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Autore: genesisandapocalypse    03/11/2014    4 recensioni
Incomprensibile è la fuga di Deborah.
Incomprensibile è la scelta di Beatriz.
Incomprensibile è la bellezza di Jamaica.
Incomprensibile è il fastidio di Kriziana.
Incomprensibile è il pianto non avvenuto di Calum
Incomprensibile è l’autostima a terra di Michael.
Incomprensibile è la preferenza di Luke.
Incomprensibile è la gioia esagerata di Ashton.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Incomprensibile.

RIVELAZIONI, ABBRACCI E RACCONTI.
 
A Luke, perché è lo amo e amo la sua risata,
A Deborah, che è tornata da chissà dove ed è pronta a tutto,
Agli autobus la domenica che ti fanno fare tardi.
 
Fa un passo avanti, cercando di avvicinarsi a lui, perché ha bisogno di toccarlo, di accarezzarlo, di sentirlo accanto a lei, ma Calum fa due passi indietro, mentre il viso si contorce in una smorfia di puro dolore e le ciglia iniziano a bagnarsi leggermente con quelle lacrime che oscillano sulla cornea.
«No, no - sussurra, portandosi le mani tra i capelli e tirandoseli leggermente - no, ti prego,» aggiunge, con la voce flebile, prima di girarsi e scappare dentro il locale, lasciando sola con le sue lacrime Deborah.
Nel locale c’è, ormai, poca gente e i ragazzi sono ancora dietro le quinte, dove Calum si sta dirigendo a passo svelto, perché quello che ha visto non è una visione, perché Deborah è lì fuori, dopo due mesi, esattamente come se la ricorda, perché probabilmente ha sentito la canzone che gli ha dedicato.
Calum le sente, quelle dannate e fottute lacrime che premono per uscire, ma no, lui non vuole piangere, non vuole risultare un bambino.
Si siede su una cassa, posizionata nelle quinte del palco, e fa sprofondare il viso nelle mani, mentre le lacrime iniziano ad uscire, senza volerlo, mentre i singhiozzi sembrano squartarlo, mentre il corpo trema come se avesse freddo.
«Calum?» la voce di Luke, preoccupata, gli arriva all’orecchio più lontana di quel che in realtà è e, il moro, non riesce proprio ad alzare lo sguardo verso di lui, continuando a piangere come, secondo lui, farebbe solo una checca.
«Calum, cosa cazzo succede?» la mano di Luke si posa sulla sua spalla e la sua voce gli arriva, questa volta, anche troppo forte e vicina per i suoi gusti.
Scuote la testa, tra le sue mani, perché non ha affatto la forza di parlare, perché non ha la forza di guardare il suo migliore amico e rivelargli che, fuori da lì, c’è Deborah.
«Calum, dimmi che cazzo hai!» il ringhio innervosito di Luke e la scossa alla sua spalla gli fa alzare il viso, mentre incontra gli occhi azzurri del biondo, vedendo i suoi lineamenti sfocati per via delle lacrime.
Apre la bocca per parlare, richiudendola più volte, perché sente la gola bruciare e le parole sembrano bruciare con essa, poi, prendendo un profondo respiro, la apre nuovamente.
«Deborah,» sussurra, accorgendosi di quella nota di malinconia negl’occhi di Luke, che lo scuote nuovamente.
«Cantare quella canzone ti ha fatto venire in mente troppi ricordi,» borbotta, probabilmente fraintendendo cosa intende il moro, che scuote la testa con vigore e lo guarda.
«Deborah è qui fuori,» aggiunge, ritornando a singhiozzare furiosamente, mentre il tempo sembra fermarsi e lo sguardo di Luke infuocarsi.
