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Autore: roxy_xyz    03/11/2014    1 recensioni
"Fare questo lavoro è come innamorarsi di uno stronzo: bello fuori, ma che passa il tempo a tradirti e a umiliarti. Ecco, questa sono io."
Roberta ha ventotto anni e si trova in viaggio per raggiungere il suo nuovo posto di lavoro, ma il fato ha in serbo per lei qualcosa di particolare.
Un incontro. Una nuova vita. E Roberta non è quel tipo di ragazza che si fa sconvolgere dal fato, piuttosto il contrario. Siete pronti a entrare nel mondo di Roberta?
Una commedia piacevole della roxy_xyz production!
Entrate, Roberta vi aspetta!
----------ULTIMO CAPITOLO POSTATO---------
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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A letto con il nemico

 

Biiip.

Biiiip.

Cos’è questo suono? Sono stata forse rapita dagli alieni? Mulder, Dana, qualcuno mi aiuti!

Biiiiip.

C’è qualcuno che mi sta dando piccoli pugni allo stomaco, ma le mie ciglia sembrano saldate con il cemento e non vogliono alzarsi minimamente per indagare su chi sia. Intanto il picchiatore continua a sfogarsi su di me. Forse un maniaco mi ha legato al letto e torturato in modo da non poter vedere più? In tal caso, voglio che sia Derek Morgan a salvarmi. No, perché state mandando Grissom? Io non sono morta, sono viva e voglio quell’Aidone di profiler!

Biiiip.

“Roberta, la sveglia, dannazione!”

Chi ha parlato? C’è un’altra prigioniera? Morgan, aiutaci!

“Roberta!” Questa volta, insieme all’urlo, accompagna una serie di pugnetti con il quale tempesta il mio addome. Perché la prigioniera picchia me e non il sociopatico che ci ha rapite? Sindrome di Stoccolma, forse?

Quando mi decido ad aprire gli occhi, mi ritrovo a fissare Beatrice.

Biiiip.

Mi allungo per afferrare quel maledetto telefono e controllo l’ora: sono le sei e un quarto e oggi mi tocca fare il mattino, me ne ero proprio dimenticata. Meno male che programmo il mio cellulare per tutta la settimana, il mio inconscio sa quanto io sia inaffidabile e agisce ormai da solo.

Aspettate. Ho visto veramente Beatrice nel mio letto o comincio a sognarla? Mi giro e mi ritrovo a fissare la linea della schiena di una donna. Sono andata a letto con una donna? Rettifico: sono andata a letto con la mia nemica?

Biiiiiip.

“Basta! Ce la fai a disattivarla o devo farlo io?”

Ma io l’ho già fatto, quindi se non sono io…

In preda al panico, cerco altre presenze umane finché non vedo dei piedi sul cuscino.

È ufficiale, sono andata a letto con due donne.

Scendo dal letto e mi avvicino per vedere chi c’è e mi ritrovo a ridere come una scema quando vedo che si tratta di Gabriella.

“Gabry, svegliati! Dobbiamo andare a lavorare.”

Niente, manco un carro armato sembra fare effetto sul suo sonno, finché mi ricordo di essere andata a letto con la piccola Rocky Balboa. All’ennesimo biiiip, ecco che si gira di scatto per sferrare un piccolo destro su quello che dovrebbe essere una coscia di Gabriella.

“Ahia!”

“Gabriella, è tardi e dobbiamo fare l’apertura! Sono le sei e venti.”

“Che cosa? Oh santissima merda!”

Si alza così velocemente da restare impigliata al lenzuolo, e non mi stupisco più di tanto quando la vedo volteggiare in aria e finire per terra, facendo un rumore assurdo.

“Io vorrei dormire!” esclama ancora una volta Beatrice, l’unica che non deve lavorare per vivere. Sono quasi tentata di toglierle il piumino per svegliarla definitivamente, ma il terrore di vederla nuda mi blocca.

“Vado in camera mia a lavarmi, ci vediamo giù tra venti minuti,” dice in fretta la mia collega, avviandosi verso l'uscita.

