La metro continuava a correre e con se anche la mia mente, sbadatamente ti ignorai per qualche istante, tu che invece in silenzio percepivi i miei battiti del cuore. Riprendendomi, mi accorsi allora dell'immenso. Pensai "cos'č l'infinito?", ma tu lieve mi baciai, d'un tratto capė, che qualsiasi cosa fosse, apparteneva a te. E in un solo istante, il mio cuore che prima vedeva folle, rincorrere l'infinito, ora vedeva sciocco, rincorrere il finito. Quel vagone, adesso sembrava pių che un parco giochi, una danza. Le persone intorno sembravano ballerini, che si muovevano nell'arte, quegli assurdi corpi instabili, in tale viaggio nella mente, erano perfetti ed espandevano i loro rumori, con un eco alquanto originale. L'eco dei sussurri di quelle piccole tue parole, "non temermi", si aprė allora con pių certezza, questa danza infinita, che vedeva noi, come unici spettatori, tra un bacio e l'altro, poche parole e ancora nuovi colori. In questa sera tarda, tenevi in pugno le bramosie d'amore, che tale sogno riempiva il cuore, in folli movimenti incompresi, guardando un ballo di pensieri e esitazioni, mi regalavi ancora un nuovo mondo, con me al centro e intorno le tue emozioni.