Non gli dà il tempo di fare nulla, perché scatta in piedi, arrabbiato come solo poche volte gli è capitato, e correndo fuori dalle quinte, fuori dal locale, pronto a tirare fuori due mesi di sofferenza.
Deborah gli appare esattamente come l’ha lasciata Calum, davanti alla porta, con lo sguardo basso e le lacrime a caderle sul viso, poi la vede far scattare gli occhi in su e osservarlo, intimorita, perché il viso di Luke è qualcosa di pauroso.
«Luke,» sussurra, intrecciando le braccia, come per difendersi dall’attacco futuro, che non tarda ad arrivare.
«Tu, sei una fottuta stronza! - urla talmente forte, il biondo, che probabilmente ha risvegliato qualcuno nelle case accanto - come osi tornare dopo due mesi, eh? - aggiunge, alzando la voce e facendo tre passi nella sua direzione, con il viso rosso e gli occhi sgranati - ma hai almeno la minima idea di quel che cazzo ci hai fatto passare?» allarga le braccia e la osserva con disgusto, con rabbia, con dolore.
«Luke, posso spiegare,» risponde lei, inutilmente, perché il biondo non ha la minima voglia di farla parlare.
«Col cazzo che ti faccio spiegare, potevi farlo prima di sparire - urla, mentre Deborah continua, invano, a ripetere il suo nome, cercando di farlo calmare - ma tu lo sai quanto dolore hai procurato?» grida, stringendo i pugni.
«Luke, ti prego…» ripete per l’ennesima volta, indietreggiando ogni qual volta il biondo avanza.
«Del dolore che hai procurato a Calum?» aggiunge, ringhiando.
«Fammi spiegare, diamine,» dice, Deborah, con voce leggermente più alta.
«Del dolore che hai procurato a Kriziana? Del dolore che hai procurato a Michael?» si porta le mani ai capelli, ricordando cosa hanno passato tutti quanti per colpa di quell’egoista, che continua a cercare di proferire parola.
«Del dolore che hai procurato a me?» e lì, Luke, sente bene gli occhi inumidirsi, perché sì, Deborah era la sua migliore e, a parere suo, lo è ancora, perché nessuna può prendere il suo posto, e sì, anche lui si è sentito morire ogni giorno di quei due mesi, senza la sua costante presenza attorno a lui.
Si porta una mano al viso, soffermandola sulla bocca, per evitare che qualunque tipo di suono scappi da lì, e porta lo sguardo al cemento sotto i suoi piedi, stringendo l’altra mano in un pugno, per evitare che Deborah veda il leggero tremolio.
«Luke -  sussurra, con voce decisa e tremendamente dolce, avvicinandosi a lui di poco, e il biondo si accorge quanto la sua voce, così rassicurante, gli sia mancata - sono incinta
E se il suo ritorno gli è sembrata la cosa più scombussolante della serata, la notizia appena data dalla mora, di fronte a lui, è ancora più destabilizzante.
Alza il viso verso di lei e la guarda, esterrefatto, notando che si morde le labbra per evitare di piangere, come fa spesso.
Tutto, si aspettava, tutto, meno che quello.
Con due falcate la raggiunge e la circonda con le sue braccia, stringendola più stretta possibile, capendo perché se ne è andata, capendo perché non ha detto niente.
Perché aveva, e ha, paura, come può averne ogni ragazzina di diciassette anni di fronte a una gravidanza e la notizia che avrebbe sconvolto più vite, perché pensava di fare del bene a Calum, liberandolo da un peso enorme.
«Sei una stupida,» le sussurra, tra i capelli che, come si ricorda bene, profumano di cocco, e accarezzandole la schiena con delicatezza, cercando di calmarla mentre i primi singhiozzi giungono alle sue orecchie.
 