Sarà meglio prepararsi e chiedere a Gabriella perché la mia testa sembra voler scoppiare da un momento all’altro e non riesco proprio a ricordarmi che cosa ci facciano le ragazze nel mio letto.Prima di dirigermi in bagno non posso però fare tutto il rumore possibile per vendicarmi con Beatrice, perché non è giusto che sia solo lei a dormire. Nel mio letto per giunta! Con la coda dell’occhio vedo i suoi piedini battere furiosamente sul materasso. Rocky Balboa girl ha proprio un bel caratterino.

 

Quando ci ritroviamo l’una di fronte all’altro, non possiamo fare altro che ridere. Siamo due mostri sfuggiti da un laboratorio di chimica mentre facevano degli esperimenti su di noi. I capelli di Gabriella sembrano aver ospitato un nido di piccioni, mentre per quanto riguarda i miei… be’, non vorrei parlare troppo di me e lasciare il giusto spazio alla mia compagna di disavventure, quindi meglio tralasciare questi inutili dettagli, anche se più di una persona sembra notarli durante il tragitto verso l’hotel. Ma tutta questa gente alle sei e quarantacinque? No, ma parliamone! Perché non andate voi a lavorare al posto mio?

“Senti, ma perché dormivate da me?” chiedo, cercando di trattenere la mia curiosità ai limiti possibili.

“Mi ricordo che non riuscivo ad andare nel mio piano. Ho come dei flash in cui mi vedo salire le scale e cadere tante volte.”

“Ma la tua camera non è al piano terra?” le chiedo.

Si blocca un attimo e mi fissa per poi scoppiare a ridere. “Cavolo, sì! Ma perché andavo allora al secondo piano?”

“E lo domandi a me?”

“Abbiamo bevuto davvero troppo. Però, mi sono divertita tanto, soprattutto quando poi, siamo salite sul tavolo e abbiamo iniziato a ballare. Cavolo, Beatrice, è bravissima!”

Che cosa ho fatto? Per almeno una settimana devo bere solo acqua! Non è possibile che non ricordi nulla di quello che era successo la sera prima, eppure sono abituata a bere e mi sono sempre ricordata quello che facevo, o meglio le mie brutte figure. Per la prima volta ho solo un feroce mal di testa e la sensazione di aver passato una delle migliori serate in vita mia.

“Buongiorno, carissime… oh, santa paletta! Che cosa vi è successo?”

Perché Marco urla? Siamo a pochi centimetri di distanza, non c’è bisogno di parlare ad alta voce!

“Siamo così terribili?” domanda Gabriella, con il terrore negli occhi.

“Siete verdi! Insomma, potevate mettervi un po’ di colore in viso e anche una pettinata non avrebbe guastato,” parla e ci guarda disgustato.

“Ora lo facciamo, non ti preoccupare! Ho portato tutto il necessario con me…” afferma Gabriella, prima di mostrare un enorme beauty case che teneva nascosto nella sua borsa.

Non sono sicura che il mio aspetto migliorerebbe molto, neanche dopo un intervento di Michelangelo. Quel  poco che ho visto nello specchio della mia camera mi ha terrorizzato. Ci si può ridurre così dopo una semplice serata tra donne?

“Successo qualcosa?” domando, in modo da cacciare Marco.

“A parte due che sono entrati, credendo di passare inosservati, e sono andati nel bagno della hall per fare quelle cose zozze che voi due non fate mai…”

“Ehi!” insorgo io. Non è vero! Era passato solo un anno e mezzo dall’ultima volta che mi ero risvegliata a letto con uomo, quindi la mia situazione non era poi così disperata.

“Dicevo: nulla di importante. Fate solo attenzione al furbetto della 203.”

“Perché?” Se non ricordavo male era un cliente un po’ esuberante, ma non aveva mai dimostrato di essere pericoloso o comunque di possedere quelle “qualità” da finire nella lista nera dei clienti da evitare.

