava due ragazzi interamente dipinti di rosso. 
 
- Noi siamo vestiti da Jean e Marco!! Facciamoci una foto con loro! 
 
- Si!!
 
- Francis! Non hanno detto a te! Per favore, è già 
abbastanza imbarazzante che tu ti sia vestito da Aramis! Non peggiorare la tua situazione! 
 
Il francese guardò il suo fidanzato e gli diede un bacio. 
 
- Non essere così severo! Guarda Feliciano! Si diverte tantissimo con Ludwig e Gilbert! 
 
Indicò Ludwig, vestito da Iron Man, che teneva sulle spalle un piccolo Feliciano vestito da Loki, che sembrava divertirsi tantissimo. 
Lovino invece, vestito da Thor, se ne stava imbronciato in braccio allo spagnolo, che aveva optato per un costume da Spider Man. 
 
Elizaveta e Bella erano vestite entrambe da Lady Oscar. 
 
E si divertivano da matti. 
 
Ivan, Roderich e Arthur, invece, emanavano un aura oscura.
 
I tre, nonostante la coalizione che avevano fatto, venivano sballottati da un padiglione all'altro. 
Non era neanche un'ora che erano la e già avevano sperperato l'intero patrimonio di una vita in gingillini, collanine, pupazzetti, tazze e persino un portafogli. 
 
E chi portava il ricavato di tutto ciò sulle spalle? 
 
Ivan, Roderich e Arthur, naturalmente.
 
Ad un certo punto, mentre stavano camminando, con Alfred e Matthew alla testa del gruppetto, 
Elizaveta e Bella si fermarono. 
Con mano tremante la belga indicò all'amica un padiglione interamente dedicato al famigerato manga preferito delle due: Lady Oscar.
 
- V-Veta...? 
 
- Shhh, taci... Non parlare. 
 
Deglutirono sonoramente, ancora bloccate sul posto, con gli occhi spalancati e le mani tese verso il padiglione. 
 
- Veta...
 
- Zitta Bella.. il tuo dovere non è parlare... il tuo dovere è... 
 
Si guardarono per un secondo netto e poi urlarono una sola parola, che, nel loro folle linguaggio doveva essere un urlo di battaglia: 
 
- SPERPERARE!! 
 
Roderich, mestamente guardò Francis. 
 
- Dovrai darmi un aumento per provvedere alla crescita dei miei figli... lo sai, si? 
 
Il francese, molto spaventato, aveva lo sguardo fisso sulle due. 
 
- Papa! Guarda! Quello è Captain Canada! Con Captain America! 
 
Alfred e Matthew scattarono verso i due ragazzi e chiesero loro una foto. 
Non appena i ragazzi tornarono, fu il turno di Gilbert di urlare come una ragazzina. 
 
- Ivan! Guarda! Oddio! Sono i carrarmatini del Risiko!! Guarda! La Germania! Ti obbligo a fare la foto con lui! 
 
- No. 
 
- Si. 
 
- Gilbert, scordatelo. 
 
Non appena il russo fece la foto con il carrarmatino maledetto la carovana ripartì, e con lei anche Roderich e Antonio, pieni zeppi di pacchetti. 
 
Quando la giornata al Comic Con finì e l'aereo atterrò a Montrèal, Roderich portava migliaia di pacchetti tra le braccia, mentre Antonio portava Lovino in braccio e Ludwig il piccolo Feliciano. 
 
Francis invece aveva Matthew dolcemente addormentato su una spalla: nonostante avesse ormai quasi diciassette anni quel ragazzino non pesava nulla. 
 
- Ragazzi, noi andiamo a casa, dobbiamo levare i costumi ai bambini prima che si immedesimino troppo in questo manga... non vorrei che iniziassero ad attaccare la gente alta... 
 
Tutti risero alla battuta di Arthur per poi ritirarsi nelle rispettive macchine per andare a casa, a passare una bella serata in famiglia. 
 
Famiglie non convenzionali, certo. 
Ma famiglie felici oltre ogni immaginazione. 
 
 
 
Eccomi qua!! Capitolo corto ma ispiratissima dal Lucca Comics!! 
Se ve lo chiedete non è un caso che Alfred e Matthew siano vestiti da Jean e Marco.. io... bhe... LI AMO INSIEME! Ho pianto come una disperata, come al solito. 
Allora, ovviamente i manga citati in questo capitolo sono molti: Attack on Titan in primis, Lady Oscar e i Tre Moschettieri. 
Spero che vi sia piaciuto!!
Bacioni a tutti! Emmy!!
  
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