Kriziana continua a leggere il messaggio sul telefono con gli occhi sgrananti e una smorfia di incredulità, mentre Jamaica e Beatriz la osservano preoccupate.
«Kriziana? - chiede la castana, avvicinandosi di poco e posandole la mano sulla spalla - Kriziana, è tutto ok?» aggiunge, cercando di capire cos’è successo.
Kriziana non risponde, continua a tenere gli occhi, che si stanno inumidendo a mano a mano, sullo schermo del telefono.
«Kriziana, cos’è successo?» chiede Beatriz, incrociando le braccia al petto.
Kriziana sente il cuore squarciarsi, le mani tremare e le prime lacrime sgorgare con velocità sul viso, sporcandolo di trucco.
Sono due mesi che l’aspetta.
Due mesi.
Deborah è qui.” recita il messaggio di Luke, che gli ha mandato già cinque minuti fa. Lei non ci crede, che Deborah è davvero lì, dopo due mesi.
Ma perché mai Luke dovrebbe farle uno scherzo del genere?
Alza gli occhi neri sulle amiche, che la guardano spaventate.
«È tornata,» mormora, poi si infila il telefono in tasca e si fionda alla porta.
Jamaica sorride soddisfatta e tira fuori il telefono.
Ashton ne sarà contento.
Kriziana apre la porta del pub e, di fronte a lei, Luke sta stringendo Deborah come se fosse un’ancora. Il viso di lui è sconvolto e quello di lei è rigato dalle lacrime.
È lì, è tornata.
Ha gli stessi capelli mori e mossi, ha gli stessi occhi azzurri, ha lo stesso viso dolce.
Ha lo stesso braccialetto nero che si intravede sul polso sinistro, ha gli stessi orecchini a cerchi d’argento che le piacciono da impazzire, ha le stesse Nike bianche comprate un anno fa.
Deborah si stacca piano dall’abbraccio e si gira a guardare l’amica. Ha il labbro tremolante e ha paura della reazione.
«Kriziana,» mormora, con voce tremolante.
La nominata sente il cuore scoppiarle nel petto e le lacrime che le scorrono più velocemente di prima, perché anche la voce non è cambiata un minimo.
Fa un passo avanti, poi un altro e, infine si ritrova a correrle contro, saltandole praticamente addosso.
«Oh, Deborah!» esclama, finendo per piangerle sulla spalla, mentre i singhiozzi sembrano squartarle il petto.
Luke le guarda entrambe e sorride, emozionato, commosso, felice.
«Mi sei mancata da morire,» aggiunge l’azzurra, staccandosi dall’abbraccio e guardandola negli occhi.
«Anche tu, Krizi,» risponde Deborah, sorridendo tra le lacrime e osservandola.
La porta si apre alle loro spalle e: «Deborah!» urla la voce euforica di Ashton, che scosta Kriziana e Luke con le mani e abbraccia la ragazza con forza, sbatacchiandola a destra e manca.
«Staccati immediatamente, traditore!» sbraita lei, spintonando Ashton che scoppia a ridere, osservando la ragazza mettersi le mani sui fianchi e affinare gli occhi azzurri.
«Aspetta, voi due vi conoscete?» chiede Kriziana, sgranando gli occhi e indicando con l’indice prima uno e poi l’altra, che annuiscono all’unisono.
«È solo per colpa sua che sono qui, ‘sta sera, si è scordato di dirmi chi fossero gli altri componenti della band!» ringhia, imbestialita con il riccio che, invece, ride sguaiatamente.
Kriziana e Luke sgranano gli occhi, sorpresi, poi sorridono entrambi e il biondo si fionda tra le braccia dell’amico.
«Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie.. - cantilena, stringendo forte il batterista, che ridacchia divertito e gli passa una mano sulla schiena - ti devo un favore, davvero!» aggiunge, staccandosi dall’abbraccio e incrociando gli occhi di quest’ultimo con i propri.
Ashton sorride, si sente soddisfatto.
Li sta rendendo di nuovo felici, esattamente come voleva.
Kriziana gli lascia un bacio sulla guancia, poi si gira verso Deborah.
«Devi solo che ringraziarlo, senza di lui non saresti qui,» la rimprovera, ridacchiando, prima di circondarle le spalle con un braccio. Deborah fa un verso stizzito ma poi sorride al riccio, che, alla fine, è stato un genio.
Ashton la guarda con premura e con dolcezza, prima di passarle una mano sulla pancia in un gesto quasi impercettibile.
«Come sta?» chiede con un mormorio, osservando con attenzione lo stomaco ricoperto dalla felpa enorme. Deborah sorride e si passa una mano sulla pancia, che ora ha un rigonfiamento tanto minuscolo da farla sembrare solo ingrassata di un chiletto.
«Benone, direi!» gli risponde, prima che Kriziana scorga le mosse strane degli amici.
Si porta una mano alle labbra e fa uscire un gemito rumoroso.
«Tu, ‘sta notte, vieni a dormire da me e niente storie! - esclama, mettendosi le mani sui fianchi - che penso che tu mi debba raccontare un po’ di cose!» aggiunge, facendola ridacchiare imbarazzata.
Deborah annuisce e la guarda.
«Prima andiamo, più cose saprai,» le dice.
 