“Ieri non ha fatto altro che brindare e offrire bicchieri di spumante. Ho addebitato ogni cosa, ma sai come sono fatte le persone quando vengono in hotel…”

Oh sì, lo sappiamo tutti benissimo. Quando si avvicina il momento di pagare, alla vista degli addebiti, credono di star partecipando alle nomination degli Oscar e recitano la loro parte, quella del “ma io non bevo, sono astemio”, meglio di un attore di Hollywood. Marco c’informa del fatto che, probabilmente, il cliente avrebbe inventato mille scuse prima di alzare bandiera bianca e quindi saldare il conto.

I clienti sono tutti uguali, visto uno sai come gli altri si comporteranno, perché anche l’onestà viene lasciata a casa.

“Capito, capito. Ora vai a nanna.”

“Il mio lettone mi aspetta. A presto mie dilette donzelle verdastre…”

“E vattene!”

Una volta rimaste sole, mi reco verso il bar, l’unico posto dove posso trovare il rimedio per la mia maledetta sbornia: la caffeina. Ne ho bisogno, non solo per recuperare un minimo di compostezza, ma anche per affrontare la giornata, otto ore di lavoro possono essere interminabili se sei già distrutta dopo cinque minuti.

Al mio ritorno, trovo una Gabriella sorridente. Mi fa anche più paura di prima, quando mi odiava.

“Perché mi guardi così?”

“Dai, siediti che ti sistemo.”

E chi sono io per obiettare, soprattutto quando posso chiudere gli occhi per qualche secondo e godere delle premure di una collega che fino a poche ore prima mi aveva sempre ignorato?

“Lo rivedrai oggi?”

Il caffè non ha ancora fatto molto effetto e quindi, mi ritrovo a replicare. “Chi?”

“Il tipo di ieri sera.”

“Intendi l’ex marito di Beatrice?” Se dobbiamo passare la giornata insieme, sarà meglio fornirle il materiale necessario.

Sento il pennello fermarsi sulla mia guancia destra. “Che cosa? Ma sei impazzita?”

“Ehi! Mica lo sapevo quando l’ho conosciuto…”

Soddisfatta della mia risposta continua a truccarmi. “Mmmh, capisco. Siamo sicuri che non stanno più insieme?”

Ma sì, diamole tutte le notizie in una volta sola. “Me l’ha confermato il suo caro ex suocero, ovvero il nostro amato direttore.”

“Starai scherzando!”

Apro gli occhi e la guardo. È stupita delle rivelazioni, dopotutto quante possibilità ci sono di finire a lavorare per l’ex suocero della persona con il quale si sta iniziando a uscire? Sono praticamente nulle, e invece è successo a me. Se si pensa poi, che sono riuscita anche a finire a letto con l’ex moglie.

“Lourdes.”

“Cosa?” Gabriella mi guarda senza capire.

“Ho già deciso le mete delle mie ferie, no?”

“Quanto sei stupida!” Mi dà un’occhiata generale per poi fare un cenno affermativo. “Ho finito, sei perfetta. Ora fila al desk che è il mio turno per farmi bella e non pensare troppo al tipo…”

“Valerio. Si chiama così.”

“Ti ho detto di non pensarci!”

“Ma cosa faremo per otto ore?”

Mi rivolge un ghigno malefico prima di parlare. “Guarderemo le foto che ho scattato e parleremo della telefonata che hai fatto, quando eri completamente sbronza.”

Alt, io non ho chiamato nessuno.

Giusto?

Odio non ricordarmi nulla. Gabriella, perché non mi hai fermato?

Prendo il cellulare in fretta e furia e comincio a scorrere la lista delle ultime chiamate prima di gelarmi.

Daniele. Alle due e mezza ho chiamato lui.

Merda.

 

 

 

NdA: Buon inizio della settimana, gente! Non so voi, ma io sono piena di lavoro quindi ho pensato di aggiornare ora o mai più e dato che non voglio essere picchiata dalle mie lettrici…

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, mi sono divertita un mondo a scriverlo soprattutto la scena iniziale! Fatemi sapere cosa ne pensate, sono sempre curiosa di conoscere il vostro parere.

A lunedì.

   
 
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