Sono sul letto di Kriziana con un enorme vaschetta di gelato al cioccolato e panna.
«Ho saputo di essere rimasta incinta una settimana prima di scappare - le dice, prendendo un’altra cucchiaiata di gelato e evitando lo sguardo dell’amica - ero incinta già da un mese e mi sono spaventata a morte, perché insomma, a diciassette anni un bimbo non è la migliore delle cose - aggiunge alzando gli occhi di sfuggita, mentre Kriziana ascolta con calma - voi tutti sapete che sono contro l’aborto in una maniera disumana, però, per un attimo ci avevo persino pensato - le dice e sorride amaramente -subito dopo, mi sono fatta schifo per aver potuto pensare ad una così orribile!» la voce è affilata e disgustata.
Kriziana non sa bene che dire, mentre ascolta e osserva l’amica ricordarsi delle emozioni provate prima di scappare. Un po’ le verrebbe da urlarle contro, perché loro non l’avrebbero mai giudicata, mai.
«E i tuoi genitori? Lo sanno?» le chiede, portandosi alle labbra il gelato.
«Sì, avevo un fifa rara a dirglielo, ma poi l’ho dovuto fare per forza, avevano trovato dei test di gravidanza, non usati, nel cassetto, sotto i calzini - borbotta, ridacchiando - sono sempre stati dei ficcanaso - commenta - ma comunque non hanno fatto troppe storie, certo, all’inizio erano arrabbiati, e come dargli torto? Ma mia madre stessa ha avuto mio fratello a diciassette anni, più di tanto cosa poteva dirmi?» alza le spalle e posa il cucchiaio nella vaschetta.
Ne ha mangiato pure troppo.
«Ora toccava dirlo a voi, ma ero ancora più spaventata di dirlo ai miei - la guarda e sorride, come per scusarsi - così sono scappata, perché sono una fifona,» aggiunge.
«Insomma, come avrebbe reagito Luke? Sarebbe stato felice di diventare una sorta di mini zio? E tu? Cosa avresti potuto dire di me? Insomma, la propria migliore amica incinta.. che vergogna - alza una mano per bloccare il ribattere dell’amica - E Michael? No, forse lui sarebbe stato l’unico a cui l’avrei detto, perché Michael è Michael, e lui è sempre pronto a tirare su di morale la persona più distrutta della terra, è sempre pronto a ribaltare la situazione facendola diventare bella,» dice, e ridacchia. Kriziana annuisce, perché è vero, Michael è Michael, è la persona più meravigliosa dell’universo ed è pronto a vedere del positivo in tutto.
«E poi.. Calum? Calum ha diciassette anni come me, Krizi, cosa avrebbe detto? Diventare padre a questa età.. io… io avevo paura, capisci? E se mi avesse lasciata da sola? Se avesse realizzato che, beh, alla fine non ne vale la pena? Insomma, io non l’avrei mica costretto a rimanere, io non lo costringerò a rimanere, quindi per quale motivo dovrebbe perdersi il periodo migliore dell’adolescenza per stare appresso ad una come me?» delle piccole lacrime le scorgano dagli occhi e Kriziana si sente in dovere di catapultarsi ad abbracciare la propria migliore amica.
Ora la capisce.
«Smettila di dire cazzate, ‘Ebo, Calum non l’avrebbe mai fatto, e sai perché? Perché ti ama e perché si è sempre preso la responsabilità delle proprie azioni! Calum non ti avrebbe mai lasciata sola, perché non è da lui e perché si tratta di te e lui ti ama troppo per lasciarti andare per una cosa del genere, seppure non è da prendere alla leggera, capito?» e Deborah annuisce un minimo, perché forse è vero.
Poi, a rompere il loro abbraccio è il suono del campanello.
Si scambiano una lunga occhiata e lo sanno entrambe che oltre la porta qualcuno vuole rivedere Deborah.
L’azzurra si catapulta per le scale e apre la porta senza nemmeno guardare. Si ritrova ad essere spostata con furia di lato e: «dov’è? Dove cazzo è?» urla Calum, osservando a destra e a sinistra per la casa, entrando in ogni stanza al piano di sotto.
Luke entra di seguito e prende tra le braccia Kriziana, accertandosi che non si sia fatta male, poi osserva l’amico.
«Calmati, Cal, così non risolvi niente!» gli dice, innervosito dal comportamento dell’amico, che si gira di scatto e lo osserva con gli occhi infuocati.
«E come risolvi le cose, uhm? Sentiamo un po’! Come cazzo si risolvono cose del genere?» le urla si potrebbero sentire persino alla fine dell’isolato.
Michael osserva il tutto con occhi sgranati e sorpresi, perché la rabbia dell’amico non la capisce mica. Beatriz gli poggia una mano sulle braccia, leggermente spaventata, mentre osserva il moro sbraitare contro Luke con rabbia, che non dice niente per non peggiorare la situazione, ma porta dietro di sé Kriziana.
Ashton è preoccupato, stringe la mano di Jamaica e vorrebbe trovare il modo di calmare l’amico, ma proprio non saprebbe come fare.
«Te lo richiedo, Kriziana, dimmi dov’è!» più che una richiesta sembrerebbe un ordine, ma Kriziana non ci fa molto caso, anche se non capisce la rabbia estrema dell’amico.
«Calmati, Calum, sono qui!» la voce di Deborah arriva da sopra le scale con tanta potenza e fermezza da riuscire a zittirlo d’improvviso.
Non si sentono nemmeno i respiri.
Deborah ha gli occhi infuocati ed è arrabbiata, perché Calum non si può presentare a fare quel casino per lei.
Scende le scale con tranquillità e gli fa segno di seguirla in cucina.
Calum le osserva la schiena e, senza titubanze, la segue.
La porta si chiude alle loro spalle.

 
***
Ehilà,
come va?
Ecco a voi un nuovo capitolo!
Cosa ne pensate? Spero vi piaccia, perché a me piace!
E si vede il continuo tra Deborah e Calum.
C'è la sbroccata di Luke, che amo.
C'è Kriziana, che me l'abbraccia tutta e Ashton, che è così contento.
Ho voluto descrivere un po' cos'è successo a Deborah, anche se ancora non si sa dov'era andata.
Insomma, ho voluto far capire quali sono stati i suoi sentimenti, perché essere incinta a 'st'età non è mica facile.
E poi ho voluto la rabbia di Calum, si saprà dopo.
E ora, porca zozza! Io vi odio, a voi che avevate capito tutto! Insomma, volevo fare effetto sorpresa ahah!
Ora vi lascio, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.
Bye bye
,
Judith.

 

 
 
  
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